venerdì 18 ottobre 2024

Cantanti di oggi...

 Ieri, in una nota trasmissione pomeridiana trasmessa su RAI1, vista per caso per una decina di minuti, un certo giovane cantante di nome Gianmaria ha affermato: “Oggi, per un cantante non è necessario saper cantare, tutti usano l’autotune” ( noto software che corregge automaticamente l’intonazione vocale).

Gianmaria Volpato -immagine presa dal web

 Subito dopo è intervenuta Jasmine Carrisi, figlia di Al Bano e Loredana Lecciso, che ha sentenziato: “Infatti, oggi la musica è morta!” Nello studio è calato il gelo.

Jasmine Carrisi e Al Bano - immagine presa dal web

Non ho potuto seguire il resto di questa interessante conversazione, presa da attività più importanti da svolgere, ma tutto questo la dice lunga sulla situazione della musica leggera attuale.

Io posso affermare di conoscere tanti cantanti locali che la musica la conoscono eccome e sanno usare sapientemente corde vocali ed espressività, ma so già che non li vedrò mai in televisione o su un palcoscenico importante!

La musica non è morta, ma sicuramente è morta la meritocrazia!

Ricordo quando cercavo di spiegare ai miei alunni la necessità di impegnarsi, di studiare sodo, di seguire gli insegnamenti degli insegnanti…Mi rispondevano che oggi basta creare dei bei video e pubblicarli su youtube!

Decisamente sono troppo vecchia per capire! :(

venerdì 27 settembre 2024

Sex roulette, l'ultima follia degli adolescenti.

 

Foto presa dal web

Oggi non vi parlerò dei terribili e quotidiani crimini che avvengono nel nostro Paese, degli efferati omicidi, femminicidi, matricidi, parricidi, infanticidi, violenze sessuali, che insanguinano l’Italia e che ci fanno inorridire ogni giorno di più, tremare di sgomento e rabbrividire chiedendoci il perché di tutto questo e cosa spinga persone apparentemente normali e tranquille a compiere questi misfatti…Non ve ne parlerò perché già ci pensano i media a non farcene scappare nemmeno uno e siamo già abbastanza angosciati per conto nostro. Non parliamo poi della minaccia di una prossima guerra mondiale e con l’uso delle armi nucleari!

Oggi invece vi racconterò di una nuova moda esplosa sui social a favore degli adolescenti e di cui ho sentito parlare in questi giorni.

Pare che su tik tok sia nata una nuova sfida chiamata "sex roulette", una roulette russa del sesso in cui ci si sfida nell'avere numerosi rapporti sessuali completi con coetanei ( che mantengono il volto mascherato) conosciuti in chat ed incontrati in case o giardini appartati in cui tutti fanno sesso con tutti, senza contraccettivi. Perde il gioco chi resta incinta. Si può scegliere la sfida anche con una persona sieropositiva e perde chi resta contagiato. Si è scoperta questa situazione, a mio parere allucinante, a causa di una quattordicenne romana che, attualmente, si trova al sesto mese di gravidanza, senza sapere chi sia il padre e preoccupata, principalmente, solo dal fatto di aver perso la sfida. Ora la stanno seguendo i genitori e gli psicologi, naturalmente, ma il pensiero che una quattordicenne abbia potuto arrivare a tanto è veramente allarmante.

Dove sono finiti i primi palpiti per il ragazzino del cuore, il viso che diventa rosso ad ogni incontro, i sogni segreti per il principe azzurro, le emozioni per i primi baci? Dove sono finiti i progetti per avere un giorno una famiglia come la propria, dove il papà e la mamma si amano e condividono gioie e dolori nel rispetto e nell’amore reciproco?

Si dice che oggi manchino un’educazione sessuale e all’affettività, sia in famiglia che a scuola, ma mancavano anche ai nostri tempi e nessuna mai avrebbe immaginato di partecipare ad una sex roulette! Figuratevi che io, a quattordici anni, pensavo che le persone facessero sesso solo per avere figli, come succede per gli animali. Ricordo che un giorno, parlando con una mia compagna di classe, commentavamo il fatto che i miei genitori l’avessero fatto una volta, nell’arco del loro matrimonio, e i suoi genitori due, visto che lei aveva anche una sorella! Poi, dopo aver visto un film in cui si parlava di un figlio nato “per sbaglio” avevo chiesto delucidazioni a mio padre. Come potevano stupirsi tanto quei genitori, visto che avevano compiuto l’atto procreativo? Papà mi aveva allora spiegato che il sesso è anche un piacere e non si fa solo per riprodursi. Ecco, quella era stata la mia educazione sessuale.

Oggi i ragazzini hanno la possibilità di vedere qualsiasi cosa attraverso i cellulari ed ecco i risultati! Credo che sia effettivamente molto difficile controllare ciò che vedono e quel che si dicono quando stanno insieme. Inoltre i genitori lavorano entrambi, a volte sono separati, pieni di problemi, e non si può dare loro la colpa di tutto quello che combinano i figli adolescenti, molto più scaltri e smaliziati di quanto lo fossimo noi alla loro età.

Di sicuro, oggi è sempre più difficile essere genitori e le responsabilità nell’educazione e nella comunicazione sono ogni giorno più grandi.

venerdì 20 settembre 2024

Scusate la latitanza!

 Sono un po’ latitante ultimamente, lo so, sia per quanto riguarda i miei post, sia per le visite ai vostri blog.

