giovedì 23 agosto 2012

Di tutto un po'...


Prosegue a casa mia un periodo di relativa calma seguente al ferragosto. I lavori di ristrutturazione sono fermi e, finalmente, non devo più mangiare “pane e polvere” tutti i giorni. La tregua finirà presto. Da un lato non vedo l’ora che tutto torni al suo posto, dall’altra questo significherebbe anche che le mie vacanze siano finite ed è ora di tornare a scuola. Stasera, su facebook, alcuni ragazzi che hanno appena finito la terza media mi hanno scritto chiedendomi di far loro sapere a che ora potranno venire a farmi visita per salutarmi. Mamma mia, non credo proprio che esista già un orario per il prossimo anno. Non so nemmeno se siano arrivati tutti gli insegnanti! Il fatto resta preoccupante: l’atmosfera scolastica è già nell’aria.

Nel frattempo io continuo con le grandi pulizie. Oggi ho passato in rassegna il cassettone di mia madre, cercando di buttare via ciò che non serve più per fare un po’ di spazio a ciò che serve ancora. Sono tre anni che non ho il coraggio di farlo. Mi fa uno strano effetto toccare le cose dei miei genitori, dolce e amaro contemporaneamente, come se avessi le farfalle nello stomaco: mi sembra ancora di sentire su di esse il loro profumo e ho quasi l’impressione di violare i loro segreti, la loro stessa essenza. Ho trovato la ricevuta dell’acquisto della camera da letto, avvenuto quando io ero bambina, il libretto di lavoro di mio padre, datato 1936, le lettere che un suo amico gli scriveva quando era in guerra in Libia, divertentissime, le fotografie dei cinquant’anni di matrimonio, e tanti altri oggetti e indumenti che non serviranno mai più. Ogni volta che mi capita tra le mani una lettera indirizzata a mio padre provo un brivido: quante volte ho letto quel nome sulle buste che arrivavano con la posta, sulle ricevute, sui documenti, sulle bollette? Ora ho dovuto strappare tutto, cancellare tutto, eppure quel nome è scolpito nella mia mente, così come la sua immagine, lo sguardo gentile, il sorriso … No, decisamente non mi piace toccare quelle cose, vedere quel nome stampato e pensare che nessuno lo scriverà più.

Mio figlio, più fortunato di me, può permettersi delle belle vacanze. Alla Scozia visitata in bicicletta, si alternano gite  in montagna e ancora lo aspetta un viaggio in Irlanda per studio. Pensate che possa stare tranquilla? Oltre al fatto che noi mamme siamo sempre in fibrillazione ogni volta che i figli viaggiano,  con tutti i pericoli che si possono correre, si è aggiunto anche il nuovo hobby: la palestra di roccia. Quando vedo le fotografie, con lui appeso ad una roccia, non riesco affatto a sentirmi rilassata. Non per niente, da qualche anno, mi è salita la pressione!   

In questo momento sto ascoltando un cd che mi ha regalato l’idraulico, un mio ex alunno. Non so da voi, ma qui gli idraulici sono tutti artisti. Ne conosco uno che canta e suona il basso, due che suonano la batteria, un altro la chitarra elettrica (quella che sto sentendo adesso) e uno che dipinge. L’uomo che ci ha fatto il controsoffitto nel bagno mi ha parlato del suo recente viaggio in Turchia perché, “dato il suo lavoro, è utile conoscere l’arte dei vari Paesi”… mi ha raccontato dei dervisci rotanti, dell’architettura dell’antica Istambul, già Bisanzio e poi Costantinopoli… Insomma, non ci sono più gli operai di una volta, un po’ rozzi, semplici e privi di cultura, quelli di oggi ne sanno più dei professori ed è veramente una piacevole scoperta.

Vi lascio con altre foto di mio figlio e dei suoi amici che lo ritraggono. Questa volta il tema è la montagna.
Alla prossima! 

Colle Sautron Acceglio

Colle Sautron Acceglio Bivacco Sartore

Entracque

Entracque

Falesia di Montestrutto

Palestra di roccia

Val Chisone

venerdì 17 agosto 2012

Latitanza...


