Tanti Auguri al mio papà che non c’è più e che sempre mi ha amata, confortata e protetta con tutto se stesso.
VI RACCONTO...
martedì 19 marzo 2024
Auguri a tutti i papà!
giovedì 14 marzo 2024
20 anni di blog
Esattamente nel marzo 2004 aprivo il
mio primo blog. Sono passati vent’anni. A quei tempi si cominciava appena a
parlarne e io ne venni a conoscenza durante un corso di aggiornamento
scolastico. Una certa Maria Teresa Bianchi, docente di matematica presso un
liceo di Gubbio, aveva creato il suo primo blog didattico, seguita a ruota da
altre docenti di ogni ordine di scuola: superiori, medie ed elementari.
Invitava altri insegnanti a collaborare con le loro classi al fine di ottenere
uno scambio nazionale tra scuole.
Io non sapevo nulla del mondo blog e
pensai di crearne prima uno per me, in modo da sperimentare le sue potenzialità
e capirne le modalità di pubblicazione. A quei tempi andava forte la
piattaforma Splinder e scelsi quella. Non avevo idea di cosa scrivere, allora
pensai ad un fatto accaduto a mio padre, che aveva ritrovato, dopo cinquant’anni,
un suo grande amico in Venezuela. Era “La storia di Gino e Pino” che potete
ritrovare qui, tra le mie storie più belle.
Pensate che, anni dopo, interessò addirittura RAI 1, che mi propose di
andare a raccontarla a Domenica in. Era necessario però che venisse con me l’altro
protagonista della storia, il venezuelano che aveva più di novant’anni e non era
più in salute, così, alla fine, non se ne fece nulla. In compenso, Gramellini
la pubblicò sulla Stampa nella sua rubrica “Cuori allo specchio”.
Diedi successivamente vita a diversi blog
con le mie classi, con l’intento di far scrivere ai ragazzi dei post che
potessero interessare i loro coetanei e con la speranza che potessero interagire
fra loro con i commenti. Forse, se fossi stata un’insegnante di lettere, avrei
potuto ottenere qualcosa in più, ma ero soltanto una docente di musica e i
ragazzi cominciarono a pubblicare semplicemente i video dei loro cantanti
preferiti, senza scrivere nemmeno una riga. Probabilmente, l’idea di scrivere
era collegata al fatto di dover svolgere un ulteriore compito, e di quelli ne
avevano già tanti. Quando mi lamentai con una docente di lettere, mi rispose
che pretendevo troppo, perché i ragazzi della Scuola Media non sono ancora in grado
di interagire tra loro con commenti costruttivi, soprattutto in forma scritta.
I genitori non aiutavano, perché vedevano il tempo speso al pc come tempo
sprecato, che avrebbe potuto essere utilizzato meglio sui libri di studio. C’era poi chi lamentava difficoltà di
connessione. Molti avevano il pc, ma non era collegato ad Internet. Insomma, fu
decisamente un flop. I tempi, 20 anni fa, non erano ancora maturi per simili
esperimenti.
Così continuai per conto mio,
raccontando momenti della mia esistenza e conoscendo molte persone
interessanti. Uscivo dalla mia provincialità e dal mio lavoro di insegnante per
comunicare con blogger provenienti da
tutta Italia e dalle più svariate attività e situazioni di vita. Mi confrontavo
con persone dalle idee molto diverse dalle mie e mi aprivo a situazioni ed
argomenti e nuovi, che mi facevano riflettere e vedere altri orizzonti.
Nacquero molte amicizie ed alcune le
conobbi anche nel mondo reale, non notando alcuna differenza con quel che avevo
vissuto con loro nel mondo virtuale. Splinder poi chiuse e mi trasferii qui,
dove mi vedete tutt’ora. Sono rimasta comunque in contatto con molte persone,
utilizzando soprattutto Facebook, mail e whatsapp. Alcune sono decedute,
purtroppo, e ancora le ricordo e mi mancano.
