domenica 19 marzo 2023

Buona festa del papà!

 Tanti Auguri al mio papà che non c’è più e che sempre mi ha amata e protetta con tutto se stesso, e tanti Auguri al papà di mio figlio, che veramente fa il possibile per essere un padre amorevole ed un esempio di vita.

 Auguri a tutti i papà che si impegnano ogni giorno per offrire ai propri figli una felice esistenza, nel benessere, nel rispetto e nell’amore.

Buona festa del papà!



domenica 12 marzo 2023

Bau-amore...

 Nonostante i suoi 11 anni, il nostro cagnolino Terry è rimasto il solito, inguaribile, play boy. Eccolo mentre insegue una bella cagnolona che gli ha appena fatto battere il cuore, incurante delle dimensioni e delle difficoltà nel riuscire a tenere il passo. Quel che si dice: "Correre dietro a una bella femminuccia!"

Purtroppo, vuoi per la sproporzione tra le dimensioni, vuoi per il veto dei proprietari delle cagnoline, ogni avventura finisce sempre, nonostante l'impegno e le estenuanti corse, con un niente di fatto, eccettuata qualche casta leccatina sul musetto e alcune annusatine del sederino!



venerdì 24 febbraio 2023

Storia del gattino Ciccio e del nonno Pietro.

Sto vivendo un periodo un po' particolare, con problemi familiari dovuti a motivi di salute. Niente di particolarmente grave, ma comunque per me abbastanza stressante, tanto da lasciarmi quasi svuotata, incapace di pensare a qualcosa da scrivere in questo blog. Però ci sono i racconti di mio padre che tanto mi piacevano quand'era in vita e che mai ho dimenticato. Era proprio pensando alle sue parole, alle vicende della sua vita che molto amavo ascoltare nelle lunghe sere d'estate, che mi ero decisa ad aprire questo blog. Desideravo raccontare qualcosa anch'io. Vi ripropongo quindi la storia del gattino Ciccio e del suo incontro con mio nonno. Spero vi piaccia com'era piaciuta, a suo tempo, a me.  


Nonno Pietro
Mio nonno paterno non l'ho mai conosciuto, visto che lasciò questa Terra prima che io nascessi, ma mio padre mi aveva parlato spesso di lui, tanto che mi sembra davvero una figura familiare.
Papà, francamente, non aveva affatto una buona opinione del suo genitore. Lo descriveva come una persona fredda, insensibile e, soprattutto, molto avara.
Come aveva odiato quei pantaloni al ginocchio, gli zoccoli duri e la giacchetta troppo leggera in pieno inverno! Quanto aveva desiderato un paio di guanti per coprire le mani intorpidite dal gelo! Mio nonno era irremovibile: quegli indumenti costavano troppo e se ne poteva fare a meno. In casa poi, faceva in modo di versare della cenere sulla legna in modo che la stufa facesse solo fumo, senza mandare calore. Mio padre, ancora bambino, pur di stare in una cucina riscaldata, era persino andato da una signora a filare la lana.
Purtroppo mia nonna era morta quando papà aveva solo otto anni e, tre anni dopo, l'aveva seguita il figlio maggiore, cosicché lui e suo padre erano rimasti soli per anni, senza quasi parlarsi, ne' mostrarsi reciproco affetto. Nessuno frequentava la loro casa: ne' amici, ne' parenti.  

Cosa poteva essere successo a mio nonno per renderlo così insensibile? Era figlio unico e questo era un fatto piuttosto strano per una persona nata sul finire dell'ottocento, quando le famiglie erano molto numerose. Forse era stato anch'egli orfano  di madre e non aveva ricevuto affetto? Oppure erano stati i lutti della sua famiglia ad avergli inaridito il cuore, che aveva chiuso al mondo per non soffrire di nuovo?

Eppure un giorno successe un fatto che rivelò un lato completamente nuovo di mio nonno.
Mio padre, tornando da una visita a quella che era ancora la sua fidanzata, cioè mia madre, si trovò a passare da una scorciatoia in mezzo ai campi. Ad un certo punto sentì un miagolio e scoprì che un gattino grigio lo stava seguendo. Provò a mandarlo via, ma il micetto continuò imperterrito, con la coda dritta, a venirgli dietro, giungendo con lui fino a casa.