Ci sono stati dei lavori in casa che hanno preso molto del mio tempo e la sera ero sempre stanca, in modo da avere poco tempo per il pc e la vita social. Inoltre, mio marito ed io, abituati a fare spesso delle piccole gite, che potevano poi essere oggetto di racconti, quest’anno ci siamo mossi pochissimo. Ad aprile, maggio e giugno non ha fatto altro che piovere, luglio e agosto sono stati caldissimi, da togliere qualsiasi voglia di andare in giro e, subito dopo, sono ricominciate le piogge. Ormai ci stiamo abituando ad uscire con l’ombrello nella borsa, perché piove quasi ogni giorno. Non posso sicuramente lamentarmi, visto quanto sta succedendo in questi giorni in Emilia Romagna e nelle Marche. Povera gente! Mi si stringe il cuore!

La mia città si trova su un altopiano e, per fortuna, è molto difficile che possa finire sott’acqua. Successe però, nel 1994, che parecchi paesi, distanti appena dieci o quindici chilometri, fossero alluvionati, come Alba, situata in una conca pianeggiante, invasa dal fiume Tanaro. Alba, tanto per capirci,  è nota per la fiera del tartufo, il palio degli asini e per essere la sede della Ferrero, produttrice della famosa Nutella e di tante altre prelibatezze di cioccolato.

Alba, capitale delle Langhe ( foto dal web)

Devo anche ammettere di essermi dedicata un po’ di più alle relazioni sociali “dal vivo”, con frequenti incontri con gli amici per passeggiate e cene conviviali.

Insomma, anche se non mi leggete spesso e non mi vedete regolarmente sui vostri blog, sono ancora qui, e vi prometto che m’impegnerò per essere un po’ più presente. Un abbraccio a tutti e a presto!

lunedì 26 agosto 2024

Terry e la giornata mondiale del cane.

 Oggi è la giornata del cane. Anch’io ne ho uno, un volpino,  come ben sapete.


Lo portammo a casa che non aveva ancora tre mesi, ma seppe subito farsi valere e trovarsi una posizione ben definita in casa. Era piccolo, stava in una mano! Aveva però dei polmoni ben strutturati e una voce potente. La prima notte cercammo di farlo dormire in una cuccia in cucina. Lui non guaì, non pianse, ma si mise ad abbaiare con tutta la forza che aveva, tanto che avrebbe potuto svegliare tutto il vicinato. Mio marito resistette per un po’, poi andò in cucina, prese lui e la cuccia e li portò in camera nostra, di fianco al letto. Da lì non si scollò più.

Nostro figlio scrisse su Facebook una frase lapidaria: “E’ ufficiale, sono stato sostituito!” In effetti era proprio come avere un altro bambino. Ci stava tutto il giorno alle calcagna e bisognava anche educarlo a fare la pipì in giardino. Prendeva con i suoi dentini tutto ciò che trovava e lo distruggeva: calze, ciabatte, magliette…In quel periodo avevamo i muratori in casa per ristrutturare un bagno. Gira e rigira non trovavano più spugne, attrezzi, panni…Un operaio non era italiano e non parlava bene la nostra lingua, ma si lamentava sempre: “Tuo cane ladro! Tuo cane porta via attrezzi!” Per farsi restituire il maltolto bisognava corrergli dietro per un bel po’ e per tutto il giardino. Inoltre non si poteva aprire il cancello sulla strada perché lui si fiondava immediatamente fuori a velocità supersonica, rischiando di finire sotto una macchina. Ogni volta che arrivava o usciva qualcuno, bisognava prima chiuderlo in casa a doppia mandata. Mai Terry fu nome più appropriato. Terry il terribile!

Arrivato ad un anno, però, maturò, si trasformò in un cane adulto e responsabile e non combinò più guai, anzi, quando uscivamo con lui, chiudeva immediatamente la bocca e non lo si sentiva più, socializzava con tutti, cani e umani, e lo si poteva portare tranquillamente al bar, al ristorante, persino a visitare una chiesa.

È incredibile quanto possa aiutare la socializzazione un cane! Le persone che incontriamo ci fermano per conoscerlo accarezzarlo, informarsi sulla sua età e sulle sue abitudini. Lo stesso fanno i proprietari degli altri cani, a cui Terry va regolarmente incontro. È maschio o femmina?” Chiediamo. Se è femmina non ci sono problemi, se non il fatto che lui ci provi con tutte. (In genere, sono però tutte sterilizzate) Se è maschio bisogna fare attenzione, perché non sempre i maschietti vanno d’accordo. C’è chi lo vede come un rivale ed è già stato aggredito tre volte. Insomma, ci sono alcune regole da seguire per portare serenamente a spasso un cane, inoltre bisogna essere provvisti di sacchetto per raccogliere le deiezioni, salvietta per lavargli il sederino (col pelo lungo che si ritrova, il bidet è necessario!) e anche l’acqua per bere e lavare le pipì. Insomma, una bella borsa piena di attrezzatura, come si fa per i bimbi piccoli!

Ora Terry ha dodici anni, ben portati. Corre, salta, insegue i gatti (li fa scappare, ma non li aggredisce), corteggia le cagnoline, fa le feste a tutti, chiede a gran voce i biscottini, vuole uscire ogni giorno per esplorare e conoscere altri cani, abbaia ai colombi sugli alberi e, quando lo lasciamo a casa da solo, ci aspetta sul davanzale della finestra, in modo da vederci immediatamente quando arriviamo. Ci impegna, perché ci sta sempre appiccicato come un’ombra e ci limita un po’ per quel che riguarda viaggi e vacanze, (che devono sempre essere anche a misura di cane) ma ci regala tantissimo amore, che vale bene qualche rinuncia.   

