Sto vivendo un periodo un po' particolare, con problemi familiari dovuti a motivi di salute. Niente di particolarmente grave, ma comunque per me abbastanza stressante, tanto da lasciarmi quasi svuotata, incapace di pensare a qualcosa da scrivere in questo blog. Però ci sono i racconti di mio padre che tanto mi piacevano quand'era in vita e che mai ho dimenticato. Era proprio pensando alle sue parole, alle vicende della sua vita che molto amavo ascoltare nelle lunghe sere d'estate, che mi ero decisa ad aprire questo blog. Desideravo raccontare qualcosa anch'io. Vi ripropongo quindi la storia del gattino Ciccio e del suo incontro con mio nonno. Spero vi piaccia com'era piaciuta, a suo tempo, a me.
Nonno Pietro |
Mio nonno paterno non l'ho mai conosciuto, visto che lasciò questa Terra prima che io nascessi, ma mio padre mi aveva parlato spesso di lui, tanto che mi sembra davvero una figura familiare.
Papà, francamente, non aveva affatto una buona opinione del suo genitore. Lo descriveva come una persona fredda, insensibile e, soprattutto, molto avara.
Come aveva odiato quei pantaloni al ginocchio, gli zoccoli duri e la giacchetta troppo leggera in pieno inverno! Quanto aveva desiderato un paio di guanti per coprire le mani intorpidite dal gelo! Mio nonno era irremovibile: quegli indumenti costavano troppo e se ne poteva fare a meno. In casa poi, faceva in modo di versare della cenere sulla legna in modo che la stufa facesse solo fumo, senza mandare calore. Mio padre, ancora bambino, pur di stare in una cucina riscaldata, era persino andato da una signora a filare la lana.
Purtroppo mia nonna era morta quando papà aveva solo otto anni e, tre anni dopo, l'aveva seguita il figlio maggiore, cosicché lui e suo padre erano rimasti soli per anni, senza quasi parlarsi, ne' mostrarsi reciproco affetto. Nessuno frequentava la loro casa: ne' amici, ne' parenti.
Cosa poteva essere successo a mio nonno per renderlo così insensibile? Era figlio unico e questo era un fatto piuttosto strano per una persona nata sul finire dell'ottocento, quando le famiglie erano molto numerose. Forse era stato anch'egli orfano di madre e non aveva ricevuto affetto? Oppure erano stati i lutti della sua famiglia ad avergli inaridito il cuore, che aveva chiuso al mondo per non soffrire di nuovo?
Eppure un giorno successe un fatto che rivelò un lato completamente nuovo di mio nonno.
Mio padre, tornando da una visita a quella che era ancora la sua fidanzata, cioè mia madre, si trovò a passare da una scorciatoia in mezzo ai campi. Ad un certo punto sentì un miagolio e scoprì che un gattino grigio lo stava seguendo. Provò a mandarlo via, ma il micetto continuò imperterrito, con la coda dritta, a venirgli dietro, giungendo con lui fino a casa.
Mio nonno, appena lo vide, si arrabbiò: " Hai portato a casa un'altra bocca da sfamare?" Redarguì aspramente il figlio. Il gattino però, quasi capendo che si stava decidendo il suo destino, con un balzo saltò sulle ginocchia del vecchio burbero, strofinandoglisi contro e ronfando allegramente.
Il nonno cominciò ad accarezzarlo, ricevendo a sua volta un sacco di coccole. Qualcosa si sciolse nel suo cuore di ghiaccio. C'era un piccolo essere che gli dimostrava affetto senza giudicarlo e che chiedeva solo di essere amato.
"Lo chiamerò Ciccio e lo terremo!" Sentenziò.
Iniziò così un periodo in cui l'anziano e il gatto vissero in simbiosi. Dormivano persino insieme e dividevano il cibo.
Quando Ciccio morì, il nonno, che non aveva versato una lacrima ai funerali dei suoi familiari, si disperò e pianse. Mio padre non lo aveva mai visto così. Chissà, forse mio nonno non aveva mai saputo dare amore perché non l'aveva mai ricevuto, forse, se fosse stato amato, o educato in un altro modo, sarebbe stato un uomo diverso. Mi sono chiesta tante volte come potesse essere veramente, come avesse vissuto da ragazzo, ma non lo saprò mai.
