Ho
superato da un po' la boa del mezzo secolo e, anche se la cosa mi fa parecchia
impressione, almeno nello spirito mi sento molto più giovane ( ma il mio corpo
non è troppo d'accordo...)
Sono
nata il 30 giugno, in una calda notte d'estate e sono rimasta figlia unica.
Sono stata molto amata e tanto ho amato. Tutti coloro che entravano a casa
nostra lo percepivano e dicevano: "Quanto ti devono amare i tuoi genitori!
Si vede da come ti guardano, da come ti ascoltano..." Era vero e anch'io
lo sapevo. Eppure i miei genitori non mi hanno mai viziata. Mio padre era un uomo dolcissimo, ma sapeva essere autorevole quando necessario e i suoi
"No" erano categorici, mentre mia madre non lo contraddiceva mai
nelle decisioni. Non erano nemmeno tipi da abbracci e baci. Non ricordo che l'abbiano
mai fatto. Loro erano "presenti", si interessavano a ciò che facevo, mi
incoraggiavano, mi aiutavano come potevano, ma non mi lodavano mai. Per loro
andava sempre "abbastanza bene" e, a volte, questo mi faceva
arrabbiare.
Io, a cinque anni. |
Non ci è mai mancato il necessario, ma il
superfluo era un lusso che non potevamo permetterci. Ad esempio, non avevamo la
macchina. Papà diceva che non era necessaria, visto che dovevamo solo spostarci
in città, e così tutti andavamo in bicicletta: lui al lavoro, io a scuola, mia
madre a fare la spesa. Avevamo la casa nostra, ma non i termosifoni, e papà
scendeva la mattina presto per accendere la stufa. Però siamo stati i primi ad
avere la televisione, perchè "era cultura", e i vicini venivano a
casa nostra per vedere le trasmissioni, sull'unico canale di allora, mentre io,
tra i quattro e i cinque anni, imparavo a leggere e scrivere correntemente dal
famoso Alberto Manzi, con la trasmissione "Non è mai troppo tardi".
Da quel momento, a casa nostra, i libri non erano più mancati.
Mio padre, che andava a lavorare in bicicletta anche in pieno inverno. |
Un
altro "lusso" furono le lezioni di piano, tipiche delle signorine di
buona famiglia di allora, non certo dei figli degli operai e delle sarte. Mia
madre aveva in mente di farmi diventare maestra e si ricordava che, ai suoi
tempi, gliene piaceva tanto una che veniva nella sua classe per insegnare le
canzoncine, perciò io avrei potuto essere come lei e fare felici tanti bambini.
In
mezzo a tutte le signorine "bene" della città, poco avvezze alle
fatiche dello studio, io, a otto anni, emersi subito, tanto che gli insegnanti
mi proposero persino di darmi lezioni gratis, purché non smettessi. Fu così che
presi, ancora preadolescente, la decisione di diventare insegnante di musica.
Attraverso
il loro esempio, i miei genitori mi hanno insegnato a portare a termine gli
impegni presi, a mantenere la parola
data, a essere parsimoniosa, a non giudicare gli altri, a vedere il lato
positivo delle cose, a rispettare persone, animali e cose ma, sopratutto, ad
amare e a sentirmi felice per ciò che ho e che riesco a conseguire con
l'impegno e il sacrificio.
I miei genitori ridevano spesso e trasmettevano allegria. |
Da
ragazza ero molto timida e mio padre mi spingeva a uscire, ad andare a divertirmi,
piuttosto che stare in casa a leggere e a suonare. Fu così che, dopo sua insistenza, a
diciannove anni andai ad una festa dove conobbi un ragazzo della mia età e
"festa fu galeotta". Dopo cinque anni di frequentazione ci sposammo e,
da allora, siamo ancora insieme.
Ieri sposi... |
Abbiamo
un figlio di trentacinque anni, laureato, che pratica diversi sport, in particolare l'arrampicata, la mountain bike e il nuoto, è
appassionato di fotografia e suona la chitarra.
