mercoledì 25 aprile 2012

Il cucciolo


Come preannunciato nel post precedente, proprio nella settimana "più calda", con una sfilza d'impegni familiari e scolastici che non finivano più, in famiglia è entrato un nuovo soggetto. ( giovedì scorso)

Tempo fa mio marito aveva incontrato, per caso, un suo conoscente con un cane volpino spitz che gli era piaciuto molto e quella persona gli aveva promesso di fargli sapere quando avrebbe avuto un cucciolo a disposizione. Mio marito ormai si era completamente dimenticato di quell'incontro ma, come un fulmine a ciel sereno, è arrivata la telefonata e così, per curiosità, è andato a vedere il piccolo restandone ammaliato. 

Per quindici giorni ha fatto "tira e molla" tra mille incertezze. "Lo prendo o non lo prendo? No, non possiamo permettercelo, finirebbe per fare inciampare la nonna. Eppure...è così carino...No, poi il gatto Pallino ne farebbe una malattia, ormai sono quattordici anni che è il padrone incontrastato di casa e sta pure diventando cieco...Eppure...dicono che cani e gatti riescono, alla fine, a convivere serenamente...No, meglio di no, abbiamo già tanti impegni..."

Io immaginavo invece mia madre a gambe all'aria e cane e gatto che si rincorrevano intorno al tavolo, tra latrati,  soffi e miagolii.
Pensa e ripensa, alla fine è andato a prenderlo. Si tratta di un piccolo volpino Spitz di due mesi, vivacissimo! E' più piccolo e leggero del gatto, ma ha un caratterino!
Appena arrivato si è coricato in braccio a mia madre, che non lo ha degnato di uno sguardo. Si è accucciato accanto alle sue mani, lei le ha affondate nel suo pelo, ma non ha dato segni di interesse. Ormai vive in un mondo tutto suo e non c'è più nulla che le importi, se non uscire in cortile o gradire brioches e banane.

Pallino il gatto era accoccolato sulla sua sedia preferita e non ha dato alcun segno di insofferenza, nemmeno quando il cagnolino, battezzato "Terry" da mio marito, gli ha abbaiato contro cercando inutilmente di arrampicarsi sulla sua sedia. Quando però il gatto è sceso sul pavimento e Terry gli è balzato in groppa a mo' di cavaliere a cavallo, ha perso decisamente la pazienza e gli ha soffiato addosso. Prontamente abbiamo dovuto dividerli mettendo Pallino sul divano e mandando il cagnolino a cuccia.

Così stiamo trascorrendo i giorni cercando di tenere i due soggetti su piani diversi. Pallino è sulla sedia e Terry è per terra, il gatto scende per bere o per uscire e subito solleviamo prontamente il cane prendendolo in braccio in modo che il micio possa passare indisturbato. Non parliamo poi di quando il felino deve mangiare: Terry gli balza sulla ciotola e cerca di arraffare il cibo, tra soffi e levate di zampe dell'altro, tanto che bisogna metterlo fuori finchè il gatto non abbia terminato.

C'è poi il problema "bisognini". Stiamo cercando di abituarlo a farli fuori e sembra che stia pure cominciando a capire, ma a volte siamo noi che lo vediamo vicino alla porta ma non siamo abbastanza svelti da aprigli, tanto che gli scappa proprio pochi istanti prima. Di notte abbiamo provato a lasciarlo solo, ma abbaia tanto da svegliare tutto il vicinato, così l'abbiamo portato in camera nostra, dove dorme nella sua cesta senza muovere un muscolo per tutta la notte, salvo svegliarsi alle sei e trenta del mattino e costringere mio marito a scendere per accompagnarlo "in bagno" nel prato.
Quando la mattina cerco di infilarmi i pantaloni, lui me li tira alle estremità, oppure mi porta via le scarpe. Ho anche il problema del computer portatile: se lascio il filo della corrente per terra lui cerca di mangiarlo, se lo metto in alto, sulla spalliera di una sedia, passa mia madre e rimane impigliata.
Dobbiamo chiuderlo in casa quando usciamo con la macchina, sia per evitare che ci finisca sotto, sia per impedirgli di uscire dal cancello aperto. Dovremo anche mettere presto la tenda a striscioline per respingere le mosche, ma non oso pensare a quel che succederà. Già, di solito, mia madre ne rimane impigliata attorcigliandosela intorno al collo, ora avremo anche il cane che cercherà di mangiarla.
Insomma, tra il gatto, il cane e mia madre, lo stress non manca!

L'altro giorno mi sono recata ai consigli di classe e, prima di uscire, ho raccomandato a mio figlio: "Se vedi che il cane si sveglia, portalo fuori a fare pipì! Quando la nonna si alza dal divano, accompagnala a fare pipì! Attento a Pallino quando scende dalla sedia, solleva il cane e lascialo uscire a fare pipì!