In ogni caso, Ciccio aveva saputo toccare delle corde che non vibravano da tantissimo tempo e aveva compiuto un piccolo miracolo. Mio padre era così riuscito, finalmente, a provare tenerezza per quell'uomo burbero che l'aveva generato, che forse l'amava, ma era incapace di dimostrarglielo.
Ma che bella storia. Davvero molto toccante, pur nella sua semplicità.
RispondiEliminaÈ un peccato che tuo nonno non sia stato amato così forte da un essere umano, ma di sicuro il gattino ha saputo regalargli una vita migliore.
L'amore ricevuto fa la differenza, ne sono convinta. L'ho verificato anche su mio padre, l'unico tra undici fratelli ad aver incontrato una moglie che lo amasse al di sopra di tutto, e con cui dare alla luce due figli altrettanto innamorati.
Ne è conseguito che papà fosse un buono, sempre con un sorriso per tutti. I suoi fratelli, invece, aridi, freddi e venali, come in ogni famiglia molto ricca dei piccoli centri del sud.
P.S. Mi dispiace tanto per i tuoi problemi di salute. Incrocio le dita per te e ti abbraccio forte.
EliminaAnche mio padre è stato un buono. Amorevole con me e innamorato di mia madre. Lui diceva sempre che avrebbe potuto diventare qualsiasi cosa, anche il più grande delinquente, perché suo padre non se ne sarebbe comunque accorto, ma quegli otto anni con sua madre erano stati sufficienti per fargli capire cos'erano l'affetto e l'amore e non avrebbe mai voluto deluderla, anche da morta. Non sono io ad avere problemi di salute, ma i miei due uomini. Niente di particolarmente grave, ma comunque mi portano un po' di preoccupazioni.
EliminaSpero che possano superarli presto.
EliminaAnch'io non sto passando un buon momento. Ma ne parlerò più avanti, quando sicuramente ne verrò fuori.
Allora anch'io incrocio le dita per te! Speriamo veramente di tornare presto a sentirci serene e tranquille, anche se, purtroppo, la vita presenta sempre complicazioni!
EliminaKatherine mi hai incollato al tua storia. Tenerezza pura. Il gatto più famoso lo chiamai Oreste x nn dimenticarmi di un debitore spaccone. Temeva i fulmini e saltava su ogni botto. Sposando. l'ho portato con me nella nuova casa ma la seconda notte era tornato alla casa natale.
RispondiEliminaSempre ottimisti poi arriveranno 30gg di pioggia
Eh pare che i gatti siano molto affezionati alla loro casa! Invece i cani stanno sempre appiccicati ai padroni. Anche il mio cane è terrorizzato dai temporali, ma lui teme i tuoni. Qui nuvoloso e vento freddo, ma di pioggia non se ne parla!
EliminaBuongiorno di sole e di neve x terra, 10cm sta già sghiacciato. Temperatura in rialzo, se nn piove addio asparagi selvatici verranno fini come fiammiferi di legno. Buon marzo sia pazzarello la normalità viene a noia
RispondiEliminaQui una spruzzata di neve, ma niente più! Fiumi ridotti a piccoli canali, terra asciutta...speriamo in marzo!
Eliminagrazie sai, per aver condiviso questa storia di famiglia così toccante e vera anche per altre famiglie. Prima si faceva così fatica a dimostrare le emozioni come se fosse un lusso o un peccato.
RispondiEliminaGià...credo che la gente di una volta facesse veramente molta fatica a mostrare le emozioni. Basta guardare le fotografie: tutti serissimi, mai un sorriso! E mio nonno credo che battesse tutti i record...ma chissà quanti brutti momenti aveva vissuto...Non lo saprò mai! E forse nemmeno mio padre l'aveva mai capito. Era un bambino quando era rimasto solo con lui e non gli aveva mai perdonato la sua rigidità.
