Marianna ( nome di fantasia) era una mia compagna di scuola media. Minuta, con una lunga treccia bionda, era una tipetta sveglia e dinamica. Avevamo partecipato spesso insieme ai Giochi della gioventù ed ho un ricordo di noi due che, in palestra, continuavamo a saltare alzando sempre più l’asticella del salto in alto, mentre tutte le nostre compagne erano sedute contro il muro, perché avevano fatto cadere tre volte l’asticella.
Non ci incontrammo più dopo la terza
media, benché vivessimo entrambe nella stessa città.
Poi, qualche mese fa, il suo nome è
apparso improvvisamente su Facebook. Le ho mandato un messaggio: “Sei proprio
tu la Marianna che ricordo alle medie?” Era lei e ci siamo date l’amicizia, ma
niente più.
Ieri sera ho ricevuto un messaggio da
una mia ex collega, che era stata, a suo tempo, anche una mia alunna. Mi ha
detto di aver trovato il portafogli con soldi e documenti di quella certa
Marianna che risulta mia amica su Facebook e mi ha chiesto di contattarla per
poterglielo restituire.
Io non avevo il suo numero di
cellulare e su Facebook non rispondeva.
Allora ho pensato che, tra le
amicizie in comune tra noi, forse qualcuna poteva conoscerla meglio e così ho
mandato lo stesso messaggio a sette persone, spiegando la situazione e domandando
di contattarla. Tra queste ha risposto la madre di alcuni miei ex alunni, che ha
il suo numero. Ma anche lei non riusciva a contattarla. Così, a sua volta, ha
chiesto ad una vicina di casa di andare a controllare.
Alla fine, si è scoperto che Marianna
era uscita a portare a spasso il cane, non aveva preso il cellulare, né la borsa
e non si era nemmeno accorta di aver perso il portafogli!
Così, dopo tutto questo tam tam degli
intermediari, le è arrivato il mio numero e mi ha chiamata. E’ stato emozionante
sentirci dopo quasi cinquant’anni di silenzio! Nella mia testa è sempre la
ragazzina dalla treccia bionda.
Sono successe così tante cose in
questo lasso di tempo! Una vita intera da raccontarci. Una vita che, alla fine,
ha lasciato Marianna completamente sola. Ma ci sarà tempo per parlare. Ormai ci siamo
ritrovate.
Insomma, questo per dire che i Social
non sono così inutili e stupidi come molte volte si pensa, non sono solo una lavagna
per scrivere ogni sciocchezza ci passi per la testa, non sono una piazza per
litigare, insultare e criticare, ma possono essere utilizzati in modo utile per
cercare le persone, per comunicare informazioni importanti, per ascoltare voci del
presente e del passato. Basta usare buona volontà e un po’ di cuore.