venerdì 29 marzo 2013

Agli amici vicini e lontani, ai navigatori  che passano abitualmente su queste pagine e a quelli occasionali, alle vostre famiglie, 
porgo i miei più sinceri auguri per una lieta Pasqua.
Katherine


 
Dall'uovo di Pasqua
Dall'uovo di Pasqua
è uscito un pulcino
di gesso arancione
col becco turchino.
Ha detto: "Vado,
mi metto in viaggio
e porto a tutti
un grande messaggio".
E volteggiando
di qua e di là
attraversando
paesi e città
ha scritto sui muri,
nel cielo e per terra:
"Viva la pace,
abbasso la guerra".

Gianni Rodari

sabato 23 marzo 2013

Vi racconto...



Ieri, la mia collega Enery (nickname) ed io stavamo percorrendo insieme un corridoio della scuola, quando abbiamo notato un manifesto in bacheca dal titolo: “I nonni raccontano…”


“Guarda Kathe, che bella iniziativa per i nostri ragazzi!” Mi ha fatto osservare Enery.


Le ho detto allora che questo mi faceva ricordare mio padre che, per tutta la vita, ha amato raccontare, prima a me e poi a mio figlio, le avventure della sua giovinezza, soprattutto quelle riguardanti il periodo della guerra.

Io ho sempre gradito molto quelle storie e, probabilmente, è anche per questo che ho dato un titolo simile al mio blog. Anche a me piace raccontare …


Ho parlato ad Enery delle lunghe sere d’estate in cui ci si sedeva in cortile, anche in compagnia del suo amico e vicino di casa, Antonino, ed entrambi gli uomini si alternavano a narrare.


Antonino era stato in guerra in Russia e parlava spesso della povertà di quei Paesi e della sua rocambolesca fuga verso l’Italia. Lui ed un altro soldato avevano rubato un camion e si erano lanciati a tutta birra verso la frontiera. Durante il tragitto, molti altri soldati erano saliti sul retro del camion, facendolo diventare pesante all’inverosimile, tanto da non riuscire a proseguire. Sarebbero morti tutti se si fossero fermati, allora, pur con la disperazione nel cuore, Antonino e il compagno avevano sollevato il rimorchio e fatto cadere tutti in terra, per recuperare altri poveri sventurati strada facendo e farli cadere di nuovo, in una continua corsa con l’adrenalina a mille, fino alla libertà.
Mio padre, con la divisa dell'aviazione.
 Mio padre, quando aveva ricevuto la famosa “cartolina”, si era recato al comando, dove gli era stato chiesto di indicare una preferenza per il corpo militare. Lui aveva scelto l’aviazione, perché aveva sempre desiderato volare, invece il suo amico Sebastiano, fratello di Antonino, aveva preferito la marina. Entrambi erano stati accontentati, ma Sebastiano non sapeva di soffrire il mal di mare e aveva dovuto accorgersene appena salito sulla nave. Mio padre rideva al ricordo. “Avrebbe dovuto almeno provare a fare un giretto in barca, prima d’indicare quella preferenza!Ha impiegato un sacco di tempo a farsi passare il mal di mare, povero Sebastiano!”

Mio padre, con le palme libiche sullo sfondo.


Mio padre era poi finito in Libia, a lavorare come aiuto-meccanico in un hangar. Lì c’erano delle altissime piante di prelibati datteri e lui, che era sempre stato agile come un gatto, era l’unico in grado di salire tanto in alto da poterli raccogliere. Ah che scorpacciate si era fatto! I nativi non volevano assolutamente che i soldati si appropriassero dei loro datteri, così un compagno faceva sempre la guardia sotto l’albero, in modo da avvisare mio padre del pericolo. In cambio, lui mandava giù datteri a tutta la compagnia. Insomma, gli aviatori, invece di fare la sentinella agli hangar, la facevano alle palme! In compenso, pare fossero tutti bianchi e rossi e pieni di salute, perché quei frutti sono molto nutrienti.
Mio padre è il secondo al al centro-destra, accosciato.


