Quando
ancora insegnavo, ogni anno, proponevo ai ragazzi di terza media questa canzone
di De André nella versione di Celentano. La scelta cadeva su questo video
perché c’erano anche le immagini a testimonianza delle parole. Si sa che i
ragazzi vengano prima colpiti dalle immagini, poi si possano soffermare ad
analizzare il testo. Leggevamo insieme parola per parola, riflettendo sui
passaggi più significativi. Infine suonavamo e cantavamo noi stessi la melodia di Piero, ormai consapevoli del significato della sua storia.
Un
fiume dovrebbe essere pieno di pesci, non di cadaveri. L’anima di un uomo non
dovrebbe essere così pesante da essere portata sulle spalle e, soprattutto, un
uomo non dovrebbe essere costretto a sparare ad un altro solo perché indossa
una divisa diversa. Il povero Piero, che
non vuole sentirsi responsabile della morte di un’altra persona, viene
prontamente ucciso perché l’altro ha
avuto paura di lui, ed è questa la tragedia. Si uccide per paura di essere
uccisi, senz’altra motivazione. A Piero non resta che rivolgere l’ultimo pensiero alla sua bella
Ninetta, che non lo rivedrà più e che non potrà mai attendere con lui l’inverno
della vita.
Lungo le sponde del mio torrente
Voglio che scendano i lucci argentati
Non più i cadaveri dei soldati
Portati in braccio dalla corrente...
Fermati Piero, fermati adesso
Lascia che il vento ti passi un po' addosso
Dei morti in battaglia ti porti la voce
Chi diede la vita ebbe in cambio una croce.
E mentre marciavi con l'anima in spalle
Vedesti un uomo in fondo alla valle
Che aveva il tuo stesso identico umore
Ma la divisa di un altro colore.
Sparagli Piero, sparagli ora
E dopo un colpo sparagli ancora...
E se gli sparo in fronte o nel cuore
Soltanto il tempo avrà per morire
Ma il tempo a me resterà per vedere
Vedere gli occhi di un uomo che muore.
E mentre gli usi questa premura
Quello si volta, ti vede e ha paura
Ed imbracciata l'artiglieria
Non ti ricambia la cortesia.
Cadesti a terra senza un lamento
E ti accorgesti in un solo momento
Che la tua vita finiva quel giorno
E non ci sarebbe stato un ritorno...
Ninetta mia, a crepare di maggio
Ci vuole tanto, troppo coraggio
Ninetta bella, dritto all'inferno
Avrei preferito andarci in inverno...