Da un po’ di tempo non riesco a scrivere post, ne’ a lasciare commenti sui blog degli amici. Non lo faccio sicuramente di proposito, ma ho avuto un po’ di contrattempi che, uniti al caldo e alla poca voglia di stare in casa, incollata al pc, hanno fatto il resto.

Da quando è mancato mio padre, tre anni fa, abbiamo trascorso le estati  tra i “lavori in corso”. La prima volta abbiamo cambiato la tinteggiatura a tutte le pareti della casa, con conseguente spostamento di mobili e svuotamento di cassetti e armadi, la seconda volta abbiamo fatto costruire un garage in cortile per parcheggiare le nostre auto e, quest’anno, stiamo ristrutturando un bagno per renderlo privo di barriere architettoniche. Inutile dire che, per eliminare un gradino e sostituirlo con uno scivolo, portare la doccia al livello del pavimento e via discorrendo, abbiamo dovuto spaccare tutto. Non vi dico il polverone in casa! Sembra di vivere quotidianamente nella nebbia.
Ufficialmente staremmo sistemando il tutto per mia madre, ormai anziana e non autosufficiente, ma i muratori mi hanno anche detto, più volte, che questo lavoro sarà utile anche a me “quando sarò vecchia e sulla sedia a rotelle”
Tiè! Iettatori che non siete altro!

Resta il fatto che, dall’ultima settimana di luglio, casa mia è stata tutta un via vai di muratori, elettricisti, idraulici ecc… Il cagnolino Terry, che ha appena sei mesi, ogni volta che arriva qualcuno si precipita a salutarlo con grandi feste e, siccome abbiamo il cancello elettrico che si apre e chiude autonomamente, ma con parecchio dispendio di tempo, ho sempre paura che, preso dalla foga, finisca sulla strada, spiaccicato sotto qualche macchina.
Così, ogni volta che devo aprire il cancello, devo chiudere il cane in casa. Per fortuna è un cagnolino simpatico, che gli operai hanno preso a benvolere, pertanto c’è sempre qualcuno che mi aiuta: “Tranquilla, l’ho agguantato io il birbante! Apra pure!”
Terry però, aggirandosi tra i lavori, spesso “ruba” qualcosa e, a volte, capita di vedere l’idraulico o l’elettricista che gli corrono dietro per farsi restituire il maltolto: “ Birbante matricolato, restituiscimi la spugna!”
Uno dei muratori, un albanese, lo chiama “marocchino”. “Marocchino rubare scalpello! Dove essere andato marocchino?” 


Questo albanese mi fa ridere perché parla senza usare gli articoli e con i verbi all’infinito. Incredibilmente, anche gli altri, che pur sono italiani, finiscono con l’esprimersi in quel modo quando si rivolgono a lui.
L’idraulico: “Tu fare buco, che io mettere tubo!” E persino mio marito si è messo a parlargli in quel modo. “Bravo, tu fatto bel lavoro!”

Poi c’è mia madre, che si aggira ovunque, rischiando di cadere tra calcinacci e detriti. Bisogna correre dietro anche a lei. 

Non dimentichiamo la polvere! E’ ovunque e, ogni giorno, non faccio che pulire, lavare, aspirare…
“Può mettere a posto, ormai non facciamo più polvere!” Mi dicono tutti. Ma il giorno dopo ne salta sempre fuori uno: “ Signora, scusi, ma dovrei usare solo per cinque minuti il flessibile….”
Cinque minuti di flessibile equivalgono a cinque ore di pulizia… Eppure non posso fare a meno di togliere almeno un po’ di sporco. Io VIVO in questa casa e non posso mangiare nelle stoviglie imbiancate o sedermi su una sedia sollevando nugoli di polvere. Ho dovuto fare anche più volte il bagno a Terry, perché da fulvo era diventato bianco. Per fortuna è stato bravissimo!
Ora, causa il Ferragosto, tutti i lavori sono fermi e non riprenderanno fino al 28 di agosto. Mancano le porte, i pavimenti, i sanitari…tutto. Pensate un po’ che bella situazione, con mia madre che non è più in grado di salire al piano di sopra per raggiungere l’altro bagno di casa!
Insomma, è un periodo in cui il tempo sembra non bastare mai. È arrivato inoltre  il grande caldo, che mi fa sentire priva di forze. Per fortuna c’è il giardino, che con le sue grandi piante mitiga un po’ la calura.



