lunedì 30 dicembre 2024

Un brano musicale eseguito da me per augurarvi un Buon Nuovo Anno.

 Sta per arrivare il nuovo Anno e desidero farvi gli Auguri in modo un po’ diverso: non con la solita immagine reperita sul web, ma con un brano musicale. Si tratta di una semplice rivisitazione pianistica di una parte (l’ho abbreviata per non rubarvi troppo tempo!) della Radetzky March, una celebre marcia militare composta da Johann Strauss padre nel 1848. Radetzky non è sicuramente mai stato un amico degli Italiani, tutt’altro! ma la marcia a lui dedicata chiude da anni, per tradizione, il concerto di Capodanno dell’orchestra filarmonica di Vienna e le sue note si associano ormai ad ogni nuovo anno.

Ah! Non me ne vogliano i musicisti professionisti che passano da queste parti, non mi giudichino severamente! Io non ho velleità artistiche, quelle si sono perse, negli anni, tra lavoro, famiglia, problemi vari…ed anche la mia artrite ci ha messo del suo ad affaticarmi le dita. Quello che vi voglio regalare è un po’ del mio tempo e dell’atmosfera della mia casa. Cliccate QUI.
Questo brano è stato eseguito recentemente dall’orchestra dell’Indirizzo musicale della scuola in cui ho insegnato per quarant’anni e mi fa pensare, inoltre, a tutti i concerti di Capodanno seguiti in tv in compagnia dei miei genitori, che si divertivano tanto ad ascoltarlo. Spero che anche a voi possa suggerire immagini spensierate di momenti felici.

Buon 2025!

domenica 22 dicembre 2024

Auguri di Buone Feste!

Il Natale si avvicina: è tempo di auguri, promesse, speranze e regali! Abbiamo tutti tanto bisogno di pace, serenità, salute, amore e affetti sinceri. Vorremmo poter dimenticare gli affanni, le preoccupazioni, i dolori, la cattiveria che vediamo ogni giorno nel mondo. Ogni volta ci speriamo un po’, pur sapendo che non è più tempo di miracoli e che, quasi certamente, tutto resterà come prima.

Possiamo, nel nostro piccolo, cercare di non dare troppo peso alle incomprensioni e ai disguidi della vita quotidiana, sforzarci di trovare compromessi e di vedere anche i lati positivi delle situazioni che non ci piacciono, essere un po’ più empatici ed ascoltare con attenzione chi richiede la nostra attenzione, prenderci maggior cura di noi stessi, volerci bene e non essere troppo orgogliosi, per poter chiedere aiuto quando ne abbiamo bisogno.  

Nel mondo vediamo ogni giorno cattiveria, odio, prevaricazione, ingiustizie, violenza, ma ci sono ancora intorno a noi tante persone perbene, generose, disponibili e sono sicura che tutti noi ne conosciamo molte che ci sanno dare conforto e condivisione.

Auguro a voi, alle vostre famiglie e alle persone cui volete bene, di trascorrere le feste, ed anche il prossimo nuovo anno, in salute, serenità e armonia.

Un abbraccio grande e Buone Feste!


martedì 26 novembre 2024

La ricerca della felicità...


Recentemente ho sentito una notizia al telegiornale in merito alla felicità. Pare che un recente studio di ricercatori italiani abbia rilevato che, in linea generale, ad essere più felici siano le persone intelligenti, soprattutto le donne e, particolarmente, al sud. Era spiegato che le persone intelligenti hanno maggiore facilità a trovare stimoli per arricchirsi la vita ed hanno la capacità di apprezzare le piccole cose, trovandone il lato positivo più nascosto. Le donne poi, fornite di maggiore sensibilità e spirito di adattamento, sono ulteriormente predisposte "al vivere felice", tanto più se dotate dello spirito "sanguigno" del sud.

Ho letto poi  un articolo che tratta degli anziani, della loro saggezza e del fatto che dovremmo ascoltarli di più al fine di attingere al loro enorme bagaglio di esperienze. Dalle interviste effettuate risulterebbe che, a tenere l'uomo a galla nel cammino della vita, non siano l'intelligenza o la fortuna, bensì il carattere.
C'è poi un discorso che avvisa i giovani sull'enorme monotonia che può derivare da un lavoro fisso, mentre uno in continuo cambiamento può essere veramente molto stimolante ed arricchente. La precarietà  sinonimo di felicità.

A questo punto, analizzando e mettendo insieme le tre informazioni, la mia mente comincia ad elucubrare e a riflettere sulla questione della felicità.
Mi chiedo: forse Jimi Hendrix, Janis Joplin, Kurt Cobain, Amy Winehouse, Witney Houston,  Ernest Hemingway e tanti altri non erano persone intelligenti? Uomini e donne che avevano, o potevano avere,  molto: successo, denaro, una vita sicuramente non monotona, eppure erano tutti infelici tanto da non sopportare più di vivere. L'intelligenza non basta, evidentemente, e neppure una vita entusiasmante, con continue scosse di adrenalina. Forse proprio questa vita senza stabilità e certezze, continuamente in giro per il mondo, tra contratti che scadono e si rinnovano, tra amici che vanno e vengono secondo il periodo, fortunato o meno, con il successo che sale e scende, crea un costante stato di ansia che, alla lunga, diventa impossibile sostenere.

Il carattere sicuramente aiuta a trovare la felicità. C'è chi combatte come un leone contro le avversità senza lasciarsi demoralizzare dalle sconfitte,  chi è sicuro di sé  e non si sente mai in difficoltà rispetto agli altri, chi riesce a raggiungere posizioni di rilievo che lo fanno sentire vincente e realizzato, chi sa assumere ovunque atteggiamenti da leader ed è sempre "un passo avanti" rispetto al resto della società.