Non per niente mio figlio ha scritto sulla sua pagina di Facebook: "E' ufficiale, sono stato sostituito!"

lunedì 23 aprile 2012

Ci sono ancora!


Non sono scomparsa e mi scuso vivamente con voi per non essere più passata a leggere i vostri blog, ma sto avendo veramente un periodaccio. Non ho più un attimo libero per me e sono stanchissima.

 Dopo l'operazione di mio marito e la giornata di venerdì scorso passata in ospedale, ho avuto un sabato ed una domenica con via-vai di parenti e amici in visita. La settimana lavorativa è poi iniziata con una densità d'impegni veramente pesante. Ho gestito due spettacoli in altrettante case di riposo per anziani e collaborato a un altro in palestra, c'è stato il ricevimento collegiale dei genitori fino alle venti e trenta di sera ( io ho nove classi, immaginate con quante persone possa aver parlato)e si sono svolti alcuni  consigli di classe.


 Come se non bastasse, anche il sabato che, normalmente, non è lavorativo, è stato occupato da cinque ore di lezione perchè era necessario recuperare i cinque minuti che si perdono con le unità orarie di cinquantacinque minuti e, siccome il computer di una lavagna interattiva dava problemi per essere spento, mi è toccato anche rimanere a scuola fino alle tredici e trenta per risolvere il problema.

 Ovviamente ho trascorso il resto del weekend a cucinare, lavare, pulire la casa, con un'unica "uscita" per fare la spesa. Nel poco tempo libero rimasto, ho dovuto poi pubblicare alcuni articoli e fotografie sul sito della scuola.
In  mezzo a tutto questo trambusto è arrivato a casa anche un nuovo "ospite". Si chiama Terry, ha due mesi e me ne combina di tutti i colori. Di lui parlerò nel prossimo post, appena avrò un attimo di respiro. 

Un abbraccio a tutti e non scappate, che spero presto di poter tornare fra voi!

sabato 14 aprile 2012

In ospedale


Stamattina ho accompagnato mio marito nell'ospedale di una città vicina, dove è stato sottoposto a una piccola operazione chirurgica. 

Alle sette eravamo già in reparto, ma siamo subito stati divisi: lui in camera ed io in sala d'attesa. Per luogo d'attesa s'intende un bugigattolo di circa quattro metri quadrati, con poche sedie e una porta che dà su un balcone utilizzato per raccogliere la spazzatura. "Questo passa il convento e questo vi diamo!" Ha sentenziato un'infermiera rivolgendosi a me e agli altri parenti dei malati.
Stamattina pioveva a dirotto e faceva piuttosto freddo pertanto, ogni volta ( e sono state tante!) che il personale apriva la porta per posare o ritirare i sacchi dell'immondizia, a noi tapini arrivava addosso un vento freddo  che ci gelava le ossa, ma non potevamo fare altro che stringere i denti e fare buon viso a cattiva sorte poiché, appunto, solo quello "passava il convento". Non potevamo nemmeno spostarci in corridoio ( bello e spazioso, come si vede dalla foto), perché subito gli infermieri ci rimproveravano e ci ricacciavano nel bugigattolo a noi destinato. 


Le difficoltà rendono, però  gli esseri umani più disponibili e li portano a condividere più facilmente i problemi con il prossimo pertanto, nel nostro caso, l'istinto verso la  socializzazione si è fortificato e subito siamo diventati "un gruppo".

Padre e fidanzatina accompagnavano un ragazzo di ventidue anni, che al mio "cuore di mamma" ha fatto subito una grande tenerezza. Parlando, ho scoperto che il giovane è una promessa della nazionale di sci e che ha già gareggiato  per la coppa del mondo.
Moglie e sorella attendevano invece un uomo sui cinquant'anni, tipico "napoletano verace" che, fin dal suo ingresso in reparto, non ha fatto altro che lamentarsi, in modo molto colorito, per la paura e per "la fame".
Madre e figlio aspettavano il rispettivo marito e padre ed hanno subito iniziato a raccontarmi le loro vicissitudini, tra cui un tumore vissuto da una sorella e un figlio morto in grembo alla moglie dell'uomo quando era incinta di cinque mesi. Ho poi saputo che tutti in famiglia suonano uno strumento musicale e che la donna, vicina agli ottant'anni, soffre di male ai piedi, tanto che si è portata le pantofole e le ha calzate sul momento, depositando le scarpe accanto al portaombrelli, con preghiera di aiutarla a ricordarsi di prenderle prima di tornare a casa.   
Altre due signore, madre e figlia, accompagnavano una donna, rispettivamente figlia e sorella, con una colica renale, che è passata direttamente, suo malgrado, dal pronto soccorso alla sala operatoria.  Conversando, siamo venute a parlare di una nipote di mio marito che è parrucchiera in quella città e, manco a farlo apposta, è proprio la pettinatrice delle due signore. Complici anche alcuni panini e un caffè consumati  insieme nell'ora di pranzo, abbiamo pure finito per darci del tu.
C'erano poi una donna molto preoccupata per la figlia e un'altra venuta in ospedale per alcune visite preparatorie a una futura operazione. Quest'ultima, che pensava a una semplice rimozione di calcoli renali, ha però ricevuto la notizia che si tratterà di un "grosso e lungo intervento" e ne è rimasta sconvolta. Non è più riuscita ad effettuare gli esami in programma e non ha fatto altro che piangere affermando che morirà presto "sotto i ferri". Noi abbiamo cercato in tutti i modi di consolarla, ma lei ha continuato a piangere come una fontana lasciandoci tutti desolati.
Per fortuna a rallegrare l'ambiente c'era l'arzilla ottantenne in ciabatte, che ha fatto ridere tutti con le sue uscite simpaticissime e la vitalità, veramente invidiabili. 

