sabato 1 settembre 2012

A proposito della comunicazione...


Sarà che in questi giorni si è parlato della nascita dei nostri blog sulle pagine di Cosimo Piovasco di Rondò, ma sono tornata con la memoria al mio esordio nel mondo web e ai piccoli- grandi problemi o soddisfazioni che ne ho avuti.

A volte mi capita di voler commentare un post ma di sentirmi in imbarazzo perché non so bene cosa dire, nel caso di racconti fantastici, poesie, o fatti della politica che non conosco bene, altre volte provo un po’ fastidio, benché mi faccia comunque piacere, ricevere solo e sempre saluti, senza alcun riferimento a quanto ho scritto, oppure ancora di essere molto contenta delle amicizie che in rete si sono create; in altri momenti mi è capitato di sentirmi delusa perché qualcuno ha usato il mio tempo e la mia disponibilità nel momento del bisogno e poi, quando è tornata la serenità nella sua vita, si è completamente dimenticato di quell’amicizia, tanto osannata, ed è sparito dalla circolazione.


Mi è tornata in mente, allora, la mail che mi scrisse una mia buona amica di blog, Cuoredimatita, donna dal cuore d’oro ma anche di successo, di quelle che girano per lavoro con l’auto dai vetri scuri e tanto d’autista.  Oggi il suo blog non esiste più ma, qualche volta, ci sentiamo ancora.

Si legge nel suo curriculum:

"La dott.ssa A. è direttore marketing e comunicazione del gruppo Mosaicon S.p.A. (Mandarina Duck, Braccialini, Coccinelle, Francesco Biasia ) ed in precedenza è stata Marketing and Communication Director  per  Missoni e Strategy and Business Development Director per RMG Connect di J. Walter Thompson e Leo Burnett. (Quest’ultima agenzia, una tre le più importanti al mondo, ha creato nel corso dei decenni numerose campagne per clienti importanti come  Kellogg's, Nestlé, Marlboro, Fiat 500…)
Il suo contributo  è prezioso per la formazione strategica di marketing integrata alla comunicazione.  Nella  formazione, così come nello svolgimento del suo incarico, l’attenzione della dott.ssa A. è rivolta sia verso il risultato di business che verso la valorizzazione d’immagine del prodotto e del brand attraverso la comunicazione. Una lunga lista di riconoscimenti attesta la qualità del suo lavoro."

E’ sicuramente una persona che sa cosa sia e come funzioni la comunicazione. Lei vende pubblicità, noi blogger proponiamo letture  e un po’ di noi ai nostri amici, sperando che giungano graditi. Come funziona il canale della comunicazione?  Io ho cercato di imparare da lei, mi sono sforzata di correggere la mia tendenza alla prolissità, anche se con pochi risultati, ma credo che i suoi consigli siano sempre validi e dovrei proprio rivederli ogni tanto, per migliorare. Vi lascio alla lettura della sua mail, datata 31/07/2007.

"Questo benedetto canale ha delle regole ben precise di comunicazione. Per questo, per esempio, nascono cose che si chiamano Instant messaging ... comunicazioni istantanee, brevi, sintetiche... lo schermo del pc non è fatto per leggere cose lunghissime, dettagliate... stanca gli occhi, scoraggia, dà una sensazione di pesantezza che non immagini... tu sei precisissima, potresti fare l'agente di CSI (la scientifica) e questo da un lato è positivo, dall'altro però ti si ritorce contro perchè credimi ... mentre si legge, senza accorgersene, si adottano tecniche di lettura veloce... si saltano parole, righe .. e questo accade quando comunque già si immagina cosa si sta dicendo e ci si rende conto che le stesse cose potevano essere dette con tre parole.. come dire che se ne salti 100 non cambia il concetto...

Un esempio. Ti ho chiesto: "Cosa è per te il blog in questo momento?". Guarda la tua risposta: di tutto quello che dettagliatamente mi hai scritto, non pensi che ai fini della nostra discussione sarebbero state sufficienti le ultime due righe? "Non dico che sia qualcosa di super-importante e fondamentale...è sicuramente un diversivo, un momento per "staccare la spina" dalle mille attività quotidiane.".