Eppure, quando viene a mancare il lavoro, quando non si sa se si potrà pagare il mutuo o il dentista, quando si teme di perdere la propria casa e si ha vergogna di confrontarsi con gli amici, è difficile sentirsi felici.
Ricordo una collega di alcuni anni fa. Era separata da un marito che non le passava gli alimenti e aveva due figli piccoli da crescere. Insegnava tecnologia ed era precaria da anni. Ogni volta, a giugno, era licenziata e doveva aspettare settembre per ottenere una nuova nomina. L'estate era un periodo drammatico. Senza stipendio, con la paura del futuro. Non poteva nemmeno permettersi la macchina ed era terrorizzata all'idea di trovare un lavoro in una località non raggiungibile dai mezzi pubblici ( non  dimentichiamo tutti i paesini delle Langhe che si trovano dalle mie parti), che sarebbe stata costretta a rifiutare. Centellinava il denaro per la spesa e non poteva mai fare un regalo che non fosse più che utile ai suoi figli.  Lo stress le faceva cadere i capelli a manciate ed il viso era pieno di eruzioni cutanee.
 Quando finalmente entrò in ruolo, ottenendo così il famoso e, per alcuni, deprecabile "posto fisso", ricordo che la vidi piangere come una bambina perché, finalmente, quell'estate avrebbe potuto vivere senza la paura del futuro.

Certo, un posto fisso può essere monotono, ma la certezza di poter saldare i debiti, pagare l'affitto ed il dentista e, magari, anche permettersi una piccola vacanza, penso possa compensare la noia di un lavoro sempre uguale.
A quel punto, con qualche certezza alle spalle ed un po' di tranquillità, si può cominciare a gioire per le piccole cose: il sorriso di un bambino, il volo di una farfalla, un pranzo in buona compagnia, un amore ricco di tenerezza, un'amicizia sincera, un regalo inaspettato...

Vuoi vedere che, alla fine, la ricetta della felicità sia proprio la... MONOTONIA?

lunedì 18 novembre 2024

Amore immenso



Ricordo i tempi del Conservatorio, dai quattordici ai ventuno anni e la mia inseparabile compagna di banco Patrizia, (nome di fantasia) prima ai corsi di teoria e solfeggio, poi a quelli di Storia della musica e Armonia.  Ripassavamo insieme il solfeggio e le regole musicali, controllavamo gli accordi di armonia, scherzavamo, facevamo “le vasche”, cioè le passeggiate sotto ai portici di Cuneo in attesa che arrivasse il mio treno per tornare a casa. Erano anni spensierati, pur con i problemi dell’adolescenza, e avevamo tanti sogni.

Come spesso succede, terminati gli studi finimmo con non incontrarci più. Io iniziai a lavorare nella mia città, lontana circa cinquanta chilometri, lei continuò il suo percorso di studi e di vita a Cuneo. Sono pochi cinquanta chilometri ma, a volte, bastano per perdersi di vista, anche se nel cuore il ricordo è rimasto.

Si parla spesso male dei social network ma, in fondo, se usati nel modo giusto, possono essere utili e, qualche anno fa, dopo un periodo lunghissimo, proprio attraverso Facebook ho ritrovato Patrizia. Sono stata io a cercarla, perché in questi anni l’avevo pensata spesso, non avendo mai dimenticato la mia compagna di banco!

La ragazzina spensierata, la promettente pianista vincitrice di tanti concorsi nazionali e internazionali, si era trasformata in una donna segnata da tante sofferenze: la malattia e la morte dei genitori, per esempio e, soprattutto, la presenza nella sua vita di un figlio cerebroleso. Per quel figlio Patrizia ha fatto il possibile e l’impossibile, lottando come una leonessa  e forse di più per rendergli la vita meno difficile e più simile a quella di ogni ragazzo della sua età. Il giovane, che ora ha più di trent'anni, non parla e vive sulla sedia a rotelle ma, attraverso marchingegni vari che lo sostengono e sorreggono, o tramite l’aiuto di volontari, riesce a camminare, a pedalare su un apposito triciclo- bicicletta, a scivolare sulla neve con il bob, a nuotare in piscina nel ciambellone, a cavalcare,  ad esprimersi attraverso un particolare programma informatico e, con le mani e i colori, ha pure dipinto un sacco di bellissimi e coloratissimi quadri che ha esposto in una mostra!
Ogni anno vola a Philadelphia per seguire un programma sperimentale ed è un  ragazzo che esprime felicità da tutti i pori. Come ride di gusto, attorniato da tante belle ragazze, o mentre pratica sport, o quando è vicino alla sua mamma! Oltretutto, ha un viso bellissimo.

Quanta fatica, quanto dolore, quanto impegno, quanto coraggio ha però impiegato questa meravigliosa, stupenda mamma, per ottenere così tanti, sudatissimi progressi!

Una volta aveva scritto un post che mi aveva veramente toccata nel profondo:



"F. dorme in camera sua da quando aveva 2 mesi, ed è abituato a dormire sul pavimento. Ma, quando siamo in giro, dorme nel lettone tra me ed il muro, per non rischiare di cadere. Io ho l'abitudine di leggere fino a tardi, ma quando mi addormento, gli prendo la mano. Mi piace come lui, nel sonno, la apre ed afferra la mia con molta delicatezza, contrariamente alla spasticita' che lo attanaglia da sveglio. A volte ci svegliamo ancora così, e questa immagine null'altro rappresenta se non..la nostra vita. .."

Mi aveva fatto venire in mente mia madre, negli ultimi tempi della malattia. Anche lei aveva movimenti spastici, che sparivano nel sonno, e anche lei mi prendeva la mano, soprattutto quando la imboccavo per mangiare. In quei momenti, vedendola così tranquilla e affettuosa, anche se non se ne rendeva conto, cercavo di illudermi che tutto fosse a posto e lei fosse la stessa di sempre. Quel tocco mi trasmetteva pace e calore, ed era una sensazione dolcissima.

Ecco, le mani di Patrizia e suo figlio, teneramente allacciate, sono l’immagine di tutti i sentimenti più profondi dell’animo umano: Tenerezza, Orgoglio, Coraggio, Speranza, Determinazione ma, soprattutto, AMORE.  


Se volete conoscere il vero emblema dell’Amore, non avete che da guardare le loro mani. Parlano da sole!

domenica 27 ottobre 2024

Concerto della Special Orchestra, con inclusione di disabili.

