martedì 28 gennaio 2014

SHINE ON AWARDS



Ricevo, del tutto inaspettatamente, il premio SHINE ON dall’amica blogger “Dovesei”.


Molto gentilmente mi chiede di non mandarle delle maledizioni. Come potrei? Uno perché non è mia abitudine mandare certi pacchi alle persone, due perché non potrei proprio essere scortese con chi mi fa un regalo! Così eccomi qui a partecipare all’iniziativa anche se, dopo così tanti anni che mi conoscete, sarete ben stanchi di sentire le stesse cose! Chiedo venia quindi, ma mi tocca! :)


Le cinque regole da seguire per partecipare allo Shine on awards:
1- Inserire il logo dell’award sul fronte del post, 2- Riportare il nome del blog che ti ha nominato, 3 – Rispondere alle domande su noi stessi, 4 – Nominare altri 15 blogger per lo Shine on award, notificandone i link per i rispettivi blog, 5 – Far sapere ai blogger designati che hai pensato a loro per la nomination.

Ai primi due punti ho già risposto. 

Vediamo quindi il terzo:

Rispondo:
  1)Perché hai iniziato questo blog? Perché dovevo aiutare un collega a crearne uno per gli alunni e, non sapendo come fare, avevo provato a costruirne uno per me. Erano così arrivati i primi commenti, i primi amici e, alla fine, il blog sta andando avanti da ben dieci anni, mentre il collega è già tranquillamente in pensione.


2) Qual è la cosa più importante della tua vita? Sicuramente la mia famiglia e la salute. La salute dà  la forza per combattere le innumerevoli battaglie della vita aiutando se stessi e la propria famiglia.

3) Il cibo di cui non puoi fare a meno? Il latte e la frutta.

4) Il tuo posto del cuore. Il poligono di tiro dove sono nata. Lì ho trascorso gli anni più belli della mia vita perché ero ancora bambina, non avevo alcuna preoccupazione e sentivo tanto amore e protezione intorno a me.  C’erano i nonni che ne erano custodi, gli zii, i cugini, tanti amici, i miei genitori e tanti campi di grano e di trifoglio, pieni di fiori.  Ogni volta che ci passo davanti sento sempre un piccolo brivido di rimpianto per quegli  anni che non torneranno mai più.




5) Come ti vedi nei prossimi 10 anni? Oioioi…questa è una nota dolente. Ad una certa età gli anni che passano non portano nulla di buono. Meglio non pensarci!

6) Tre delle cose senza le quali non esci mai di casa. Gli occhiali, il cellulare, l'orologio.

7) Una citazione che ti caratterizza: “Finché c’è vita c’è speranza”.

A questo punto, però, mi fermo qui. Lascio a chi passerà da queste parti e a chi lo vorrà l’invito ad accettare la nomination. Siete tutti premiati!

domenica 19 gennaio 2014

Di tutto un po'...



È un periodo in cui la mia vena narrativa sembra essersi esaurita.  Ogni tanto penso che sarebbe bello scrivere un nuovo post, ma non mi viene in mente nulla d'interessante.


Ah! Se guardiamo gli avvenimenti di questi ultimi giorni ci sarebbe parecchio da commentare! Tanto per fare un esempio, la suora che ha partorito. Non mi scandalizzo per il fatto, ci mancherebbe, ma piuttosto mi sembra incredibile che la suorina abbia dovuto ricorrere ad un'ecografia per scoprire di essere prossima al parto. Insomma, ha avuto ben nove mesi per rendersi conto che quel pancino che cresceva non poteva dipendere da un'indigestione d'anguria! Persino la Madonna, che pur aveva avuto un incontro con lo Spirito Santo senza nemmeno accorgersene, sapeva di aspettare un figlio!


Tutti i giornali hanno poi parlato delle imprese di grande conquistatore del Presidente francese, più conteso di un grande divo del cinema. Qui però la riflessione è facile: se fosse una persona comune, con uno stipendio da milleduecento euro al mese,  non avrebbe sicuramente lo stesso fascino!


