venerdì 24 maggio 2013

Maggio, di tutto un po'...


Maggio, mese ricco di avvenimenti, ricorrenze ed impegni. 

Il 3 maggio ho festeggiato l’ennesimo anniversario di matrimonio. Il figliolo si è prestato a fare da badante a mia madre e al cane, tanto da permettere a noi “sposini non più novelli” di consumare una romantica cena…ehm, volevo dire pizza, al ristorante (tempo di crisi, si sa, meglio non strafare eheheheh!)

Venerdì 17, mai giorno è stato più nefasto. Tutta la scuola ha partecipato, con tanto di bandiera listata a lutto e centinaia di ragazzi, nonché adulti, piangenti ed affranti, al funerale di una nostra alunna, colpita da un tremendo male incurabile a soli tredici anni.

La sera prima, una collega, ancora molto scossa dopo il S. Rosario, mi aveva informata sul fatto che i ragazzi avrebbero voluto dedicare alla compagna il canto “Il corvo”, un brano scout che lei aveva intonato spesso con i suoi amici. Io non avevo mai sentito nominare un brano del genere, senza contare che questo uccello, così nero e gracchiante, mi evocava scene assolutamente inadatte ad un piccolo angelo di tredici anni.   Alle dieci di sera ero lì che cercavo forsennatamente su youtube una canzone corrispondente all’indicazione, senza trovare nulla. Per fortuna si era parlato anche di canto scout, cosa che ha ristretto il campo delle ricerche, altrimenti avrei dovuto passare in rassegna tutti i pennuti di mia conoscenza prima di trovare quello giusto! Alla fine, ho scoperto che il titolo giusto era “Il falco”, ma mi sono resa anche conto che ne esistevano varie versioni. Quale poteva essere quella  esatta? 

 A mezzanotte ero lì, imbambolata e frastornata, che cantavo davanti al pc “Un falco volava nel cielo un mattino, ricordo quel tempo quando ero bambino, io lo seguivo nel rosso tramonto, dall'alto del monte scoprivo il suo mondo. E allora ea, ea, ea, ea, ea, ea ea ea ea e…”
Il giorno dopo ho provato con due classi ad intonarla, tra discussioni varie perché ognuno dei ragazzi la conosceva con un testo diverso e con un numero differente di “ea”. Alla messa,  il chitarrista ha intonato un’ulteriore versione nel  ritmo dei famosi “ea” e abbiamo cercato di andargli dietro, ma quello non era certamente il momento propizio per imparare qualcosa di nuovo, tra la forte emozione e le lacrime copiose intorno alla piccola bara bianca. In ogni caso, abbiamo fatto del nostro meglio.

Il 19 maggio ricorreva il quarto anniversario dalla morte di mio padre. Sembra impossibile che siano già passati tanti anni, perché a me pare ancora solo ieri. Mio padre, due giorni prima di lasciarmi, aveva tirato fuori tutta la sua autorevolezza e mi aveva dato una sonora lavata di capo, proprio come quando capitava da ragazzina.
Tu devi toglierti dalla testa che io possa guarire! Tutti i miei amici con l’enfisema polmonare come me se ne sono già andati, io sono l’ultimo rimasto e non potrò fermarmi qui ancora per molto. D’altra parte, non ho paura di morire, ma solo di soffrire. Io non voglio vivere per patire e neppure per vedere gli altri che soffrono per me!” 
Con questo mi aveva sistemata, facendomi capire che dovevo lasciarlo andare serenamente, senza fargli pesare il mio tormento. Così ho fatto in questi anni, cercando di pensare ai tanti momenti belli trascorsi insieme, ricacciando indietro a forza il prepotente e doloroso ricordo degli ultimi tempi della malattia.

Maggio è anche tempo di pre-scrutini, ultime valutazioni scolastiche, spettacoli musicali e teatrali, partecipazione a vari concorsi, revisione dei registri e compilazione dei programmi d’esame. Sto anche ricevendo molto materiale dai colleghi affinché venga pubblicato sul sito della scuola e tutto questo mi impegna parecchio. A farne le spese, come sempre, è il mondo blog, perché è un piacere e, come spesso accade, i piaceri vengono sempre dopo “i doveri”, purtroppo.