 


Ieri, mio marito ed io abbiamo trascorso un interessante, piacevole e commovente pomeriggio, ascoltando, presso il teatro Politeama della mia città, un concerto della Rotary Special Orchestra, con il patrocinio di due Rotary club e la sponsorizzazione di una nota azienda locale, la Rolfo S.P.A.

Si tratta di un’orchestra nata due anni fa per iniziativa del maestro Sergio Pochettino, Presidente del Rotary club di Ciriè ed ex musicista del Teatro Regio di Torino, con l’intento di un pregevole progetto di inclusione e crescita psicofisica, per integrare musicisti professionisti con giovani persone diversamente abili, opportunamente formate e seguite passo passo nel loro percorso di avvicinamento e apprendimento musicale.
Abbiamo visto pertanto un’orchestra formata da otto professionisti ( chitarra, basso, due tastiere, batteria e tre maestre di canto) e circa dodici ragazzi, con disabilità fisiche e psichiche, impegnati a cantare, suonare piccole percussioni e una chitarra.

Dire che abbiamo assistito a veri e propri miracoli è dire poco, perché tutto si è svolto senza intoppi e stonature e devo proprio ammettere che i cantanti, molto più intonati di certi personaggi che vediamo in tv, riuscivano a trasmettere gioia e a commuovere il pubblico, cui sfuggivano spesso i lacrimoni. La mia vicina di poltrona ha addirittura pianto ad ogni esibizione e chissà quanti altri lo avranno fatto.
Le canzoni poi erano anche molto difficili, tratte dal repertorio di Celentano, Giorgia, Fiorella Mannoia, Gianni Togni, Lucio Battisti e molti altri, mica canzoncine elementari! Le tre maestre di canto, bravissime, elegantissime e bellissime, Jessica, Sara e Valentina, si facevano veramente in quattro per guidare i loro allievi. Gesti, movimenti labiali per ricordare le parole, canto nell’ orecchio di una ragazza audiolesa…

Quella che mi ha commosso di più è stata Jessica, che si inginocchiava ogni volta sul palco, ai piedi del suo cantante in sedia a rotelle, per stare al suo livello. Inutile dire che il ragazzo in questione, avesse uno sguardo adorante per lei. Dedico a voi il filmato relativo a “La prima cosa bella” in cui, esplicitamente, si è detto che la prima cosa bella per lui sia proprio la sua maestra di canto! Le immagini, meglio di qualsiasi parola, potranno farvi capire la perfetta simbiosi tra allievo ed insegnante. (peccato che mio marito, filmando, abbia tagliato il finale!)
Un’altra cantante che mi ha commossa particolarmente è una ragazza diciottenne che arrivava sul palco abbracciata a due peluche, che consegnava poi al direttore, Sergio Pochettino, affinché li tenesse in braccio e bene in vista durante tutta la sua esibizione, eseguita con voce limpida e senza stonature. Prima di iniziare comunicava alla platea la sua gioia: “Sono pronta e spacco tutto!” Al termine ci regalava un grosso inchino e poi correva gioiosa a riprendersi i peluche.
Splendide sono state inoltre le esibizioni delle tre coriste docenti, che ci hanno regalato due momenti magici di vera professionalità e arte.

Ah! Quante cose avrei ancora da raccontarvi! E quali emozioni ci hanno regalato anche le altre cantanti! Senza contare il pensiero dell’enorme impegno, fisico, professionale ed emotivo, utilizzato dai docenti per arrivare a questi risultati! Io, che sono stata insegnante per più di quarant’anni con i ragazzi ve lo posso garantire. Ma voi sicuramente avrete già capito e mi fermo qui. Ho visto che si possono trovare video ed interviste relativi alla Special Orchestra, se volete potrete approfondire l’argomento.
Ora vi lascio al video. Buon ascolto!

venerdì 18 ottobre 2024

Cantanti di oggi...

 Ieri, in una nota trasmissione pomeridiana trasmessa su RAI1, vista per caso per una decina di minuti, un certo giovane cantante di nome Gianmaria ha affermato: “Oggi, per un cantante non è necessario saper cantare, tutti usano l’autotune” ( noto software che corregge automaticamente l’intonazione vocale).

Gianmaria Volpato -immagine presa dal web

 Subito dopo è intervenuta Jasmine Carrisi, figlia di Al Bano e Loredana Lecciso, che ha sentenziato: “Infatti, oggi la musica è morta!” Nello studio è calato il gelo.

Jasmine Carrisi e Al Bano - immagine presa dal web

Non ho potuto seguire il resto di questa interessante conversazione, presa da attività più importanti da svolgere, ma tutto questo la dice lunga sulla situazione della musica leggera attuale.

Io posso affermare di conoscere tanti cantanti locali che la musica la conoscono eccome e sanno usare sapientemente corde vocali ed espressività, ma so già che non li vedrò mai in televisione o su un palcoscenico importante!

La musica non è morta, ma sicuramente è morta la meritocrazia!

Ricordo quando cercavo di spiegare ai miei alunni la necessità di impegnarsi, di studiare sodo, di seguire gli insegnamenti degli insegnanti…Mi rispondevano che oggi basta creare dei bei video e pubblicarli su youtube!

Decisamente sono troppo vecchia per capire! :(

venerdì 27 settembre 2024

Sex roulette, l'ultima follia degli adolescenti.

 

Foto presa dal web

Oggi non vi parlerò dei terribili e quotidiani crimini che avvengono nel nostro Paese, degli efferati omicidi, femminicidi, matricidi, parricidi, infanticidi, violenze sessuali, che insanguinano l’Italia e che ci fanno inorridire ogni giorno di più, tremare di sgomento e rabbrividire chiedendoci il perché di tutto questo e cosa spinga persone apparentemente normali e tranquille a compiere questi misfatti…Non ve ne parlerò perché già ci pensano i media a non farcene scappare nemmeno uno e siamo già abbastanza angosciati per conto nostro. Non parliamo poi della minaccia di una prossima guerra mondiale e con l’uso delle armi nucleari!