Fotografia, che passione! |
Jam session |
Che passione scalare! |
Abbiamo
anche un cane, volpino Spitz, che ama molto viaggiare e socializzare.
Fino a nove anni fa ho accudito mia madre, malata di Alzheimer, che, per dieci anni,
ha vissuto in un mondo tutto suo. L'ho persa due volte: la prima, diciannove anni fa, quando ha smesso di riconoscermi, la seconda, quando ha chiuso gli occhi tra le mie braccia. Tanto amore ho ricevuto, tanto ho restituito.
Terry adora mio marito! |
Ho insegnato musica per anni nella scuola della mia città, in provincia di Cuneo, la stessa
che avevo frequentato a mia volta. Ora sono in pensione ( anticipata, perché ho iniziato a lavorare a 18 anni...)
Non
sono un tipo particolarmente sportivo, ma mi piace camminare, andare in
bicicletta ( non in salita però!) e, comunque, non sono una che stia
sempre ferma.
Mi
piace tutta la musica, ma non amo troppo il rock duro o la musica assordante.
Quando studiavo pianoforte mi dissero che ero un'interprete piena di fuoco e
passione e, in effetti, ho sempre odiato Debussy, che mi costringeva ad essere
"eterea ed evanescente", proprio perché non sono riuscita ad esserlo
mai.
Sono
una che mangia poco, pertanto non amo cucinare, però lo faccio "per
dovere" e me la cavo discretamente. Non mangio il gorgonzola, i formaggi
stagionati o puzzolenti e i cetrioli, i cibi particolarmente grassi. Quando
vado ad un pranzo, passo direttamente dagli antipasti al dolce e alla frutta. Qualche volta mi concedo un primo.
Sono
cattolica, ma "tiepida". Vorrei tanto che mio padre avesse creduto
nell'aldilà e mi avesse promesso di aspettarmi e vigilare su di me. Sarebbe molto più facile accettare la sua
assenza, ma lui è sempre stato così: non prometteva niente che non fosse sicuro
di mantenere.
Amo
la campagna, i grandi spazi, il mare. La montagna m'intristisce e non mi fa
sentire bene.
Rido,
piango, mi commuovo e mi arrabbio quando leggo un libro o guardo un film. In questi
ultimi anni mi sono vietata qualsiasi lettura o film che tratti argomenti
violenti o di guerra perché mi fanno stare troppo male. E' una sofferenza non
solo mentale ma, addirittura, fisica e questo non va bene.
Sono una persona fondamentalmente sincera e corretta e, quando mi accorgo che gli altri non lo sono con me, mi addoloro molto.
Sono una persona fondamentalmente sincera e corretta e, quando mi accorgo che gli altri non lo sono con me, mi addoloro molto.
Da sedici anni sono una blogger, parlo e scrivo tanto...sono fatta così!
E' un pezzo che c'ho la videata davanti e non so che scrivere
RispondiEliminama un commento sto post lo merita davvero,
bella famiglia.
Capito a Castenuovo Calcea a prendere la Barbera
e prima o poi bisogna che vado a Vicoforte a vedere i 5000 metri quadri di affreschi della cupola elittica più grande del mondo.
Ciao.
Grazie per il commento, Massimo! Il santuario di Vicoforte è bellissimo e merita di essere visto. E così ti piace il vino Barbera...Io preferisco il dolcetto, è meno grosso, ma i vini piemontesi sono tutti gradevolissimi.
RispondiEliminaCiao!
Quando seguo i lettori di Nucci Massimo non mi pento mai, perché trovo sempre persone che mi arricchiscono e con cui ho molte cose in comune Complimenti Katherine per il tuo blog, per la tua bella famiglia e la sensibilità che dimostri nei tuoi racconti
RispondiEliminaGrazie Luigina, sei molto gentile. Spero che vorrai diventare una mia amica. Anch'io verrò a trovarti, appena possibile, in modo che possa conoscere un po' anche te.
