Sta per arrivare il nuovo Anno e desidero farvi gli Auguri in modo un po’ diverso: non con la solita immagine reperita sul web, ma con un brano musicale. Si tratta di una semplice rivisitazione pianistica di una parte (l’ho abbreviata per non rubarvi troppo tempo!) della Radetzky March, una celebre marcia militare composta da Johann Strauss padre nel 1848. Radetzky non è sicuramente mai stato un amico degli Italiani, tutt’altro! ma la marcia a lui dedicata chiude da anni, per tradizione, il concerto di Capodanno dell’orchestra filarmonica di Vienna e le sue note si associano ormai ad ogni nuovo anno.
lunedì 30 dicembre 2024
Un brano musicale eseguito da me per augurarvi un Buon Nuovo Anno.
domenica 22 dicembre 2024
Auguri di Buone Feste!
Possiamo, nel nostro piccolo, cercare
di non dare troppo peso alle incomprensioni e ai disguidi della vita quotidiana,
sforzarci di trovare compromessi e di vedere anche i lati positivi delle
situazioni che non ci piacciono, essere un po’ più empatici ed ascoltare con
attenzione chi richiede la nostra attenzione, prenderci maggior cura di noi
stessi, volerci bene e non essere troppo orgogliosi, per poter chiedere aiuto
quando ne abbiamo bisogno.
Nel mondo vediamo ogni giorno cattiveria,
odio, prevaricazione, ingiustizie, violenza, ma ci sono ancora intorno a noi tante
persone perbene, generose, disponibili e sono sicura che tutti noi ne
conosciamo molte che ci sanno dare conforto e condivisione.
Auguro a voi, alle vostre famiglie e
alle persone cui volete bene, di trascorrere le feste, ed anche il prossimo
nuovo anno, in salute, serenità e armonia.
Un abbraccio grande e Buone Feste!
martedì 26 novembre 2024
La ricerca della felicità...
Ho letto poi un articolo che tratta degli anziani, della loro saggezza e del fatto che dovremmo ascoltarli di più al fine di attingere al loro enorme bagaglio di esperienze. Dalle interviste effettuate risulterebbe che, a tenere l'uomo a galla nel cammino della vita, non siano l'intelligenza o la fortuna, bensì il carattere.
A questo punto, analizzando e mettendo insieme le tre informazioni, la mia mente comincia ad elucubrare e a riflettere sulla questione della felicità.
Mi chiedo: forse Jimi Hendrix, Janis Joplin, Kurt Cobain, Amy Winehouse, Witney Houston, Ernest Hemingway e tanti altri non erano persone intelligenti? Uomini e donne che avevano, o potevano avere, molto: successo, denaro, una vita sicuramente non monotona, eppure erano tutti infelici tanto da non sopportare più di vivere. L'intelligenza non basta, evidentemente, e neppure una vita entusiasmante, con continue scosse di adrenalina. Forse proprio questa vita senza stabilità e certezze, continuamente in giro per il mondo, tra contratti che scadono e si rinnovano, tra amici che vanno e vengono secondo il periodo, fortunato o meno, con il successo che sale e scende, crea un costante stato di ansia che, alla lunga, diventa impossibile sostenere.
Il carattere sicuramente aiuta a trovare la felicità. C'è chi combatte come un leone contro le avversità senza lasciarsi demoralizzare dalle sconfitte, chi è sicuro di sé e non si sente mai in difficoltà rispetto agli altri, chi riesce a raggiungere posizioni di rilievo che lo fanno sentire vincente e realizzato, chi sa assumere ovunque atteggiamenti da leader ed è sempre "un passo avanti" rispetto al resto della società.
Eppure, quando viene a mancare il lavoro, quando non si sa se si potrà pagare il mutuo o il dentista, quando si teme di perdere la propria casa e si ha vergogna di confrontarsi con gli amici, è difficile sentirsi felici.
Ricordo una collega di alcuni anni fa. Era separata da un marito che non le passava gli alimenti e aveva due figli piccoli da crescere. Insegnava tecnologia ed era precaria da anni. Ogni volta, a giugno, era licenziata e doveva aspettare settembre per ottenere una nuova nomina. L'estate era un periodo drammatico. Senza stipendio, con la paura del futuro. Non poteva nemmeno permettersi la macchina ed era terrorizzata all'idea di trovare un lavoro in una località non raggiungibile dai mezzi pubblici ( non dimentichiamo tutti i paesini delle Langhe che si trovano dalle mie parti), che sarebbe stata costretta a rifiutare. Centellinava il denaro per la spesa e non poteva mai fare un regalo che non fosse più che utile ai suoi figli. Lo stress le faceva cadere i capelli a manciate ed il viso era pieno di eruzioni cutanee.