sabato 27 luglio 2024

Vacanze con sorpresa

 Anche quest’anno il momento delle vacanze è arrivato e, velocemente, terminato. Siamo stati ad Alassio, come l’anno scorso, scegliendo un tipo di vacanza che permettesse anche al nostro pelosetto Terry di farne parte. Lui, a dire il vero, credo che camminerebbe anche sui carboni ardenti pur di non perdere neanche un minuto da trascorrere con i suoi umani e, in effetti, nulla l’ha spaventato: né il caldo della spiaggia, né le camminate per arrivarci e andarcene più volte al giorno, né le continue attenzioni dei bagnanti che, pur di fargli le coccole e persino farsi scattare le foto con lui, non l’hanno mai lasciato tranquillo, né le passeggiate serali e i concerti sulle piazzette… Inoltre doveva controllare mio marito mentre faceva il bagno e, successivamente la doccia. Insomma, siamo stati dieci giorni come “tre piselli in un baccello”, come si suol dire. Vicini, vicini, ventiquattro ore su ventiquattro e il povero Terry riusciva a riposarsi soltanto un po’ dopo pranzo e di notte, ma devo proprio dire che la vacanza gli abbia fatto bene. Come diceva spesso mia madre: “Ciò che ripara dal freddo ripara anche dal caldo!” E il suo lungo pelo l’ha protetto dalle alte temperature. Inoltre, chissà, forse le sabbiature cui si è sottoposto per cercare refrigerio sotto i lettini in spiaggia gli hanno curato le articolazioni, sta di fatto che non l’abbiamo mai visto così sveglio e vispo, nonostante i suoi dodici anni. Sembra persino aver aguzzato la vista, dal momento che individuava mio marito mentre nuotava in mare e ne seguiva attentamente i movimenti, cominciando poi a scodinzolare quando lo vedeva avviarsi verso riva. Con il suo sorriso costante (era definito “il cane che sorride”) si è accattivato veramente la simpatia di moltissime persone, consentendo a noi di fare molte conoscenze perché, si sa, una parola tira l’altra e, in vacanza, è molto facile socializzare.


Lungomare Alassio



L’altra novità di Alassio è stata la scelta di un grosso esemplare di Caretta, una tartaruga marina tipica del Mediterraneo, ma diffusa anche in molti altri mari del mondo, di deporre le uova proprio in una delle spiagge più eleganti di Alassio, quella dei bagni Londra.  

Foto dalla Stampa

Domenica scorsa 21 luglio, all'alba, è uscita lentamente dall’acqua, ha attraversato lo stabilimento fino alla quarta fila e ha deposto circa 100 uova, che si schiuderanno fra quaranta o cinquanta giorni.  L'operazione è durata oltre un'ora, poi, con calma, è tornata ad immergersi in mare. A notarla sono stati alcuni passanti e i bagnini che stavano preparando lo stabilimento. Data la scelta dei bagni, è stata chiamata Queen Elisabeth in onore della regina inglese. Poteva essere diversamente? La zona è stata recintata, è ora monitorata dalle telecamere e tutta Alassio attende con ansia il momento della nascita. Fanno paura i gabbiani, quest’anno particolarmente affamati, che sicuramente cercheranno di catturare i piccoli durante il loro percorso verso il mare, ma credo che ci saranno delle persone a guardia di quel magico momento, che potranno allontanare i volatili.

Foto dal web


Ora siamo a casa, dove abbiamo trovato ad attenderci un bel caldo! Ma, dopo tanti mesi di brutto tempo e pioggia, non dobbiamo lamentarci, prima o poi doveva arrivare. W l’estate!

 

domenica 30 giugno 2024

In ricordo di Paola dei gatti.

 Conobbi Paola Facelli ai tempi di Splinder, almeno quindici anni fa. Il suo blog si chiamava “Paola dei gatti” e lei era una professoressa di liceo che amava così tanto i gatti da averne la casa piena. Erano ovunque: in salotto, in camera da letto, in bagno, in giardino…Sicuramente una donna molto particolare, ma anche tanto sensibile, disponibile, generosa, che sempre mi dava consigli per mio pelosetto Terry.

Per ogni suo animale aveva una storia da raccontare. Ogni post era dedicato ad un suo piccolo amico a quattro zampe.





Chiuso Splinder, la ritrovai su Facebook, ma da parecchio tempo non era più presente. Anch’io però non sono particolarmente assidua su questo social e non vi avevo fatto troppo caso.

Ieri mi è stato segnalato il suo compleanno e sono andata sulla sua pagina per scriverle gli auguri e allegare un bel mazzo di rose. Una volta pubblicato, mi sono soffermata a leggere i suoi post, visto che era da un po’ che non avevo notizie e scoprivo così, con costernazione, che Paola dei gatti, già da alcuni mesi, aveva “attraversato il ponte” così come tanti suoi amati pelosetti avevano fatto prima di lei.

C’era una dedica, proprio nel giorno del suo commiato da questa Terra. Diceva questo: “ Vogliamo immaginare che Paola si sia incamminata verso il Ponte, lungo un vialetto fiorito che conduce verso la Luce; accanto a lei i suoi amati gatti, cani, capre, la sua Tribù, come li chiamava, quelli che furono e quelli che ora sono, orfani del grande amore che ha donato loro. Quelli di cui ha narrato, con ironia, con tenerezza.

Vogliamo immaginare che se ne sia andata con un sorriso.

Con lei se ne va troppo presto una Signora dal sentire nobile come i suoi lineamenti. Una persona con la grazia d'altri tempi e un modernissimo senso dell'umorismo. Un'insegnante che molti rimpiangeranno, e non solo i suoi allievi.

Ci mancherà. Ci mancherà la Gentilezza d'animo. Ci mancherà il Rispetto per tutti gli animali”.

 Mi sono sentita come se avessi ricevuto un pugno nello stomaco. Paola è già la quinta tra gli amici blogger che non ci sono più. Li rammento tutti, proprio come se fossero stati miei amici nel mondo reale, a prova del fatto che nel mondo blog si possono creare rapporti umani profondi e duraturi.   

