Mio figlio, domani sei febbraio, compirà
trent’anni,
Ricordo quando lo aspettavo e, se mi
sdraiavo, potevo sentire delle strane protuberanze nella pancia. Continuavo a
chiedermi: “Sarà un piede? Sarà un ginocchio?” Non riuscivo mai a capire. Poi,
la notte precedente alla sua nascita, sentii uno strano sconvolgimento, come se
stesse avvenendo una rivoluzione, e mi accorsi che tutte le protuberanze
avevano cambiato posizione. Pensai che si stesse disponendo a nascere, invece,
quel monello, che non era molto grande, si girò al contrario e all’ospedale si
accorsero con sgomento che la sua posizione, sempre cefalica fino a quel
momento, era diventata podalica. Di corsa in sala operatoria per il cesareo!
Nacque alle undici e diciassette di
un venerdì, bello pimpante e sanissimo, ma non troppo grosso. Pesava infatti
due chili e ottocento grammi e, rispetto ai bimbi di quattro chili, sembrava
proprio piccolino. Mia suocera, che veniva matta per mio marito e,
probabilmente, si aspettava un erede fatto a sua somiglianza, mi guardò con
aria triste non riuscendo a nascondere la sua delusione: “Assomiglia tutto a te…beh…pazienza!”
Arrivata a casa, ancora dolorante e
indebolita del cesareo, iniziò immediatamente la sfilata di parenti, amici, colleghi,
vicini di casa, conoscenti, amici e vicini dei conoscenti. Cominciavano a presentarsi la
mattina e terminavano la sera a mezzanotte. Io non facevo altro che preparare
caffè, versare bibite, offrire pasticcini e sorridere, cercando di capire come
cambiare il pannolino al piccolo, preparargli il biberon, fargli fare il
ruttino e capire le sue necessità senza mai avere un attimo di privacy. Ricordo
che la moglie di un amico di mio marito venne a casa nostra più volte
accompagnando sempre persone diverse che, poverine, non erano mai state da noi
e avrebbero potuto perdersi. Sembrava un vero cicerone. A tutti faceva notare
quanto il neonato fosse piccolino. Forse pensava che non fosse normale, chissà…Di
fatto, il bambino cominciò subito ad aumentare di peso e a farsi bello
cicciotto, e le visite terminarono come per magia. Da allora, quella signora
non trovò più il tempo di venirci a trovare, pare che il lavoro la impegnasse
molto!
Di fatto, il piccolino, pur rimanendo
sempre piuttosto snello, è cresciuto superando abbondantemente il metro e ottanta,
sfatando quindi le infauste previsioni delle comari impiccione.
Fino a sedici anni mio figlio non
rivelò particolare desiderio di uscire, preferendo invitare i suoi amici a casa
nostra. Non finivo mai di offrire merende, bibite e conoscere le varie madri
che venivano ad accompagnare e riprendere i figli. A sedici anni cominciò ad
uscire la sera e iniziarono le preoccupazioni. “Con chi esci? “_ “Non li
conosci!” Eh era dura pensare di non conoscere le sue frequentazioni! Alla fine
erano compagni di liceo e alcuni li frequentava fin dalle medie, ma cominciava l’adolescenza
e l’età della ribellione. Mio marito, che aveva sempre pensato di poter essere
un padre giovane, comprensivo e moderno, si ritrovava a sentirsi dire che “aveva
una mentalità troppo lontana e non poteva capire”. Nella vita le cose non vanno
mai come si vorrebbe!
Comunque, nonostante le nostre
apprensioni, terminarono senza problemi particolari gli anni del liceo e
iniziarono quelli dell’università.
Nostro figlio andò ad abitare a Torino con
il suo migliore amico e altri due studenti e, casualmente, visto che palestra e
studio fotografico si trovavano proprio dietro la sua abitazione, scoprì la
passione per la scalata e la fotografia.
Dopo la laurea, con il suo primo
lavoro acquistò anche una motocicletta di seconda mano e quindi, sommando i
vecchi e nuovi interessi, possiamo riassumerli in questo modo: moto-viaggi,
ciclo-viaggi, fotografia, chitarra, arrampicata sportiva, lettura (meno male, almeno
un interesse tranquillo!), trekking in montagna, camminata sulla corda, corsi
all’estero per perfezionare l’Inglese ( Londra, Belfast e Malta)
Siccome le ferie e i giorni liberi
spesso non coincidevano con quelli degli amici, ecco che partiva da solo per un
viaggio in moto in Corsica o in Provenza, visitava la Scozia in bicicletta,
andava a scattare fotografie in mezzo agli impervi sentieri di montagna, tutti
posti in cui il cellulare non prendeva oppure era lui stesso a spegnerlo per
non consumare la batteria. Se gli fosse successo qualcosa e fosse finito in
qualche dirupo o in mezzo ad una folta vegetazione, chi l’avrebbe trovato mai?
Ora che ha un lavoro con un orario
più regolare e il sabato e la domenica liberi, può frequentare più facilmente i
suoi amici ma, ogni volta che si arrampica su una palestra di roccia, noi non
possiamo fare a meno di essere un po’ preoccupati. È proprio vero quel che
diceva sempre mia madre: “Piccolo, fastidi piccoli; grande, fastidi grandi!”
E tra poche ore saranno trent’anni.
Trent’anni vissuti intensamente, tra nuove esperienze, sacrifici, gioie e delusioni.
Verranno ancora tanti momenti di crescita, tante mete da raggiungere, momenti belli
e brutti. Io non posso che augurargli di realizzare i suoi sogni. A volte lo
spio di sottecchi mentre legge un messaggio sul cellulare e sorride, oppure passa
in cucina cantando mentre sta per uscire. Quel sorriso e quel canto mi danno la
gioia più grande del mondo.
Buon compleanno Mauri, e buona vita!
Che tu sia felice!
Dimenticavo: domani è il compleanno
anche del nostro cagnolino: cinque anni! E’ un giovanotto-cane anche lui!