Mio nonno, appena lo vide, si arrabbiò: " Hai portato a casa un'altra bocca da sfamare?" Redarguì aspramente il figlio. Il gattino però, quasi capendo che si stava decidendo il suo destino, con un balzo saltò sulle ginocchia del vecchio burbero, strofinandoglisi contro e ronfando allegramente.  
Il nonno cominciò ad accarezzarlo, ricevendo a sua volta un sacco di coccole. Qualcosa si sciolse nel suo cuore di ghiaccio. C'era un piccolo essere che gli dimostrava affetto senza giudicarlo e che chiedeva solo di essere amato.  
"Lo chiamerò Ciccio e lo terremo!" Sentenziò.

Iniziò così un periodo in cui l'anziano e il gatto vissero in simbiosi. Dormivano persino insieme e dividevano il cibo.

Quando Ciccio morì, il nonno, che non aveva versato una lacrima ai funerali dei suoi familiari, si disperò e pianse.  Mio padre non lo aveva mai visto così. Chissà, forse mio nonno non aveva mai saputo dare amore perché non l'aveva mai ricevuto, forse, se fosse stato amato, o educato in un altro modo, sarebbe stato un uomo diverso. Mi sono chiesta tante volte come potesse essere veramente, come avesse vissuto da ragazzo, ma non lo saprò mai.

In ogni caso, Ciccio aveva saputo toccare delle corde che non vibravano da tantissimo tempo e aveva compiuto un piccolo miracolo. Mio padre era così riuscito, finalmente, a provare tenerezza per quell'uomo burbero che l'aveva generato, che forse l'amava, ma era incapace di dimostrarglielo.   

domenica 5 febbraio 2023

Buon compleanno, figlio mio!

 La vita, a volte, presenta irte salite, le cui cime si raggiungono solo arrampicandosi con fatica come sulle dure pareti di una roccia. E' possibile cadere, ma l'importante è rialzarsi, riaggrapparsi con forza e ricominciare a salire, per raggiungere sempre nuovi e meravigliosi traguardi. 



sabato 28 gennaio 2023

Vi racconto...la storia di questo blog!

 


Ho fatto il mio ingresso nel mondo blogger, sulla piattaforma Splinder,  nel lontano 2004. Ero curiosa di vedere come funzionasse questo luogo a me sconosciuto e, complici anche i nuovi aggiornamenti per gli insegnanti che parlavano di blog scolastici, volli provare a costruirne uno mio prima di farlo per i ragazzi. Se avessi combinato qualche guaio, almeno non lo avrebbe saputo subito tutta la scuola!

Si trattava di scegliere un username, cosa che non avevo mai fatto, e usai ben poca fantasia, poiché utilizzai lo stesso mio nome vero, ma “alla francese”. Scoprii poi che fosse usanza scegliere nomi ben più romantici e fantasiosi, come Perla smarrita, Cuore di Matita, Lupo della steppa, Cabiria…ma ormai era fatta, e Katherine mi rimase appiccicato per sempre.

Che cosa avrei potuto scrivere e, soprattutto, quale titolo avrebbe avuto il mio blog? Pensai a quanto mi fosse sempre piaciuto sentire mio padre raccontare le sue storie di vita e ne avevo giusto una appena accaduta da scrivere a mia volta. Così pensai di cominciare da quella vicenda e di intitolare il blog: “Vi racconto…”

Chi non l’avesse letta, potrà ritrovarla qui e parlava dell’amicizia nata tra due bambini e sopravvissuta ottant’anni, nonostante la vita e un oceano li avesse separati per almeno la metà di un secolo.

La mia prima lettrice ed amica virtuale fu una ragazzina di sedici anni. Poi arrivò un giovanotto di trentaquattro al quale, invece di commentare il suo post dove avrei dovuto, finii per sbaglio di scrivere in un form che portava direttamente alla sua mail. Ero proprio una principiante! Lui si sentì ovviamente lusingato per quello che pensava fosse il mio desiderio di conoscerlo meglio e mi rispose. Chiarito l’equivoco, iniziammo anche una corrispondenza che ci portò ad essere, in poco tempo, amici. Ci incontrammo anche di persona durante un mio viaggio nella sua città con marito e figlio e andammo a cenare insieme, ovviamente con le rispettive famiglie.

Conobbi poi un certo Giossi, che si definiva un soldato combattente. Per parecchio tempo pensai che fosse un uomo, invece era una donna. Era di Torino e volle conoscermi, perché le sembravo troppo sincera e non potevo essere vera, a suo dire. Venne nella mia città e c’incontrammo. Nacque un buon rapporto di amicizia, ma dopo qualche anno morì, colpita da un brutto male.

