domenica 22 febbraio 2015

Gli adolescenti e il sesso.





Sconvolge in questi giorni il fatto accaduto a Torino, dove una tredicenne è stata per mesi violentata da ragazzini come lei che la filmavano e la ricattavano minacciando di rendere pubbliche quelle foto compromettenti.

La maggior parte dei compagni sapeva,  ma non si stupiva più di tanto. Pare persino che la ragazzina, all'inizio della vicenda, si fosse vantata con le amiche delle sue esperienze. Probabilmente non si era resa conto di essersi cacciata in una situazione molto più grande di lei.

Sconvolge che i ragazzi, quando la vittima ha cercato di ribellarsi, abbiano messo in atto la minaccia mandando una fotografia dell'accaduto proprio ai genitori della ragazzina. Probabilmente pensavano che l'avrebbero rimproverata aspramente, perché sicuramente era colpa sua,  e non avevano minimamente immaginato che, così facendo, si auto-denunciavano come stupratori. 

Il fatto è veramente preoccupante, ma non dobbiamo pensare che dipenda solo dalla zona in cui  è accaduto, in periferia, dove i ragazzi stanno troppo spesso soli e in balia di ogni sorta di pericolo.
Ricordate il mio racconto umoristico sul ragazzino chiuso in bagno durante l'ora di educazione sessuale? Ebbene, parlando con  la sessuologa si è scoperto che  molti adolescenti delle medie guardano in tv un programma di cui non saprei dirvi il nome, ne' il canale che lo trasmette, dove ragazzini minorenni parlano continuamente delle loro esperienze sessuali, così come se raccontassero di aver fatto una gita fuori porta.  Le ragazze della trasmissione descrivono la loro verginità come "un tappo" da togliere il più presto possibile, per poterne poi parlare con le amiche. Non contano l'amore, il rispetto, la condivisione di interessi ed ideali, l'importante è trovare qualcuno che permetta di togliere "il tappo" il più presto possibile, pena l'esclusione dal gruppo e l'etichetta di "imbranata". 

Gli alunni, in particolare quelli di una classe,  tutti di ottima famiglia, si sono dimostrati convinti che proprio quella trasmissione fosse la fonte di informazione più attendibile sul sesso, pertanto non stavano nemmeno più a sentire la sessuologa, tanto "sapevano già tutto". 

A questo punto, gli insegnanti possono cercare di vigilare, la scuola può fornire specialisti atti a spiegare i pericoli in cui possono incorrere gli adolescenti, ma nessuno può sostituire la famiglia e nessuno può vigilare sui contenuti di certe trasmissioni e sulle frequentazioni dei figli se non i genitori.  Una volta si pensava che i pericoli fossero fuori, ma ora ci sono anche in casa, con Internet e la tv in camera.
Il mestiere di genitore è sempre più difficile, ma bisogna imparare ad attrezzarsi non abbassando mai la guardia, non c'è niente da fare. Il pericolo è costantemente in agguato.

 Mia madre lo diceva sempre: "Figli piccoli, problemi piccoli, figli grandi, problemi grandi!" Aveva ragione.

venerdì 6 febbraio 2015

KAT-BURRASCA



Nella mia scuola vige la disposizione di accompagnare gli alunni, quando suona la campanella dell'ultima ora, fino in fondo al cortile. È quindi indispensabile, per noi insegnanti, avere il cappotto a disposizione per uscire senza congelare, pertanto, ho preso l'abitudine di prendere il mio durante l'ora buca e portarlo sugli appendiabiti accanto alla classe dell' ultima ora di lezione.


L'altro giorno avevo per l'appunto  il giaccone in mano e mi stavo accingendo a portarlo al secondo piano, quando una collega mi ha fermata per chiedermi di risolverle un problema con la LIM. Ho appoggiato il giaccone sullo schienale di una sedia, sono andata nella classe in questione per sistemare l'inghippo e, quando sono tornata in sala insegnanti, senza pensarci due volte ho preso nuovamente il giaccone dall'appendiabiti. Ovviamente non era il mio, poiché l'avevo appoggiato sullo schienale della sedia, ma non me ne sono minimamente accorta. 


Dopo un po' di tempo ho incontrato una collega, seguita da due bidelle, visibilmente alterata.

 "Mi hanno rubato la giacca! Avevo in tasca le chiavi di casa e quelle della macchina, non potrò più tornare!"

Le bidelle cercavano di consolarla dicendole che avrebbero fatto del loro meglio per cercarla, ma il panico la stava invadendo.


A quel punto mi si è squarciato un velo. "Te l'ho presa io la giacca! Credevo di aver portato la mia al secondo piano, accanto alla classe dell'ultima ora!"

La collega si è illuminata per il sollievo, mi ha persino offerto un caffè, anche se avrei dovuto farlo io per farmi perdonare, ma era così felice di non aver perso la giacca che voleva festeggiare ad ogni costo.


Un'altra collega si è spanciata dalle risate e mi ha soprannominata  "Kat-burrasca", la novella  Giamburrasca della scuola.
 

Stamattina, in una seconda, un ragazzino che di solito è molto svogliato e risponde anche male, inspiegabilmente si è impegnato con un fervore mai visto. Non si è distratto nemmeno un momento, partecipando attivamente e con gioia alla lezione.

"Che strano"ho pensato, non ho mai visto una volontà così forte in quel ragazzino! Ero piacevolmente stupita. 


Terminata l'ora mi si è avvicinato con fare confidenziale: "Scusi prof., è vero che ha preso il cappotto di una sua collega? " Gli ho spiegato com'era andata. Era visibilmente felice.

Avrà detto tra sè: " Questa prof. è una monella, è una dei nostri!" 


Ecco...c'è sempre un lato positivo in ogni cosa. Ho conquistato un nuovo amico! ;)