Abbiate pazienza se non rispondo ai commenti e vengo poco a trovarvi sui vostri blog.  Sto facendo il possibile, ma le ore non bastano mai e la sera sono sempre più stanca, tanto da non riuscire a stare al pc fino a tardi come facevo prima.

In ogni caso, non sono sparita. Aspettatemi!

venerdì 10 maggio 2013

Tempo di vaccinazioni e non solo per i cani...



Tempo di vaccinazioni per il nostro cagnolino di un anno.


Ho detto spesso a mio marito che poteva essere il caso di comprargli una museruola o, comunque, di chiedere al veterinario di mettergliela. Terry è un bravo cane, ma è anche vivacissimo e sa difendersi bene quando crede che qualcuno voglia fargli del male. Non credo che gradirebbe troppo una puntura a bruciapelo e,  il povero veterinario che tentasse d'imporgliela, potrebbe vedersela brutta.
Mio marito ha continuato a dirmi di non preoccuparmi, che lui sa come trattare la sua fedelissima bestiola e che, sicuramente, non succederebbe mai nulla di brutto. 

Ieri, tornando da scuola, ho scoperto che si erano recati entrambi nello studio del veterinario. "Speriamo bene!" Mi sono detta.
Poco dopo li ho visti arrivare. Mio marito aveva un cerotto su una mano.
"Ecco, lo sapevo! Terry non ha morso il veterinario, ma il padrone. O magari entrambi! Poveri noi, dovremo correre dall'assicurazione..."
Ho subito rimproverato il marito: "Ti avevo ben detto di usare la museruola!"

Ma non era andata così. Mentre lui teneva fermo il cane per la puntura, alla veterinaria è scappata la mano e, dopo aver vaccinato la bestiola, ha punto anche lui!
La veterinaria gli ha detto che un po' di antirabbica non fa male,senza contare che il cane è sano. Io però una crema antibiotica gliel'ho fatta mettere. Non si sa mai.

E' proprio vero che i fatti non accadono mai secondo le nostre previsioni.
Chi l'avrebbe mai detto che sarebbero tornati a casa vaccinati tutti e due?

domenica 5 maggio 2013

Agli animali manca davvero la parola?



Spesso  si dice che agli animali manchi soltanto la parola. 

Anche il mio cagnolino Terry, a volte sembra proprio che parli con noi. Usa un tono particolare quando vuole il cibo, quando c'è qualcuno alla porta e quando desidera che mio marito lo porti con sé. In quest'ultima occasione sembra proprio che i due dialoghino. Mio marito gli dice: "Su, pazienta ancora qualche istante poi  usciremo".  E lui risponde con i suoi bau bau. Poi mio marito gli dice qualcos'altro e Terry sembra rispondere di nuovo. Sono proprio buffi. Non parliamo di quando mio marito si assenta da casa. In quelle occasioni Terry ulula come un lupo alla luna piena, esprimendo tutto il suo dolore. Fa persino impressione. Per me non prova gli stessi sentimenti, purtroppo. Prima viene il padrone adulto, il suo grande amore, poi quello giovane ed infine io, la ruota di scorta. Grrrrr!! 



Sull'argomento ho scovato in rete due filmati molto particolari. Il primo è una vera chicca. Pensate che un compositore ha visto il video di un gatto che strimpella al pianoforte ed ha deciso di comporre un vero concerto per gatto e orchestra, in cui il gatto suona come solista mentre l'orchestra fa da sottofondo. Insomma, il gatto è stato l'ispiratore della composizione e gli si dovranno pure pagare i diritti d'autore, visto che una parte del concerto mantiene integralmente la sua improvvisazione!
Nel secondo video si vede invece un Husky che dialoga con un bimbo piccolissimo. Veramente spassoso!
Buona visione!