EliminaBuon pomeriggio Katherine so che un cane in ciccia dia assai di più ma sai quante attenzioni mi sottraggo. Scusa ma te stai dalle parti delle radici del Santo Padre Bergoglio?
RispondiEliminaTi perdi tanto affetto non avendo un cane di ciccia, ma sei anche molto più libero. A noi sembra quasi di avere un bambino, altro che un cane! E gli parliamo pure...e lui ci capisce e ci risponde a modo suo.
EliminaIn quanto al Santo Padre Bergoglio, ci troviamo ad una cinquantina di chilometri dalle sue zone. Ad Asti ci andiamo spesso a fare delle passeggiate.
Grazie della risposta
EliminaLa nostra TVL 14 oggi trasmetteva un sostanzioso servizio sui luoghi radici dei Bergoglio oggi papa. e ho pensato a te scusa se ho approfittato
Buona notte
Nessun problema! Bergoglio ha origini piemontesi come me. Le province di Cuneo ed Asti sono confinanti, perciò è possibile raggiungere le loro città in poco tempo. La mia città si trova proprio nel mezzo tra Asti, Cuneo e Torino, distanti tutte e tre una cinquantina di chilometri. Alcuni nostri amici sono andati ad Asti alla messa celebrata da Papa Bergoglio in occasione della sua visita alla cugina. Noi non ci siamo andati perché, considerando l'imponente servizio di vigilanza che teneva lontani i fedeli, l'abbiamo visto sicuramente meglio in televisione.
EliminaC'è tanta dolcezza in questo tuo scritto,forse emerge ai miei occhi sempre questo tuo tratto di bellezza per qualsiasi cosa tu racconti."Dolce Katherine " mi è venuto spontaneo da subito accostarti a questa qualità .
RispondiEliminaVenendo al tema penso che l'amore sia
come presenza che come assenza in qualche modo si manifesta sempre nelle persone,per questo preferisco sempre una certa cautela nei rapporti umani , perché nessuno conosce a fondo il vissuto dell'altro se non la diretta persona,credo.
Certamente i contesti di una certa epoca non aiutavano nelle aperture ai sentimenti e credo sia stato penalizzante se non eccessivo non poter esprimere con naturalezza ciò che si provava o che mancava.Forse chi lo viveva in prima persona culturalmente non possedeva nemmeno elementi per esserne consapevoli,bisognava soprattutto tirare avanti nella manualità del lavoro, tralasciando quell'aspetto intimo e spirituale per far fronte ai bisogni immediati.Ne so qualcosa perché anche io ho avuto antenati con quel vissuto.Poi si potrebbe intavolare anche un discorso di mancanze in un passato e di eccessi di un oggi,dove a livello materiale c'è di tutto e di più crescendo in modo inversamente proporzionale spiritualmente , perché sotto questo aspetto c'è una grande miseria,purtroppo.Ma rischierei di andare fuori tema...
Un saluto dolce Katherine a te e a Claudia augurandovi tutto il bene e tanta serenità che allargo con piacere a tutti i tuoi lettori ....
Come sempre i tuoi commenti sono molto articolati e pertinenti, senza contare le belle parole che mi dedichi ogni volta e che mi fanno bene al cuore. E' possibile che tu sia anche un po' psicologa/o? ( mi pare comunque di capire che tu sia donna...forse è questo che ti rende ipersensibile!)
EliminaDi fatto, ho sempre provato tanta tenerezza per il mio papà. Lo vedevo, come mi aveva raccontato, bambino sul balcone ad aspettare quella mamma che non arrivava mai, fino a capire che non sarebbe mai più tornata. Aveva dovuto arrivarci da solo, perché nessuno glielo aveva detto e non era stato portato al funerale. Ho provato tanto dolore per quel bambino, per quegli anni solitari in cui cucinava, puliva, lavava, stirava e faceva la spesa, anche per quel suo papà burbero che non gli aveva mai dato una carezza. Per anni, fino alla morte, si era chiesto il perché del suo nome, Virginio, troppo elegante per essere stato pensato da un papà rozzo e senza sentimenti. Forse era stata sua madre a proporlo...Quella madre conosciuta troppo poco. Poi, alla sua morte, avevo trovato il certificato del suo battesimo e scoperto che quello era il nome del nonno materno. In tutta la sua vita nessuno gliel'aveva mai detto! Nemmeno io ho potuto più farlo e me n'è rimasto il rimpianto. Immagino abbia ragione tu. Quelli erano tempi in cui si tirava avanti nella manualità del lavoro, senza pensare ai rapporti umani e ai bisogni spirituali, però quel bambino aveva sofferto tanto ed era cresciuto con la consapevolezza di dover donare a piene mani quell'amore che aveva dentro e che non aveva mai potuto ricevere da suo padre.
