L’altra sera
mi è capitato di riflettere su quanto siano cambiate le abitudini mentali nel
corso del tempo. Pensavo a mia madre. Dopo cena, solitamente si dedicava ai
suoi lavori a maglia o all’uncinetto e la sua mente era impegnata a contare i
punti: uno dritto, due a rovescio … Mio padre guardava la televisione ed era
concentrato sul programma. I miei nonni, probabilmente, pensavano alla giornata
trascorsa, o ai progetti per quella successiva.
L’altra sera
stavo guardando un
concerto di Baglioni alla tv, nello stesso tempo preparavo il sugo e cuocevo le
zucchine per il giorno dopo, perché sapevo di avere degli impegni e poco tempo
per cucinare, contemporaneamente controllavo i messaggi su whatsapp, dove stavo
seguendo l’evolversi delle nomine dei colleghi giovani. Poverini, sono rimasti
chiusi per trentasei ore in una scuola ad aspettare il loro turno per scegliere
la cattedra, trascorrendo tutti insieme ben due giorni e una notte,
condividendo ansie e speranze. Man mano arrivavano notizie: M. ha scelto, G. ha
scelto, gli altri sono ancora in attesa …
Tra
una mescolata al sugo, l’ascolto di una canzone e la lettura di un messaggio,
cercavo sul computer immagini e notizie su Vancouver, luogo in cui si trovava
mio figlio in quel momento in vacanza. Leggevo le notizie meteo, vedevo
immagini bellissime di baie azzurre e parchi verdi popolati da scoiattoli,
orsi, procioni … Proprio i posti che piacciono a lui! Vedere i luoghi in cui
immaginavo potesse trovarsi ( ma dal vero è un’altra cosa!), me lo faceva
sentire un po’ più vicino.
Vancouver fotografata da mio figlio. |
Insomma,
mentre i miei genitori ed i miei nonni, probabilmente, la sera avevano in mente
un unico pensiero legato alle solite abitudini, io ne avevo almeno quattro e la
mia mente vagava tra le pentole in cucina, il concerto di Baglioni a Verona,
l’Istituto Tecnico di Fossano ( Cuneo) e i parchi di Vancouver in Canada.
La
mia riflessione, comunque, non vuole essere una lamentela verso i tempi moderni
che ci costringono a diventare “multitasking” esattamente come i nostri pc,
quanto piuttosto una riflessione sui tempi che cambiano coinvolgendo anche la
nostra capacità di pensare e di allargare i nostri orizzonti mentali.
Sicuramente a mia madre non
sarebbe mai venuto in mente di cercare documentazioni sul tipo di vita che si conduce a Vancouver, sulla sua flora e sulla fauna,
ne’ avrebbe colloquiato fino all'una di notte con i colleghi, in ansia per il
posto di lavoro, proprio mentre cucinava il sugo, ma non è detto che farlo oggi
sia negativo. Se, per un buon mantenimento fisico, è necessario muoversi e
tenere allenati i muscoli, probabilmente è utile mantenere efficiente la mente
con un buon esercizio di ricerca e logica.
Molti
anziani di oggi si ammalano di Alzheimer. Mia madre stessa ne era stata
colpita, con mia grande disperazione. Otto anni di vita sprecati, senza
ricordarsi chi era e senza riconoscere i suoi cari. Se pensiamo a Rita Levi
Montalcini, che ha continuato a studiare, ricercare,relazionare fino oltre i
cento anni, non possiamo che riflettere sul fatto che, far lavorare la mente,
sia salutare per la sua efficienza nel tempo.
Allo
stesso modo si parla molto dei musicisti, che leggono, decodificano partiture,
guidano attività separate alle due mani e, contemporaneamente, seguono i
movimenti del direttore accordandosi ai suoni degli altri componenti
dell’orchestra. Nessuna attività cerebrale è così completa e salutare per il
cervello quanto quella del musicista e questo è consigliato persino dai medici
per mantenere giovane la cosiddetta “materia grigia”.
Diverso
è lo stress, fatto di ansia, preoccupazioni, lotta contro il tempo per riuscire
a fare tutto. Lo stress abbassa le difese immunitarie e ci rende facili prede
delle malattie.
In conclusione, ben venga il multitasking con la
molteplicità di attività e pensieri nella nostra vita, purché siano positivi e costruttivi.