“I vostri figli non sono figli vostri, sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.
Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell'avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri.
Voi siete l'arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.
L'Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell'infinito e vi tiene tesi con tutto il suo vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell'Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l'arco che rimane saldo”.
(Kahlil Gibran)
Mio figlio |
Chissà,
quando mio marito ed io abbiamo scoccato la nostra freccia, invece di lanciarla
orizzontalmente dobbiamo aver puntato verso l’alto…
Chi l’avrebbe
mai detto. E’ pur vero che, da ragazzina amavo arrampicarmi sugli alberi, ma
niente avevano a che fare con le alte rocce che scala mio figlio. Mio marito poi, soffre pure di vertigini.
I
figli, come recita Gibran, almeno nella maggior parte dei casi sono diversi dai
genitori. Io suono il pianoforte, mio figlio la chitarra, mio marito è un
bravissimo tennista e suo figlio un ottimo arrampicatore. Potrei continuare per un bel po’…
I
conflitti cominciano con l’adolescenza e proseguono ad oltranza. Noi genitori abbiamo
la tendenza ad insegnare, a consigliare, a proibire, a giudicare, ma abbiamo
perso la capacità di “ascoltare”. Me lo dicono anche gli alunni: “Io provo a
parlare dei miei problemi a mia madre, ma lei minimizza, dice che non ha tempo
da perdere, tanto sono tutte sciocchezze, invece per me è importante … Io
vorrei qualcuno che mi ascoltasse, invece tutti vogliono che sia io ad
ascoltare loro …”
Forse
sta proprio lì il fulcro del problema. Saper ascoltare e ragionare con calma insieme,
trovando insieme una soluzione. I nostri figli non ci vogliono come “amici”, ma
nemmeno come giudici e, soprattutto, ci chiedono di essere accettati così come
sono, senza essere forzati a diventare come li vorremmo noi.
Cosa
facile da dire e da scrivere, ma difficile da realizzare, perché siamo umani e,
anche da adulti, continuiamo a sbagliare, a correggerci e a sbagliare di nuovo.
Così non
ci resta che preoccuparci in silenzio e sperare che i nostri figli, nonostante
i tempi difficili, riescano ad essere felici.
Belle e sagge riflessioni
RispondiEliminaGrazie. Però poi è difficile mettere in pratica le proprie riflessioni, soprattutto quando toccano la sfera emotiva.
EliminaNon ti invidio proprio..
RispondiEliminaLorenzo si arrampica sul bracciolo del divano e già mi viene l'ansia.
Mamma mia..
Comunque condivido che la grandezza di un genitore sta nel rendere i figli liberi di essere esattamente quel che desiderano.
Un abbraccio.
Un post che mi si addice specialmente in questo periodo: fino a due settimane fa le mie due frecce erano finite una a Firenze e l’altra a Nashville... adesso sono entrambe a Nashville!!
RispondiEliminaChe fare? Niente.... solamente essere felici della loro felicità e non è poco.
I nostri figli devono seguire i loro desideri, avere la loro vita : a noi restano la gioia di averli avuti e di averli cresciuti con sani principi e le preoccupazioni.... ma la cosa principale è che siano felici e anche grati di quello che abbiamo potuto fare per loro
Un abbraccio grande
Già...la cosa più importante è che possano essere felici, anche se è sempre più difficile al giorno d'oggi! Noi non possiamo fare altro che stare a guardare ed aiutare se ce lo chiederanno.
Eliminaho i brividi... purtroppo è il destino del genitore... anche mia mamma passava le notti alzata ad aspettare mio fratello
RispondiEliminaIo non devo nemmeno più stare ad aspettare alzata, visto che ormai vive per conto suo! Ma gli telefono ogni volta per sapere se stia bene e sia sceso sano e salvo!
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RispondiEliminaI bellissimi versi di Gibran traducono in poesia tutto quello che hai scritto. O forse quello che hai scritto traduce per noi la poesia di Gibran.
RispondiElimina"Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi" dice molto.
Mi ha colpito in particolare la considerazione sulla mancanza di comunicazione fra genitori e figli. Certo, rispetto al problema di arrivare a fine mese, le questioni con i compagni di scuola o le beghe con il fidanzatino di turno sembrano sciocchezze al genitore. Ma non è così per il ragazzino, che, se si rivolge al genitore, lo fa perché ha bisogno di essere ascoltato (e capito) da qulcuno che considera più saggio (o più fidato).
Non è più il tuo caso, ormai il figliolo ha altri obiettivi. Obiettivi ripidi, a quanto pare! ;-)
Le persone hanno sempre bisogno di essere ascoltate, anche quando sono grandi...Invece tendiamo tutti a parlare di noi stessi, oppure ascoltiamo per giudicare. E' un problema del nostro tempo. Tutti hanno qualcosa da dire, ma non hanno tempo per sentire ciò che dicono gli altri.
EliminaMio figlio ha molte passioni: la scalata, la musica, la fotografia, i viaggi...ma è molto impegnato con il lavoro e fatica a star dietro a tutto. Anche lui ha ancora bisogno di essere ascoltato, anche solo per sfogarsi.
E' difficilissimo ascoltare ed essere di supporto ai figli... forse dovrebbero istituire dei corsi per aiutarci a diventare dei bravi genitori... Buona domenica amica mia
RispondiEliminaUna volta, durante un corso di aggiornamento di psicologia, chiesi alla psicologa se per lei fosse facile educare i propri figli, date le sue conoscenze e i consigli che sempre sapeva dispensare a tutti. Lei disse che anche per lei era difficilissimo, perché tutta la sua psicologia e le sue tecniche andavano a scontrarsi con l’emotività e i sentimenti. E’ facile mantenere la calma quando si tratta dei figli degli altri, ma con i propri è un altro paio di maniche!
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