lunedì 23 luglio 2012

La morte del prossimo...( ma è proprio vero? )


Leggo su un blog che ogni tanto frequento (mi correggo: "frequentavo") una discussione sul tema: “La morte del prossimo”, libro scritto da Luigi Zoja, uno psicoanalista di fama mondiale che pratica la professione a New York, dove scrive e insegna psicanalisi.
Stralciando qua e là gli elementi del discorso, ne riporto quelli principali:

“Le distanze che la globalizzazione ha reso meno evidenti, favoriscono i rapporti tra persone lontanissime e sembrano penalizzare invece quelli che intercorrono fra chi vive nella stessa città, nella stessa via, nella medesima casa. Per non parlare di chi entra in quello che consideriamo il nostro spazio vitale cercando di trovare una solidarietà che sembra essere sempre meno possibile.

Dopo la morte di Dio, la morte del prossimo è la scomparsa della seconda relazione fondamentale dell’uomo. L’uomo cade in una fondamentale solitudine.  È un orfano senza precedenti nella storia. Lo è in senso verticale – è morto il suo Genitore Celeste – ma anche in senso orizzontale: è morto chi gli stava vicino. È orfano dovunque volti lo sguardo. Circolarmente, questa è la conseguenza ma anche la causa del rifiutare gli occhi degli altri: in ogni società, guardare i morti causa turbamento.
Da sempre si dice che l’uomo è uomo anche perché ha un rapporto con la morte diverso dagli altri animali. Quando muore il suo simile, l’animale si ferma accanto al corpo solo finché è caldo. L’uomo, a qualunque civiltà appartenga, compie riti e seppellisce il morto. In qualche modo, per lui il morto continua a vivere.

Ma a quest’antica coscienza i tempi ne stanno sovrapponendo una nuova. Eravamo diventati umani accorgendoci che anche i morti sono vivi. Diventiamo post-umani – o qualcosa che è altro dall’umano – quando cominciamo a convincerci che anche i vivi sono morti. I vivi – la maggior parte dei vivi – sembrano aver smesso di vivere da un tempo che, quando ce ne accorgiamo, ci appare immemorabile: che non è, quindi, una conseguenza del nuovo secolo. La maggioranza dei giovani non ha ancora cominciato a vivere. La maggior parte degli altri – non solo gli anziani, anche i quarantenni – pare irrigidirsi in un rigor mortis psichico, che contrasta con l’agitarsi fisico. Non pensano pensieri autonomi. Non si interessano agli uomini che hanno vicino, non per malvagità, ma perché non li capiscono.
Il prossimo si è trasformato in lontano, uscendo dallo spazio. E il vivo in morto, uscendo dal tempo.” 

Commento nel mio solito modo, corretto ed educato, attingendo alle mie esperienze personali, quando il proprietario del blog mi chiede “per favore” di non farmi vedere mai più, mi informa che non ha letto e non leggerà mai una riga di un mio post perché siamo “troppo diversi” ( e, ovviamente, io troppo inferiore) mi chiarisce di preferire di gran lunga discorsi come quelli dell’esimio psicoanalista alle mie parole da quattro soldi e mi spiega anche che, se nella vita reale è costretto a sopportare esseri inferiori per il quieto vivere, almeno sul blog vuole circondarsi di persone di levatura sua pari. 
Fantastico. Mi sembra di sentire una persona di mia conoscenza che, in tutta la sua vita, non è mai andata in vacanza al mare per non essere costretta a parlare con i vicini di ombrellone che potrebbero non essere laureati suoi pari.


Se non altro, posso prendere spunto dall’argomento di quel post senza dover chiedere il permesso, tanto il proprietario non se ne accorgerà mai e, comunque, mi ha vietato qualsiasi prossimo contatto. In  tutte le cose c’è pur sempre un lato positivo eheheheh!

A questo punto però potrei pensare che, almeno nel caso in questione, quel prossimo sia morto per la presunzione che manchi di cultura parallela o che, comunque, non sia in grado di condividere gli stessi interessi e conoscenze.  Meglio un luminare come Zoja… Già, ma il luminare scrive il libro, tiene la conferenza ( per vendere il libro) e poi se ne torna a New York. Non verrà mai a chiederci come stiamo, cosa pensiamo, se ci sentiamo soli oppure no; lui sta sulla sua stella e noi  quaggiù ad arrovellarci perché non riusciamo a raggiungerla.

Io vivo in una piccola città e quindi non posso esprimermi come chi abita in  una metropoli. Non devo nemmeno prendere il tram per andare al lavoro, ma penso che, se lo facessi, probabilmente anch’io non parlerei con chi mi è seduto vicino, ma solo perché sto pensando a organizzarmi la giornata, ho tanti pensieri in mente. Ecco, credo che uno dei problemi fondamentali sia il tempo. Non abbiamo più tempo per comunicare.

