mercoledì 30 novembre 2011

SIAMO SOLO TRE...

La mattina dormono tutti a casa mia: mia madre, che spesso si alza anche alle 11 e il gatto, che se la dorme della grossa sul divano, da quando esco di casa per recarmi a scuola fino al mio ritorno.
Mamma e Pallino
Quando rientro a casa, verso le 13, desiderosa di un po' di riposo e tranquillità dopo una mattinata di canti e suoni che mi hanno letteralmente rintronata, ecco che entrambi si svegliano. Mia madre si alza subito dal divano per cominciare a girovagare in giardino e il gatto inizia a miagolare a gran voce reclamando il pranzo. Non dimentichiamo poi che mia madre, quasi sempre, sceglie quell'ora, o subito dopo il mio pasto, per essere accompagnata in bagno. Il mio pranzo non è quindi mai tranquillo. 

Più tardi cominciano le passeggiate in cortile. Qualche volta lascio mia madre girovagare da sola, mentre cerco velocemente di sbrigare le faccende di casa ma, più spesso, la accompagno e, a quel punto, anche il micio Pallino si unisce alla compagnia, tenendo lentamente il passo di fianco a noi, mentre sculetta e tiene la coda bella dritta. In realtà non credo tenga particolarmente a starci accanto, se non fosse che spera gli venga aperto il garage, dove sa che si trova il sacchetto delle crocchette. Insomma, la sua è una compagnia interessata. Spesso provo a guardare questo strano trio come se mi trovassi all'esterno e mi viene sempre in mente una vecchia canzone di Modugno, tratta dal musical "Rinaldo in campo", che mio padre cantava quand'ero bambina: " Siamo solo tre, tre somari e tre briganti, solo tre!" Mio padre ironizzava sul fatto che la nostra fosse una piccola famiglia di tre persone, a cui non mancava il necessario, ma che non viveva certo nell'agio. Beh, anche adesso ci mancano i somari, ma siamo sempre tre...Forse il somaro sono io, l'unica dei tre a lavorare e a darsi da fare per mandare avanti la baracca. 

 
(Spegnere l'audio della canzone in sottofondo per sentire quella del video) 
 
Pallino poi, con l'età, (ha circa quattordici anni) è decisamente peggiorato diventando piuttosto noioso. Non si può aprire un pacchetto o toccare della carta senza che lui intervenga miagolando, convinto che si stia aprendo un pacco di bistecche. Quand'era più giovane non notava certi particolari, adesso ha sempre le orecchie dritte ed un appetito insaziabile.

Mia madre invece diventa noiosa verso le 18 di sera, quando viene colta dal raptus dell'uscita e comincia ad aprire e chiudere decine di volte la porta per provare ad andare fuori, rientrando subito dopo perché scopre che è buio. Purtroppo se ne dimentica immediatamente e ci riprova in continuazione facendomi entrare in casa un sacco di aria fredda, cosa che mi innervosisce parecchio. Per fortuna, tra un miagolio ed una passeggiata, ci sono i momenti di relax, quando ci sediamo tutti e tre sul divano, io in mezzo e loro due ai lati. Con una mano accarezzo il morbido pelo di Pallino, mentre ondate di alito puzzolente mi assalgono e quasi mi stordiscono ( non ho mai avuto, in tutta la vita, un gatto con un alito così pesante...forse dovrei portarlo dal dentista o fargli fare un po' di gargarismi...), con l'altra mano accarezzo quelle di mia madre, sperando che si rilassi e si goda la mia compagnia, dopodiché, quasi regolarmente, mi addormento e, quando mi sveglio, Pallino è ancora lì che russa, lungo e disteso, ma mia madre è scomparsa. Insomma, diciamolo francamente, lei è sempre stata uno spirito libero ed indipendente e della mia compagnia e carezze se ne fa un baffo. Esco a recuperarla, le do merenda, tiro fuori il computer portatile e comincio a lottare per salvare il filo della corrente, perché mia madre proprio non sopporta quel cavo che si trova per terra e cerca sempre di tirarlo su, con il rischio di portarsi dietro il pc e farlo cadere in terra. Non posso abbassare la guardia un attimo! In un momento arriva l'ora di preparare la cena.

La giornata è quasi finita ed io ho combinato ben poco, come al solito. 
Siamo solo tre...

sabato 26 novembre 2011

Perdite, crisi e preghiere...