A farla breve, sono rimasta nel bugigattolo con il resto della compagnia dalle sette alle tredici, quando mio marito è tornato dalla sala operatoria. Poco dopo è arrivata mia cognata e, non potendo stare in due, le ho lasciato il posto accanto a suo fratello per un'altra mezz'oretta, in seguito c'è stata la visita medica e, nuovamente, tutti quanti siamo stati rispediti nel bugigattolo "passato dal convento" per più di un'ora. 

Si può dire che abbia trascorso solo il 20% del tempo accanto "al paziente", mentre il restante 80% l'ho passato nello sgabuzzino!

Non posso quindi affermare di essere stata una buona assistente, anche se per cause non dipendenti dalla mia volontà, ma sicuramente posso dire di aver trascorso una giornata altamente socializzante!

venerdì 6 aprile 2012

Tanti Auguri per una felicissima Pasqua da trascorrere in salute ed in buona compagnia!

lunedì 2 aprile 2012

CONCERTO


Qualche giorno fa ho accompagnato una mia classe prima, insieme ad altre tre, ad una lezione-concerto nel Coro di S. Chiara, chiesa barocca "gioiello" della nostra città.


Si trattava di una serie di piccole esibizioni di studenti del locale Istituto musicale, alcuni appena diplomati, altri meno avanti con gli studi. Ognuno suonava uno strumento diverso  e ne spiegava anche il funzionamento.

Abbiamo ascoltato pezzi per pianoforte, violino, flauto traverso, fisarmonica, saxofono, clarinetto, clarinetto basso e chitarra. Come sempre, prima di partecipare ad un concerto, ci sono state le raccomandazioni di rito e ognuno di noi insegnanti era pronto a minacciare e a fare il cerbero perchè, si sa, ai concerti è necessario il silenzio assoluto. 

Devo dire che la mia prima non era costituita per niente da angioletti ed ero anch'io abbastanza preoccupata, ma anche stavolta la magia della musica ha avuto il suo effetto  coinvolgente e i demonietti sono riusciti ad ascoltare in silenzio senza rumoreggiare come al loro solito. ( cosa che hanno fatto appena usciti dalla chiesa, attentando gravemente al mio udito e alla mia salute mentale...) In particolare, sono rimasti affascinati dal brano di una giovane pianista, tanto da chiedermi  di insegnare loro quel pezzo al flauto dolce.

Se può essere abbastanza facile adattare un brano cantato all'estensione del flauto, non è altrettanto semplice farlo con un brano pianistico, che ha un'estensione molto più ampia. Devo dire però che il brano aveva affascinato anche me, che  l'avevo già sentito  ma non ne ricordavo il nome;  una melodia fluida e anche un  po' triste, sicuramente non quella che ci si aspetterebbe nei gusti di ragazzini di undici anni. 

Così, per farli contenti e anche per mio piacere personale, ho preso contatto con la pianista e mi sono fatta mandare lo spartito. Non so ancora se riuscirò a stralciarne una melodia da far suonare con il flauto ( la guarderò con calma durante le vacanze pasquali) ma, nel frattempo, mi sto esercitando al piano. E' da un  sacco di tempo che non suono qualcosa di nuovo, anzi, è da quel dì che non riesco proprio a trovare il tempo per suonare, ma stavolta voglio proprio impegnarmi per riuscirci. Purtroppo le dita non sono più agili come un tempo e non rispondono così prontamente come vorrei, ma non tutto è perduto, si spera!

Il brano si chiama "River Flows In Your" ed è del musicista sud-coreano Yruma.