Ciao Paola, mi ricorderò sempre di te. Eri unica. Spero che i tuoi gatti possano continuare a vivere tutti insieme e possano ancora ricevere premure simili a quelle che tu donavi loro. Riposa in pace.

giovedì 20 giugno 2024

Un riccio in giardino.

 Anche quest’anno è tornato a trovarci il nostro amico riccio. Noi, dietro casa, abbiamo una buca nella quale gettiamo gli avanzi della cucina e del giardino: bucce, scorze, torsoli, frutta e verdure andate a male, foglie… La notte, al buio e nel silenzio, arriva il riccio e comincia a mangiare. Io gli lascio anche una tazza d’acqua per potersi dissetare. Per riuscire a vederlo bisogna avvicinarsi lentamente e silenziosamente alla fossa quando è buio e, nonostante non si veda nulla per mancanza di luce, provare a scattare delle fotografie con il flash sulla buca. Tornati in casa si guardano gli scatti e, se è andata bene, eccolo lì il riccio! Già dalla seconda fotografia lo si vede allontanarsi perché disturbato.

Una volta appurato che il riccio ci sia, è bene non tornare più a disturbarlo e, soprattutto, non avvicinarsi con il cane. Per fortuna, intorno alla fossa mio marito ha collocato un piccolo recinto che impedisce al cane di entrare ma, se abbaiasse, sicuramente disturberebbe il nostro piccolo amico, che deve essere riuscito a crearsi un’apertura nel recinto per entrare ed uscire.  

Ora ve lo presento: eccolo!




mercoledì 5 giugno 2024

CINQUE STRANE ABITUDINI

 La blogger Dark Myriam mi ha invitata a partecipare al seguente gioco:

Il primo giocatore inizia il suo post con il titolo “CINQUE STRANE ABITUDINI” e le persone che vengono invitate a scrivere sul loro blog a proposito delle loro strane abitudini devono anche indicare chiaramente questo regolamento. Alla fine del post dovrete scegliere cinque nuove persone da indicare e linkare il loro blog o web journal. Non dimenticate di lasciare un commento nel loro blog che dice “SEI STATO SCELTO” e comunicate anche loro di leggere il vostro.

Mi accingo quindi a partecipare, anche se, a dire il vero, non ritenga di avere abitudini strane, ma semplicemente delle abitudini.

CINQUE STRANE ABITUDINI

1)Quando mio marito ed io ci dedichiamo alle gite fuori porta, come passeggero, tengo il cagnolino sulle ginocchia e lo cingo con le braccia a mo’ di cintura di sicurezza. Lui non accetta di viaggiare nel bagagliaio da solo, e protesta a gran voce. Vuole stare con noi e, soprattutto, controllare il padrone che guida. Finisco con spupazzarlo per tutto il tempo, coccolarlo, accarezzarlo. Quando scendo, ho già pronta la spazzolina da passarmi sui vestiti, perché qualche pelo addosso ce l’ho sempre.



2)Quando mi alzo la mattina, una delle prime cose che faccio è mangiare colazione: caffelatte, fette biscottate e due biscottini per “dare buon gusto”. Durante le vacanze mi concedo invece una brioche alla marmellata e dello yogurt. Il bello è che mangio anche se dovessi alzarmi prestissimo per partire per un viaggio. Una volta ho fatto colazione alle due e trenta di mattina!

 3) Quando acquisto dei libri ne leggo attentamente la prefazione, mi informo sulla trama, insomma, cerco di evitare tutti quelli che potrebbero non piacermi. A quel punto, mi appassiono alla lettura, che diventa quasi una droga. Devo assolutamente scoprire come finirà e leggo in ogni momento e in ogni luogo: in cucina, in bagno, in giardino, a letto, andando avanti fino a notte fonda.  Anche quelli di ottocento pagine riesco a finirli del giro di due o tre giorni.

4)Nella nostra città c’è il mercato ogni venerdì, dislocato in ben due piazze diverse. Io non me ne faccio scappare nemmeno uno. Tutti i venerdì mi reco al mercato con la mia bicicletta (tranne quando piove e in bicicletta perché è impossibile trovare un parcheggio) e non compro mai granché, tranne frutta e, qualche volta, del pesce, però mi piace molto incontrare le persone e riesco sempre a fare delle belle chiacchieratine. Mi chiedo: chi vedrò oggi? Mi piace la casualità di questi incontri. Ogni volta una sorpresa.

5)Su YouTube ho scoperto la Zumba fitness. Tutte le volte che posso mi metto davanti alla tv e seguo i movimenti dei ballerini. Mi piacciono molto questi balli di gruppo, purché non siano troppo difficili. Alla mia artrite fa sicuramente bene un po’ di esercizio fisico e poi mi diverto. Anche oggi “vai con la zumba!” e sono riuscita a seguirne sette.

Ecco, ho svolto il compito richiesto. Non nomino nessuno in particolare, ma invito chi, tra i miei lettori, ne avrà tempo e voglia, a scrivere un post con le sue cinque abitudini strane. Fatemi sapere, che verrò a leggervi! E ancora grazie, Dark Myriam, per avermi nominata!

 

 

 

martedì 21 maggio 2024

Amianto: una paura vissuta personalmente in modo indimenticabile

 In questi giorni si parla molto del giornalista Franco di Mare, mancato per un mesotelioma da amianto contratto durante i suoi reportage nelle zone di guerra. Non solo mi dispiace per l’uomo che è stato ma, ogni volta, penso che a me avrebbe potuto succedere la stessa fine, e ancora mi vengono i brividi.