Mio padre mi raccontava sempre che, una volta, le donne non lavoravano fuori casa, avevano delle dimore molto spoglie e semplici da pulire, non erano in competizione con le altre donne su chi avesse la cucina meglio attrezzata o il vestito più bello ( ne avevano uno per la domenica e un altro per la settimana), i loro figli si accudivano l’un l’altro e non dovevano essere accompagnati in palestra, in piscina,  o a corsi di tennis e di musica, e loro trascorrevano pomeriggi interi a chiacchierare con le amiche mentre rammendavano o filavano. Oggi abbiamo tutti una vita frenetica, piena di impegni a tutte le ore, chi ha più tempo a fermarsi per parlare?
Lo stesso succedeva agli uomini, che si aiutavano vicendevolmente nei lavori, o che si incontravano in casa o all’osteria per giocare a carte e bere un buon bicchiere di vino.
Oggi le macchine hanno reso tutto più facile, non abbiamo più bisogno di chiedere aiuto a nessuno, ma perdiamo la capacità di essere umili e disponibili.

Eppure, come è successo a me mentre aspettavo l’operazione di mio marito,  quando ci si ritrova insieme in una situazione di difficoltà, durante l'attesa che il proprio caro esca dalla sala operatoria,  ecco che si ritrova la voglia di comunicare, di scambiarsi esperienze, di confortarsi a vicenda. Allora non siamo morti e nemmeno il nostro prossimo lo è. Forse eravamo solo troppo presi dai nostri problemi, stretti nel morsa di quel tempo che non basta mai per fare tutto e che non ci permette di guardarci intorno.

La sera, quando i rumori nella casa tacciono, quando la quiete scende sulle famiglie affaticate dalla lunga giornata, eccoci qui a scrivere sul blog.
Ci sembra che il popolo del web sappia capirci meglio, sia più attento, più sensibile di chi conosciamo nella realtà e non  ci rendiamo conto che siamo sempre noi, gli stessi della vita reale, quelli che corrono in continuazione senza guardarsi intorno;  è il momento che è cambiato, che è propizio, quello in cui ci siamo ritagliati un po’di tempo e possiamo finalmente dire al nostro prossimo: “Parla, io ti ascolto”

lunedì 16 luglio 2012

LE MIE VACANZE


Proseguono le mie vacanze “casalinghe”. Non potendo lasciare sola mia madre, ( e ora pure il cane!) mio marito ed io ci accontentiamo di qualche “scappatella” giornaliera, complice il figliolo che si presta a fare “il badante” alla nonna ( e al cucciolo). Per ora siamo stati due volte al mare, a Laigueglia, in Liguria, dove abbiamo trascorso giornate di completo relax tra sole, mare e vento, clima ideale per stare sulla spiaggia, passeggiare sul bagnasciuga, sul lungomare o  nel caratteristico “budello”. Ovviamente, anche al mare sono riuscita subito ad incontrare un alunno in vacanza … Questi allievi sono proprio dappertutto! 


Purtroppo, presto non potremo più permetterci nemmeno queste uscite perché sarà la volta di mio figlio ad andare in ferie e allora, addio copertura! Quest’anno ha deciso di trascorrerle in Scozia con due amici, girandola in lungo e in largo in bicicletta. Si è già comprato tutta l’attrezzatura, compresa di sacco a pelo, tenda canadese, sacche da mettere sulla bici, persino una padella … Da un lato può sembrare anche a me una bella avventura, ma l’idea di viaggiare con tutto quell’armamentario attaccato alla bici, lo zaino sulle spalle, la tenda da piantare ogni notte e smontare ogni mattina, mi toglie tutto il lato poetico della faccenda. Mio marito ha anche offerto una fornitura di antipulci … non si sa mai! A questo punto non so nemmeno se il pargolo potrà caricare il cellulare e se mi sarà possibile contattarlo per avere sue notizie. Insomma, cuore di mamma non può fare a meno di preoccuparsi. 