Quando finalmente entrò in ruolo, ottenendo così il famoso e, per alcuni, deprecabile "posto fisso", ricordo che la vidi piangere come una bambina perché, finalmente, quell'estate avrebbe potuto vivere senza la paura del futuro.
Certo, un posto fisso può essere monotono, ma la certezza di poter saldare i debiti, pagare l'affitto ed il dentista e, magari, anche permettersi una piccola vacanza, penso possa compensare la noia di un lavoro sempre uguale.
A quel punto, con qualche certezza alle spalle ed un po' di tranquillità, si può cominciare a gioire per le piccole cose: il sorriso di un bambino, il volo di una farfalla, un pranzo in buona compagnia, un amore ricco di tenerezza, un'amicizia sincera, un regalo inaspettato...
Vuoi vedere che, alla fine, la ricetta della felicità sia proprio la... MONOTONIA?
lunedì 18 novembre 2024
Amore immenso
domenica 27 ottobre 2024
Concerto della Special Orchestra, con inclusione di disabili.
Ieri, mio marito ed io abbiamo trascorso un interessante, piacevole e commovente pomeriggio, ascoltando, presso il teatro Politeama della mia città, un concerto della Rotary Special Orchestra, con il patrocinio di due Rotary club e la sponsorizzazione di una nota azienda locale, la Rolfo S.P.A.
venerdì 18 ottobre 2024
Cantanti di oggi...
Ieri, in una nota trasmissione pomeridiana trasmessa su RAI1, vista per caso per una decina di minuti, un certo giovane cantante di nome Gianmaria ha affermato: “Oggi, per un cantante non è necessario saper cantare, tutti usano l’autotune” ( noto software che corregge automaticamente l’intonazione vocale).
Gianmaria Volpato -immagine presa dal web |
Subito dopo è intervenuta Jasmine Carrisi, figlia di Al Bano e Loredana Lecciso, che ha sentenziato: “Infatti, oggi la musica è morta!” Nello studio è calato il gelo.
Jasmine Carrisi e Al Bano - immagine presa dal web |
Non ho potuto seguire il resto di questa interessante conversazione, presa da attività più importanti da svolgere, ma tutto questo la dice lunga sulla situazione della musica leggera attuale.
Io posso affermare di conoscere tanti
cantanti locali che la musica la conoscono eccome e sanno usare sapientemente
corde vocali ed espressività, ma so già che non li vedrò mai in televisione o
su un palcoscenico importante!
La musica non è morta, ma sicuramente
è morta la meritocrazia!
Ricordo quando cercavo di spiegare ai
miei alunni la necessità di impegnarsi, di studiare sodo, di seguire gli
insegnamenti degli insegnanti…Mi rispondevano che oggi basta creare dei bei
video e pubblicarli su youtube!
Decisamente sono troppo vecchia per
capire! :(
venerdì 27 settembre 2024
Sex roulette, l'ultima follia degli adolescenti.
Foto presa dal web |
Oggi non vi parlerò dei terribili e quotidiani crimini che avvengono nel nostro Paese, degli efferati omicidi, femminicidi, matricidi, parricidi, infanticidi, violenze sessuali, che insanguinano l’Italia e che ci fanno inorridire ogni giorno di più, tremare di sgomento e rabbrividire chiedendoci il perché di tutto questo e cosa spinga persone apparentemente normali e tranquille a compiere questi misfatti…Non ve ne parlerò perché già ci pensano i media a non farcene scappare nemmeno uno e siamo già abbastanza angosciati per conto nostro. Non parliamo poi della minaccia di una prossima guerra mondiale e con l’uso delle armi nucleari!
Oggi
invece vi racconterò di una nuova moda esplosa sui social a favore degli
adolescenti e di cui ho sentito parlare in questi giorni.
Pare
che su tik tok sia nata una nuova sfida chiamata "sex roulette", una
roulette russa del sesso in cui ci si sfida nell'avere numerosi rapporti
sessuali completi con coetanei ( che mantengono il volto mascherato) conosciuti
in chat ed incontrati in case o giardini appartati in cui tutti fanno sesso con
tutti, senza contraccettivi. Perde il gioco chi resta incinta. Si può
scegliere la sfida anche con una persona sieropositiva e perde chi resta
contagiato. Si è scoperta questa situazione, a mio parere allucinante, a causa
di una quattordicenne romana che, attualmente, si trova al sesto mese di
gravidanza, senza sapere chi sia il padre e preoccupata, principalmente, solo
dal fatto di aver perso la sfida. Ora la stanno seguendo i genitori e gli
psicologi, naturalmente, ma il pensiero che una quattordicenne abbia potuto
arrivare a tanto è veramente allarmante.