A farla breve, io sono in cura da dodici anni da un reumatologo per una malattia autoimmune chiamata artrite reumatoide e questo vuol dire essere tenuta costantemente sotto controllo a causa di un farmaco che potrebbe dare effetti collaterali poco piacevoli.

Già nel 2012, in occasione della prima radiografia al torace, mi trovarono un piccolo ispessimento pleurico e il medico gridò alla neoplasia. Mi fece effettuare due TAC con contrasto dalle quali risultò trattarsi di qualcosa di vecchio e cronicizzato, probabile strascico di una bronchite avuta in gioventù senza nemmeno essermene accorta. Ovviamente, ogni anno la radiografia vedeva il problema e, ogni volta, il referto diceva che la situazione era immodificata.

Nel 2016 il reumatologo riscontrò, negli esami del sangue, un valore troppo alto rispetto a quella che lui riteneva essere la mia situazione reumatica e gridò nuovamente alla neoplasia.

“Bisogna trovare la causa di questa infiammazione!” sentenziò, e giù esami, radiografie ed ecografie. Nulla sembrava dare una risposta al suo dubbio, finchè disse: “Tagliamo la testa al toro e facciamo una PET TOTAL BODY!” Non sto a raccontare l’avventura della PET in un ambiente che traboccava di malati oncologici e paura infinita…

Fatto sta che la PET, passandomi in rassegna da capo a piedi, dove pensate che si fermasse? Sul solito ispessimento, che venne interpretato come “malattia metabolicamente attiva” e lì si scatenò il putiferio. Il reumatologo mi mandò da una dottoressa della chirurgia toracica, che mi fece notare come le cellule di quel punto della pleura fossero più vive delle altre e che, quasi sicuramente, indicassero il terribile e incurabile mesotelioma maligno, quello tipico dell’amianto, tanto per intenderci.

“Lei ha lavorato l’amianto?”

“No! Io insegno ai ragazzi e suono il piano!”

“Non importa, l’avrà respirato senza accorgersene! _

 “Ma io sto benissimo!”

“Non vuole dire niente, potrà sopportare subito una terapia più aggressiva! Un immediato intervento e una chemio bella forte!

“Resta il fatto che dovrò comunque morire!”

“Mi dispiace! Non è ancora stata trovata la cura definitiva per questo problema. Però, per essere sicuri, dovremo prima procedere con una biopsia”

Per biopsia si intendeva un vero e proprio intervento in anestesia generale, con collasso di un polmone e prelievo di un frammento di pleura. Alla faccia della biopsia!

Da quel giorno cominciò il mio calvario fatto di ricerche sul mesotelioma (mai trovato uno che fosse guarito), di statistiche, di consulti con vari medici, fino ad arrivare alla biopsia vera e propria.

Mio marito mi portò pure da un famoso primario di pneumologia che, per la modica spesa di duecento euro mi disse: “I casi sono due! O il tumore ce l’ha, o non ce l’ha!”

Beh, questo lo sapevo anch’io!

Tutto questo iniziò il 19 dicembre e mi rovinò Natale, Capodanno e i giorni seguenti per alcuni mesi.

A scuola i colleghi mi chiedevano se volessi iscrivermi al tale corso di aggiornamento.

“Non mi iscrivo più, tanto devo morire!”

Il dentista aveva iniziato la preparazione per due impianti.

“Dottore, lasci stare, posso morire anche senza quei denti!”

Insomma, vivevo in un incubo senza fine chiedendomi continuamente come potessi essere in fin di vita pur sentendomi benissimo. Mio marito sembrava impazzito e, quando si confidava con qualcuno, piangeva tutte le sue lacrime.

Feci l’intervento dopo Capodanno e, per circa due mesi, non ne seppi più nulla. Infine, stremata dall’ansia, con un marito sull’orlo del collasso nervoso, telefonai in ospedale per chiedere come mai nessuno mi chiamasse più per dirmi il risultato della biopsia.

Mi rispose un medico che andò a scartabellare e mi rispose: “Tutto a posto, solo un po’ d’infiammazione!”

Ero così frastornata che non riuscivo nemmeno a provare sollievo, né a prendermela con i medici che si erano dimenticati di farmi sapere che non ero malata!

Però, nella situazione critica, tutte le persone che sapevano, per non parlare dei miei colleghi, che divisero con me ogni minuto di preoccupazione e tutti gli eventi, furono così affettuosi, premurosi, preoccupati per me, che mi fecero sentire molto amata e circondata da una totale aura di condivisione e preghiera. Ancora oggi non posso fare a meno di sentirmi grata.

Ora capirete perché, ogni volta senta nominare le parole “amianto, asbesto, mesotelioma” un brivido mi corra lungo la schiena e mi senta particolarmente vicina a chi abbia contratto questa terribile e silente malattia. Penso ai lavoratori dell’Eternit di Casale Monferrato, qui in Piemonte e a Franco di Mare e alla sua famiglia. Anche lui è morto a causa del suo lavoro e questo non dovrebbe succedere mai.

L’uomo ha compiuto grandi scoperte e fatto grandi progressi, ma l’invenzione dell’amianto fu purtroppo un terribile errore di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze. Anche i medici sbagliano, qualche volta. Nel mio caso, per troppo zelo, ma è meglio così piuttosto che per superficialità. Nonostante una paura terribile e momenti di angoscia che non potrò mai più dimenticare, sono contenta di essere ancora qui a raccontarli.

mercoledì 8 maggio 2024

Quarantaquattro anni di matrimonio

 Il 3 maggio mio marito ed io abbiamo festeggiato quarantaquattro anni di matrimonio.

