venerdì 24 febbraio 2023

Storia del gattino Ciccio e del nonno Pietro.

Sto vivendo un periodo un po' particolare, con problemi familiari dovuti a motivi di salute. Niente di particolarmente grave, ma comunque per me abbastanza stressante, tanto da lasciarmi quasi svuotata, incapace di pensare a qualcosa da scrivere in questo blog. Però ci sono i racconti di mio padre che tanto mi piacevano quand'era in vita e che mai ho dimenticato. Era proprio pensando alle sue parole, alle vicende della sua vita che molto amavo ascoltare nelle lunghe sere d'estate, che mi ero decisa ad aprire questo blog. Desideravo raccontare qualcosa anch'io. Vi ripropongo quindi la storia del gattino Ciccio e del suo incontro con mio nonno. Spero vi piaccia com'era piaciuta, a suo tempo, a me.  


Nonno Pietro
Mio nonno paterno non l'ho mai conosciuto, visto che lasciò questa Terra prima che io nascessi, ma mio padre mi aveva parlato spesso di lui, tanto che mi sembra davvero una figura familiare.
Papà, francamente, non aveva affatto una buona opinione del suo genitore. Lo descriveva come una persona fredda, insensibile e, soprattutto, molto avara.
Come aveva odiato quei pantaloni al ginocchio, gli zoccoli duri e la giacchetta troppo leggera in pieno inverno! Quanto aveva desiderato un paio di guanti per coprire le mani intorpidite dal gelo! Mio nonno era irremovibile: quegli indumenti costavano troppo e se ne poteva fare a meno. In casa poi, faceva in modo di versare della cenere sulla legna in modo che la stufa facesse solo fumo, senza mandare calore. Mio padre, ancora bambino, pur di stare in una cucina riscaldata, era persino andato da una signora a filare la lana.
Purtroppo mia nonna era morta quando papà aveva solo otto anni e, tre anni dopo, l'aveva seguita il figlio maggiore, cosicché lui e suo padre erano rimasti soli per anni, senza quasi parlarsi, ne' mostrarsi reciproco affetto. Nessuno frequentava la loro casa: ne' amici, ne' parenti.  

Cosa poteva essere successo a mio nonno per renderlo così insensibile? Era figlio unico e questo era un fatto piuttosto strano per una persona nata sul finire dell'ottocento, quando le famiglie erano molto numerose. Forse era stato anch'egli orfano  di madre e non aveva ricevuto affetto? Oppure erano stati i lutti della sua famiglia ad avergli inaridito il cuore, che aveva chiuso al mondo per non soffrire di nuovo?

Eppure un giorno successe un fatto che rivelò un lato completamente nuovo di mio nonno.
Mio padre, tornando da una visita a quella che era ancora la sua fidanzata, cioè mia madre, si trovò a passare da una scorciatoia in mezzo ai campi. Ad un certo punto sentì un miagolio e scoprì che un gattino grigio lo stava seguendo. Provò a mandarlo via, ma il micetto continuò imperterrito, con la coda dritta, a venirgli dietro, giungendo con lui fino a casa.

Mio nonno, appena lo vide, si arrabbiò: " Hai portato a casa un'altra bocca da sfamare?" Redarguì aspramente il figlio. Il gattino però, quasi capendo che si stava decidendo il suo destino, con un balzo saltò sulle ginocchia del vecchio burbero, strofinandoglisi contro e ronfando allegramente.  
Il nonno cominciò ad accarezzarlo, ricevendo a sua volta un sacco di coccole. Qualcosa si sciolse nel suo cuore di ghiaccio. C'era un piccolo essere che gli dimostrava affetto senza giudicarlo e che chiedeva solo di essere amato.  
"Lo chiamerò Ciccio e lo terremo!" Sentenziò.

Iniziò così un periodo in cui l'anziano e il gatto vissero in simbiosi. Dormivano persino insieme e dividevano il cibo.

Quando Ciccio morì, il nonno, che non aveva versato una lacrima ai funerali dei suoi familiari, si disperò e pianse.  Mio padre non lo aveva mai visto così. Chissà, forse mio nonno non aveva mai saputo dare amore perché non l'aveva mai ricevuto, forse, se fosse stato amato, o educato in un altro modo, sarebbe stato un uomo diverso. Mi sono chiesta tante volte come potesse essere veramente, come avesse vissuto da ragazzo, ma non lo saprò mai.

In ogni caso, Ciccio aveva saputo toccare delle corde che non vibravano da tantissimo tempo e aveva compiuto un piccolo miracolo. Mio padre era così riuscito, finalmente, a provare tenerezza per quell'uomo burbero che l'aveva generato, che forse l'amava, ma era incapace di dimostrarglielo.   

domenica 5 febbraio 2023

Buon compleanno, figlio mio!

 La vita, a volte, presenta irte salite, le cui cime si raggiungono solo arrampicandosi con fatica come sulle dure pareti di una roccia. E' possibile cadere, ma l'importante è rialzarsi, riaggrapparsi con forza e ricominciare a salire, per raggiungere sempre nuovi e meravigliosi traguardi.