Oggi invece vi racconterò di una nuova moda esplosa sui social a favore degli adolescenti e di cui ho sentito parlare in questi giorni.

Pare che su tik tok sia nata una nuova sfida chiamata "sex roulette", una roulette russa del sesso in cui ci si sfida nell'avere numerosi rapporti sessuali completi con coetanei ( che mantengono il volto mascherato) conosciuti in chat ed incontrati in case o giardini appartati in cui tutti fanno sesso con tutti, senza contraccettivi. Perde il gioco chi resta incinta. Si può scegliere la sfida anche con una persona sieropositiva e perde chi resta contagiato. Si è scoperta questa situazione, a mio parere allucinante, a causa di una quattordicenne romana che, attualmente, si trova al sesto mese di gravidanza, senza sapere chi sia il padre e preoccupata, principalmente, solo dal fatto di aver perso la sfida. Ora la stanno seguendo i genitori e gli psicologi, naturalmente, ma il pensiero che una quattordicenne abbia potuto arrivare a tanto è veramente allarmante.

Dove sono finiti i primi palpiti per il ragazzino del cuore, il viso che diventa rosso ad ogni incontro, i sogni segreti per il principe azzurro, le emozioni per i primi baci? Dove sono finiti i progetti per avere un giorno una famiglia come la propria, dove il papà e la mamma si amano e condividono gioie e dolori nel rispetto e nell’amore reciproco?

Si dice che oggi manchino un’educazione sessuale e all’affettività, sia in famiglia che a scuola, ma mancavano anche ai nostri tempi e nessuna mai avrebbe immaginato di partecipare ad una sex roulette! Figuratevi che io, a quattordici anni, pensavo che le persone facessero sesso solo per avere figli, come succede per gli animali. Ricordo che un giorno, parlando con una mia compagna di classe, commentavamo il fatto che i miei genitori l’avessero fatto una volta, nell’arco del loro matrimonio, e i suoi genitori due, visto che lei aveva anche una sorella! Poi, dopo aver visto un film in cui si parlava di un figlio nato “per sbaglio” avevo chiesto delucidazioni a mio padre. Come potevano stupirsi tanto quei genitori, visto che avevano compiuto l’atto procreativo? Papà mi aveva allora spiegato che il sesso è anche un piacere e non si fa solo per riprodursi. Ecco, quella era stata la mia educazione sessuale.

Oggi i ragazzini hanno la possibilità di vedere qualsiasi cosa attraverso i cellulari ed ecco i risultati! Credo che sia effettivamente molto difficile controllare ciò che vedono e quel che si dicono quando stanno insieme. Inoltre i genitori lavorano entrambi, a volte sono separati, pieni di problemi, e non si può dare loro la colpa di tutto quello che combinano i figli adolescenti, molto più scaltri e smaliziati di quanto lo fossimo noi alla loro età.

Di sicuro, oggi è sempre più difficile essere genitori e le responsabilità nell’educazione e nella comunicazione sono ogni giorno più grandi.

venerdì 20 settembre 2024

Scusate la latitanza!

 Sono un po’ latitante ultimamente, lo so, sia per quanto riguarda i miei post, sia per le visite ai vostri blog.

Ci sono stati dei lavori in casa che hanno preso molto del mio tempo e la sera ero sempre stanca, in modo da avere poco tempo per il pc e la vita social. Inoltre, mio marito ed io, abituati a fare spesso delle piccole gite, che potevano poi essere oggetto di racconti, quest’anno ci siamo mossi pochissimo. Ad aprile, maggio e giugno non ha fatto altro che piovere, luglio e agosto sono stati caldissimi, da togliere qualsiasi voglia di andare in giro e, subito dopo, sono ricominciate le piogge. Ormai ci stiamo abituando ad uscire con l’ombrello nella borsa, perché piove quasi ogni giorno. Non posso sicuramente lamentarmi, visto quanto sta succedendo in questi giorni in Emilia Romagna e nelle Marche. Povera gente! Mi si stringe il cuore!

La mia città si trova su un altopiano e, per fortuna, è molto difficile che possa finire sott’acqua. Successe però, nel 1994, che parecchi paesi, distanti appena dieci o quindici chilometri, fossero alluvionati, come Alba, situata in una conca pianeggiante, invasa dal fiume Tanaro. Alba, tanto per capirci,  è nota per la fiera del tartufo, il palio degli asini e per essere la sede della Ferrero, produttrice della famosa Nutella e di tante altre prelibatezze di cioccolato.

Alba, capitale delle Langhe ( foto dal web)

Devo anche ammettere di essermi dedicata un po’ di più alle relazioni sociali “dal vivo”, con frequenti incontri con gli amici per passeggiate e cene conviviali.

Insomma, anche se non mi leggete spesso e non mi vedete regolarmente sui vostri blog, sono ancora qui, e vi prometto che m’impegnerò per essere un po’ più presente. Un abbraccio a tutti e a presto!

lunedì 26 agosto 2024

Terry e la giornata mondiale del cane.

 Oggi è la giornata del cane. Anch’io ne ho uno, un volpino,  come ben sapete.


Lo portammo a casa che non aveva ancora tre mesi, ma seppe subito farsi valere e trovarsi una posizione ben definita in casa. Era piccolo, stava in una mano! Aveva però dei polmoni ben strutturati e una voce potente. La prima notte cercammo di farlo dormire in una cuccia in cucina. Lui non guaì, non pianse, ma si mise ad abbaiare con tutta la forza che aveva, tanto che avrebbe potuto svegliare tutto il vicinato. Mio marito resistette per un po’, poi andò in cucina, prese lui e la cuccia e li portò in camera nostra, di fianco al letto. Da lì non si scollò più.

