Ho fatto il mio ingresso nel mondo blogger, sulla piattaforma
Splinder, nel lontano 2004. Ero curiosa
di vedere come funzionasse questo luogo a me sconosciuto e, complici anche i
nuovi aggiornamenti per gli insegnanti che parlavano di blog scolastici, volli
provare a costruirne uno mio prima di farlo per i ragazzi. Se avessi combinato
qualche guaio, almeno non lo avrebbe saputo subito tutta la scuola!
Si trattava di scegliere un username, cosa che non avevo mai
fatto, e usai ben poca fantasia, poiché utilizzai lo stesso mio nome vero, ma “alla
francese”. Scoprii poi che fosse usanza scegliere nomi ben più romantici e
fantasiosi, come Perla smarrita, Cuore di Matita, Lupo della steppa, Cabiria…ma
ormai era fatta, e Katherine mi rimase appiccicato per sempre.
Che cosa avrei potuto scrivere e, soprattutto, quale titolo
avrebbe avuto il mio blog? Pensai a quanto mi fosse sempre piaciuto sentire mio
padre raccontare le sue storie di vita e ne avevo giusto una appena accaduta da
scrivere a mia volta. Così pensai di cominciare da quella vicenda e di
intitolare il blog: “Vi racconto…”
Chi non l’avesse letta, potrà ritrovarla qui e parlava dell’amicizia nata tra due bambini e sopravvissuta ottant’anni, nonostante la vita e un oceano li avesse separati per almeno la metà di un secolo.
La mia prima lettrice ed amica virtuale fu una ragazzina di
sedici anni. Poi arrivò un giovanotto di trentaquattro al quale, invece di
commentare il suo post dove avrei dovuto, finii per sbaglio di scrivere in un form
che portava direttamente alla sua mail. Ero proprio una principiante! Lui si
sentì ovviamente lusingato per quello che pensava fosse il mio desiderio di
conoscerlo meglio e mi rispose. Chiarito l’equivoco, iniziammo anche una
corrispondenza che ci portò ad essere, in poco tempo, amici. Ci incontrammo
anche di persona durante un mio viaggio nella sua città con marito e figlio e
andammo a cenare insieme, ovviamente con le rispettive famiglie.
Conobbi poi un certo Giossi, che si definiva un soldato
combattente. Per parecchio tempo pensai che fosse un uomo, invece era una
donna. Era di Torino e volle conoscermi, perché le sembravo troppo sincera e
non potevo essere vera, a suo dire. Venne nella mia città e c’incontrammo.
Nacque un buon rapporto di amicizia, ma dopo qualche anno morì, colpita da un
brutto male.
Mi cercò anche un anziano vecchietto di oltre novant’anni. Si
chiamava Sebastiano Spadaro ed era desideroso di imparare tutto sul mondo blog.
Ogni tanto combinava pasticci con il template del suo blog e mi chiedeva aiuto.
Era una persona molto giovanile, curiosa e colta. Purtroppo, anche lui morì e
mi ritrovai a visitare ogni tanto le sue pagine come un parente al cimitero,
finché la chiusura di Splinder non lo cancellò definitivamente.
Cuore di Matita invece era un pezzo grosso in una grande e
famosa agenzia pubblicitaria di Milano. Concesse gentilmente un’intervista ad una mia
classe. Una mattina ci telefonò in videochiamata dalla sua agenzia e i ragazzi
poterono soddisfare tutte le loro curiosità tempestandola di domande a cui cortesemente
ed esaurientemente rispose.
Un altro blogger, oltre che bravissimo informatico,
consulente per tutti i miei problemi di principiante, era anche un bravo
chitarrista. Venne ad acquistarne una in un grosso magazzino musicale che si
trova dalle mie parti e ci incontrammo là.
Dagli Usa scriveva anche una signora che era stata, in Italia,
un’insegnante di Inglese. Scoprii che aveva lavorato anche in una città vicino alla
mia e, quando venne a visitare i suoi ex colleghi, c’incontrammo. Ci rivedemmo
anche qualche anno dopo poiché, nel frattempo, dopo venticinque anni, era
tornata a vivere in Italia per accudire gli anziani genitori.
E poi ancora Sherazade, l'unica di allora che ancora blogghi, ma su Wordpress, conosciuta nel 2004 e mai incontrata dal vivo. Insieme abbiamo però condiviso ben diciannove anni di momenti belli o dolorosi delle nostre esistenze e ci siamo confortate a vicenda.
Tante altre storie di vita vi potrei raccontare e altri
incontri…Molte cose sono cambiate. Ma la maggior parte di quelle amicizie è
rimasta. Una sola sui blog. Le altre sono migrate su Facebook, a partire dall’allora
sedicenne mia prima amica, oppure ci si sente via mail o WhatsApp.
Mi ha fatto effetto vedere per la prima volta il viso di
molti blogger che conoscevo da anni, ma solo per i loro scritti. Invece su
Facebook c’erano le foto.
Questa è la sostanziale differenza. Ora non esiste più quell’alone
di mistero sull’aspetto fisico e neanche troppo sul nome vero. Chi scrive un
blog è anche sui social e non si nasconde più dietro un nick name.
Probabilmente c’è anche una maggiore sincerità, quella che io ho avuto sempre,
ma non tutti avevano. Ad esempio, un’amica blogger si era innamorata di un
certo Andrea, trascorreva le sere a parlare con lui, a fare progetti, finché
aveva scoperto che Andrea era una donna. Un vero colpo al cuore!
C’erano i blog dark, quelli che trattavano storie di adulterio,
quelli delle adolescenti con i problemi esistenziali…adesso mi sembra che i
blog, che sono molti in meno di allora, siano scritti solo da persone adulte,
che hanno la passione di scrivere e comunicare, ma non di imbrogliare giocando
ad essere diverse dalla realtà. Pochi ma
buoni, si potrebbe dire!
A me piace scrivere, ma devo averne l’ispirazione e il tempo
e non voglio viverlo come un lavoro. Posso stare giorni senza scrivere, né leggere
nulla, poi passo da tutti voi a fare un giro, accorgendomi di essermi persa parecchi
post. Però ci sono. Saltuariamente, ma ci sono. E adesso vi abbraccio e vi
dico: “Buon blog!”