C'è stato il deragliamento del treno in Liguria. Vederlo ancora là, in bilico sul burrone, è veramente impressionante. Immagino il terrore dei passeggeri che hanno dovuto correre a sistemarsi sul lato del treno opposto alla voragine, in modo da fare da contrappeso ed impedirgli la caduta nel vuoto. Che momenti!


Ci sono infine i tanti omicidi e suicidi dettati dalla disperazione o dalla pazzia: tra gli ultimi, quello di un padre di famiglia, stimato banchiere, che si è ucciso dopo aver assassinato moglie e figlio ( un bellissimo ragazzo, appena laureato, di appena 23 anni!) e quello di un omicida, tenuto in una comunità di recupero, che, non solo non ha recuperato, ma ha ammazzato il compagno di stanza a colpi d'accetta. 


Insomma, sono tanti i fatti di cui si sente parlare ogni giorno, e quasi tutti ci fanno sentire sempre più tristi ed impotenti. E' inutile dilungarsi a parlarne, già lo fanno i mass media, ogni giorno, con dovizia di particolari.


Meglio pensare allora alla natura che ci circonda, quando non è rovinata dall'uomo, e provare a stupirci, a meravigliarci per i doni che ci riserva ancora, nonostante tutto.

Allego alcune fotografie di mio figlio, che ama molto la vita all'aria aperta e si diletta a fotografare gli animali e i paesaggi che si prospettano davanti al suo obiettivo durante le sue passeggiate in montagna o in campagna.

Erba gatta
Un volpacchiotto che ancora non ha paura degli umani
Cucciolo di stambecco
Questo è il nostro Terry che ha scoperto la neve!
Caprioli adulti nel bosco
Primi approcci di Maury con il cavallo di un amico
Monte Chaberton, salita in bicicletta a 3000 metri

sabato 11 gennaio 2014

Della serie: "Io speriamo che me la cavo"...

Entro in una classe terza. 
Si avvicina alla cattedra un alunno: « Professoressa, mi sono preparato per l'interrogazione, visto che ero assente alla verifica! Non ho più trovato però gli appunti sui quali ci aveva chiesto di studiare e ho preparato l'argomento sul libro, da qui a qui».
Mi fa vedere sul libro. Esclamo: «Ma... sono sei righe! »
Sono esterrefatta, ma tanto passa il convento. Mi accontento di sentirlo su quel poco.
A quel punto, lui riduce ulteriormente la sua esposizione con un'unica frase: « La musica nel cinema esprime un avvenimento...»
 «Avvenimento? Sarà magari un'emozione, uno stato d'animo! Come può la musica esprimere un avvenimento? Al massimo potrà sottolinearlo, accentuarlo, attraverso un sottofondo adeguato alla scena»
 «Sì, è così, volevo proprio dire questo... »
 Già, voleva dirlo, ma intanto l'ho detto io. Lo mando a posto dicendogli di prepararsi almeno per l'interrogazione di flauto, visto che, anche in quel caso, ha un quattro e un cinque. Che poi, per una come me, che cerca sempre di aiutare gli alunni consentendo loro di esprimersi sui brani a loro più congeniali, assegnare un'insufficienza vuol proprio dire che l'alunno deve aver suonato qualcosa d'inascoltabile.


 Passo a quel punto a dettare alla classe una breve sintesi sull'Impressionismo musicale, per semplificare l'argomento del libro. « L'impressionismo nasce in Francia...I pittori dipingono all'aria aperta... »
Si alza una mano: « Cosa vuol dire: all'aria aperta? »
Allibita, spiego con alcuni esempi dai quali capisco che i ragazzi, non associando quei termini alla merenda o al gioco, immaginano che per i pittori abbiano un altro significato.
Proseguo dicendo che, per quanto concerne la musica, aderisce al movimento Claude Debussy, utilizzando una scala particolare definita "esatonale", costituita da sei toni consecutivi.