Nostro figlio scrisse su Facebook una frase lapidaria: “E’ ufficiale, sono stato sostituito!” In effetti era proprio come avere un altro bambino. Ci stava tutto il giorno alle calcagna e bisognava anche educarlo a fare la pipì in giardino. Prendeva con i suoi dentini tutto ciò che trovava e lo distruggeva: calze, ciabatte, magliette…In quel periodo avevamo i muratori in casa per ristrutturare un bagno. Gira e rigira non trovavano più spugne, attrezzi, panni…Un operaio non era italiano e non parlava bene la nostra lingua, ma si lamentava sempre: “Tuo cane ladro! Tuo cane porta via attrezzi!” Per farsi restituire il maltolto bisognava corrergli dietro per un bel po’ e per tutto il giardino. Inoltre non si poteva aprire il cancello sulla strada perché lui si fiondava immediatamente fuori a velocità supersonica, rischiando di finire sotto una macchina. Ogni volta che arrivava o usciva qualcuno, bisognava prima chiuderlo in casa a doppia mandata. Mai Terry fu nome più appropriato. Terry il terribile!

Arrivato ad un anno, però, maturò, si trasformò in un cane adulto e responsabile e non combinò più guai, anzi, quando uscivamo con lui, chiudeva immediatamente la bocca e non lo si sentiva più, socializzava con tutti, cani e umani, e lo si poteva portare tranquillamente al bar, al ristorante, persino a visitare una chiesa.

È incredibile quanto possa aiutare la socializzazione un cane! Le persone che incontriamo ci fermano per conoscerlo accarezzarlo, informarsi sulla sua età e sulle sue abitudini. Lo stesso fanno i proprietari degli altri cani, a cui Terry va regolarmente incontro. È maschio o femmina?” Chiediamo. Se è femmina non ci sono problemi, se non il fatto che lui ci provi con tutte. (In genere, sono però tutte sterilizzate) Se è maschio bisogna fare attenzione, perché non sempre i maschietti vanno d’accordo. C’è chi lo vede come un rivale ed è già stato aggredito tre volte. Insomma, ci sono alcune regole da seguire per portare serenamente a spasso un cane, inoltre bisogna essere provvisti di sacchetto per raccogliere le deiezioni, salvietta per lavargli il sederino (col pelo lungo che si ritrova, il bidet è necessario!) e anche l’acqua per bere e lavare le pipì. Insomma, una bella borsa piena di attrezzatura, come si fa per i bimbi piccoli!

Ora Terry ha dodici anni, ben portati. Corre, salta, insegue i gatti (li fa scappare, ma non li aggredisce), corteggia le cagnoline, fa le feste a tutti, chiede a gran voce i biscottini, vuole uscire ogni giorno per esplorare e conoscere altri cani, abbaia ai colombi sugli alberi e, quando lo lasciamo a casa da solo, ci aspetta sul davanzale della finestra, in modo da vederci immediatamente quando arriviamo. Ci impegna, perché ci sta sempre appiccicato come un’ombra e ci limita un po’ per quel che riguarda viaggi e vacanze, (che devono sempre essere anche a misura di cane) ma ci regala tantissimo amore, che vale bene qualche rinuncia.   

sabato 27 luglio 2024

Vacanze con sorpresa

 Anche quest’anno il momento delle vacanze è arrivato e, velocemente, terminato. Siamo stati ad Alassio, come l’anno scorso, scegliendo un tipo di vacanza che permettesse anche al nostro pelosetto Terry di farne parte. Lui, a dire il vero, credo che camminerebbe anche sui carboni ardenti pur di non perdere neanche un minuto da trascorrere con i suoi umani e, in effetti, nulla l’ha spaventato: né il caldo della spiaggia, né le camminate per arrivarci e andarcene più volte al giorno, né le continue attenzioni dei bagnanti che, pur di fargli le coccole e persino farsi scattare le foto con lui, non l’hanno mai lasciato tranquillo, né le passeggiate serali e i concerti sulle piazzette… Inoltre doveva controllare mio marito mentre faceva il bagno e, successivamente la doccia. Insomma, siamo stati dieci giorni come “tre piselli in un baccello”, come si suol dire. Vicini, vicini, ventiquattro ore su ventiquattro e il povero Terry riusciva a riposarsi soltanto un po’ dopo pranzo e di notte, ma devo proprio dire che la vacanza gli abbia fatto bene. Come diceva spesso mia madre: “Ciò che ripara dal freddo ripara anche dal caldo!” E il suo lungo pelo l’ha protetto dalle alte temperature. Inoltre, chissà, forse le sabbiature cui si è sottoposto per cercare refrigerio sotto i lettini in spiaggia gli hanno curato le articolazioni, sta di fatto che non l’abbiamo mai visto così sveglio e vispo, nonostante i suoi dodici anni. Sembra persino aver aguzzato la vista, dal momento che individuava mio marito mentre nuotava in mare e ne seguiva attentamente i movimenti, cominciando poi a scodinzolare quando lo vedeva avviarsi verso riva. Con il suo sorriso costante (era definito “il cane che sorride”) si è accattivato veramente la simpatia di moltissime persone, consentendo a noi di fare molte conoscenze perché, si sa, una parola tira l’altra e, in vacanza, è molto facile socializzare.


Lungomare Alassio



L’altra novità di Alassio è stata la scelta di un grosso esemplare di Caretta, una tartaruga marina tipica del Mediterraneo, ma diffusa anche in molti altri mari del mondo, di deporre le uova proprio in una delle spiagge più eleganti di Alassio, quella dei bagni Londra.  

Foto dalla Stampa

Domenica scorsa 21 luglio, all'alba, è uscita lentamente dall’acqua, ha attraversato lo stabilimento fino alla quarta fila e ha deposto circa 100 uova, che si schiuderanno fra quaranta o cinquanta giorni.  L'operazione è durata oltre un'ora, poi, con calma, è tornata ad immergersi in mare. A notarla sono stati alcuni passanti e i bagnini che stavano preparando lo stabilimento. Data la scelta dei bagni, è stata chiamata Queen Elisabeth in onore della regina inglese. Poteva essere diversamente? La zona è stata recintata, è ora monitorata dalle telecamere e tutta Alassio attende con ansia il momento della nascita. Fanno paura i gabbiani, quest’anno particolarmente affamati, che sicuramente cercheranno di catturare i piccoli durante il loro percorso verso il mare, ma credo che ci saranno delle persone a guardia di quel magico momento, che potranno allontanare i volatili.

