Dopo tanti anni di insegnamento,
spesso, trovo persone che mi chiedono quanto siano cambiati i ragazzi nel corso
del tempo.
Se
fossi un’insegnante di lettere, con una o due classi ogni anno, forse
avrei poche difficoltà a rispondere, ma io insegno musica, ho nove classi ogni
anno e, tra così tanti ragazzi, non posso che ritrovare, ogni volta, molti punti
in comune. Da sempre ci sono gli alunni bravissimi, studiosissimi, che imparano
così in fretta da farmi pensare che sappiano già tutto ancor prima che io possa
aprir bocca; poi ci sono i bulletti,
quelli che mi fanno sudare le classiche sette camicie, che non si interessano
di nulla che non sia giocare, prendere in giro qualcuno o far andare fuori di
testa gli insegnanti; ci sono i timidi, che non osano aprire bocca e mi si
avvicinano solo nell’intervallo, quando gli altri giocano e non li notano; ci
sono quelli “ nella media”, che svolgono il loro lavoro con tiepido entusiasmo
solo per senso di obbedienza e per non rovinarsi la pagella; ci sono i
“creativi”, che sempre mi stupiscono con le loro intuizioni ed iniziative …
Insomma, il mondo della scuola non è poi così cambiato, almeno per quello che
mi riguarda.
C’è da dire che i ragazzi di oggi
sono sempre più viziati ed infantili. Litigano tra loro per una gomma, una
matita… giocano nell’intervallo con una microscopica pallina di carta e, quando
si parlano, urlano:
_ MI PASSI
LA MATITAAAAA!
_ORA TE LA DOOOOOO!!!!!
_A CHE PAGINA SI TROVA L’ESERCIZIOOOOOOO!!!!
_PAGINA TRENTADUEEEEE!!!!
Io penso che abbiano tutti problemi
di udito. In compenso, quando sono interrogati, bisbigliano come se si
trovassero in confessionale.
Anche i bulli, perlomeno quelli della
mia scuola, non sono poi così bulli come si penserebbe. Più che altro sono dei
grandissimi “ropmpibip”. Non stanno mai fermi, girano per la classe,
chiacchierano in continuazione con questo o con quello, non scrivono una riga e
non aprono un libro, ridono senza apparente motivo e stancano anche i Santi. Ah,
comunque ne ho avuti di ben peggiori in passato! Una volta uno rubò il registro
di classe e lo buttò in un canale, poi convinse alcuni compagni a rubare
insieme a lui in un supermercato … Insomma, erano continue riunioni speciali
per decidere come risolvere i vari guai che combinava. Ma allora non c’erano
gli smartphone, ne’ wathsapp, e le notizie non si diffondevano così rapidamente
come adesso.
Inoltre, in passato, i ragazzi
avevano maggiori capacità di attenzione e concentrazione. Per anni ho suonato
su un vecchio pianoforte verticale voltando praticamente le spalle alla classe,
che suonava tranquillamente. Poi ho cominciato a spostare il pianoforte dal
muro e a metterlo in diagonale, in modo da vedere i ragazzi, previo rischio di
torcicollo, poiché dovevo suonare con la testa rivolta a destra, o a sinistra.
Successivamente sono passata alla tastiera elettronica, in modo da restare in
posizione frontale e attualmente non suono nemmeno più, ma uso le basi sulla Lim, perché così posso tenere gli occhi costantemente puntati sugli
“orchestrali” che, appena abbasso la guardia, subito tolgono lo sguardo dallo
spartito e cominciano a suonare “a caso”. Arrivare fino in fondo ad uno spartito
senza distrarsi è veramente difficile per molti.
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Io alla tastiera con una classe |
Non è nemmeno così vero che siano
“nativi digitali”. Ogni tanto ne mando qualcuno al pc per cercare i brani e
aiutarmi a far partire le basi musicali. Dico:
_Ora
ridimensiona il foglio!
_Eh? Cosa devo fare?
_Vai indietro!
_Come?
_Lancia il programma, quello con l’estensione exe!
_Quale? Cosa vuol dire?
Invece di aiutarmi, devo essere io a
fare da balia ai novelli dj!
Stiamo infatti pensando di tornare a proporre delle lezioni di informatica,
perché i ragazzi ormai usano il pc solo per i videogiochi, poi smanettano con gli
smartphone e chattano su whatsapp. Word, Excel, Power point sono parole
sconosciute per loro! In compenso sanno
usare i programmi di presentazione online … peccato che poi dimentichino le password e non
riescano più a ritrovare le loro produzioni!
Quest’anno è arrivato un nuovo
insegnante di musica, giovanissimo e alla prima esperienza. Mi ha chiesto
qualche consiglio. Gli ho detto:
_ Guarda, è molto semplice: tu dovrai essere un attore, un ballerino, un
cantante, un poeta, un comico … Canta, suona, gesticola, cambia tono di voce
quando spieghi, come se recitassi, seleziona brani e video accattivanti da
proporre. Insomma, immagina di essere su un palcoscenico, di essere il front-man
e di dover catturare l’attenzione del pubblico.
_Ah! Ho capito! Ha risposto il
giovanotto. Così sta facendo. E si sta pure entusiasmando. Gli piace
tantissimo!
Insomma, i ragazzi sono sempre
ragazzi. Sono cambiati i contesti intorno a loro, hanno a disposizione nuove
tecnologie che non sempre sanno usare nel modo corretto, sono sempre più
stressati da mille attività, hanno tante cose materiali, ma poca attenzione da
parte dei genitori e faticano sempre di più a concentrarsi e a prestare
attenzione a quanto si propone loro.
Poi ci sono i momenti in cui devono
mettercela tutta per suonare in concerto davanti al pubblico, creare un video
per partecipare ad un concorso a tema, partecipare ad una gara sportiva,
produrre oggetti per il mercatino … ed ecco che la magia della competizione si
rinnova e ci offrono delle performance splendide e assolutamente inaspettate.
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Spettacolo musicale in piazza. Io sono a sinistra vicino al coro. |
Oggi, come allora, i giovani sono come fogli bianchi su cui noi adulti dobbiamo
scrivere. Ogni anno è più faticoso ma, alla fine, le fatiche vengono quasi sempre
ripagate. Dobbiamo crederci, perché loro sono il futuro e noi abbiamo la
responsabilità di prepararli in modo adeguato per essere vincenti.