Dove
sono finiti i primi palpiti per il ragazzino del cuore, il viso che diventa
rosso ad ogni incontro, i sogni segreti per il principe azzurro, le emozioni
per i primi baci? Dove sono finiti i progetti per avere un giorno una famiglia
come la propria, dove il papà e la mamma si amano e condividono gioie e dolori
nel rispetto e nell’amore reciproco?
Si
dice che oggi manchino un’educazione sessuale e all’affettività, sia in
famiglia che a scuola, ma mancavano anche ai nostri tempi e nessuna mai avrebbe
immaginato di partecipare ad una sex roulette! Figuratevi che io, a quattordici
anni, pensavo che le persone facessero sesso solo per avere figli, come succede
per gli animali. Ricordo che un giorno, parlando con una mia compagna di
classe, commentavamo il fatto che i miei genitori l’avessero fatto una volta,
nell’arco del loro matrimonio, e i suoi genitori due, visto che lei aveva anche
una sorella! Poi, dopo aver visto un film in cui si parlava di un figlio nato “per
sbaglio” avevo chiesto delucidazioni a mio padre. Come potevano stupirsi tanto
quei genitori, visto che avevano compiuto l’atto procreativo? Papà mi aveva
allora spiegato che il sesso è anche un piacere e non si fa solo per
riprodursi. Ecco, quella era stata la mia educazione sessuale.
Oggi i
ragazzini hanno la possibilità di vedere qualsiasi cosa attraverso i cellulari
ed ecco i risultati! Credo che sia effettivamente molto difficile controllare
ciò che vedono e quel che si dicono quando stanno insieme. Inoltre i genitori
lavorano entrambi, a volte sono separati, pieni di problemi, e non si può dare
loro la colpa di tutto quello che combinano i figli adolescenti, molto più
scaltri e smaliziati di quanto lo fossimo noi alla loro età.
Di
sicuro, oggi è sempre più difficile essere genitori e le responsabilità nell’educazione
e nella comunicazione sono ogni giorno più grandi.
venerdì 20 settembre 2024
Scusate la latitanza!
Sono un po’ latitante ultimamente, lo so, sia per quanto riguarda i miei post, sia per le visite ai vostri blog.
Ci sono stati dei lavori in casa che
hanno preso molto del mio tempo e la sera ero sempre stanca, in modo da avere
poco tempo per il pc e la vita social. Inoltre, mio marito ed io, abituati a
fare spesso delle piccole gite, che potevano poi essere oggetto di racconti, quest’anno
ci siamo mossi pochissimo. Ad aprile, maggio e giugno non ha fatto altro che
piovere, luglio e agosto sono stati caldissimi, da togliere qualsiasi voglia di
andare in giro e, subito dopo, sono ricominciate le piogge. Ormai ci stiamo
abituando ad uscire con l’ombrello nella borsa, perché piove quasi ogni giorno.
Non posso sicuramente lamentarmi, visto quanto sta succedendo in questi giorni
in Emilia Romagna e nelle Marche. Povera gente! Mi si stringe il cuore!
La mia città si trova su un altopiano
e, per fortuna, è molto difficile che possa finire sott’acqua. Successe però,
nel 1994, che parecchi paesi, distanti appena dieci o quindici chilometri, fossero
alluvionati, come Alba, situata in una conca pianeggiante, invasa dal fiume
Tanaro. Alba, tanto per capirci, è nota
per la fiera del tartufo, il palio degli asini e per essere la sede della Ferrero,
produttrice della famosa Nutella e di tante altre prelibatezze di cioccolato.
Alba, capitale delle Langhe ( foto dal web) |
Insomma, anche se non mi leggete
spesso e non mi vedete regolarmente sui vostri blog, sono ancora qui, e vi
prometto che m’impegnerò per essere un po’ più presente. Un abbraccio a tutti e
a presto!
lunedì 26 agosto 2024
Terry e la giornata mondiale del cane.
Oggi è la giornata del cane. Anch’io ne ho uno, un volpino, come ben sapete.