Ricordo come fosse ieri: era una pallida giornata di sole con una temperatura mite, io indossavo l’abito che mi aveva confezionato mia madre con il pizzo Sangallo regalato dalla zia Maria, mentre il mio sposo aveva un vestito blu con la camicia bianca. Eravamo poco più che ventenni e molto innamorati.



Avevamo ricevuto molti regali, portati direttamente a casa da amici e parenti. A quei tempi si usava così. C’era proprio di tutto e non mancava nulla, anche se si contavano parecchi doppioni. Ad esempio, potevamo contare su ben sette servizi di piatti e altrettanti di tazze grandi e piccole. Non sono ancora riuscita ad utilizzarli tutti.

Ricordo poi l’episodio di una mia compagna di conservatorio sposatasi qualche anno prima. Mi aveva raccontato di aver ricevuto molti tostapane e rivelato che avrebbe fatto il possibile per liberarsene. Ero sicura che ne avrebbe rifilato uno anche a me ed in effetti era arrivato e, nel pacco, c’era addirittura il biglietto con gli auguri destinati a lei! :D

C’erano poi i regali dei miei alunni. Io avevo ben nove classi ed erano venute tutte a portarmi il loro pensierino. Mi riempivano di biciclette il cortile, si scolavano bottiglie di Coca Cola e mangiavano montagne di patatine. Mia madre si metteva le mani nei capelli: “Corri a fare rifornimento che abbiamo finito tutto e i ragazzini sono affamati!” Io uscivo a fare la scorta mentre lei li intratteneva. Erano così carini e dolci!

I regali si esibivano sul tavolo in sala e tutti potevano guardarli. Oggi i regali non si usano più. Si inviano bonifici sull’IBAN.


Dopo la cerimonia e il pranzo, avvenuto in un ristorante langarolo, gli amici, che erano ben più numerosi dei parenti, erano venuti a casa nostra. Mi ero seduta al pianoforte, ancora in abito da sposa, e avevamo cantato fino quasi a mezzanotte. Al giorno d’oggi si usa ingaggiare un dj professionista per intrattenere gli ospiti. Ai miei tempi, il dj era la sposa! :D
Non ho fotografie di quel momento. A quei tempi, diversamente da oggi,  nessuno pensava ad immortalare qualcosa, erano tutti impegnatissimi a cantare e a divertirsi!



Il giorno dopo eravamo partiti per Milano sotto una pioggia scrosciante. Visita della città e poi volo verso Palma de Mallorca. Negli anni ottanta, non so perché, era di moda andare a Palma. Per me si trattava del primo viaggio in aereo e mi era piaciuto molto. Al ritorno eravamo stati ancora a Pisa e Firenze.

Ripensare a quel giorno mi procura tanta nostalgia. Genitori, suoceri, zii, zie, vicini di casa…Nessuno di loro esiste più e persino alcuni amici sono già scomparsi. Mi mancano molto.

Intanto gli anni sono passati. Abbiamo imparato ad accettare le nostre diversità, a comprendere i nostri lati spigolosi e ad apprezzare i rispettivi pregi, a condividere le esperienze e, soprattutto, a rispettarci ed ad avere tanta pazienza.   

Noi oggi. Qui al matrimonio di un parente.
Buon anniversario a noi!

 

lunedì 22 aprile 2024

Comptine d’un autre été: L’Apres midi

 

Il brano” Comptine d’un autre été: L’Apres midi” è tratto dal film, uscito nel 2001,“Il favoloso mondo di Amélie”, in cui si racconta, in chiave poetica, la storia di Amélie Poulaine, una ragazza profondamente buona, che nasconde il suo bisogno di amore e felicità dietro l’iniziativa di una totale dedizione al prossimo.

Ritroviamo questo brano proprio nei momenti in cui Amélie si sente più sola ed indecisa sul da farsi per dare un senso ed una svolta alla propria esistenza. La melodia suggerisce attesa, sconforto, ma anche attenzione per ogni piccola sensazione che, come ciascuna nota, simboleggia la necessità di valorizzare ogni tassello della vita per poterla incanalare nella giusta direzione.

Vi lascio la mia personale, modesta interpretazione.


sabato 13 aprile 2024

Scherzi radiofonici

 La mattina, mentre mi affaccendo in casa tra pentole e fornelli, ascolto spesso la radio. Un certo canale propone agli ascoltatori di telefonare per fare uno scherzo ad una persona e, tutte le mattine, ci sono un marito, una moglie o un genero che chiedono di partecipare ad una burla diretta ai rispettivi consorti o alla suocera. Lo scherzo preferito da rivolgere ad una moglie è quello della sedicente massaggiatrice erotica Ciu Lin che, parlando con la elle al posto della erre, informa la malcapitata di aver ritrovato le chiavi o il portafogli di suo marito durante l’ennesima seduta di “massaggi speciali” e chiede come fare per fargliele riavere. La povera moglie di turno va in escandescenze, lanciandosi in una sequela di “faffanc…” diretti sia al marito che alla fantomatica Ciu Lin, perde completamente il controllo. A nulla vale poi la rivelazione che si tratti di uno scherzo. I “Vaffanc…” continuano e si sprecano.

Ai mariti invece spetta lo scherzo del negoziante che chiede l’approvazione al pagamento di settecento euro per una borsa e novecento per un paio di scarpe firmate acquistate dalle mogli. Anche in questo caso i mariti danno in escandescenze e ne dicono di tutti i colori.

