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mercoledì 5 giugno 2024

CINQUE STRANE ABITUDINI

 La blogger Dark Myriam mi ha invitata a partecipare al seguente gioco:

Il primo giocatore inizia il suo post con il titolo “CINQUE STRANE ABITUDINI” e le persone che vengono invitate a scrivere sul loro blog a proposito delle loro strane abitudini devono anche indicare chiaramente questo regolamento. Alla fine del post dovrete scegliere cinque nuove persone da indicare e linkare il loro blog o web journal. Non dimenticate di lasciare un commento nel loro blog che dice “SEI STATO SCELTO” e comunicate anche loro di leggere il vostro.

Mi accingo quindi a partecipare, anche se, a dire il vero, non ritenga di avere abitudini strane, ma semplicemente delle abitudini.

CINQUE STRANE ABITUDINI

1)Quando mio marito ed io ci dedichiamo alle gite fuori porta, come passeggero, tengo il cagnolino sulle ginocchia e lo cingo con le braccia a mo’ di cintura di sicurezza. Lui non accetta di viaggiare nel bagagliaio da solo, e protesta a gran voce. Vuole stare con noi e, soprattutto, controllare il padrone che guida. Finisco con spupazzarlo per tutto il tempo, coccolarlo, accarezzarlo. Quando scendo, ho già pronta la spazzolina da passarmi sui vestiti, perché qualche pelo addosso ce l’ho sempre.



2)Quando mi alzo la mattina, una delle prime cose che faccio è mangiare colazione: caffelatte, fette biscottate e due biscottini per “dare buon gusto”. Durante le vacanze mi concedo invece una brioche alla marmellata e dello yogurt. Il bello è che mangio anche se dovessi alzarmi prestissimo per partire per un viaggio. Una volta ho fatto colazione alle due e trenta di mattina!

 3) Quando acquisto dei libri ne leggo attentamente la prefazione, mi informo sulla trama, insomma, cerco di evitare tutti quelli che potrebbero non piacermi. A quel punto, mi appassiono alla lettura, che diventa quasi una droga. Devo assolutamente scoprire come finirà e leggo in ogni momento e in ogni luogo: in cucina, in bagno, in giardino, a letto, andando avanti fino a notte fonda.  Anche quelli di ottocento pagine riesco a finirli del giro di due o tre giorni.

4)Nella nostra città c’è il mercato ogni venerdì, dislocato in ben due piazze diverse. Io non me ne faccio scappare nemmeno uno. Tutti i venerdì mi reco al mercato con la mia bicicletta (tranne quando piove e in bicicletta perché è impossibile trovare un parcheggio) e non compro mai granché, tranne frutta e, qualche volta, del pesce, però mi piace molto incontrare le persone e riesco sempre a fare delle belle chiacchieratine. Mi chiedo: chi vedrò oggi? Mi piace la casualità di questi incontri. Ogni volta una sorpresa.

5)Su YouTube ho scoperto la Zumba fitness. Tutte le volte che posso mi metto davanti alla tv e seguo i movimenti dei ballerini. Mi piacciono molto questi balli di gruppo, purché non siano troppo difficili. Alla mia artrite fa sicuramente bene un po’ di esercizio fisico e poi mi diverto. Anche oggi “vai con la zumba!” e sono riuscita a seguirne sette.

Ecco, ho svolto il compito richiesto. Non nomino nessuno in particolare, ma invito chi, tra i miei lettori, ne avrà tempo e voglia, a scrivere un post con le sue cinque abitudini strane. Fatemi sapere, che verrò a leggervi! E ancora grazie, Dark Myriam, per avermi nominata!

 

 

 

giovedì 8 febbraio 2018

Conosciamoci....


Visito il blog del mio amico Julian Vlad e trovo l’invito a  partecipare ad un gioco. Si tratta di rispondere ad una serie di domande e di proporne altre. 
A dire il vero ho già faticato non poco per rispondere a queste, figuriamoci pensare ad altre domande!
Io non amo i giochi, ma ultimamente deve essere successo qualcosa nella mia testa, perché riesco a partecipare persino a giochi di scrittura creativa su parole chiave, come si può vedere dal post del 20 gennaio.

Insomma, bando alle ciance e via con le risposte!

Undici domande per coloro che vorranno rispondere
1. Si dice che nella vita si possa cambiare, anche più volte, qualunque cosa – opinione, sponda politica, religione, anima gemella, perfino il sesso – tranne la squadra del cuore. Oppure?

Vorrei cambiare il carattere. Mi servirebbe essere meno sensibile, perché troppe situazioni mi fanno soffrire e stare male persino fisicamente e vorrei essere più decisa nel mandare a stendere le persone che lo meritano.