Nostro figlio scrisse su Facebook una
frase lapidaria: “E’ ufficiale, sono stato sostituito!” In effetti era proprio
come avere un altro bambino. Ci stava tutto il giorno alle calcagna e bisognava
anche educarlo a fare la pipì in giardino. Prendeva con i suoi dentini tutto
ciò che trovava e lo distruggeva: calze, ciabatte, magliette…In quel periodo
avevamo i muratori in casa per ristrutturare un bagno. Gira e rigira non
trovavano più spugne, attrezzi, panni…Un operaio non era italiano e non parlava
bene la nostra lingua, ma si lamentava sempre: “Tuo cane ladro! Tuo cane porta
via attrezzi!” Per farsi restituire il maltolto bisognava corrergli dietro per
un bel po’ e per tutto il giardino. Inoltre non si poteva aprire il cancello
sulla strada perché lui si fiondava immediatamente fuori a velocità
supersonica, rischiando di finire sotto una macchina. Ogni volta che arrivava o
usciva qualcuno, bisognava prima chiuderlo in casa a doppia mandata. Mai Terry
fu nome più appropriato. Terry il terribile!
Arrivato ad un anno, però, maturò, si
trasformò in un cane adulto e responsabile e non combinò più guai, anzi, quando
uscivamo con lui, chiudeva immediatamente la bocca e non lo si sentiva più,
socializzava con tutti, cani e umani, e lo si poteva portare tranquillamente al
bar, al ristorante, persino a visitare una chiesa.
È incredibile quanto possa aiutare la
socializzazione un cane! Le persone che incontriamo ci fermano per conoscerlo
accarezzarlo, informarsi sulla sua età e sulle sue abitudini. Lo stesso fanno i
proprietari degli altri cani, a cui Terry va regolarmente incontro. È maschio o
femmina?” Chiediamo. Se è femmina non ci sono problemi, se non il fatto che lui
ci provi con tutte. (In genere, sono però tutte sterilizzate) Se è maschio
bisogna fare attenzione, perché non sempre i maschietti vanno d’accordo. C’è
chi lo vede come un rivale ed è già stato aggredito tre volte. Insomma, ci sono
alcune regole da seguire per portare serenamente a spasso un cane, inoltre
bisogna essere provvisti di sacchetto per raccogliere le deiezioni, salvietta
per lavargli il sederino (col pelo lungo che si ritrova, il bidet è
necessario!) e anche l’acqua per bere e lavare le pipì. Insomma, una bella
borsa piena di attrezzatura, come si fa per i bimbi piccoli!
Ora Terry ha dodici anni, ben
portati. Corre, salta, insegue i gatti (li fa scappare, ma non li aggredisce),
corteggia le cagnoline, fa le feste a tutti, chiede a gran voce i biscottini, vuole
uscire ogni giorno per esplorare e conoscere altri cani, abbaia ai colombi
sugli alberi e, quando lo lasciamo a casa da solo, ci aspetta sul davanzale
della finestra, in modo da vederci immediatamente quando arriviamo. Ci impegna,
perché ci sta sempre appiccicato come un’ombra e ci limita un po’ per quel che
riguarda viaggi e vacanze, (che devono sempre essere anche a misura di cane) ma
ci regala tantissimo amore, che vale bene qualche rinuncia.
sabato 27 luglio 2024
Vacanze con sorpresa
Anche quest’anno il momento delle vacanze è arrivato e, velocemente, terminato. Siamo stati ad Alassio, come l’anno scorso, scegliendo un tipo di vacanza che permettesse anche al nostro pelosetto Terry di farne parte. Lui, a dire il vero, credo che camminerebbe anche sui carboni ardenti pur di non perdere neanche un minuto da trascorrere con i suoi umani e, in effetti, nulla l’ha spaventato: né il caldo della spiaggia, né le camminate per arrivarci e andarcene più volte al giorno, né le continue attenzioni dei bagnanti che, pur di fargli le coccole e persino farsi scattare le foto con lui, non l’hanno mai lasciato tranquillo, né le passeggiate serali e i concerti sulle piazzette… Inoltre doveva controllare mio marito mentre faceva il bagno e, successivamente la doccia. Insomma, siamo stati dieci giorni come “tre piselli in un baccello”, come si suol dire. Vicini, vicini, ventiquattro ore su ventiquattro e il povero Terry riusciva a riposarsi soltanto un po’ dopo pranzo e di notte, ma devo proprio dire che la vacanza gli abbia fatto bene. Come diceva spesso mia madre: “Ciò che ripara dal freddo ripara anche dal caldo!” E il suo lungo pelo l’ha protetto dalle alte temperature. Inoltre, chissà, forse le sabbiature cui si è sottoposto per cercare refrigerio sotto i lettini in spiaggia gli hanno curato le articolazioni, sta di fatto che non l’abbiamo mai visto così sveglio e vispo, nonostante i suoi dodici anni. Sembra persino aver aguzzato la vista, dal momento che individuava mio marito mentre nuotava in mare e ne seguiva attentamente i movimenti, cominciando poi a scodinzolare quando lo vedeva avviarsi verso riva. Con il suo sorriso costante (era definito “il cane che sorride”) si è accattivato veramente la simpatia di moltissime persone, consentendo a noi di fare molte conoscenze perché, si sa, una parola tira l’altra e, in vacanza, è molto facile socializzare.