RispondiEliminaBellissima presentazione, ricca di sensibilità e con un tocco tanto leggero quanto appassionato. Ben ritrovata! :-)
RispondiEliminaBen ritrovato anche a te Iulianvlad! Ti ho lasciato ragazzino e ti ritrovo uomo. Il tuo commento mi fa tanto più piacere in quanto ex alunno e persona del mio mondo reale.
RispondiEliminaUna presentazione molto bella.Olga
RispondiEliminaGrazie, Olgica!
EliminaQUEI RICORDI...
RispondiEliminadi Fausto Corsetti
Sembrerebbe quasi una esagerata semplificazione affermare che il momento presente e ancor più quello futuro è segnato dalla memoria di quanto già si è vissuto e sperimentato.
Eppure i nostri occhi sono intrisi di luci, colori, immagini, volti, gesti, suoni già raccolti e gelosamente, indelebilmente, custoditi uno dentro all’altro nell’intimo di noi stessi.
E’ sufficiente un cenno perché torni presente un’emozione vissuta. Un colore o un riflesso di luce hanno la forza di evocare volti o confidenze passate, che tornano a vivere come fossero appena accadute. Un suono, un semplice accordo musicale, può far tornare a vibrare dentro una melodia dimenticata. Un profumo può schiudere farfalle di immagini e coriandoli di colori. Una parola può far rivivere il calore di una voce amica e ridonare sicurezza e serenità a un cuore inquieto.
Non sempre se ne è coscienti. Eppure, talvolta, in particolari circostanze, pur trovandoci in luoghi non familiari ci si sente come a casa, sereni, sicuri, custoditi.
Qualcuno ha scritto che la nostra felicità è racchiusa e custodita dalla memoria e soltanto là vive… Per questo, la memoria non può avere che origini straordinarie, divine. Così come la felicità. E, sia l’una che l’altra, maturano segretamente e lentamente proprio nel quotidiano scorrere del tempo.
L’intera esistenza umana è come una vorticosa raccolta di sentimenti, emozioni e memorie. Indelebilmente vanno a depositarsi dentro, nell’intimo, e preparano il nuovo che verrà, nella ricerca di un senso che dia unità al lento succedersi dei giorni. La ricerca faticosa di unità, di significato, di luce, di futuro che muove i passi di ciascuno di noi si compie lentamente, allo stesso modo in cui si realizza un cammino: un passo dopo l’altro. O un dipinto: un segno di colore dopo l’altro.
All’interno, nel nostro intimo vanno accumulandosi segni, suoni, volti, ricordi che diventano premessa del nuovo, dell’inedito, del futuro che, familiare, attende e si fa incontro.
Quanti giorni dovrà vivere un bambino prima di diventare uomo? Quanto tempo dovrà passare prima che un uomo torni ad essere bambino, capace di stupore e riconoscenza?
Dove abita il senso e l’unità di quell’interiore vorticoso turbinio di ricordi, di sentimenti, di domande, di dolori, di passioni che travolge il cuore di ogni uomo?
Tante domande sembrano esprimere l’insistente domanda di senso che avvolge ciascuno di noi alla ricerca di una traccia indelebile che dia significato all’essere e al divenire.
Tra la popolazione curda vi è la consuetudine di salutarsi con un’espressione davvero singolare: “Ti porto nei miei occhi”. Non abita fuori ciò che conta. Non rimane estraneo colui che si ama.
Attenzione, rispetto, delicatezza, tenerezza, presenza. E’ lo stile di vita di quanti hanno compreso, di quanti hanno scoperto che non vi è nulla di poco importante, ma tutto è segno , anticipo, promessa: il frammento vale quanto l’intero, il dettaglio anticipa il tutto, l’avvenire è compimento dei ricordi.
Hai ragione e, più passano gli anni,più i ricordi diventano preziosi e fondamentali. Grazie per il tuo intenso e prolisso commento.
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