2.Donald Trump o Beppe Grillo: chi buttereste giù dalla torre?

E’ possibile buttarli entrambi? ;)

3. Per favore non mordermi sul collo. Dove, allora?

Non mordermi proprio!

4. Monet o Picasso?

     Monet

5. Un classico: se steste per fare naufragio su un’isola deserta e poteste salvare solo tre libri fra tutti quelli contenuti nel vostro baule, quali scegliereste?

Sono molto indecisa. Non ho mai buttato libri. Forse terrei Il Conte di Montecristo, Via col vento, Il piccolo principe. Li ho letti da ragazzina e non li ho mai dimenticati.

6. Prendereste parte a una missione di colonizzazione su Marte?

     Sicuramente no!M’impressiona la solitudine dello       spazio.

7. Se fosse possibile acquisire un superpotere reale fra quelli esistenti nel regno animale, quale/i scegliereste fra: volo, mimetizzazione, piedi prensili, respirazione subacquea, olfatto potenziato, amortalità (potenziale immortalità senza però essere immuni a incidenti o malattie)?

     Ho sempre desiderato saper volare. Qualche volta      l’ho anche sognato ed ho scoperto sensazioni             bellissime.


8. Volendo esprimere con un solo colore il luogo in cui vivete, quale sarebbe? Sono ammesse due risposte, una per l’interno e una per l’esterno.

  Esterno verde, interno arancione. Fuori: piante,       prati e fiori. Dentro:  colori caldi e accoglienti.

9. Avremo sempre Parigi. Oppure? Qual è la città che potrebbe bastarvi per sempre? Anche Parigi è ammessa come risposta, sarebbe un peccato escluderla.

Roma. Ma non la vedo da un po’ e quel che si sente dire della situazione odierna non è molto incoraggiante.

10. Pitagora considerava il dieci il numero perfetto, che racchiude in sé i princìpi dell’origine dell’universo. Chi è il vostro numero dieci? Non dev’essere per forza uno sportivo.

Il mio numero dieci è sempre stato mio padre. Lui era una persona saggia e protettiva e mi faceva sentire al sicuro.

11. Se aveste la possibilità di tornare indietro nel tempo un’unica volta per cambiare una sola delle scelte che avete compiuto, lo fareste?


Se potessi tornare indietro insegnerei di meno agli altri e studierei di più per me stessa. Ho iniziato a quindici anni ad impartire lezioni di pianoforte e a 18 ad effettuare supplenze nelle scuole. Avrei potuto usare lo stesso tempo per iscrivermi ad un altro corso ed imparare un nuovo strumento, per esempio, o avrei potuto approfondire degli studi che portassero arricchimento a me, invece cominciare così presto a trasmettere tutto ciò che sapevo agli altri. Il poco denaro guadagnato non c’è più, la cultura appresa sarebbe rimasta.

martedì 22 luglio 2014

TALENTO INNATO



La cara Perlasmarrita mi ha nominata per un nuovo gioco che riguarda il talento. Ah! L'ho sempre detto che Perla è veramente troppo buona, un tesoro di ragazza, poiché riesce a vedere il talento anche in una persona molto comune come me, ma ormai la nomination è andata e non mi resta che collaborare eheheheh!

Ho provato a scrivere il post ieri sera. Avevo appena terminato il mio bel giro nei blog degli amici per copiare i loro indirizzi quando si è bloccato il computer e, siccome non avevo salvato, ho perso tutto! Certo è che questa sbadataggine non sia proprio quel che si confà ad una persona che ha sempre insegnato ai suoi alunni a salvare i dati prima di ogni cosa, ma l'ho preso come un segno del destino. Non mi ero forse ripromessa, già alcuni anni fa, di non nominare più nessuno, per non correre il rischio di dimenticare o far dispiacere a qualche amico blogger? Spero quindi che Perlasmarrita non se la prenderà a male se non seguo le disposizioni del gioco riguardo questo punto. Chi leggerà il post e avrà piacere di aderire alla proposta,si consideri nominato!


Regolamento:


1) Utilizzare il logo ( fatto!)



2) Menzionare chi vi ha nominato (fatto!)



3) Nominare 10 Blogger, nei quali scorgete la dote del Talento, notificando loro la nomination. ( consideratevi tutti nominati e aderite se vi fa piacere farlo)





Rispondere alle seguenti domande:

4) Quando hai capito di amare la “scrittura”?