Grazie per il saluto e l'augurio di serenità che ricambio. Mio marito ha subito un piccolo intervento dal quale si sta rimettendo in modo abbastanza veloce, mentre mio figlio sta lottando contro un'ernia del disco ed una conseguente infiammazione del nervo sciatico che lo abbattono parecchio, fisicamente e moralmente. Spero che ne esca presto anche lui, perché veder soffrire un figlio è una delle pene peggiori per una madre.
Un abbraccio!
Adesso sei riuscita davvero a commuovermi approfondendo nei particolari il vissuto difficile di tuo padre,ma se penso alla premura di una figlia verso lo stesso padre e verso le persone care ,quali marito e figlio discendente da quel nonno forzatamente avido di sentimento, beh allora tutto torna e tutto prende forma di come agisce la carenza e la presenza dell'amore.Si riesce a vedere tutto più chiaro,si riesce a sentire a pelle il male e il bene che affonda dentro l'animo umano...e il grande e bel valore della famiglia che si ristora attraverso questo calore.Oh... no dolce Katherine non sono una psicologa sono solo un po' umana e forse un po utopista:)... nel vedere la guarigione e anche dei miracoli che l'amore sa compiere .Non che non creda alla scienza o alla professionalità ma antepongo l'Amore su tutto e tutti , in cui bisogna credere come fatto imprescendibile di quelle capacità intellettive che poi sono conseguenza di questo dono apprezzato.
EliminaAnche mio padre era restio a manifestare gesti di affetto,a causa di un vissuto un po difficile,ma tra me e lui esisteva un legame unico e speciale mi bastava quel suo mezzo sorriso inquisitore che durava un po di minuti per poi entrare nel silenzio assoluto, per capire il bene che c'era tra noi.Un infarto me lo ha portato via con un distacco veloce e violento... non mi ha permesso di sorseggiare con lui mai più un caffè .Ho metabolizzato un po lentamente quando ripresi la consapevolezza di quanto lui desiderasse spegnersi così senza rendersene conto .Non sopportava l'impotenza nella sofferenza altrui e non desiderava essere motivo di sofferenza negli altri verso lui...uno spirito da indiano d'America :)restio anche ai farmaci se non curarsi con le verdure del suo orto.
Vedi dolce Kathrine è così che si toccano le anime,peccato venga utilizzata la tecnologia spesso per fini materiali senza accorgersi di certe vibrazioni che sono ancora capaci di farci rimanere umani.
Grazie a te e un abbraccio virtualmente vero a tutti e tre...
Cara Anonima, mi sa che tu ed io abbiamo parecchio in comune. Anch'io sono soltanto umana e un po' utopista e i nostri padri si somigliavano. Il mio si rammaricava, nell'ultimo periodo della sua vita, per il fatto che lui e mia madre fossero un peso per me, e ne soffriva moltissimo. Mia madre aveva una gravissima forma di Alzheimer e non capiva nulla, facendomi correre tutto il giorno dietro a lei come ad una bambina di un anno o poco più; lui era lucidissimo, ma tanto fragile, faticava a respirare e gli mancava il fiato per fare qualsiasi cosa che non fosse stare immobile seduto sul divano. Non voleva stare a letto, perché preferiva stare in cucina a condividere ogni momento con noi. Eppure io avrei dato qualsiasi cosa per mantenerlo in vita e non era affatto vero che fosse un peso, perché lui aveva la saggezza, la pazienza, l'amorevolezza di cui avevo bisogno. Mio padre non sopportava la sofferenza nelle persone che amava, preferiva piuttosto soffrire lui, preferiva andarsene piuttosto che farle soffrire. Anche mia madre sarebbe stata così, ma quei dieci anni di Alzheimer l'avevano così cambiata che ho dovuto imparare ad amarla di nuovo, perché non riuscivo più a riconoscerla come mamma. Eppure mio padre, pur in fin di vita, senza forze, cercava ancora di stare seduto sul divano, evitando di sdraiarsi, perché così "mamma avrebbe potuto sedersi anche lei"...Quello era amore, il più puro, disinteressato, disperato che io abbia mai visto. Non lo dimenticherò mai.