Ricorda sempre che "un eccesso di informazioni equivale a nessuna informazione". E questo vale quando parliamo nella coppia, con i figli, con gli amici, con i colleghi... E' un dato di fatto che riusciamo a stare concentrati per poco, che siamo ansiosi e vorremmo arrivare al nocciolo della questione, che non abbiamo il tempo che vorremmo... ecco... tieni presente queste cose e vedrai che se ti impegni... molte cose tu stessa comincerai a farle in modo differente e io sono assolutamente certa che tutto migliorerà...

Gli articoli, sai cosa ne penso da "addetta alla comunicazione"? Vorrei che quando date alle cose scritte l'importanza che date... poteste per una volta essere da questa parte e vedere come sono "predisposte ad hoc" ... apprezzeresti tanto tanto di più la tua vita, quella di tutti i giorni, la sola cosa vera da cui puoi apprendere... non gli articoli, non i saggi, non nulla... la tua vita, quella di chi ti è vicino... guardata e osservata con il desiderio di comprenderla... il resto? leggiamolo sì, ma senza considerarlo necessariamente corretto..."

Così diceva Cuoredimatita, ed io non aggiungo altro perché il post sta diventando troppo lungo, a dispetto dei suoi insegnamenti. 

Voi, cosa ne pensate?

26 commenti:

  1. Vero.
    È un discorso che stavo facendo settimana scorsa con mio fratello, circa i libri digitali. Ora la tendenza è che i libri digitali diventino sempre più interattivi, con molte immagini, video, musiche.
    Questo da una parte andrà a discapito della lettura, perché questi non saranno più dei libri, ma dei momenti usa e getta da digerire sempre più in fretta.

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    1. Beh, diciamo che anche l'occhio vuole la sua parte!E poi tutto dipende dalle persone. Però è vero,siamo sempre più di corsa e non ci soffermiamo più sulle cose, buttiamo tutto giù senza assimilare. Comunque, se si tratta di un bel libro, credo che si possa fare un'eccezione!

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  2. Alexandre Dumas era uso scrivere:
    "Caro Signore, la prego di scusarmi per la lunghezza di questa lettera, ma purtroppo non ho avuto tempo di farla più corta".
    Il ragionamento di Cuoredimatita non fa una grinza, in particolare nel rimarcare come la rete non sia luogo adatto per letture lunghe e attente; e nonostante ciò in molti si ostinano a pubblicare sui blog adirittura lavori letterari; anche il mio era nato con quell'intento, ma mi sono accorto abbastanza presto dell'errore.
    E tuttavia un distinguo lo vorrei fare, a proposito del fatto che "un eccesso di informazioni equivale a nessuna informazione", frase difficilmente contestabile da chiunque abbia un minimo di raziocinio.
    Ma... siamo proprio sicuri che l'intento di un blogger sia soltanto scambiare informazioni e non (anche) qualcosa d'altro, qualcosa di più profondo e meno identificabile e classificabile? Qualcosa che... te lo ricordi Lucio Battisti? Tu chiamale, se vuoi... emozioni!
    Un abbraccio, tuo
    Cosimo

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    1. Io credo che il blog risponda ad un profondo desiderio di comunicare, ma ho notato una cosa: spesso si legge un blog e si commenta quanto scrive l'autore, ma evidentemente si ha anche voglia di interagire, di "metterci del proprio" nei blog altrui. Quando tu hai scritto il post chiedendo di parlare delle esperienze personali con il blog, hai visto quanti commenti? Tutti a raccontare...