Mi cercò anche un anziano vecchietto di oltre novant’anni. Si chiamava Sebastiano Spadaro ed era desideroso di imparare tutto sul mondo blog. Ogni tanto combinava pasticci con il template del suo blog e mi chiedeva aiuto. Era una persona molto giovanile, curiosa e colta. Purtroppo, anche lui morì e mi ritrovai a visitare ogni tanto le sue pagine come un parente al cimitero, finché la chiusura di Splinder non lo cancellò definitivamente.

Cuore di Matita invece era un pezzo grosso in una grande e famosa agenzia pubblicitaria di Milano. Concesse gentilmente un’intervista ad una mia classe. Una mattina ci telefonò in videochiamata dalla sua agenzia e i ragazzi poterono soddisfare tutte le loro curiosità tempestandola di domande a cui cortesemente ed esaurientemente rispose.

Un altro blogger, oltre che bravissimo informatico, consulente per tutti i miei problemi di principiante, era anche un bravo chitarrista. Venne ad acquistarne una in un grosso magazzino musicale che si trova dalle mie parti e ci incontrammo là.

Dagli Usa scriveva anche una signora che era stata, in Italia, un’insegnante di Inglese. Scoprii che aveva lavorato anche in una città vicino alla mia e, quando venne a visitare i suoi ex colleghi, c’incontrammo. Ci rivedemmo anche qualche anno dopo poiché, nel frattempo, dopo venticinque anni, era tornata a vivere in Italia per accudire gli anziani genitori. 

E poi ancora Sherazade, l'unica di allora che ancora blogghi, ma su Wordpress, conosciuta nel 2004 e mai incontrata dal vivo.  Insieme abbiamo però  condiviso ben diciannove anni di  momenti belli o dolorosi delle nostre esistenze e ci siamo confortate a vicenda.

Tante altre storie di vita vi potrei raccontare e altri incontri…Molte cose sono cambiate. Ma la maggior parte di quelle amicizie è rimasta. Una sola sui blog. Le altre sono migrate su Facebook, a partire dall’allora sedicenne mia prima amica, oppure ci si sente via mail o WhatsApp.

Mi ha fatto effetto vedere per la prima volta il viso di molti blogger che conoscevo da anni, ma solo per i loro scritti. Invece su Facebook c’erano le foto.

Questa è la sostanziale differenza. Ora non esiste più quell’alone di mistero sull’aspetto fisico e neanche troppo sul nome vero. Chi scrive un blog è anche sui social e non si nasconde più dietro un nick name. Probabilmente c’è anche una maggiore sincerità, quella che io ho avuto sempre, ma non tutti avevano. Ad esempio, un’amica blogger si era innamorata di un certo Andrea, trascorreva le sere a parlare con lui, a fare progetti, finché aveva scoperto che Andrea era una donna. Un vero colpo al cuore!

C’erano i blog dark, quelli che trattavano storie di adulterio, quelli delle adolescenti con i problemi esistenziali…adesso mi sembra che i blog, che sono molti in meno di allora, siano scritti solo da persone adulte, che hanno la passione di scrivere e comunicare, ma non di imbrogliare giocando ad essere diverse dalla realtà.  Pochi ma buoni, si potrebbe dire!

A me piace scrivere, ma devo averne l’ispirazione e il tempo e non voglio viverlo come un lavoro.  Posso stare giorni senza scrivere, né leggere nulla, poi passo da tutti voi a fare un giro, accorgendomi di essermi persa parecchi post. Però ci sono. Saltuariamente, ma ci sono. E adesso vi abbraccio e vi dico: “Buon blog!”

domenica 15 gennaio 2023

Gli occhi della felicità

Immagine presa dal web.

Qualche giorno fa sono stata in ospedale alla consueta visita di controllo dal reumatologo. Per otto anni ho avuto sempre lo stesso medico: depresso, triste, preoccupato, pensieroso…mi faceva sentire sempre più malata di quel che sono. Uno stress! Poi c’è stata l’epidemia, che lo ha reclutato nel reparto Covid, ed io ho trovato ad attendermi un altro medico. Quest’ultimo si è rivelato giovanissimo, fresco di nomina, gioviale, cortese, gentile e, soprattutto, con uno sguardo che sprizzava felicità. Felicità per il suo lavoro, per l’ospedale che lo ha ben accolto da un’altra provincia, per il team in cui si è trovato a collaborare e anche per le località circostanti che gli piacciono molto. Mi ha infatti rivelato di venire spesso a trascorrere il suo tempo libero nella mia città e nei paesini di Langa limitrofi come La Morra, Barolo e Monforte.
 Il fatto di poter conversare amabilmente di altre cose e non solo di freddi dati, me lo ha fatto sentire più vicino, più umano. E poi quegli occhi felici mi sono rimasti impressi e hanno fatto sentire felice pure me.