Questo è tutto. Scusate la mia latitanza di questi giorni. Appena potrò verrò a leggervi. Promesso!

domenica 5 agosto 2012

Cycling Scotland


Mio figlio è appena tornato dalle vacanze, durante le quali ha visitato la Scozia in bicicletta. 

si pedala!
 Non nego che questa avventura, fin dall’inizio,  mi abbia creato un po’ d’apprensione, soprattutto al pensiero che, ad un certo punto, avrebbe lasciato i suoi due amici per tornare da solo, visto che gli  impegni di lavoro non gli consentivano una permanenza più lunga. Quando poi mi ha telefonato dicendo di essersi staccato dal gruppo proprio nella piccolissima  John O’Groats, all’estremo nord-est della Scozia, in una sera piena di nebbia, con un sacco di ubriaconi in giro, confesso che  mi è quasi venuto un colpo. Lo immaginavo vagare, solo, in mezzo alla nebbia, con la sua bicicletta e i bagagli, mentre un malintenzionato lo rapinava e lo gettava in mare … Quando mai avrei saputo ancora qualcosa di lui? Dove sarei andata a cercarlo?   
foto tratta dal web

Il pargolo mi aveva rassicurata dicendo che si era ritirato in un albergo a trascorrere la notte, ma la preoccupazione rimaneva. Sarebbe riuscito, l’indomani,  a caricare la bicicletta sui mezzi di trasporto? ( aveva viaggiato in bici da Glasgow impiegando dieci giorni, ma ne aveva solo due per tornare e sarebbe stato impossibile farlo in bici)
Subito andavo ad informarmi in Internet scoprendo che gli autobus accettano solo biciclette impacchettate e che i treni richiedono una preventiva prenotazione. Come avrebbe imballato la bicicletta e, soprattutto, come avrebbe poi spostato da solo un grande pacco di trenta chili?   ( bicicletta più borse)
Insomma è stata una notte tormentata e credo proprio di aver scomodato tutti i Santi possibili affinché stendessero una protettiva mano sul suo capo.
Per I Santi o per fortuna, ferrovieri comprensivi l’hanno lasciato salire sul treno con la sua due-ruote fino a Edimburgo, lì un ciclista gli ha fornito il cartone da imballaggio per  la bici, un taxista l’ha portato con tutto l’armamentario all’aeroporto, dove ha potuto mettersi in un angolo a smontare e impacchettare il suo bagaglio e, finalmente, l’aereo ha riportato in Italia il figliol prodigo e il suo mezzo di trasporto.

Tutto è bene quel che finisce bene, ma a me è sicuramente salita la pressione. Guai a dire qualcosa, ovviamente, perché il destino delle mamme è quello di preoccuparsi in silenzio e di lasciare che gli uccellini volino fuori dal nido con le loro ali.
In questi giorni stanno cominciando a spuntare dal pc le prime fotografie con paesaggi immensi e semi-deserti, piccoli laghi, montagne ondulate, spiagge solitarie, grandi pianure dove pascolano cavalli, pecore e tori e nuvole nel cielo che corrono ad una velocità impressionante.
Ne riporto alcune qui. ( purtroppo ho dovuto comprimerle molto e perdono in qualità, ma non posso appesantire troppo il blog)
Buona visione!

Un arcobaleno dopo la pioggia


l'alba
mezzanotte ( è simile al nostro tramonto!)
corsa in libertà
splendidi cavalli
una barca fiorita
una delle tante case solitarie presso il mare

tipico paesaggio tra pioggia e nebbia
un'immensa pianura solitaria