C’era poi la storia dell’aviatore che aveva avuto una licenza speciale per tornare in Patria a conoscere il figlio appena nato. Come l’avevano invidiato tutti, per questa sua possibilità di rientrare in Italia in anticipo! Invece, sventura volle che il suo aereo venisse abbattuto, così fu l’unico della compagnia a non tornare. I casi della vita!


Arrivate in sala insegnanti, Enery ed io abbiamo incontrato un’altra collega ed Enery, che è un’entusiasta per natura, le ha subito parlato, con grande enfasi, dei nostri discorsi.


“Ah! Anche mio padre ha la mania di raccontare le vicende del passato! Non se ne può più! Mille volte le stesse cose! Che barba!” Ha risposto la collega.


Avrei voluto dirle che verrà, purtroppo,  il giorno in cui darebbe qualsiasi cosa pur di riascoltare suo padre che racconta le solite storie, ma non l’ho fatto.  Non è ancora giunta l’ora ed è giusto che si goda il suo papà, anche se la fa annoiare un po’.


giovedì 14 marzo 2013

Un premio a sorpresa...

Ricevo, a sorpresa, il premio "Beautiful blogger award" dal mio amico blogger Paolo Pugni
Il premio ha regole precise, che vanno elencate: 

1. Copiare il premio in un post
 2. Ringraziare la persona che ti ha nominato 
3. Raccontare sette cose di sé
 4. Assegnare il premio ad altri sette blogger e farglielo sapere con un commento. 

 Il premio l'ho copiato e ringrazio pubblicamente Paolo per aver, ancora una volta, pensato a me ( bontà sua!), in quanto a raccontare sette cose di me, penso che sarà un po' difficile dire qualcosa di nuovo, visto che già si trova tutto nel blog qui in alto ( un po' di me...) Vediamo... 

1. Una volta ero molto timida e riservata, poi, per migliorare, mi sono sforzata in tutti i modi di essere più estroversa, con il risultato che adesso non mi fermo più. Dicono che sia logorroica. Ma! Però ai collegi docenti sto sempre attenta e zitta... 
2. Sono fondamentalmente sincera e ho molto rispetto per gli altri, ma mi arrabbio parecchio quando qualcuno si comporta in modo ingiusto con me o con una persona o un animale che ritengo bisognoso di protezione. La conseguenza è sempre un forte mal di testa.
 3. Da anni non leggo libri e non guardo film che trattino temi di guerra o di violenza. Non ce la faccio proprio a sopportarli perchè mi fanno stare troppo male. Sono anche quella che piange per un film o una storia triste e che, viceversa, ride davanti al pc, ad un libro e persino mentre sogna, quando si tratta di una storia allegra. Ieri mi sono anche emozionata per l'elezione del nuovo papa.
 4. Mi è sempre piaciuto dormire al mattino. Provo persino una grande soddisfazione quando mi sveglio di notte, prendendo atto che non è ancora ora di scendere dal letto.
 5. Amo gli animali e la natura. Fondamentalmente sono una ragazza di campagna.
 6. Non sono sportiva, ma mi piace camminare e andare in bicicletta, ( purchè non in salita!). Da ragazzina mi arrampicavo anche sugli alberi del giardino. 
7. Ritengo importanti i valori della famiglia, dell'amicizia, del rispetto, della buona volontà. Non sono avvezza a fare regali, ma spesso regalo il mio tempo e la mia disponibilità e sono molto felice quando gli altri mi ricambiano allo stesso modo.

 Per finire, dovrei assegnare questo premio ad altri sette blog, ma non posso proprio farlo. Come potrei scegliere sette amici lasciando fuori gli altri? A questo punto, cari amici di blog, ritenetevi tutti premiati!

sabato 2 marzo 2013

Nove anni di blog!


Non  ricordo il giorno esatto, ma so che nel marzo 2004 nasceva il mio primo blog sulla piattaforma blogger, poi traslocato su Splinder alla chiusura di blogger e, infine, reindirizzato su Blogspot, con copia su Iobloggo, alla morte di Splinder. Qualcosa è andato perso, con tutti questi traslochi, molto è scomparso dal web e rimasto solo sul mio pc, ma resta il fatto che la mia avventura da blogger prosegue ormai da nove anni.