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    2. Beh, quello è proprio un caso limite... un po' sono stato paraculo, visto che ho spedito una quarantina di inviti espliciti... e poi un post di quel genere è fatto apposta per essere compilato dai commentatori, quello che scrive l'autore è solo uno spunto.
      In ogni caso io cerco di sollecitare quasi sempre un dibattito, altrimenti che sugo c'è?
      Baci, tuo
      Cosimo

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  3. Proprio ieri scrivevo in un commento: se per esprimersi bastano due parole, meglio una.
    Il libro digitale ha proprio quest'unico difetto: sulla rete tendiamo tutti a correre, ad andare al sodo, ma non è un limite soltanto della rete, per me è diventato un limite umano.
    Vogliamo fare troppe cose in troppo poco tempo, ma possiamo recuperare la gioia di fermarci, pensare, oziare mentalmente: io lo faccio.
    Difatti mi hanno sempre accusata di pigrizia anche se in realtà mi invidiano.
    Pazienza: pensino ciò che vogliono.
    Scambiare informazioni, emozioni, poesia, colori, la propria vita quotidiana, lasciare un segno, l'orma. Il blog, appunto.
    Poco fa ho guardato l'elenco dei miei visitatori di ieri e di oggi, io dico che vale la pena lavorare tanto perché comunicare non è poco. L'alternativa alla mia usignola era di svolazzare in un cassetto.

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    1. Giusto. E' bene cercare di non scrivere post troppo lunghi, ma non bisogna nemmeno bloccare la propria creatività e voglia di esprimersi. E poi, quando una lettura piace, si può sempre tornare a leggere quel che non si è potuto vedere la volta prima. L'usignola Mimma è lì che ci aspetta, ed è sempre un piacere leggerla!

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  4. Vorrei dire che il ragionamento della tua amica non fa una grinza per quello che è la sua esperienza la-vo-ra-ti-va dove un messaggio di marketing deve essere quanto più: diretto e centrato in pochi concetti, anzi immagini.
    Anche io nello scrivere le mie relazioni devo cercare di contenermi anche per ragioni di spazio calcolato in 'batture' ma .NON è questa la scrittura. I sentimenti non sono del colore 'grigio', variano da persona a persona e sopratutto ognuno di noi si esprime in modo diverso. Ma ancor peggio non esisterebbero bellissime pagine di letteratura. E non è neppure vero che si tenda a velocizzare o saltare la lettura, anzi a volte proprio per gustare, immaginare la descrizione - almeno io - si tende a rallentarla.
    Scrivere, se non si è obbligati a farlo è un piacere personale da esercitare con correttezza ma a proprio piacimento esprimendo noi stessi nel nostro modo personale di scrivere.
    Mia madre era una grande desrittiva: un fatto insignificante diventava un racconto e a noi figli piaceva molto eppure quando doveva essere diretta lo era e senza perifrasi.

    Sono stata prolissa? lo sei stata tu? può essere ma siamo noi e nessun prodotto resta invenduto per questo ;)

    sheratroppilaccielacciuolimpedisconodivolare

    http://sherazade2011.wordpress.com/

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    1. Ah purtroppo la mia prolissità è ormai un dato di fatto!Cerco comunque, rileggendo i miei scritti, di eliminare quel che può essere considerato superfluo e di stare, nei limiti del possibile, in una pagina word. E poi, come dici tu, noi siamo noi stessi e non possiamo cambiarci. Chi ci conosce e ci apprezza, ci accetta come siamo e accetta le letture che proponiamo, anche se sono più lunghe del normale!

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  5. Dissento...qui non siamo su un posto di lavoro e non stiamo scrivendo un c.v. qui raccontiamo sentimenti, descriviamo emozioni, possiamo quasi definirlo una sorta di moderna confessione o di psicoanalisi, situazioni che richiedono parole, tante parole. Personalmente poi ho una predilezione per le lunghe descrizioni che scendono nei minimi particolari, per quegli scrittori che scrivono dieci pagine per descriverti quello che si poteva in modo molto più banale dire in due righe ( ma ve lo ricordate T.Mann quando descrive il pomeriggio del giorno di Natale in casa Buddenbrook ? ). Sto leggendo un bellissimo libro di Andrea Giovene "L'autobiografia di Giuliano di Sansevero " straripante di queste minuziose, meravigliose descrizioni senza le quali il libro non sarebbe certamente la stessa cosa. Per esempio in questo momento arrivo dalla lettura di un post lunghissimo, palpitante di vita e di emozioni, un post che ha coinvolto il cuore, difficilmente l'autrice del blog sarebbe riuscita a fare altrettanto in poche righe. E adesso scusate se sono stata un po' lunga! Ciao, buona domenica.
    Antonella