Foto dal web


Ora siamo a casa, dove abbiamo trovato ad attenderci un bel caldo! Ma, dopo tanti mesi di brutto tempo e pioggia, non dobbiamo lamentarci, prima o poi doveva arrivare. W l’estate!

 

domenica 30 giugno 2024

In ricordo di Paola dei gatti.

 Conobbi Paola Facelli ai tempi di Splinder, almeno quindici anni fa. Il suo blog si chiamava “Paola dei gatti” e lei era una professoressa di liceo che amava così tanto i gatti da averne la casa piena. Erano ovunque: in salotto, in camera da letto, in bagno, in giardino…Sicuramente una donna molto particolare, ma anche tanto sensibile, disponibile, generosa, che sempre mi dava consigli per mio pelosetto Terry.

Per ogni suo animale aveva una storia da raccontare. Ogni post era dedicato ad un suo piccolo amico a quattro zampe.





Chiuso Splinder, la ritrovai su Facebook, ma da parecchio tempo non era più presente. Anch’io però non sono particolarmente assidua su questo social e non vi avevo fatto troppo caso.

Ieri mi è stato segnalato il suo compleanno e sono andata sulla sua pagina per scriverle gli auguri e allegare un bel mazzo di rose. Una volta pubblicato, mi sono soffermata a leggere i suoi post, visto che era da un po’ che non avevo notizie e scoprivo così, con costernazione, che Paola dei gatti, già da alcuni mesi, aveva “attraversato il ponte” così come tanti suoi amati pelosetti avevano fatto prima di lei.

C’era una dedica, proprio nel giorno del suo commiato da questa Terra. Diceva questo: “ Vogliamo immaginare che Paola si sia incamminata verso il Ponte, lungo un vialetto fiorito che conduce verso la Luce; accanto a lei i suoi amati gatti, cani, capre, la sua Tribù, come li chiamava, quelli che furono e quelli che ora sono, orfani del grande amore che ha donato loro. Quelli di cui ha narrato, con ironia, con tenerezza.

Vogliamo immaginare che se ne sia andata con un sorriso.

Con lei se ne va troppo presto una Signora dal sentire nobile come i suoi lineamenti. Una persona con la grazia d'altri tempi e un modernissimo senso dell'umorismo. Un'insegnante che molti rimpiangeranno, e non solo i suoi allievi.

Ci mancherà. Ci mancherà la Gentilezza d'animo. Ci mancherà il Rispetto per tutti gli animali”.

 Mi sono sentita come se avessi ricevuto un pugno nello stomaco. Paola è già la quinta tra gli amici blogger che non ci sono più. Li rammento tutti, proprio come se fossero stati miei amici nel mondo reale, a prova del fatto che nel mondo blog si possono creare rapporti umani profondi e duraturi.   

Ciao Paola, mi ricorderò sempre di te. Eri unica. Spero che i tuoi gatti possano continuare a vivere tutti insieme e possano ancora ricevere premure simili a quelle che tu donavi loro. Riposa in pace.

giovedì 20 giugno 2024

Un riccio in giardino.

 Anche quest’anno è tornato a trovarci il nostro amico riccio. Noi, dietro casa, abbiamo una buca nella quale gettiamo gli avanzi della cucina e del giardino: bucce, scorze, torsoli, frutta e verdure andate a male, foglie… La notte, al buio e nel silenzio, arriva il riccio e comincia a mangiare. Io gli lascio anche una tazza d’acqua per potersi dissetare. Per riuscire a vederlo bisogna avvicinarsi lentamente e silenziosamente alla fossa quando è buio e, nonostante non si veda nulla per mancanza di luce, provare a scattare delle fotografie con il flash sulla buca. Tornati in casa si guardano gli scatti e, se è andata bene, eccolo lì il riccio! Già dalla seconda fotografia lo si vede allontanarsi perché disturbato.

Una volta appurato che il riccio ci sia, è bene non tornare più a disturbarlo e, soprattutto, non avvicinarsi con il cane. Per fortuna, intorno alla fossa mio marito ha collocato un piccolo recinto che impedisce al cane di entrare ma, se abbaiasse, sicuramente disturberebbe il nostro piccolo amico, che deve essere riuscito a crearsi un’apertura nel recinto per entrare ed uscire.  

Ora ve lo presento: eccolo!




mercoledì 5 giugno 2024

CINQUE STRANE ABITUDINI

 La blogger Dark Myriam mi ha invitata a partecipare al seguente gioco:

Il primo giocatore inizia il suo post con il titolo “CINQUE STRANE ABITUDINI” e le persone che vengono invitate a scrivere sul loro blog a proposito delle loro strane abitudini devono anche indicare chiaramente questo regolamento. Alla fine del post dovrete scegliere cinque nuove persone da indicare e linkare il loro blog o web journal. Non dimenticate di lasciare un commento nel loro blog che dice “SEI STATO SCELTO” e comunicate anche loro di leggere il vostro.

Mi accingo quindi a partecipare, anche se, a dire il vero, non ritenga di avere abitudini strane, ma semplicemente delle abitudini.

CINQUE STRANE ABITUDINI

1)Quando mio marito ed io ci dedichiamo alle gite fuori porta, come passeggero, tengo il cagnolino sulle ginocchia e lo cingo con le braccia a mo’ di cintura di sicurezza. Lui non accetta di viaggiare nel bagagliaio da solo, e protesta a gran voce. Vuole stare con noi e, soprattutto, controllare il padrone che guida. Finisco con spupazzarlo per tutto il tempo, coccolarlo, accarezzarlo. Quando scendo, ho già pronta la spazzolina da passarmi sui vestiti, perché qualche pelo addosso ce l’ho sempre.



2)Quando mi alzo la mattina, una delle prime cose che faccio è mangiare colazione: caffelatte, fette biscottate e due biscottini per “dare buon gusto”. Durante le vacanze mi concedo invece una brioche alla marmellata e dello yogurt. Il bello è che mangio anche se dovessi alzarmi prestissimo per partire per un viaggio. Una volta ho fatto colazione alle due e trenta di mattina!