Lungomare Alassio |
Foto dalla Stampa |
Domenica scorsa 21 luglio, all'alba,
è uscita lentamente dall’acqua, ha attraversato lo stabilimento fino alla
quarta fila e ha deposto circa 100 uova, che si schiuderanno fra quaranta o cinquanta
giorni. L'operazione è durata oltre un'ora, poi, con calma, è tornata ad
immergersi in mare. A notarla sono stati alcuni passanti e i bagnini che
stavano preparando lo stabilimento. Data la scelta dei bagni, è stata chiamata
Queen Elisabeth in onore della regina inglese. Poteva essere diversamente? La
zona è stata recintata, è ora monitorata dalle telecamere e tutta Alassio
attende con ansia il momento della nascita. Fanno paura i gabbiani, quest’anno
particolarmente affamati, che sicuramente cercheranno di catturare i piccoli
durante il loro percorso verso il mare, ma credo che ci saranno delle persone a
guardia di quel magico momento, che potranno allontanare i volatili.
Foto dal web |
Ora siamo a casa, dove abbiamo
trovato ad attenderci un bel caldo! Ma, dopo tanti mesi di brutto tempo e pioggia,
non dobbiamo lamentarci, prima o poi doveva arrivare. W l’estate!
domenica 30 giugno 2024
In ricordo di Paola dei gatti.
Conobbi Paola Facelli ai tempi di Splinder, almeno quindici anni fa. Il suo blog si chiamava “Paola dei gatti” e lei era una professoressa di liceo che amava così tanto i gatti da averne la casa piena. Erano ovunque: in salotto, in camera da letto, in bagno, in giardino…Sicuramente una donna molto particolare, ma anche tanto sensibile, disponibile, generosa, che sempre mi dava consigli per mio pelosetto Terry.
Per ogni suo animale aveva una storia
da raccontare. Ogni post era dedicato ad un suo piccolo amico a quattro zampe.
Chiuso Splinder, la ritrovai su
Facebook, ma da parecchio tempo non era più presente. Anch’io però non sono
particolarmente assidua su questo social e non vi avevo fatto troppo caso.
Ieri mi è stato segnalato il suo
compleanno e sono andata sulla sua pagina per scriverle gli auguri e allegare
un bel mazzo di rose. Una volta pubblicato, mi sono soffermata a leggere i suoi
post, visto che era da un po’ che non avevo notizie e scoprivo così, con costernazione,
che Paola dei gatti, già da alcuni mesi, aveva “attraversato il ponte” così
come tanti suoi amati pelosetti avevano fatto prima di lei.
C’era una dedica, proprio nel giorno del suo commiato
da questa Terra. Diceva questo: “ Vogliamo immaginare che Paola si sia
incamminata verso il Ponte, lungo un vialetto fiorito che conduce verso la Luce;
accanto a lei i suoi amati gatti, cani, capre, la sua Tribù, come li chiamava,
quelli che furono e quelli che ora sono, orfani del grande amore che ha donato
loro. Quelli di cui ha narrato, con ironia, con tenerezza.
Vogliamo immaginare che se ne sia
andata con un sorriso.
Con lei se ne va troppo presto una
Signora dal sentire nobile come i suoi lineamenti. Una persona con la grazia
d'altri tempi e un modernissimo senso dell'umorismo. Un'insegnante che molti
rimpiangeranno, e non solo i suoi allievi.
Ci mancherà. Ci mancherà la
Gentilezza d'animo. Ci mancherà il Rispetto per tutti gli animali”.
Ciao Paola, mi ricorderò sempre di
te. Eri unica. Spero che i tuoi gatti possano continuare a vivere tutti insieme
e possano ancora ricevere premure simili a quelle che tu donavi loro. Riposa
in pace.
giovedì 20 giugno 2024
Un riccio in giardino.
