venerdì 6 febbraio 2015

KAT-BURRASCA



Nella mia scuola vige la disposizione di accompagnare gli alunni, quando suona la campanella dell'ultima ora, fino in fondo al cortile. È quindi indispensabile, per noi insegnanti, avere il cappotto a disposizione per uscire senza congelare, pertanto, ho preso l'abitudine di prendere il mio durante l'ora buca e portarlo sugli appendiabiti accanto alla classe dell' ultima ora di lezione.


L'altro giorno avevo per l'appunto  il giaccone in mano e mi stavo accingendo a portarlo al secondo piano, quando una collega mi ha fermata per chiedermi di risolverle un problema con la LIM. Ho appoggiato il giaccone sullo schienale di una sedia, sono andata nella classe in questione per sistemare l'inghippo e, quando sono tornata in sala insegnanti, senza pensarci due volte ho preso nuovamente il giaccone dall'appendiabiti. Ovviamente non era il mio, poiché l'avevo appoggiato sullo schienale della sedia, ma non me ne sono minimamente accorta. 


Dopo un po' di tempo ho incontrato una collega, seguita da due bidelle, visibilmente alterata.

 "Mi hanno rubato la giacca! Avevo in tasca le chiavi di casa e quelle della macchina, non potrò più tornare!"

Le bidelle cercavano di consolarla dicendole che avrebbero fatto del loro meglio per cercarla, ma il panico la stava invadendo.


A quel punto mi si è squarciato un velo. "Te l'ho presa io la giacca! Credevo di aver portato la mia al secondo piano, accanto alla classe dell'ultima ora!"

La collega si è illuminata per il sollievo, mi ha persino offerto un caffè, anche se avrei dovuto farlo io per farmi perdonare, ma era così felice di non aver perso la giacca che voleva festeggiare ad ogni costo.


Un'altra collega si è spanciata dalle risate e mi ha soprannominata  "Kat-burrasca", la novella  Giamburrasca della scuola.
 

Stamattina, in una seconda, un ragazzino che di solito è molto svogliato e risponde anche male, inspiegabilmente si è impegnato con un fervore mai visto. Non si è distratto nemmeno un momento, partecipando attivamente e con gioia alla lezione.

"Che strano"ho pensato, non ho mai visto una volontà così forte in quel ragazzino! Ero piacevolmente stupita. 


Terminata l'ora mi si è avvicinato con fare confidenziale: "Scusi prof., è vero che ha preso il cappotto di una sua collega? " Gli ho spiegato com'era andata. Era visibilmente felice.

Avrà detto tra sè: " Questa prof. è una monella, è una dei nostri!" 


Ecco...c'è sempre un lato positivo in ogni cosa. Ho conquistato un nuovo amico! ;)

6 commenti:

  1. E' proprio vero, ognuno cerca qualcosina di sé nel prossimo…anche nella proff!
    Buona domenica!

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    1. A volte i prof ci sembrano lontani, poi, quando ne scopriamo il lato umano e fallibile, ci sembrano più simpatici. Devo aver fatto quell'effetto al ragazzino!

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  2. Ma che bel posto e che magnifica conclusione, cara Giannetta Burrasca. Già, sei diventata una monella come loro, ti sentono vicina e, per dimostrarti quanto ti vogliano bene, ti danno quello che tu maggiormente desideri: la loro attenzione di alunni. Soltanto l'amore e l'allegria possono fare di questi miracoli, anche l'allegria, che trova sempre in ogni cosa un lato comico o positivo.

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    1. Che bello il tuo commento. Sì, credo anch'io che l'amore e un po' di allegria possano rendere la vita più positiva, anche quando si è giù di morale e si ha la testa nelle nuvole.

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  3. La perfezione è noiosa e, soprattutto, non è reale! È sempre una bella sensazione vedere qualcuno, specialmente se è una prof, sotto il suo lato più umano ... la rende immediatamente più simpatica! ;)
    Un saluto.

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  4. Hai proprio ragione, Mr. Loto!Ultimamente sono molto più "umana" del solito, combino un sacco di guai!

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