 3) Quando acquisto dei libri ne leggo attentamente la prefazione, mi informo sulla trama, insomma, cerco di evitare tutti quelli che potrebbero non piacermi. A quel punto, mi appassiono alla lettura, che diventa quasi una droga. Devo assolutamente scoprire come finirà e leggo in ogni momento e in ogni luogo: in cucina, in bagno, in giardino, a letto, andando avanti fino a notte fonda.  Anche quelli di ottocento pagine riesco a finirli del giro di due o tre giorni.

4)Nella nostra città c’è il mercato ogni venerdì, dislocato in ben due piazze diverse. Io non me ne faccio scappare nemmeno uno. Tutti i venerdì mi reco al mercato con la mia bicicletta (tranne quando piove e in bicicletta perché è impossibile trovare un parcheggio) e non compro mai granché, tranne frutta e, qualche volta, del pesce, però mi piace molto incontrare le persone e riesco sempre a fare delle belle chiacchieratine. Mi chiedo: chi vedrò oggi? Mi piace la casualità di questi incontri. Ogni volta una sorpresa.

5)Su YouTube ho scoperto la Zumba fitness. Tutte le volte che posso mi metto davanti alla tv e seguo i movimenti dei ballerini. Mi piacciono molto questi balli di gruppo, purché non siano troppo difficili. Alla mia artrite fa sicuramente bene un po’ di esercizio fisico e poi mi diverto. Anche oggi “vai con la zumba!” e sono riuscita a seguirne sette.

Ecco, ho svolto il compito richiesto. Non nomino nessuno in particolare, ma invito chi, tra i miei lettori, ne avrà tempo e voglia, a scrivere un post con le sue cinque abitudini strane. Fatemi sapere, che verrò a leggervi! E ancora grazie, Dark Myriam, per avermi nominata!

 

 

 

martedì 21 maggio 2024

Amianto: una paura vissuta personalmente in modo indimenticabile

 In questi giorni si parla molto del giornalista Franco di Mare, mancato per un mesotelioma da amianto contratto durante i suoi reportage nelle zone di guerra. Non solo mi dispiace per l’uomo che è stato ma, ogni volta, penso che a me avrebbe potuto succedere la stessa fine, e ancora mi vengono i brividi.


A farla breve, io sono in cura da dodici anni da un reumatologo per una malattia autoimmune chiamata artrite reumatoide e questo vuol dire essere tenuta costantemente sotto controllo a causa di un farmaco che potrebbe dare effetti collaterali poco piacevoli.

Già nel 2012, in occasione della prima radiografia al torace, mi trovarono un piccolo ispessimento pleurico e il medico gridò alla neoplasia. Mi fece effettuare due TAC con contrasto dalle quali risultò trattarsi di qualcosa di vecchio e cronicizzato, probabile strascico di una bronchite avuta in gioventù senza nemmeno essermene accorta. Ovviamente, ogni anno la radiografia vedeva il problema e, ogni volta, il referto diceva che la situazione era immodificata.

Nel 2016 il reumatologo riscontrò, negli esami del sangue, un valore troppo alto rispetto a quella che lui riteneva essere la mia situazione reumatica e gridò nuovamente alla neoplasia.

“Bisogna trovare la causa di questa infiammazione!” sentenziò, e giù esami, radiografie ed ecografie. Nulla sembrava dare una risposta al suo dubbio, finchè disse: “Tagliamo la testa al toro e facciamo una PET TOTAL BODY!” Non sto a raccontare l’avventura della PET in un ambiente che traboccava di malati oncologici e paura infinita…

Fatto sta che la PET, passandomi in rassegna da capo a piedi, dove pensate che si fermasse? Sul solito ispessimento, che venne interpretato come “malattia metabolicamente attiva” e lì si scatenò il putiferio. Il reumatologo mi mandò da una dottoressa della chirurgia toracica, che mi fece notare come le cellule di quel punto della pleura fossero più vive delle altre e che, quasi sicuramente, indicassero il terribile e incurabile mesotelioma maligno, quello tipico dell’amianto, tanto per intenderci.

“Lei ha lavorato l’amianto?”

“No! Io insegno ai ragazzi e suono il piano!”

“Non importa, l’avrà respirato senza accorgersene! _

 “Ma io sto benissimo!”

“Non vuole dire niente, potrà sopportare subito una terapia più aggressiva! Un immediato intervento e una chemio bella forte!

“Resta il fatto che dovrò comunque morire!”

“Mi dispiace! Non è ancora stata trovata la cura definitiva per questo problema. Però, per essere sicuri, dovremo prima procedere con una biopsia”

Per biopsia si intendeva un vero e proprio intervento in anestesia generale, con collasso di un polmone e prelievo di un frammento di pleura. Alla faccia della biopsia!

Da quel giorno cominciò il mio calvario fatto di ricerche sul mesotelioma (mai trovato uno che fosse guarito), di statistiche, di consulti con vari medici, fino ad arrivare alla biopsia vera e propria.

Mio marito mi portò pure da un famoso primario di pneumologia che, per la modica spesa di duecento euro mi disse: “I casi sono due! O il tumore ce l’ha, o non ce l’ha!”

Beh, questo lo sapevo anch’io!

Tutto questo iniziò il 19 dicembre e mi rovinò Natale, Capodanno e i giorni seguenti per alcuni mesi.

A scuola i colleghi mi chiedevano se volessi iscrivermi al tale corso di aggiornamento.

“Non mi iscrivo più, tanto devo morire!”

Il dentista aveva iniziato la preparazione per due impianti.

“Dottore, lasci stare, posso morire anche senza quei denti!”

Insomma, vivevo in un incubo senza fine chiedendomi continuamente come potessi essere in fin di vita pur sentendomi benissimo. Mio marito sembrava impazzito e, quando si confidava con qualcuno, piangeva tutte le sue lacrime.