Anche quest’anno è tornato a trovarci il nostro amico riccio. Noi, dietro casa, abbiamo una buca nella quale gettiamo gli avanzi della cucina e del giardino: bucce, scorze, torsoli, frutta e verdure andate a male, foglie… La notte, al buio e nel silenzio, arriva il riccio e comincia a mangiare. Io gli lascio anche una tazza d’acqua per potersi dissetare. Per riuscire a vederlo bisogna avvicinarsi lentamente e silenziosamente alla fossa quando è buio e, nonostante non si veda nulla per mancanza di luce, provare a scattare delle fotografie con il flash sulla buca. Tornati in casa si guardano gli scatti e, se è andata bene, eccolo lì il riccio! Già dalla seconda fotografia lo si vede allontanarsi perché disturbato.
Una
volta appurato che il riccio ci sia, è bene non tornare più a disturbarlo e,
soprattutto, non avvicinarsi con il cane. Per fortuna, intorno alla fossa mio
marito ha collocato un piccolo recinto che impedisce al cane di entrare ma, se
abbaiasse, sicuramente disturberebbe il nostro piccolo amico, che deve essere
riuscito a crearsi un’apertura nel recinto per entrare ed uscire.
Ora ve
lo presento: eccolo!
mercoledì 5 giugno 2024
CINQUE STRANE ABITUDINI
La blogger Dark Myriam mi ha invitata a partecipare al seguente gioco:
Il primo giocatore inizia il suo post con il
titolo “CINQUE STRANE ABITUDINI” e le persone che vengono invitate a scrivere
sul loro blog a proposito delle loro strane abitudini devono anche indicare
chiaramente questo regolamento. Alla fine del post dovrete scegliere cinque
nuove persone da indicare e linkare il loro blog o web journal. Non dimenticate
di lasciare un commento nel loro blog che dice “SEI STATO SCELTO” e comunicate
anche loro di leggere il vostro.
Mi accingo quindi a partecipare, anche se, a
dire il vero, non ritenga di avere abitudini strane, ma semplicemente delle
abitudini.
CINQUE STRANE ABITUDINI
1)Quando mio marito ed io ci dedichiamo alle gite fuori porta, come passeggero, tengo il cagnolino sulle ginocchia e lo cingo con le braccia a mo’ di cintura di sicurezza. Lui non accetta di viaggiare nel bagagliaio da solo, e protesta a gran voce. Vuole stare con noi e, soprattutto, controllare il padrone che guida. Finisco con spupazzarlo per tutto il tempo, coccolarlo, accarezzarlo. Quando scendo, ho già pronta la spazzolina da passarmi sui vestiti, perché qualche pelo addosso ce l’ho sempre.
2)Quando mi alzo la mattina, una delle prime cose che faccio è mangiare colazione: caffelatte, fette biscottate e due biscottini per “dare buon gusto”. Durante le vacanze mi concedo invece una brioche alla marmellata e dello yogurt. Il bello è che mangio anche se dovessi alzarmi prestissimo per partire per un viaggio. Una volta ho fatto colazione alle due e trenta di mattina! 3)
Quando acquisto dei libri ne leggo attentamente la prefazione, mi informo sulla
trama, insomma, cerco di evitare tutti quelli che potrebbero non piacermi. A
quel punto, mi appassiono alla lettura, che diventa quasi una droga. Devo
assolutamente scoprire come finirà e leggo in ogni momento e in ogni luogo: in
cucina, in bagno, in giardino, a letto, andando avanti fino a notte fonda. Anche quelli di ottocento pagine riesco a
finirli del giro di due o tre giorni.
4)Nella nostra città c’è il mercato ogni
venerdì, dislocato in ben due piazze diverse. Io non me ne faccio scappare
nemmeno uno. Tutti i venerdì mi reco al mercato con la mia bicicletta (tranne
quando piove e in bicicletta perché è impossibile trovare un parcheggio) e non
compro mai granché, tranne frutta e, qualche volta, del pesce, però mi piace
molto incontrare le persone e riesco sempre a fare delle belle chiacchieratine.
Mi chiedo: chi vedrò oggi? Mi piace la casualità di questi incontri. Ogni volta
una sorpresa.
5)Su YouTube ho scoperto la Zumba fitness.
Tutte le volte che posso mi metto davanti alla tv e seguo i movimenti dei
ballerini. Mi piacciono molto questi balli di gruppo, purché non siano troppo
difficili. Alla mia artrite fa sicuramente bene un po’ di esercizio fisico e
poi mi diverto. Anche oggi “vai con la zumba!” e sono riuscita a seguirne
sette.