Si alza un'altra mano: «Scusi, ha detto toni, tomi? Che cosa sono? » Si leva una voce: «Dai i tomi no? I tomini, quelli così buoni! »
Mi cade il mondo addosso. «Ragazzi, stiamo facendo una lezione di gastronomia o di musica? Cosa c'entrano i tomini di formaggio con l'Impressionismo? »
Spiego allora, per l'ennesima volta, che il semitono è la più piccola distanza tra due note e che è la metà di un tono. Disegno anche uno schizzo sulla lavagna dove, su un'immaginaria corda di chitarra, scrivo tutti i semitoni, invitando poi i ragazzi a costruire una scala formata da sei toni partendo da DO (quindi spostando tutte le note di due caselle, visto che servono due semitoni per ottenere un tono) 


Un'alunna si offre di andare alla lavagna. Le rispondo che non è il caso, perché ci sono solo poche note da scrivere e farebbe meglio a prendere gli appunti sul quaderno, ma lei insiste e la accontento. Farà in fretta a ricopiarsi quella riga di pentagramma. Con la classe discuto ancora di alcune cose, poi mi giro e cosa scopro? Che l'alunna, per ingannare il tempo, (ovviamente l'idea di ascoltare la spiegazione non le passa nemmeno per l'anticamera del cervello e si sta annoiando) ha cancellato tutte le scritte sulla lavagna, compreso lo schizzo sui toni e semitoni che serve per ragionare sulla scala esatonale! Non intende farmi un dispetto, ne sono sicura. Tutta la classe ride e lei è mortificata.
Devo rifare il disegno.

 A questo punto, però, mi chiedo: "Gli alunni ci fanno o ci sono?"

domenica 5 gennaio 2014

2014: consuntivi e previsioni.



Un anno è terminato, un altro è appena iniziato, potrebbe essere tempo di consuntivi e previsioni.


Che dire: ormai da anni ho raggiunto la maturità e, da molto tempo, ho un lavoro, una famiglia, una casa, una città in cui vivere, fin dalla nascita. Da un po' di tempo gli anni si succedono uguali e l'unica speranza che mi resta è quella di riuscire a mantenere, il più a lungo possibile, ciò che ho. Non diventerò più giovane, più bella o più sana, e mia madre non recupererà la parola o i ricordi. Posso solo sperare che mantenga, il più a lungo possibile, la capacità di stare in piedi, che già comincia a vacillare.  

Questi sono anni di crisi, ma se penso alla mia infanzia e alla giovinezza, posso affermare di essere stata molto più povera di adesso e, tutto sommato, sono ormai temprata ai sacrifici.
Ciò che mi spaventa di più è la possibile perdita della salute. Quando si è nel pieno delle forze, si possono affrontare tante battaglie, superare momenti difficili, sostenere dure prove, ma se mancano le forze la vita si trasforma in un tunnel buio senza sbocchi alla luce.
Ho visto recentemente l'attrice Anna Marchesini da Fabio Fazio. Soffre della mia stessa malattia autoimmune, ma in una forma molto grave. Fa fatica a parlare e le dita delle mani si sono bloccate in una posizione innaturale. Mi sono parecchio spaventata e confesso che il futuro stia cominciando a farmi paura. 

Bando ai pensieri funesti, l'anno nuovo è appena cominciato e bisogna pensare ai buoni propositi.
Dovrei trovare il tempo per suonare di più il pianoforte, fare un po' di ginnastica e camminare. L'attività fisica è importante, ma a volte sono così stanca che non vedo l'ora di abbandonarmi sul divano, dove finisco con l'addormentarmi. Mi è già persino capitato di assopirmi mentre imbocco mia madre, risvegliandomi con il cucchiaio in mano a mo' di statua!

Per il resto, non posso che sperare che l'anno nuovo porti tante belle novità per mio figlio e per tutti i giovani della sua generazione. Sono soprattutto loro che hanno bisogno di cambiamenti, opportunità, speranze per il futuro. Hanno tutto da costruire e poche chance per farlo.

E voi, cosa sperate dal 2014?