In seguito, mio marito ed io siamo stati in pizzeria con nostro figlio e, per la prima volta, con la sua ragazza. È stata una serata molto piacevole e serena, diversa dai momenti in cui c’è solo lui e guarda di nascosto il cellulare, scappando appena terminato di mangiare perché, a suo dire, “è molto stanco”. Invece stavolta abbiamo conversato tutti insieme a lungo, tanto che, alla fine, è stato mio marito a chiudere la serata. Era bello vedere i due ragazzi scambiarsi, ogni tanto, leggere carezze, parlarsi dolcemente e guardarsi teneramente, con occhi che brillavano come stelle. Cosa c’è di più bello, per due genitori, che vedere un figlio felice?

Ho incontrato poi E, un mio ex collega, a spasso con cognato e nipote. Anche loro erano molto felici. E. mi ha spiegato che suo cognato è stato molto malato, tanto da aver bisogno di un trapianto di rene. Sua moglie, sorella del mio collega, non ha esitato un istante e, scoperto di essere compatibile, ha regalato uno dei suoi reni al marito. Ora la famiglia ha ritrovato la felicità perché stanno tutti bene e possono di nuovo pensare ad un futuro tutti insieme.

Felicità per un lavoro che piace ed è svolto in un ambiente positivo, felicità per avere accanto la persona amata, felicità per aver ricevuto il dono di una nuova vita da una persona cara. Felicità provata non per denaro, prestigio, o cose materiali, ma per i frutti del proprio impegno, per la compagnia giusta, per una rinascita. Felicità che si trasmette anche alle altre persone.   

Ieri ero in casa e, pensando agli occhi di queste persone, devo aver sorriso. Mio marito mi ha chiesto: “Cos’hai da sorridere da sola? A cosa pensi?”

“Penso agli occhi della felicità.”

   


mercoledì 11 gennaio 2023

Nebbia e fiori a gennaio...

 Intanto a gennaio, in una giornata di nebbia piemontese, in pieno centro a Cuneo, le siepi fioriscono..



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lunedì 9 gennaio 2023

Le feste sono finite!

 Questa volta le feste sono davvero finite. Natale, Capodanno, Epifania, sabato, domenica…Basta festeggiamenti, auguri, pasti pantagruelici, panettoni e pandori, gite fuori porta; si torna alla normalità!

Non posso lamentarmi delle festività appena trascorse, pur se in modo semplice e casalingo. Famiglia riunita a Natale, cenone di Capodanno a casa di amici…Giornate serene, tranquille, in bella, sana e buona compagnia. Cosa volere di più?

Non posso però ignorare il mondo intorno a me, come la guerra in Ucraina e le esecuzioni capitali in Iran, tanto per fare un esempio. Come madre non posso non pensare ai tanti ragazzi caduti in una guerra che non hanno mai voluto e a quelli che sono stati giustiziati con la pena capitale semplicemente per aver espresso il loro pensiero, per non parlare delle ragazze uccise a suon di botte e stupri per aver rifiutato il velo. Penso a loro e alle loro madri, che tanto si sono impegnate per crescere figli istruiti, coraggiosi, pieni di ideali e hanno finito per vederli appesi ad una corda. E’ un’immagine raccapricciante che non riesco nemmeno a pensare!

Poi ci sono le malattie non ancora debellate che continuano a portarsi via tante persone, il Covid che sta tornando dalla Cina,  i femminicidi in ripresa, i problemi economici delle famiglie…

Ogni volta spero che l’Anno Nuovo sia migliore del precedente e, ogni volta, resto delusa.

Eppure, almeno ogni tanto, credo sia necessaria una piccola dose di egoismo per non pensare alle sofferenze dell’umanità e riuscire a godere dei momenti belli che ancora può offrire la vita, per sentirsi bene ammirando le bellezze della natura, dell’arte e della poesia, ascoltando la musica, provando tenerezza nei confronti dei bambini e dei nostri amici pelosetti, ridendo e sorridendo quando sia possibile …

Buona vita a tutti, tanta salute e serenità!