Ecco, ho svolto il compito richiesto. Non
nomino nessuno in particolare, ma invito chi, tra i miei lettori, ne avrà tempo
e voglia, a scrivere un post con le sue cinque abitudini strane. Fatemi sapere,
che verrò a leggervi! E ancora grazie, Dark Myriam, per avermi nominata!
martedì 21 maggio 2024
Amianto: una paura vissuta personalmente in modo indimenticabile
In questi giorni si parla molto del giornalista Franco di Mare, mancato per un mesotelioma da amianto contratto durante i suoi reportage nelle zone di guerra. Non solo mi dispiace per l’uomo che è stato ma, ogni volta, penso che a me avrebbe potuto succedere la stessa fine, e ancora mi vengono i brividi.
Già nel 2012, in occasione della
prima radiografia al torace, mi trovarono un piccolo ispessimento pleurico e il
medico gridò alla neoplasia. Mi fece effettuare due TAC con contrasto dalle
quali risultò trattarsi di qualcosa di vecchio e cronicizzato, probabile
strascico di una bronchite avuta in gioventù senza nemmeno essermene accorta.
Ovviamente, ogni anno la radiografia vedeva il problema e, ogni volta, il
referto diceva che la situazione era immodificata.
Nel 2016 il reumatologo riscontrò,
negli esami del sangue, un valore troppo alto rispetto a quella che lui
riteneva essere la mia situazione reumatica e gridò nuovamente alla neoplasia.
“Bisogna trovare la causa di questa
infiammazione!” sentenziò, e giù esami, radiografie ed ecografie. Nulla
sembrava dare una risposta al suo dubbio, finchè disse: “Tagliamo la testa al
toro e facciamo una PET TOTAL BODY!” Non sto a raccontare l’avventura della PET
in un ambiente che traboccava di malati oncologici e paura infinita…
Fatto sta che la PET, passandomi in
rassegna da capo a piedi, dove pensate che si fermasse? Sul solito
ispessimento, che venne interpretato come “malattia metabolicamente attiva” e
lì si scatenò il putiferio. Il reumatologo mi mandò da una dottoressa della
chirurgia toracica, che mi fece notare come le cellule di quel punto della
pleura fossero più vive delle altre e che, quasi sicuramente, indicassero il
terribile e incurabile mesotelioma maligno, quello tipico dell’amianto, tanto
per intenderci.
“Lei ha lavorato l’amianto?”
“No! Io insegno ai ragazzi e suono il
piano!”
“Non importa, l’avrà respirato senza accorgersene!
_
“Ma io sto benissimo!”
“Non vuole dire niente, potrà
sopportare subito una terapia più aggressiva! Un immediato intervento e una
chemio bella forte!
“Resta il fatto che dovrò comunque
morire!”
“Mi dispiace! Non è ancora stata
trovata la cura definitiva per questo problema. Però, per essere sicuri,
dovremo prima procedere con una biopsia”
Per biopsia si intendeva un vero e
proprio intervento in anestesia generale, con collasso di un polmone e prelievo
di un frammento di pleura. Alla faccia della biopsia!
Da quel giorno cominciò il mio
calvario fatto di ricerche sul mesotelioma (mai trovato uno che fosse guarito),
di statistiche, di consulti con vari medici, fino ad arrivare alla biopsia vera
e propria.
Mio marito mi portò pure da un famoso
primario di pneumologia che, per la modica spesa di duecento euro mi disse: “I casi
sono due! O il tumore ce l’ha, o non ce l’ha!”
Beh, questo lo sapevo anch’io!
Tutto questo iniziò il 19 dicembre e
mi rovinò Natale, Capodanno e i giorni seguenti per alcuni mesi.
A scuola i colleghi mi chiedevano se
volessi iscrivermi al tale corso di aggiornamento.
“Non mi iscrivo più, tanto devo
morire!”
Il dentista aveva iniziato la
preparazione per due impianti.
“Dottore, lasci stare, posso morire
anche senza quei denti!”
Insomma, vivevo in un incubo senza
fine chiedendomi continuamente come potessi essere in fin di vita pur sentendomi
benissimo. Mio marito sembrava impazzito e, quando si confidava con qualcuno,
piangeva tutte le sue lacrime.
Feci l’intervento dopo Capodanno e,
per circa due mesi, non ne seppi più nulla. Infine, stremata dall’ansia, con un
marito sull’orlo del collasso nervoso, telefonai in ospedale per chiedere come
mai nessuno mi chiamasse più per dirmi il risultato della biopsia.
Mi rispose un medico che andò a scartabellare
e mi rispose: “Tutto a posto, solo un po’ d’infiammazione!”
Ero così frastornata che non riuscivo
nemmeno a provare sollievo, né a prendermela con i medici che si erano
dimenticati di farmi sapere che non ero malata!
