L'autunno, anche quest'anno, ci regala i suoi splendidi colori. Una passeggiatina a Savigliano, una cittadina a pochi km da casa, e voilà! Full immersion nei toni dell'arancio e del giallo, con il nostro Terry, felicissimo, a rotolarsi tra le foglie!
domenica 26 novembre 2023
domenica 19 novembre 2023
Giulia
Questa settimana Giulia Cecchettin è stata sicuramente la figlia-sorella-amica di molti di noi. Una ragazza solare, brillante, intelligente, affettuosa ed educata, che mai si sarebbe assentata da casa per giorni senza dare notizie di sé, che mai avrebbe rinunciato a sostenere la sua tesi di laurea, dopo tanto impegno e studio. Io ho subito pensato che non sarebbe più tornata. Infatti così è stato e due famiglie ora vivono nella tragedia, nel dolore più profondo. Una piange la perdita di una figlia e una sorella meravigliosa, l'altra si trova a prendere coscienza che il proprio amato figlio, quello considerato buono e gentile, incapace di fare male ad una mosca, sia invece un assassino. La famiglia Cecchetin si fa forza e chiede a gran voce che questi femminicidi abbiano fine. Chiede alle ragazze di essere molto attente anche al più piccolo segnale e di allontanarsi dagli amori malati di possesso. Amare, infatti, vuol dire desiderare il bene dell'altro/a, anche se non coincide con il proprio. Vuol dire rispettare la personalità e la libertà dell'altro/a e provare a risolvere qualsiasi problema con il dialogo, mai con la violenza.
Nella scuola in cui ho insegnato per quarant'anni, ricordo bene che la mia bravissima collega di Religione abbia sempre dedicato molte delle sue lezioni all'educazione all'affettività. Sicuramente continua a farlo anche adesso. Purtroppo, molti giovani di oggi, grazie ai media, ai video carpiti di nascosto nel web, a certi compagni, possono credere che amare equivalga a possedere e che la donna sia ben contenta di essere considerata alla stregua di un oggetto. I genitori, troppo presi dal lavoro e dalle loro attività, spesso non si rendono conto del modo di crescere dei loro figli. Toccherebbe a loro, principalmente, dare il buon esempio, trasmettere sani principi e valori, dialogare con i ragazzi, cercare di capire, ed eventualmente modificare, ragionamenti e convinzioni, ma non sempre lo fanno, ingenuamente convinti che il loro figlio maschio sia già perfettamente educato ed il più buono del mondo.
Non voglio, con questo, colpevolizzare i genitori. So per esperienza che si tratti di un mestiere molto difficile e che sia estremamente facile sbagliare, pur se in buona fede. Certamente, vista la situazione attuale, diventa necessario che famiglie e scuola si sforzino di collaborare nella formazione dei giovani maschi affinché non restino solo tali, ma possano trasformarsi in veri uomini degni di questo nome, perché "Maschi si nasce, ma uomini si diventa".
Restano però tutti quei "maschi" adulti che non potranno più essere educati da nessuno e che continueranno ad uccidere le loro compagne. Posso solo sperare che, dopo tanto parlarne, dopo tanti esempi negativi, le donne riescano a capire molto presto i segnali di pericolo e fuggano dai rapporti malati prima che sia troppo tardi.
Stasera ci resta il grande dolore per Giulia, per la sua promettente e giovane vita spezzata e per la sua famiglia che la piange inconsolabile. Preghiamo affinché quel che è successo a lei non accada mai più.
venerdì 3 novembre 2023
Sogni, defunti e lotterie...
In questi giorni, dedicati ai Santi e ai defunti, mi è capitato di leggere un articolo su un giornale che parlava del significato dei sogni riguardanti i defunti: provare una sensazione di disagio, dover rispondere ad una loro domanda, sentirci chiamare per nome, ricevere richieste di cibo o una loro visita. Per tutte le situazioni c'era una risposta.
Non si parlava però del mio caso. Io sogno molto spesso persone che non ci sono più: i miei genitori ( praticamente almeno una volta a settimana), zie, zii, un cugino mancato da poco, colleghi, vicini di casa e persino qualche conoscente. Ci sono proprio tutti. Però, nei miei sogni, tutto avviene in modo molto naturale. Sono scene di vita come potevano essere quelle di una volta, ci parliamo, ci confrontiamo, ci aiutiamo, o semplicemente li vedo presenti a svolgere le loro quotidiane attività senza neanche interagire troppo con me. Insomma, per me è del tutto naturale che loro ci siano, come non se ne fossero mai andati.
Soltanto il caso di mia madre mi ha angosciata per alcuni anni. Purtroppo, gli ultimi dieci anni della sua vita l'avevano vista malata gravemente di Alzheimer. Per me era stata veramente una sofferenza grande viverle accanto senza poter comunicare in alcun modo con lei, senza ricevere un sorriso, senza essere riconosciuta. Per lei avrei potuto essere un albero, o una pietra: non faceva alcuna differenza. Era completamente insensibile. Non capiva più il significato delle parole e non potevo raggiungerla in alcun modo. Era come avere una bambina di un anno o poco più, che era in grado di camminare, afferrare qualsiasi cosa, ma non aveva ancora capacità di ragionamento. Me ne combinava di tutti i colori ed andava seguita a vista 24 ore su 24. Avevo dovuto nuovamente imparare a volere bene a quella sconosciuta che non assomigliava per nulla a mia madre, e diventare io stessa una mamma per lei, cosa del tutto innaturale e faticosissima.
Ebbene, per anni, dopo essere mancata, ho continuato a sognarla in quello stato. Una volta la perdevo nella nebbia, un'altra volta cadeva in una buca, un'altra ancora mi metteva a soqquadro la casa. Un'angoscia senza fine. Quanto ho desiderato poterla rivedere piena di vita com'era, sorridente, affaccendata, amorevole! Ebbene, finalmente, dopo sette anni, quindi circa due anni fa, ha ricominciato ad apparirmi così come la conoscevo, proprio com'era prima della malattia. Questo potrebbe essere il segno che, finalmente, ho accettato e superato quei terribili anni. Adesso è un vero piacere sognarla, quasi sempre con il mio adorato papà. Quando mi sveglio sorrido e mi sento in pace, nuovamente amata e figlia.
Qualche settimana fa invece ho sognato una collega defunta. In questo momento non ricordo più cosa facesse, ma ne avevo parlato con alcune comuni colleghe. Una aveva consultato Google e mi aveva detto: "prova a giocare questi due numeri al lotto!" Io non lo avevo fatto, perché non ho mai giocato al lotto in vita mia e non so nemmeno dove stia di casa, ma un'altra collega, senza dire niente, era andata invece a giocarli. In seguito mi aveva invitata a bere un caffè al bar e me lo aveva offerto. Mi aveva confessato che lo faceva perché aveva giocato e i miei numeri erano usciti! Aveva vinto solo una piccola somma, ma resta il fatto che i numeri erano buoni. Chi l'avrebbe mai detto?
Forse, considerata la quantità di visite notturne, dovrei proprio farci un pensierino! Ma è difficile interpretare i segnali per tradurli in numeri! Mi sa che dovrò accontentarmi di rivedere i miei cari e godere della loro compagnia notturna senza pormi troppe domande.