Il blog di Splinder, prima che
sparisse del tutto, lo copiai con un programma apposito. Impiegai un giorno e
una notte per salvarlo tutto, ma lo recuperai e ancora lo conservo. Un giorno o
l’altro lo rileggerò e sono sicura che ritroverò tanti momenti di vita a cui
non ho mai più pensato.
Ora, dopo tanto tempo, non sono più
un’assidua scrittrice. La mia vita non è più attiva come una volta e mi mancano
tanti spunti di ispirazione, ma sono ancora qui. E ci siete voi, che ancora mi aprite nuove
finestre sul mondo con i vostri post ed i vostri commenti.
Grazie a tutti e…Buon Compleanno al
mio semplice blog!
sabato 2 marzo 2024
Il trombone a coulisse
Viviamo in tempi difficili. Alluvioni, femminicidi, guerre, minacce di armi nucleari...senza contare i mille problemi quotidiani che ci affliggono e stressano. Abbiamo tutti bisogno di sorrisi ed un po' di leggerezza. Quando insegnavo mi capitavano spesso fatti buffi, che sul momento potevano preoccuparmi o imbarazzarmi, ma a ripensarci mi facevano proprio sorridere e anche adesso mi mancano. Ne voglio ricordare uno con voi, sperando di alleggerire anche un po' la vostra giornata.
Lezione di
ascolto in seconda E.
“Ragazzi, la
volta scorsa abbiamo parlato dei legni ed ascoltato i suoni prodotti dai
relativi strumenti, oggi invece tratteremo gli ottoni e più precisamente:
tromba, corno, tuba, trombone…
La tromba
bla, bla….”
Arriviamo al
trombone.
Nella
versione moderna è comunemente noto come trombone a tiro o trombone
a coulisse…”
Qui
cominciano i risolini.
K. il
classico Pierino della classe, sette in condotta, non riesce a trattenersi:
“Ha detto
proprio “Cul….”
Giù un altro
risolino. Diciamo pure una bella risata.
“Fanciullo
caro, so dove vuoi andare a parare, ma non c’entra affatto! Si tratta di una
parola francese che si scrive C-O-U-L-I-S-S-E! Insomma, in parole semplici, si
tratta di un tubo che entra dentro un altro modificandone così la lunghezza in
modo da ottenere suoni di diversa altezza”.
“Entra dentro? Va avanti e indietro? Su e giù? “
E. si
sbellica dalle risa, i maschietti gli vanno dietro e le fanciulle li osservano
apparentemente imperturbabili.
“Oh insomma!
Siamo seri! Guardate l’illustrazione, si vede bene come il suonatore azioni la
coulisse per ottenere i suoni!”
“Eh prof,
proprio ieri abbiamo avuto Educazione sessuale e anche lì si parlava di...”
Per fortuna suona il campanello dell’intervallo. In corridoio mi si avvicina A. la classica studiosa, seria, esatto opposto di K. Una vera donnina giudiziosa.
Alzando
braccia e occhi al cielo esclama: “Maschi! Di qualsiasi cosa si parli, riescono
sempre a trovare un collegamento con “quello”. Pensano solo a quello! Porti
pazienza prof, non c’è rimedio a questa situazione. Non c’è speranza!”
Poi, con
fare confidenziale: “Lei è sposata?”
“Sì, lo
sono”
“E…anche suo
marito pensa sempre e solamente a… “quello”?
“No, ha
molti interessi…”
“ Ah, meno
male! Che almeno ci sia ancora qualcuno che si salvi…”
E, sempre
con gli occhi al cielo e l’aria sconsolata, si avvia verso i compagni. Mi sa
che non sia troppo convinta.
Rimango per un attimo senza parole. In quel momento mi piomba addosso un ragazzino che sta inseguendo una pallina. Una botta sul seno da stare senza fiato. E’ tanto se riesco a reggermi in piedi.
“Scusi prof,
non l’avevo vista, mi è scappata la pallina!”
“Va bene, va
bene, ma la prossima volta cerca di non attentare più alla mia vita!”
Già…oltre a “quello” i maschietti adorano anche la palla…Dovrò ricordarmi di farlo presente ad A….
Rido e, un
po’ dolorante, mi incammino verso la prima A. L’intervallo è finito. Si
ricomincia.