Con la nascita dei social network ho visto, nel corso del tempo, la scomparsa, si può dire totale, dei blog giovanili ed adolescenziali, tanto dark e gotici, ma anche di quelli di molti bloggers adulti, e ho sofferto per la morte reale di alcuni bloggers, come Sebastiano e Anna staccato Lisa, (entrambi malati di cancro) che, fino all’ultimo, hanno comunicato con i loro amici, pur se molto sofferenti, dando a tutti quanti una grande lezione di vita. Sebastiano aveva novantadue anni  e Annalisa trentatrè.

Ho visto anche un comico trasmettere, attraverso un blog, tutta la sua rabbia e la voglia di cambiare a folle oceaniche, riuscendo ad ottenere consensi impensabili alle recenti elezioni. Non ci resta che sperare che, nella realtà, questa rabbia si trasformi in progetti concreti e utili, magari poco teatrali e spettacolari, ma efficaci a salvarci dal baratro. Non si può sempre gridare e criticare, spesso bisogna anche rimboccarsi le maniche e fare di necessità virtù, provando a trovare un accordo anche con chi ci sta antipatico.

Che cosa ho imparato io in questi anni?

Che pensare di far funzionare un blog didattico è pura utopia. I ragazzi non hanno alcuna voglia di commentare, produrre post, leggere articoli, soprattutto se a proporlo è l’insegnante di musica. Magari, se l’idea venisse dall’insegnante di lettere e ci fosse un voto per chi posta qualcosa, chissà… Loro danno un’occhiata, scrivono: “C’è qlcn? C’è nssn? All nn vng più!” Vai a spiegare che il blog non è una chat e che non è adatto alle abbreviazioni tipo messaggio del cellulare… Facebook è molto meglio! Ne ho creati molti per le mie classi ma, dopo l’entusiasmo iniziale, non sono mai decollati.

Ho imparato che possono nascere amicizie durature nel tempo, ma che molte possono interrompersi dall’oggi al domani, senza saluti, ne’ giustificazioni. Alcuni riappaiono, quando meno ce li aspettiamo, attraverso una mail o sui social network , ed è sempre un piacere ritrovarli, conoscendone altresì il nome vero e vedendoli in fotografia.  Altri riappaiono, per scomparire di nuovo e per sempre.

Ho imparato che amici virtuali e reali possono convivere felicemente nel nostro cuore e che, spesso, ci si dimentica davvero del fatto che alcuni non li abbiamo mai visti di persona perché, dopo aver letto per anni i loro post, ci sembra di conoscerli persino meglio di quelli reali. 

Mi sono resa conto che gli uomini che ho incontrato nel mondo virtuale, esattamente come quelli del mondo reale, pensano che il loro punto di vista sia, praticamente sempre, più giusto del mio.  :(

Ho conosciuto persone dotate di grande forza morale, che affrontano quotidianamente e con coraggio molte difficoltà e sulle quali la vita si è accanita spesso in modo ingiusto e crudele; persone che  mi hanno insegnato a vedere la vita da angolature diverse; amici che mi hanno aiutata quando ho chiesto un consiglio e che mi sono stati vicini nel momento più duro, quando mio padre mi ha lasciata, gli stessi che si preoccupano se non mi vedono postare o commentare da un po’ di tempo e mi mandano un messaggio per chiedermi: “Come stai?” 

Qualcuno si è allontanato tanto, pur senza scomparire. E' diventato laconico e telegrafico. Qualcosa ha intaccato quella voglia di comunicare a lungo e con cameratismo, di scherzare come un tempo. Forse problemi di lavoro, di relazione sociale, di salute… Magari si sono semplicemente stancati di me. La vita e  il tempo cambiano le persone e non si può fare nulla per ritrovare l’antico feeling, soprattutto stando dietro ad uno schermo.

Tutto sommato è stata un’esperienza positiva, dimostrata dal fatto che sta andando avanti da nove anni.

Grazie a tutti voi per esserci e per avermi insegnato ad essere migliore.