Feci l’intervento dopo Capodanno e, per circa due mesi, non ne seppi più nulla. Infine, stremata dall’ansia, con un marito sull’orlo del collasso nervoso, telefonai in ospedale per chiedere come mai nessuno mi chiamasse più per dirmi il risultato della biopsia.

Mi rispose un medico che andò a scartabellare e mi rispose: “Tutto a posto, solo un po’ d’infiammazione!”

Ero così frastornata che non riuscivo nemmeno a provare sollievo, né a prendermela con i medici che si erano dimenticati di farmi sapere che non ero malata!

Però, nella situazione critica, tutte le persone che sapevano, per non parlare dei miei colleghi, che divisero con me ogni minuto di preoccupazione e tutti gli eventi, furono così affettuosi, premurosi, preoccupati per me, che mi fecero sentire molto amata e circondata da una totale aura di condivisione e preghiera. Ancora oggi non posso fare a meno di sentirmi grata.

Ora capirete perché, ogni volta senta nominare le parole “amianto, asbesto, mesotelioma” un brivido mi corra lungo la schiena e mi senta particolarmente vicina a chi abbia contratto questa terribile e silente malattia. Penso ai lavoratori dell’Eternit di Casale Monferrato, qui in Piemonte e a Franco di Mare e alla sua famiglia. Anche lui è morto a causa del suo lavoro e questo non dovrebbe succedere mai.

L’uomo ha compiuto grandi scoperte e fatto grandi progressi, ma l’invenzione dell’amianto fu purtroppo un terribile errore di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze. Anche i medici sbagliano, qualche volta. Nel mio caso, per troppo zelo, ma è meglio così piuttosto che per superficialità. Nonostante una paura terribile e momenti di angoscia che non potrò mai più dimenticare, sono contenta di essere ancora qui a raccontarli.

mercoledì 8 maggio 2024

Quarantaquattro anni di matrimonio

 Il 3 maggio mio marito ed io abbiamo festeggiato quarantaquattro anni di matrimonio.

Ricordo come fosse ieri: era una pallida giornata di sole con una temperatura mite, io indossavo l’abito che mi aveva confezionato mia madre con il pizzo Sangallo regalato dalla zia Maria, mentre il mio sposo aveva un vestito blu con la camicia bianca. Eravamo poco più che ventenni e molto innamorati.



Avevamo ricevuto molti regali, portati direttamente a casa da amici e parenti. A quei tempi si usava così. C’era proprio di tutto e non mancava nulla, anche se si contavano parecchi doppioni. Ad esempio, potevamo contare su ben sette servizi di piatti e altrettanti di tazze grandi e piccole. Non sono ancora riuscita ad utilizzarli tutti.

Ricordo poi l’episodio di una mia compagna di conservatorio sposatasi qualche anno prima. Mi aveva raccontato di aver ricevuto molti tostapane e rivelato che avrebbe fatto il possibile per liberarsene. Ero sicura che ne avrebbe rifilato uno anche a me ed in effetti era arrivato e, nel pacco, c’era addirittura il biglietto con gli auguri destinati a lei! :D

C’erano poi i regali dei miei alunni. Io avevo ben nove classi ed erano venute tutte a portarmi il loro pensierino. Mi riempivano di biciclette il cortile, si scolavano bottiglie di Coca Cola e mangiavano montagne di patatine. Mia madre si metteva le mani nei capelli: “Corri a fare rifornimento che abbiamo finito tutto e i ragazzini sono affamati!” Io uscivo a fare la scorta mentre lei li intratteneva. Erano così carini e dolci!

I regali si esibivano sul tavolo in sala e tutti potevano guardarli. Oggi i regali non si usano più. Si inviano bonifici sull’IBAN.


Dopo la cerimonia e il pranzo, avvenuto in un ristorante langarolo, gli amici, che erano ben più numerosi dei parenti, erano venuti a casa nostra. Mi ero seduta al pianoforte, ancora in abito da sposa, e avevamo cantato fino quasi a mezzanotte. Al giorno d’oggi si usa ingaggiare un dj professionista per intrattenere gli ospiti. Ai miei tempi, il dj era la sposa! :D
Non ho fotografie di quel momento. A quei tempi, diversamente da oggi,  nessuno pensava ad immortalare qualcosa, erano tutti impegnatissimi a cantare e a divertirsi!



Il giorno dopo eravamo partiti per Milano sotto una pioggia scrosciante. Visita della città e poi volo verso Palma de Mallorca. Negli anni ottanta, non so perché, era di moda andare a Palma. Per me si trattava del primo viaggio in aereo e mi era piaciuto molto. Al ritorno eravamo stati ancora a Pisa e Firenze.

Ripensare a quel giorno mi procura tanta nostalgia. Genitori, suoceri, zii, zie, vicini di casa…Nessuno di loro esiste più e persino alcuni amici sono già scomparsi. Mi mancano molto.

Intanto gli anni sono passati. Abbiamo imparato ad accettare le nostre diversità, a comprendere i nostri lati spigolosi e ad apprezzare i rispettivi pregi, a condividere le esperienze e, soprattutto, a rispettarci ed ad avere tanta pazienza.   

Noi oggi. Qui al matrimonio di un parente.
Buon anniversario a noi!

 

lunedì 22 aprile 2024

Comptine d’un autre été: L’Apres midi

 

Il brano” Comptine d’un autre été: L’Apres midi” è tratto dal film, uscito nel 2001,“Il favoloso mondo di Amélie”, in cui si racconta, in chiave poetica, la storia di Amélie Poulaine, una ragazza profondamente buona, che nasconde il suo bisogno di amore e felicità dietro l’iniziativa di una totale dedizione al prossimo.

Ritroviamo questo brano proprio nei momenti in cui Amélie si sente più sola ed indecisa sul da farsi per dare un senso ed una svolta alla propria esistenza. La melodia suggerisce attesa, sconforto, ma anche attenzione per ogni piccola sensazione che, come ciascuna nota, simboleggia la necessità di valorizzare ogni tassello della vita per poterla incanalare nella giusta direzione.

Vi lascio la mia personale, modesta interpretazione.