Io ho imparato a leggere e a scrivere intorno ai cinque anni, grazie ad un attacco di sciatica che costrinse mio padre a stare a casa dal lavoro per un po' di tempo. Lo facevo impazzire continuando a chiedergli di raccontarmi le favole e così lui pensò di insegnarmi a leggerle da sola, perché non ne poteva proprio più. La trasmissione di Alberto Manzi "Non è mai troppo tardi" fece il resto e a mia madre, che ha sempre tenuto in grande considerazione la cultura, non parve vero di avere l'occasione di comprarmi una mole enorme di libri affinché potessi coltivare quel nuovo apprendimento. Alle elementari cominciai a scrivere poesie. Se le prese tutte la maestra per ricordo e non me ne lasciò nemmeno una. Ah! Cosa darei per poterle leggere adesso e sapere cosa mi passasse per la testa in quegli anni! Non ricordo di aver ripreso a scriverne nelle medie, anche perché a otto anni avevo iniziato a suonare il pianoforte e il mio tempo libero era impegnato in quest'altra attività. 
Fu alle superiori che sentii il desiderio di scrivere per me stessa, mettendo nero su bianco le riflessioni, le emozioni, i primi turbamenti dell'adolescenza ed iniziai a tenere un diario. Scrivere era una sorta di liberazione, uno sfogo, rileggermi mi faceva  riflettere e ponderare meglio le situazioni.

Finiti gli studi, gli anni passarono in fretta e non pensai più al piacere della scrittura fino a quando scoprii il blog e finii per continuare a raccontare ancora frammenti della mia vita, questa volta in forma pubblica.

Non ho mai pensato di possedere capacità letterarie, né tantomeno un talento. Non saprei mai scrivere un libro o anche un semplice racconto. Io parlo di esperienze vissute, di incontri reali, di fatti che conosco bene e che, in qualche modo, colpiscono la mia attenzione. Qualcuno mi legge, è nato un dialogo con altri bloggers, ho instaurato dei rapporti di amicizia che durano da anni. Cosa volere di più?


6) Ti ispiri mai alla tua realtà?
 Sempre


7) Se potessi partecipare e vincere una competizione letteraria o fotografica importante, quale sarebbe?

Non ci penso proprio! Però il mio primo racconto vissuto"La storia di Gino e Pino", dedicato a mio padre e al suo vecchio amico d'infanzia che vive in Venezuela, è stato pubblicato sul quotidiano "La stampa" della rubrica "Cuori allo specchio" di Massimo Gramellini e sono persino stata contattata dalla Rai per partecipare alla trasmissione domenicale "La vita in diretta". Si pensava di far recitare la mia storia da alcuni attori, ma era indispensabile che anche l'amico di mio padre venisse a Roma e, considerato che aveva 93 anni e non poteva permettersi un viaggio così lungo per una sola ora di trasmissione, alla fine tutto sfumò.

 (Per chi fosse curioso, il racconto si trova ancora QUI e sul mio blog nella sezione "Le mie più belle storie vere, in versione più completa)

Tratto da " La stampa" - illustrazione per la mia storia di Marco Cazzato

8) In cambio di un'ingente somma di denaro, riusciresti a realizzare qualcosa lontanissima dalle tue corde?

Eh, neanche volendo e sforzandomi non potrei realizzare qualcosa che non sia nelle mie corde.  Le capacità non s'inventano. In ogni caso, a me basta avere il denaro sufficiente per vivere in serenità e non m'interessa correre dietro alla ricchezza.


9) Ami sperimentare?

Beh, qualche volta ci provo. Per imparare ed evolversi bisogna anche provare a cimentarsi in qualcosa che non si è mai fatto. Un po' di tempo fa ho scritto un post sulla base di alcune parole fisse ( c'è sempre lo zampino di Perlasmarrita, mannaggia a lei che mi trascina nelle avventure più impensate! ;) ) e mi stupisco ancora adesso per esserci riuscita!


10) Offri qualcosa d'inedito alle persone che ti seguono e credono nelle tue capacità?

Non credo proprio che le avventure della Kat, dei suoi genitori, degli alunni, del gatto Pallino e del cagnolino Terry possano essere considerate letture inedite da chicchessia, né il prodotto di una grande mente. Più che altro penso che si sia instaurato un clima di amicizia e di condivisione per cui io leggo alcune persone ed esse leggono me, scambiandoci opinioni come se ci trovassimo a casa dell'uno o dell'altro, seduti comodamente in  salotto a conversare.

sabato 1 febbraio 2014

Per non dimenticare chi dimentica...




Leggo negli articoli medici specializzati che "Nell’Alzheimer l’omeostasi cerebrale dei metalli di transizione è gravemente perturbata con accumulo extracellulare di zinco e rame nell’amiloide e di ferro intraneuronale"...