Tanto per cominciare, l’altra notte sono andata dietro casa per vedere se ci fossero i ricci e ho preso una storta tremenda inciampando nel cavo della tenda che lui aveva provato a montare nel prato. Per poco non mi sono rotta una gamba, mannaggia al boy-scout!
In effetti, da parecchi anni abbiamo una famiglia di ricci che vive nella siepe dietro casa e che, ogni  notte, va a cibarsi nella fossa che utilizziamo per gettare gli scarti alimentari. Purtroppo anche il cane è stato subito attirato dalla fossa piena di avanzi e, per impedirgli di mangiare gli alimenti in decomposizione, abbiamo dovuto mettere una rete intorno alla stessa. Mio figlio si è arrabbiato moltissimo, pensando che la rete avrebbe impedito ai ricci di mangiare ma, per fortuna, sono riusciti ad entrare lo  stesso. Per provarlo, l’altra notte mi sono appostata con la macchina fotografica e, al primo rumore, ho scattato a manetta alla cieca ( dietro casa non abbiamo l’illuminazione …)per poi scoprire, una volta scaricate le foto nel pc, che avevo veramente ripreso gli animaletti. Ora mio figlio non potrà più protestare! 

Nei fine settimana abbiamo anche preso l’abitudine di cenare in giardino insieme ai vicini di casa. C’è un bel fresco, mangiamo cibi freddi, scambiamo due chiacchiere e la serata passa in un baleno.  Mio marito trascorre un sacco di tempo a curare il prato e a piantare e innaffiare fiori. Almeno cerchiamo di sfruttarne i benefici!

I vicini hanno però un cane che è un incrocio tra un labrador e un pit bull, un vero molosso. E’ un cane buono, ma ha una forza incredibile, con i muscoli che si sentono al tatto sotto la pelle e che si tendono in modo impressionante quando si mette in difesa. ( Come potete vedere dalla foto sottostante) Quando abbaia sembra che tuoni.

(Per ovvi  motivi di privacy ho oscurato il volto del padrone del cane)
  La prima volta era venuto nel nostro cortile con museruola e guinzaglio e il nostro volpino di cinque mesi, tre chili e mezzo contro i quaranta del molosso, aveva fatto il furbo, andandogli incontro e invitandolo a correre con lui. Quando poi, poco alla volta, al cagnone erano stati tolti guinzaglio e museruola, alla prima zampata Terry si era subito messo in posa di sottomissione calmandosi, ( proprio lui, un vero argento vivo!) capendo che le forze di quel compagno di giochi erano un po’ troppo sproporzionate alle sue. Il cane grosso si era allora messo ad annusare il prato e il piccolo lo seguiva … erano proprio comici, sembrava cercassero i tartufi! Ieri sera invece Terry si è coricato sotto al tavolo e allora anche l’altro ha cercato di imitarlo  ma, quando è passato,  il tavolo si è alzato e tutto si è messo a ballare come per un terremoto, mentre noi cercavamo disperatamente di tenere in piedi piatti e bicchieri. A quel punto il padrone ha messo il guinzaglio al molosso ma,  dopo un po’, si è accorto di tenere in mano solo un pezzo di cuoio. Il suo cane l’aveva tagliato con i denti e se ne stava da tutt’altra parte a mangiarsi quel che ne restava!
In ogni caso, tutto è bene quel che finisce bene, e anche ieri è stata una bella serata.

E voi, come state trascorrendo l’estate?

martedì 10 luglio 2012

Un appello dal blog di Antonella: "Tutti insieme per Timbuctù"



Antonella del blog “Il tempo ritrovato” ha scritto un post per sensibilizzare le persone per qualcosa di importante di cui se ne parla davvero poco e ha chiesto agli amici blogger di unirsi a lei per denunciare il problema.
Ansar Dyne, i " Difensori della Fede " vicini ad Al Qaeda, che stanno contendendo il nord del Mali  ai separatisti Tuareg del Movimento Nazionale per la Liberazione dell'Azawad (Mnla), hanno iniziato a radere al suolo monumenti islamici.
Il tutto poi a Timbuctù "regina delle sabbie", "perla del deserto", "Firenze del Sahara", "città dei 333 santi".
Un luogo dall'architetura magica  e dagli intonaci multicolori che ricorda i tempi medioevali in cui l'impero del Mali era il potente tramite delle rotte carovaniere che portavano nel Magreb ed in Europa l'oro, l'avorio, le spezie e le altre ricchezze dell'Africa Occidentale.
 
Per saperne di più cliccare sui seguenti link qui e qui

martedì 3 luglio 2012

A ciascuno la sua casa

Mio figlio, come mi è già capitato di dire, tra le sue passioni ha la fotografia ed io,  ogni tanto,  mi permetto di rubargli qualche scatto ( in fondo resta tutto in famiglia eheheheheh!)
In questi, effettuati in Valle Gesso (come il video sulle montagne piemontesi che si può visualizzare sulla destra) si può vedere come anche gli animali si siano attrezzati per avere ciascuno la sua casa, proprio come noi umani.
Le farfalle sui fiori e gli stambecchi in un vero e proprio appartamento, con tanto di letto e finestra panoramica!