Però, nella situazione critica, tutte
le persone che sapevano, per non parlare dei miei colleghi, che divisero con me
ogni minuto di preoccupazione e tutti gli eventi, furono così affettuosi,
premurosi, preoccupati per me, che mi fecero sentire molto amata e circondata
da una totale aura di condivisione e preghiera. Ancora oggi non posso fare a
meno di sentirmi grata.
Ora capirete perché, ogni volta senta
nominare le parole “amianto, asbesto, mesotelioma” un brivido mi corra lungo la
schiena e mi senta particolarmente vicina a chi abbia contratto questa
terribile e silente malattia. Penso ai lavoratori dell’Eternit di Casale
Monferrato, qui in Piemonte e a Franco di Mare e alla sua famiglia. Anche lui è
morto a causa del suo lavoro e questo non dovrebbe succedere mai.
L’uomo ha compiuto grandi scoperte e
fatto grandi progressi, ma l’invenzione dell’amianto fu purtroppo un terribile
errore di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze. Anche i medici sbagliano, qualche
volta. Nel mio caso, per troppo zelo, ma è meglio così piuttosto che per
superficialità. Nonostante una paura terribile e momenti di angoscia che non
potrò mai più dimenticare, sono contenta di essere ancora qui a raccontarli.
mercoledì 8 maggio 2024
Quarantaquattro anni di matrimonio
Il 3 maggio mio marito ed io abbiamo festeggiato quarantaquattro anni di matrimonio.
Ricordo come fosse ieri: era una
pallida giornata di sole con una temperatura mite, io indossavo l’abito che mi
aveva confezionato mia madre con il pizzo Sangallo regalato dalla zia Maria,
mentre il mio sposo aveva un vestito blu con la camicia bianca. Eravamo poco
più che ventenni e molto innamorati.
Ricordo poi l’episodio di una mia
compagna di conservatorio sposatasi qualche anno prima. Mi aveva raccontato di
aver ricevuto molti tostapane e rivelato che avrebbe fatto il possibile per
liberarsene. Ero sicura che ne avrebbe rifilato uno anche a me ed in effetti
era arrivato e, nel pacco, c’era addirittura il biglietto con gli auguri
destinati a lei! :D
C’erano poi i regali dei miei alunni.
Io avevo ben nove classi ed erano venute tutte a portarmi il loro pensierino.
Mi riempivano di biciclette il cortile, si scolavano bottiglie di Coca Cola e mangiavano
montagne di patatine. Mia madre si metteva le mani nei capelli: “Corri a fare
rifornimento che abbiamo finito tutto e i ragazzini sono affamati!” Io uscivo a
fare la scorta mentre lei li intratteneva. Erano così carini e dolci!
I regali si esibivano sul tavolo in
sala e tutti potevano guardarli. Oggi i regali non si usano più. Si inviano
bonifici sull’IBAN.
Il giorno dopo eravamo partiti per
Milano sotto una pioggia scrosciante. Visita della città e poi volo verso Palma
de Mallorca. Negli anni ottanta, non so perché, era di moda andare a Palma. Per
me si trattava del primo viaggio in aereo e mi era piaciuto molto. Al ritorno
eravamo stati ancora a Pisa e Firenze.
Ripensare a quel giorno mi procura
tanta nostalgia. Genitori, suoceri, zii, zie, vicini di casa…Nessuno di loro esiste più e persino alcuni amici sono già scomparsi. Mi mancano molto.
Intanto gli anni sono passati.
Abbiamo imparato ad accettare le nostre diversità, a comprendere i nostri lati
spigolosi e ad apprezzare i rispettivi pregi, a condividere le esperienze e,
soprattutto, a rispettarci ed ad avere tanta pazienza.
Noi oggi. Qui al matrimonio di un parente. |
lunedì 22 aprile 2024
Comptine d’un autre été: L’Apres midi
Il brano” Comptine d’un autre été: L’Apres
midi” è tratto dal film, uscito nel 2001,“Il favoloso mondo di Amélie”, in cui
si racconta, in chiave poetica, la storia di Amélie Poulaine, una ragazza profondamente buona, che nasconde
il suo bisogno di amore e felicità dietro l’iniziativa di una totale dedizione
al prossimo.
Ritroviamo questo brano proprio nei momenti in cui Amélie si sente più sola ed
indecisa sul da farsi per dare un senso ed una svolta alla propria esistenza. La melodia
suggerisce attesa, sconforto, ma anche attenzione per ogni piccola sensazione
che, come ciascuna nota, simboleggia la necessità di valorizzare ogni tassello
della vita per poterla incanalare nella giusta direzione.
Vi lascio la mia personale, modesta interpretazione.