Sarà il periodo pasquale, saranno
i discorsi sul Cristo risorto, resta il fatto che, ieri notte, sono riuscita a
far risorgere anche mio padre. Ho sognato che me lo sono visto arrivare a casa,
tutto felice e contento, come se non se ne fosse mai andato.
“ Come mai sei qui?” Gli ho
domandato stupita.
“ Eh, mi sono svegliato nella
tomba e ho subito cominciato a picchiare contro la cassa chiamando a gran voce
che qualcuno mi liberasse. Il guardiano del cimitero mi ha sentito, ha aperto
la tomba e la bara ed eccomi qui. Ho proprio voglia di vedere quel che sia
successo durante la mia assenza!”
Io non avevo parole, ero troppo
felice di rivederlo, per di più così di buon umore, proprio com’era sempre
stato. Finalmente avrei potuto dirgli alcune cose che non ero riuscita a
comunicargli e chiedergli quelle informazioni che tante volte mi ero pentita di
non avergli mai domandato.
Mio padre però era impaziente,
curioso, eccitato … voleva rivedere la città e farsi un giretto all’aria
aperta, dopo tutto quel dormire, pertanto aveva inforcato la sua vecchia
bicicletta e se n’era andato pedalando con foga verso il centro.
Avrei dovuto
aspettare il suo ritorno per completare il discorso ma … mi sono svegliata
prima che tornasse, perbaccolina! Però ero felice d’averlo rivisto, per di più
così euforico e in buona salute. Meno male che esistono i sogni!
Stanotte invece mi è sembrato di
guardare una sorta di film. Un uomo e una donna vivevano in uno strano mondo
sotterraneo, senza luce e senza colori. Volevano fuggire per cercare un nuovo
mondo ricco di aria e bellezza, ma le guardie, giunti ad una specie di
frontiera, con tanto di sbarre, glielo impedivano. Ad un certo punto la donna
si trasformava in una specie di wonder- woman, prendeva l’uomo per mano e
insieme iniziavano a viaggiare alla velocità della luce, sfuggendo alle
guardie.
Arrivavano così in un secondo
mondo, anch’esso pieno di desolazione, e nuovamente fuggivano.
Arrivati nel
terzo mondo, si accorgevano di non essere più nei meandri della terra, ma all’aperto.
Non c’era il sole però, tutto era grigio e spoglio. Poco lontano c’erano la
spiaggia e il mare e i due sapevano di dover camminare sulla riva costeggiando l’acqua,
se volevano raggiungere il mondo a colori.
Camminavano sulla sabbia e si
vedevano impronte dei loro passi, il mare rumoreggiava, c’era un vento freddo,
nuvoloni neri correvano in cielo e, improvvisamente, io non stavo più guardando
la scena ma ero quella donna e provavo le sue sensazioni. Quale direzione
prendere? Verso est o verso ovest? Solo una portava alla luce, ma come
sceglierla? Sentivo su di me la terribile responsabilità della decisione, con
la possibilità di ripiombare nel mondo sotterraneo, senza diritti e senza sole.
Guardavo intorno a me cercando un piccolo indizio, qualcosa che mi facesse
capire la direzione giusta. Niente. Tutto era uguale e paurosamente minaccioso.
Una morsa mi stringeva lo stomaco…
Per fortuna, la preoccupazione
era così forte da svegliarmi e mettere fine così a quel dilemma. Che sollievo
ritrovarmi nel mio letto e sapere che avrei potuto rivedere il sole tra qualche
ora!
Però, dico io, possibile che
nemmeno di notte sia capace di stare un po’ tranquilla?