RispondiEliminaAbbraccio ricambiato a te e al tuo papà, ovunque lui sia!
E' di storie come queste che il web ha bisogno... Ed è il motivo per cui preferisco leggere blog e siti piuttosto che impazzire dietro a quei covi di disperazione che son diventati i social networks. Questa tua testimonianza mi ha commossa. Mi ha ricordato un po' il mio papà, quello che "Eh no, gli animali no, non ne voglio sapere!" e poi devi vederlo adesso con il mio cane... Guai a chi glielo tocca!
RispondiEliminaUn caro saluto da Ferrara!
Eh infatti ho riportato questa storia su Facebook, ma l'han letta in pochi e pochi hanno messo Mi piace...Troppo lunga! Sui social c'è il mordi e fuggi, bisogna scrivere solo una frase, pubblicare qualche foto...leggere un pagina word è troppo faticoso! :D Sui blog è un'altra cosa. Un po' si sono persi, ma chi è rimasto ha più voglia di scrivere e di leggere, e non si scrivono stupidaggini!
EliminaIn quanto ai nostri papà, magari durante l'adolescenza ci hanno fatte arrabbiare ma, diventando grandi, proviamo sempre più tenerezza per loro.
Grazie per esserti fermata su questa pagina e saluto ricambiato dalla provincia di Cuneo!
Gli animali sono un grande mistero, soprattutto i gatti. Io credo che Dio ce li metta vicino per dimostrarci che per costruire un legame tra due anime non servano le parole... e noi ne usiamo sempre troppe, soprattutto in quest'epoca. Ciao Katherine, buona serata.
RispondiEliminaHai proprio ragione! Io da undici anni ho un cane, ma prima ho sempre avuto gatti e anche con loro avevo stabilito legami profondi, comprendendoci benissimo senza bisogno di parole, mentre ai giorni nostri, tra noi umani, ce ne sono troppe!
EliminaBuongiorno di pioggi intelligente Katherine. Dal commento lasciato da me traspare un ânimo gentile e attento alle cose semplici e sincere. Gsrzie
RispondiEliminaAnche tu hai un animo gentile attento alle cose semplici e sincere! Ci capiamo! :)
EliminaPer i tuoi problemi famigliari sei in buona compagnia. Cerco di essere forte ma spesso l'ansia mi toglie il fiato.
RispondiEliminaIl tuo racconto è scritto molto bene ed è difficile amare se non sei stato amato. Il gattino è riuscito a intenerire quell'uomo burbero.
Si dice che condividere i problemi aiuti ad alleggerirli, allora ci facciamo buona compagnia! Eh! Anch'io ho parecchia ansia e, a volte, mi prende proprio lo sconforto.
EliminaIn quanto a quel gattino, doveva essere proprio tenero per sciogliere il cuore di quel burbero di mio nonno, forse perché, in fondo, non chiedeva null'altro che essere amato, mentre un figlio chiede anche di essere accudito, educato, mantenuto, vestito ecc...e mio nonno pare fosse anche piuttosto avaro. Mi sono chiesta tante volte come fosse stata la vita di mio nonno da bambino e adolescente, ma non avrò mai una risposta. Forse un motivo per essere così anaffettivo ci sarà stato, chissà!
Io sono un'esperta, ho avuto una madre anaffettiva e ho dovuto lavorare molto su me stessa per evitare di non essere capace di amare.
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