venerdì 25 luglio 2014

Leggerezze (ribloggato)

Nel post precedente si è parlato del piacere di scrivere che ha spinto me, come molti altri, a trasformarci in bloggers, pienamente consapevoli di non avere vere capacità letterarie, ma gratificati dal fatto di avere, comunque, trovato alcuni lettori e amici sinceri in questo mondo virtuale.
C'è qualcuno che, però, sa scrivere veramente bene e in modo professionale, e una di queste è Zena. Utilizzando soggetti semplici, come possono esserlo dei passerotti, riesce a creare dei veri quadretti di pura poesia, tali da incantare tutti coloro che la leggono, riuscendo altresì a far "vedere" al lettore, con gli occhi della fantasia,  le delicate immagini che descrive.
Passo quindi a ribloggare il suo ultimo post, per donare anche a voi le piacevoli sensazioni  che ho provato io leggendo il suo testo.



Arrivano alle sette, nel tramonto che diventa breve ( un cielo a violacciocca, appena rosato e mosso).
La parete di fronte, coi mattoni scoperti, intanto, prende la luce, la tiene sulla pelle per qualche minuto, ancora.
La vite americana è già sfumata in rosso.
Arrivano di colpo, da direzioni diverse: cento o più, per una mappa segreta o un qualche orologio o batticuore.
Si annunciano con squittii da cielo, un vociare cigolante e prolungato, come certi cavatappi a ricciolo, quando, a lavoro compiuto, son chiamati a risalire dal sughero e lo fanno con un gemito pieno di c c c fischiati.
Arrivano, i passeri.
Entrano a volo secante (o a tuffo) nella vite americana, che li invita, ruffiana, con certe bacche nuove. All’improvviso si gonfia, si sgonfia, si scompone, se li riprende e dopo li nasconde.
E’ tutto un dire un dirsi un fare; una gioia smodata, gridata, chiacchierona, mentre l’estate gocciola più lenta nel suo caldo.
In questi minuti di frontiera senti la vita che respira.
Si allarga e si stringe, si allarga e si stringe, come la vite un po’ accesa e un po’ ramarra.
Il mondo è prestato ai passeri e coi passeri “canta e ride”.
Un mondo parallelo, fra un muro e un panno di foglie.
Scorre e rinasce, per appuntamento.
Così gratuita, questa gioia, che niente, niente resta come prima.


Dal blog "Pescidinebbia" di Zena Roncada


8 commenti:

  1. Ti ringrazio tantissimo per aver ospitato nel tuo blog la tua amica e avermi, così, dato modo di conoscerla. Un modo di scrivere e descrivere meraviglioso...vado subito a visitare il suo blog.
    Grazie, un abbraccio.
    Antonella

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    1. Mi fa piacere che ti piacciano i post di Zena, sono molto particolari!
      Abbraccio ricambiato!

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  2. Ma grazie, grazie e grazie:)
    un saluto anche qui.
    zena

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  3. Non è il mio genere mi dispiace... questa roba mi genera repellenza ai massimi livelli...sorry

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    1. Beh, nemmeno per me si tratta del mio genere, ma resta il fatto che io ammiri Zena perchè non sarei mai capace di scrivere come lei, nemmeno sforzando al massimo le mie meningi! Inoltre, quando si tratta di poesia, mi trovo sempre in difficoltà perchè, nella maggior parte dei casi, non ne capisco il significato nascosto, a volte non capisco proprio niente, invece, per quanto riguarda gli scritti di Zena, devo dire che almeno comprendo ciò che leggo!
      In ogni caso, ognuno ha i suoi gusti, ci mancherebbe, e almeno per quanto riguarda la mia capacità di scrittura, sarà molto difficile che ti capiti ancora di leggere testi come questi sul mio blog!

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  4. Effettivamente ci sono alcuni blogger che hanno davvero del talento....
    Buona settimana.

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  5. Grazie kathy, davvero bello.
    Come sta il nostro infortunato? Sempre nero?

    sheraprestoeperorabbracci

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