Di questi tempi noi bloggers ci preoccupiamo della perdita della nostra casetta su Splinder, ma basta guardarci intorno per vedere che c'è chi ha perso molto di più: la vita stessa, le persone amate, la propria casa, a causa delle recenti alluvioni, il lavoro, soprattutto per persone che, data l'età, molto difficilmente ne troveranno un altro...Non parliamo del nostro Paese, che sta perdendo prestigio, credibilità e potere economico. Insomma, si direbbe che parola "perdita" sia ormai all'ordine del giorno ed il motto dei nostri tempi.

Quando la situazione va male, ho notato che aumentano le persone che si dedicano al gioco e quelle che si avvicinano alla Chiesa. Se l'uomo da solo non può più fare nulla per salvare una situazione ormai catastrofica, non resta che affidarsi alla fortuna o all'aiuto divino.

C'è comunque qualcuno molto poco conosciuto che, in sordina, con grande fiducia e fede assoluta,  prega anche per chi non sa più farlo. Sono le monache di clausura, che il mio dirigente definisce: "I parafulmini del mondo".
Nella mia città esiste un monastero delle Clarisse, ordine fondato da S. Chiara d'Assisi nel 1253.
La collega di religione vi accompagna tutti gli anni le nostre classi per parlare con una monaca, al fine di porle tutte le domande e le curiosità che, comprensibilmente, i  ragazzi della Scuola Media possono avere nei riguardi di una persona di questo genere. A volte mi aggrego anch'io, come è successo l'altro ieri, quando ero anche particolarmente emozionata perché sapevo che avrei rivisto, dopo circa quindici anni, una mia ex alunna. La monaca mi ha subito riconosciuta ed è stata molto felice di trovarmi là, ci siamo abbracciate e baciate, pur restando divise da una cancellata di ferro. La simbolica cancellata che divide le monache dal mondo circostante. Pensare che una ragazza di vent'anni, con tutta la vita davanti, abbia scelto di relegarsi in quel luogo, dal quale si può uscire solo per il funerale di un parente, un ricovero in ospedale o per andare a votare, fa veramente credere al fatto che sia stata "chiamata" dal Signore.
 (Nella foto ho coperto i visi dei minori e della monaca per ovvi motivi di privacy...)
In  effetti, in questi anni, le monache che abbiamo incontrato ci hanno raccontato sempre una storia simile: arrivate intorno ai vent'anni si erano accorte di non essere affatto felici. Una strana inquietudine le aveva spinte a cercare ovunque la felicità, fino ad approdare nel monastero dove avevano sentito di essere arrivate finalmente "a casa". Non il lavoro, la macchina, i viaggi, la famiglia, il fidanzato, la famiglia, ma il silenzio, la preghiera  e la povertà del monastero; qui erano subentrate finalmente nell'anima la serenità e la pace, la consapevolezza di non volersene mai più andare. La ricerca era finita e il cuore era pieno di gioia, la gioia di essere le "spose del Signore"

In effetti, le suore trasmettono sempre a noi visitatori una grande sensazione di  tranquillità ed armonia. Persino i più incalliti "Pierini", che non stanno mai un attimo fermi o zitti, con un vocabolario degno del peggior scaricatore di porto, rimangono immobili ed attoniti, con lo sguardo fisso sulla monaca e l'aria estasiata. Sembrano ipnotizzati.
Al ritorno, ho chiesto ai ragazzi le impressioni ricevute e mi hanno risposto: "Ci sentiamo pieni di Spirito Santo!".

Così, con l'arrivo della recessione e di tutto ciò che comporta,tra i disastri provocati dalle alluvioni, le rapine e gli omicidi in aumento, non ci resta che affidarci alla prossima stangata del professor Monti e alla preghiera dei  "parafulmini del mondo". 
Mettiamocela tutta e... "Che il Signore ci aiuti"!

venerdì 25 novembre 2011

VI RACCONTO...

Eccomi qui, in fuga da Splinder, come tanti altri. Dopo due anni di blog su blogger.it e sette su Splinder è nuovamente il momento di cambiare casa, visto che la piattaforma di Splinder chiuderà a gennaio. Sto continuando una copia del mio vecchio blog su iobloggo, ma voglio provare anche questo posto. Insomma, devo decidere dove sistemare la mia nuova casa.
Vediamo un po' come va...