Per le suocere c’è la telefonata proveniente da una presunta Mara Venier che le invita a rispondere a tre domande per le quali potrebbero vincere tremila euro. Le domande sono del tutto inverosimili, le suocere ovviamente non ne indovinano una e vengono perciò informate che, non solo non riceveranno i tremila euro di premio, avendo sbagliato le risposte, ma dovranno versarli loro stesse alla RAI! Le povere donne si disperano, poi si arrabbiano invocando l’aiuto di un avvocato, mentre il nervosismo e la pressione salgono pericolosamente…

Mi chiedo: queste persone, che si lasciano coinvolgere in questi scherzi ai loro congiunti, si divertono? Provano piacere nel mettere alla berlina i loro cari davanti a tutti gli ascoltatori di una radio nazionale? Che senso ha tutto questo?  Io non farei mai uno scherzo simile a mio marito, tanto per avere un passaggio in radio e non mi piacerebbe affatto che lui desse in escandescenze pubblicamente, al solo scopo di far ridere migliaia di sconosciuti! Che poi, perché si dovrebbe ridere di una persona in difficoltà?  Inoltre, la vita è già piena di arrabbiature e nervosismi, perché aggiungerne altri gratis?

Certe persone proprio non le capisco. Nel frattempo ho cambiato canale.

 

giovedì 28 marzo 2024

 


Stiamo vivendo tempi difficili, che ci fanno sentire sempre più addolorati, impotenti ed impauriti per tutto ciò che sta succedendo intorno a noi.

Nel nostro piccolo mondo, costituito da famiglia, amore, amici, lavoro e tempo libero, possiamo però ancora vivere in pace, salute ed armonia, traendo gioia dalle piccole cose, condividendo sani valori, sentimenti e momenti felici.

Vi lascio una poesia di Gianni Rodari, sempre attuale, mentre, col cuore, dedico a tutti voi e alle persone che amate, una buona Pasqua, che non duri solo un giorno, ma tutto l’anno!


Dall'uovo di Pasqua

Dall'uovo di Pasqua
è uscito un pulcino
di gesso arancione
col becco turchino.
Ha detto: "Vado,
mi metto in viaggio
e porto a tutti
un grande messaggio".
E volteggiando
di qua e di là
attraversando
paesi e città
ha scritto sui muri,
nel cielo e per terra:
"Viva la pace,
abbasso la guerra".

Gianni Rodari

martedì 19 marzo 2024

Auguri a tutti i papà!

 Tanti Auguri al mio papà che non c’è più e che sempre mi ha amata, confortata e protetta con tutto se stesso.

Lui era quello che, quand’ero piccola, camminava carponi sul pavimento con me sulla schiena a far finta di essere a cavallo; era quello che inventava, ogni sera, fiabe bellissime e divertenti, nonostante fosse stanco dopo una giornata di lavoro; era quello che mi confortava nei momenti difficili e mi dava sempre una speranza o una soluzione per superarli; era quello che mi faceva ridere, mi dava saggi consigli e che, ancora a pochi giorni dalla morte, mi diceva: “Io ti proteggerò sempre, finché avrò un alito di vita!”


Tanti Auguri a mio marito,
che sempre ha cercato di essere essere un padre amorevole ed un esempio di vita, facendo del suo meglio per stare vicino a nostro figlio, soprattutto negli sport e nei momenti più difficili o importanti, col desiderio di offrirgli una serena esistenza, nel benessere, nel rispetto e nell’amore.



Tanti Auguri a tutti i papà che sono forzatamente lontani dai propri figli, per lavoro o per difendere la Patria in guerra e per dare alle nuove generazioni un futuro migliore, nella libertà e nella democrazia, ai papà che soffrono in silenzio per una malattia o una difficoltà, cercando di non far preoccupare i loro figli, ai papà che dedicano tempo, pazienza e amore alla loro famiglia...



Tanti auguri a chi di voi è papà e ai vostri papà.
Buona festa del papà!

giovedì 14 marzo 2024

20 anni di blog

 


Esattamente nel marzo 2004 aprivo il mio primo blog. Sono passati vent’anni. A quei tempi si cominciava appena a parlarne e io ne venni a conoscenza durante un corso di aggiornamento scolastico. Una certa Maria Teresa Bianchi, docente di matematica presso un liceo di Gubbio, aveva creato il suo primo blog didattico, seguita a ruota da altre docenti di ogni ordine di scuola: superiori, medie ed elementari. Invitava altri insegnanti a collaborare con le loro classi al fine di ottenere uno scambio nazionale tra scuole.

Io non sapevo nulla del mondo blog e pensai di crearne prima uno per me, in modo da sperimentare le sue potenzialità e capirne le modalità di pubblicazione. A quei tempi andava forte la piattaforma Splinder e scelsi quella. Non avevo idea di cosa scrivere, allora pensai ad un fatto accaduto a mio padre, che aveva ritrovato, dopo cinquant’anni, un suo grande amico in Venezuela. Era “La storia di Gino e Pino” che potete ritrovare qui, tra le mie storie più belle.  Pensate che, anni dopo, interessò addirittura RAI 1, che mi propose di andare a raccontarla a Domenica in. Era necessario però che venisse con me l’altro protagonista della storia, il venezuelano che aveva più di novant’anni e non era più in salute, così, alla fine, non se ne fece nulla. In compenso, Gramellini la pubblicò sulla Stampa nella sua rubrica “Cuori allo specchio”.

