Nella mia scuola vige la disposizione
di accompagnare gli alunni, quando suona la campanella dell'ultima ora, fino in
fondo al cortile. È quindi indispensabile, per noi insegnanti, avere il
cappotto a disposizione per uscire senza congelare, pertanto, ho preso
l'abitudine di prendere il mio durante l'ora buca e portarlo sugli appendiabiti
accanto alla classe dell' ultima ora di lezione.
L'altro giorno avevo per l'appunto il giaccone in mano e mi stavo accingendo a
portarlo al secondo piano, quando una collega mi ha fermata per chiedermi di
risolverle un problema con la LIM. Ho appoggiato il giaccone sullo schienale di
una sedia, sono andata nella classe in questione per sistemare l'inghippo e,
quando sono tornata in sala insegnanti, senza pensarci due volte ho preso
nuovamente il giaccone dall'appendiabiti. Ovviamente non era il mio, poiché
l'avevo appoggiato sullo schienale della sedia, ma non me ne sono minimamente
accorta.
Dopo un po' di tempo ho incontrato
una collega, seguita da due bidelle, visibilmente alterata.
"Mi hanno rubato la giacca! Avevo in
tasca le chiavi di casa e quelle della macchina, non potrò più tornare!"
Le bidelle cercavano di consolarla
dicendole che avrebbero fatto del loro meglio per cercarla, ma il panico la
stava invadendo.
A quel punto mi si è squarciato un
velo. "Te l'ho presa io la giacca! Credevo di aver portato la mia al
secondo piano, accanto alla classe dell'ultima ora!"
La collega si è illuminata per il
sollievo, mi ha persino offerto un caffè, anche se avrei dovuto farlo io per
farmi perdonare, ma era così felice di non aver perso la giacca che voleva
festeggiare ad ogni costo.
Un'altra collega si è spanciata dalle
risate e mi ha soprannominata "Kat-burrasca", la novella Giamburrasca della scuola.
Stamattina, in una seconda, un
ragazzino che di solito è molto svogliato e risponde anche male,
inspiegabilmente si è impegnato con un fervore mai visto. Non si è distratto
nemmeno un momento, partecipando attivamente e con gioia alla lezione.
"Che strano"ho pensato, non
ho mai visto una volontà così forte in quel ragazzino! Ero piacevolmente
stupita.
Terminata l'ora mi si è
avvicinato con fare confidenziale: "Scusi prof., è vero che ha preso il
cappotto di una sua collega? " Gli ho spiegato com'era andata. Era
visibilmente felice.
Avrà detto tra sè: " Questa
prof. è una monella, è una dei nostri!"
Ecco...c'è sempre un lato positivo in
ogni cosa. Ho conquistato un nuovo amico! ;)
E' proprio vero, ognuno cerca qualcosina di sé nel prossimo…anche nella proff!
RispondiEliminaBuona domenica!
A volte i prof ci sembrano lontani, poi, quando ne scopriamo il lato umano e fallibile, ci sembrano più simpatici. Devo aver fatto quell'effetto al ragazzino!
EliminaMa che bel posto e che magnifica conclusione, cara Giannetta Burrasca. Già, sei diventata una monella come loro, ti sentono vicina e, per dimostrarti quanto ti vogliano bene, ti danno quello che tu maggiormente desideri: la loro attenzione di alunni. Soltanto l'amore e l'allegria possono fare di questi miracoli, anche l'allegria, che trova sempre in ogni cosa un lato comico o positivo.
RispondiEliminaChe bello il tuo commento. Sì, credo anch'io che l'amore e un po' di allegria possano rendere la vita più positiva, anche quando si è giù di morale e si ha la testa nelle nuvole.
EliminaLa perfezione è noiosa e, soprattutto, non è reale! È sempre una bella sensazione vedere qualcuno, specialmente se è una prof, sotto il suo lato più umano ... la rende immediatamente più simpatica! ;)
RispondiEliminaUn saluto.
Hai proprio ragione, Mr. Loto!Ultimamente sono molto più "umana" del solito, combino un sacco di guai!
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