È difficile per me comprendere appieno il significato di questa frase. Chissà, forse in futuro gli studiosi troveranno una cura efficace a questo problema, ma per mia madre sarà comunque troppo tardi.

La patina del tempo non ha ancora offuscato i miei ricordi, ne'reso più semplice pensare al passato accettando il presente.

Ho visto mia madre cancellare, giorno per giorno, per sette lunghi anni, ogni immagine della sua mente. In un primo tempo si era trattato del nome degli oggetti, del loro posto in casa. Pian piano tutto diventava "coso e cosa" e tutto finiva nei posti più disparati: le pentole sotto il letto, l'olio e l'aceto nel frigorifero, le tazze nel forno... Mio padre faticava a reggersi in piedi, l'enfisema polmonare gli smorzava il respiro, le mani tremavano per un inizio di Parkinson, ma l'amava tanto  e non voleva contraddirla. Lei non ammetteva mai di aver nascosto quegli oggetti, si arrabbiava moltissimo al nostro minimo accenno e lui, tremando e ansimando, cercava, cercava... Ogni giorno era una caccia al tesoro, ma l'amore era più forte della stanchezza, del respiro affannoso.

 Cercava, cercava, e non le diceva mai niente.

Poi cominciò l'oblio per le persone, mio figlio per primo, poi io, accusata e maledetta per essere una "rovinafamiglie" che voleva soppiantarla nella cura del marito e della sua casa, che ormai trascurava completamente senza rendersene conto, infine anche mio padre, che l'amava più della luce dei suoi occhi, ma nonostante ciò non riusciva a trattenerla a sé. Rimaneva il ricordo dei suoi genitori, che la facevano piangere moltissimo, poiché non venivano mai a trovarla.

Iniziarono allora gli anni delle peregrinazioni sulla strada alla ricerca vana dei genitori e della sua casa di ragazza. Dieci, venti, trenta passeggiate al giorno, nel sole, sotto la pioggia, nella neve, al freddo dell'inverno,  al caldo rovente dell'estate, su e giù sulla strada per lasciarle credere che stava tornando a casa. Diventava matta se non la lasciavamo uscire, si arrampicava sul cancello, infilava ogni oggetto nella serratura, chiamava i vicini per farsi aprire. Allora camminavamo, su e giù, avanti e indietro, con la disperazione nel cuore perché mio padre, nel frattempo, era solo e stava morendo.

Poi anche le figure di papà e mamma si cancellarono e l'oblio calò completamente nella sua mente, scomparvero tutti i vocaboli e i concetti. Le ultime parole pronunciate, sorridendo, nel mese di maggio del 2013, sono state: "Grazie" e "Sono contenta". Poi il silenzio. Non un pianto, non un sorriso, non uno sguardo. Il nulla.

Mia madre vive ogni giorno accanto a me e non lo sa. Non mi risponde, ne'ascolta le mie parole. Il corpo è vicino, ma la sua anima è lontanissima, persa chissà dove, in un mondo in cui mi è impossibile entrare.

Penso a quando mi accompagnava a scuola in bicicletta, da bambina, alle sue mani fresche che mi accarezzavano la fronte durante le mie emicranie, ai tanti vestiti confezionati con le sue mani d'oro, all'abito da sposa, al giardino curato con tanti fiori e a tutte quelle abilità che possedeva e che sono andate perdute. A volte, confesso, sono colta da una grande rabbia, vorrei scuoterla, gridarle contro: "Riconoscimi! Parlami! Sorridimi! Sono io, tua figlia!"  Mi trattengo, perché tutto è inutile.

Guardo i bei vestiti della festa nell'armadio pensando che non l'indosserà mai più se non uno, quando lascerà la sua vita terrena. Sento ancora nelle orecchie il rumore della sua macchina da cucire che, da anni, è ormai silenziosa.  Mi si stringe il cuore.

C'è ancora tra noi, però,  una piccola forma di comunicazione, un lieve consolazione.

Mi siedo ogni giorno accanto a lei, in sordina, sul divano. Mi prende subito la mano e la stringe, l'accarezza, la solletica, sembra non volerla mai lasciare. E' un contatto piacevole, che mi ricorda le sue carezze per la bimba che ero, tanti, tanti anni fa, quando l'amore e la gioia mi facevano sentire la bambina più felice del mondo e il dolore non aveva ancora bussato alla nostra porta. 


Questo post, del tutto aderente alla realtà e non frutto di fantasia, fa parte di un gioco di scrittura tra blogger su parole scelte a turno dai partecipanti. Parole e partecipanti li potete trovare sul blog "Verba Ludica", al link: http://carbonaridellaparola.blogspot.it/