Diedi successivamente vita a diversi blog con le mie classi, con l’intento di far scrivere ai ragazzi dei post che potessero interessare i loro coetanei e con la speranza che potessero interagire fra loro con i commenti. Forse, se fossi stata un’insegnante di lettere, avrei potuto ottenere qualcosa in più, ma ero soltanto una docente di musica e i ragazzi cominciarono a pubblicare semplicemente i video dei loro cantanti preferiti, senza scrivere nemmeno una riga. Probabilmente, l’idea di scrivere era collegata al fatto di dover svolgere un ulteriore compito, e di quelli ne avevano già tanti. Quando mi lamentai con una docente di lettere, mi rispose che pretendevo troppo, perché i ragazzi della Scuola Media non sono ancora in grado di interagire tra loro con commenti costruttivi, soprattutto in forma scritta. I genitori non aiutavano, perché vedevano il tempo speso al pc come tempo sprecato, che avrebbe potuto essere utilizzato meglio sui libri di studio.  C’era poi chi lamentava difficoltà di connessione. Molti avevano il pc, ma non era collegato ad Internet. Insomma, fu decisamente un flop. I tempi, 20 anni fa, non erano ancora maturi per simili esperimenti.

Così continuai per conto mio, raccontando momenti della mia esistenza e conoscendo molte persone interessanti. Uscivo dalla mia provincialità e dal mio lavoro di insegnante per comunicare con blogger  provenienti da tutta Italia e dalle più svariate attività e situazioni di vita. Mi confrontavo con persone dalle idee molto diverse dalle mie e mi aprivo a situazioni ed argomenti e nuovi, che mi facevano riflettere e vedere altri orizzonti.  

Nacquero molte amicizie ed alcune le conobbi anche nel mondo reale, non notando alcuna differenza con quel che avevo vissuto con loro nel mondo virtuale. Splinder poi chiuse e mi trasferii qui, dove mi vedete tutt’ora. Sono rimasta comunque in contatto con molte persone, utilizzando soprattutto Facebook, mail e whatsapp. Alcune sono decedute, purtroppo, e ancora le ricordo e mi mancano.

Il blog di Splinder, prima che sparisse del tutto, lo copiai con un programma apposito. Impiegai un giorno e una notte per salvarlo tutto, ma lo recuperai e ancora lo conservo. Un giorno o l’altro lo rileggerò e sono sicura che ritroverò tanti momenti di vita a cui non ho mai più pensato.

Ora, dopo tanto tempo, non sono più un’assidua scrittrice. La mia vita non è più attiva come una volta e mi mancano tanti spunti di ispirazione, ma sono ancora qui.  E ci siete voi, che ancora mi aprite nuove finestre sul mondo con i vostri post ed i vostri commenti.

Grazie a tutti e…Buon Compleanno al mio semplice blog!

sabato 2 marzo 2024

Il trombone a coulisse

Viviamo in tempi difficili. Alluvioni, femminicidi, guerre, minacce di armi nucleari...senza contare i mille problemi quotidiani che ci affliggono e stressano. Abbiamo tutti bisogno di sorrisi ed un po' di leggerezza. Quando insegnavo mi capitavano spesso fatti buffi, che sul momento potevano preoccuparmi o imbarazzarmi, ma a ripensarci mi facevano proprio sorridere e anche adesso mi mancano.   Ne voglio ricordare uno con voi, sperando di alleggerire anche un po' la vostra giornata. 


Lezione di ascolto in seconda E.

“Ragazzi, la volta scorsa abbiamo parlato dei legni ed ascoltato i suoni prodotti dai relativi strumenti, oggi invece tratteremo gli ottoni e più precisamente: tromba, corno, tuba, trombone…

La tromba bla, bla….”

 Arriviamo al trombone. 
Nella versione moderna è comunemente noto come trombone a tiro o trombone a coulisse…”

Qui cominciano i risolini.

K. il classico Pierino della classe, sette in condotta, non riesce a trattenersi:

“Ha detto proprio “Cul….”

Giù un altro risolino. Diciamo pure una bella risata.

“Fanciullo caro, so dove vuoi andare a parare, ma non c’entra affatto! Si tratta di una parola francese che si scrive C-O-U-L-I-S-S-E! Insomma, in parole semplici, si tratta di un tubo che entra dentro un altro modificandone così la lunghezza in modo da ottenere suoni di diversa altezza”.

 “Entra dentro? Va avanti e indietro? Su e giù? “

E. si sbellica dalle risa, i maschietti gli vanno dietro e le fanciulle li osservano apparentemente imperturbabili.

“Oh insomma! Siamo seri! Guardate l’illustrazione, si vede bene come il suonatore azioni la coulisse per ottenere i suoni!”



“Eh prof, proprio ieri abbiamo avuto Educazione sessuale e anche lì si parlava di...”

 Per fortuna suona il campanello dell’intervallo. In corridoio mi si avvicina A. la classica studiosa, seria, esatto opposto di K. Una vera donnina giudiziosa.

Alzando braccia e occhi al cielo esclama: “Maschi! Di qualsiasi cosa si parli, riescono sempre a trovare un collegamento con “quello”. Pensano solo a quello! Porti pazienza prof, non c’è rimedio a questa situazione. Non c’è speranza!”

Poi, con fare confidenziale: “Lei è sposata?”

“Sì, lo sono”

“E…anche suo marito pensa sempre e solamente a… “quello”?

“No, ha molti interessi…”

“ Ah, meno male! Che almeno ci sia ancora qualcuno che si salvi…”

E, sempre con gli occhi al cielo e l’aria sconsolata, si avvia verso i compagni. Mi sa che non sia troppo convinta.

 Rimango per un attimo senza parole. In quel momento mi piomba addosso un ragazzino che sta inseguendo una pallina. Una botta sul seno da stare senza fiato. E’ tanto se riesco a reggermi in piedi.

“Scusi prof, non l’avevo vista, mi è scappata la pallina!”

“Va bene, va bene, ma la prossima volta cerca di non attentare più alla mia vita!”

 Già…oltre a “quello” i maschietti adorano anche la palla…Dovrò ricordarmi di farlo presente ad A….

Rido e, un po’ dolorante, mi incammino verso la prima A. L’intervallo è finito. Si ricomincia.