domenica 8 settembre 2019

I tempi cambiano e...ci cambiano!

L’altra sera mi è capitato di riflettere su quanto siano cambiate le abitudini mentali nel corso del tempo. Pensavo a mia madre. Dopo cena, solitamente si dedicava ai suoi lavori a maglia o all’uncinetto e la sua mente era impegnata a contare i punti: uno dritto, due a rovescio … Mio padre guardava la televisione ed era concentrato sul programma. I miei nonni, probabilmente, pensavano alla giornata trascorsa, o ai progetti per quella successiva.
L’altra sera stavo guardando un concerto di Baglioni alla tv, nello stesso tempo preparavo il sugo e cuocevo le zucchine per il giorno dopo, perché sapevo di avere degli impegni e poco tempo per cucinare, contemporaneamente controllavo i messaggi su whatsapp, dove stavo seguendo l’evolversi delle nomine dei colleghi giovani. Poverini, sono rimasti chiusi per trentasei ore in una scuola ad aspettare il loro turno per scegliere la cattedra, trascorrendo tutti insieme ben due giorni e una notte, condividendo ansie e speranze. Man mano arrivavano notizie: M. ha scelto, G. ha scelto, gli altri sono ancora in attesa …
Tra una mescolata al sugo, l’ascolto di una canzone e la lettura di un messaggio, cercavo sul computer immagini e notizie su Vancouver, luogo in cui si trovava mio figlio in quel momento in vacanza. Leggevo le notizie meteo, vedevo immagini bellissime di baie azzurre e parchi verdi popolati da scoiattoli, orsi, procioni … Proprio i posti che piacciono a lui! Vedere i luoghi in cui immaginavo potesse trovarsi ( ma dal vero è un’altra cosa!), me lo faceva sentire un po’ più vicino.

Vancouver fotografata da mio figlio.
Insomma, mentre i miei genitori ed i miei nonni, probabilmente, la sera avevano in mente un unico pensiero legato alle solite abitudini, io ne avevo almeno quattro e la mia mente vagava tra le pentole in cucina, il concerto di Baglioni a Verona, l’Istituto Tecnico di Fossano ( Cuneo) e i parchi di Vancouver in Canada.
La mia riflessione, comunque, non vuole essere una lamentela verso i tempi moderni che ci costringono a diventare “multitasking” esattamente come i nostri pc, quanto piuttosto una riflessione sui tempi che cambiano coinvolgendo anche la nostra capacità di pensare e di allargare i nostri orizzonti mentali.
Sicuramente a mia madre non sarebbe mai venuto in mente di cercare documentazioni sul tipo di vita che si conduce a Vancouver, sulla sua flora e sulla fauna, ne’ avrebbe colloquiato fino all'una di notte con i colleghi, in ansia per il posto di lavoro, proprio mentre cucinava il sugo, ma non è detto che farlo oggi sia negativo. Se, per un buon mantenimento fisico, è necessario muoversi e tenere allenati i muscoli, probabilmente è utile mantenere efficiente la mente con un buon esercizio di ricerca e logica.
Molti anziani di oggi si ammalano di Alzheimer. Mia madre stessa ne era stata colpita, con mia grande disperazione. Otto anni di vita sprecati, senza ricordarsi chi era e senza riconoscere i suoi cari. Se pensiamo a Rita Levi Montalcini, che ha continuato a studiare, ricercare,relazionare fino oltre i cento anni, non possiamo che riflettere sul fatto che, far lavorare la mente, sia salutare per la sua efficienza nel tempo.
Allo stesso modo si parla molto dei musicisti, che leggono, decodificano partiture, guidano attività separate alle due mani e, contemporaneamente, seguono i movimenti del direttore accordandosi ai suoni degli altri componenti dell’orchestra. Nessuna attività cerebrale è così completa e salutare per il cervello quanto quella del musicista e questo è consigliato persino dai medici per mantenere giovane la cosiddetta “materia grigia”.
Diverso è lo stress, fatto di ansia, preoccupazioni, lotta contro il tempo per riuscire a fare tutto. Lo stress abbassa le difese immunitarie e ci rende facili prede delle malattie.

In conclusione, ben venga il multitasking con la molteplicità di attività e pensieri nella nostra vita, purché siano positivi e costruttivi.

mercoledì 4 settembre 2019

Buon anno scolastico!



E’ iniziato un nuovo anno scolastico, prima per gli insegnanti, che assolveranno i tradizionali impegni di coordinamento, aggiornamento e programmazione, poi per i ragazzi. Per la prima volta, da quando ho compiuto i sei anni, non potrò più dire:
“ Domani andrò a scuola”, perché la mia carriera scolastica si è conclusa.
Il cordone ombelicale che mi ha legato per anni a questo ambiente non credo potrà mai essere reciso. Sempre continuerò ad interessarmi alle innovazioni, ai cambiamenti della scuola ed ai progressi dei miei ex alunni, ma lo farò da spettatrice.
Tanto ho insegnato e tanto ho imparato in questi lunghi anni. Molte persone ho conosciuto, migliaia di ragazzi ho visto crescere e diventare uomini e donne, continue collaborazioni con i colleghi e il personale scolastico mi hanno permesso di maturare, umanamente e professionalmente.
Sempre ho amato i miei alunni, anche i più discoli( perché tutti hanno un lato buono, basta cercarlo!), ed è stato proprio quell'affetto per loro che mi ha dato la forza per non mollare mai, per non perdere l’entusiasmo, la voglia di costruire e lavorare insieme.
Io credo di essere una di quelle persone fortunate che, sia dai propri insegnanti che dalle personali esperienze di vita, è riuscita ad “imparare ad imparare”, rendendomi conto dei miei limiti, ma trovando il modo per continuare ad apprendere e conoscere, spinta dalla curiosità e dalla voglia di migliorare.
Non cesserò di farlo, finché ne avrò la capacità e la forza, ed è questo che auguro a tutti gli studenti ed ex studenti: “ Imparate ad imparare e non smettete mai!”
A questo punto, a tutti i nuovi insegnanti, ai miei ormai ex colleghi e ai collaboratori scolastici, al personale amministrativo, ai ragazzi delle superiori che stanno affrontando gli esami di recupero, a tutti gli alunni che inizieranno tra una settimana o poco più, auguro un sereno, proficuo, collaborativo, interessante anno scolastico!