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    1. E' vero. L'eccessiva sintesi rende un post simile allo scritto di un ufficio. Io penso che, come in tutte le cose, la giusta misura stia nel mezzo e poi anche il buonsenso deve fare la sua parte. Ci sono post piacevoli, anche se brevi, ce ne sono altri intensi che non possono assolutamente essere "tagliati" , o non avrebbero ragione di esistere.
      Pensa che una volta, per non rendere troppo chilometrico un post che non riuscivo assolutamente ad abbreviare, lo divisi in tre puntate!

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  6. ps
    volevo segnalarti che non sono entrata su iobloggo dove ti ho sempre letta:
    "Impossibile collegarsi a katherinem.iobloggo.com."

    come mai? :(
    sheraalzalemanidisperata

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    1. Disfunzioni del server, suppongo. È successo anche a me, iobloggo è rimasto inaccessibile per tutto il pomeriggio; ma adesso funziona, ho appena letto e commentato da Egle67.
      Ciau!
      Cosimo

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    2. Oggi non riuscivo ad entrare nemmeno io, ma adesso funziona. Probabilmente iobloggo avrà messo la piattaforma in manutenzione.

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  7. In genere mi piacciono i post lunghi e non mi annoio, a meno che l'argomento non sia particolarmente tedioso. Se vado da un amico blogger e vedo che il suo scritto è di notevoli dimensioni e se io non ho tempo, ritorno, con calma, per poterlo leggere senza fretta. Mi capita per esempio con Massimo o con 'povna o con te: ritorno più volte, ma leggo tutto, senza annoiarmi e vengo sempre premiata, perché poi la lettura si fa avvincente e spessissimo mi diverto o mi emoziono: vuoi mettere? ;). Forse perché so quanta fatica costa a gente come noi -non scrittori di professione, ma gente che ha bisogno di scrivere per sé e per potersi confrontare- mettersi al pc e sviscerare emozioni, che la lettura non deve essere veloce, altrimenti si perde il senso e l'empatia con l'altro. A volte sono certi aggettivi o avverbi messi in un certo modo, o la punteggiatura, a far scoprire le sfumature di un'emozione.... come possiamo perdercele?
    E poi, adoro i commenti lunghi...
    Dici che sono grave?

    Un bacio, carissima. :)

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  8. Eheheheheh! Vedo che siamo tutti della stessa opinione! Io cerco di tagliare il superfluo, cerco di stare in una pagina word, ma più di tanto non riesco mai a tagliare, perchè mi sembra che poi non si riesca a capire ciò che voglio dire. E anche con i commenti...qualche tempo fa, da Cosimo, ho dovuto dividere il commento in due, perchè persino per blogspot era troppo lungo e non lo prendeva!

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  9. quando si scrive manca il tono e quindi adesso ovviamo con le facette... altrimenti si scrive qualcosa di spiritoso e si capisce esattamente il contrario

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    1. Già, meno male che ci sono le faccette, altrimenti sai quanti equivoci! ;)

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  10. Non sempre riesco a trovare le parole giuste per lasciare un commento, in quei casi mi limito a salutare o a complimentarmi con l'autrice, però trovo delizioso entrare a rileggere i post vecchi con annessi i commenti. Un caro saluto ed evviva i blog

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    1. Benvenuta, amica di Facebook! Ricambio il saluto e gli evviva ai blog!

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  11. ero giunto anche io ad una conclusione simile, ed infatti cerco di scrivere post corti, però ho notato che così si celano maggiori parti di noi a chi ci vorrebbe conoscere o per chi vorrebbe farsi conoscere, ma come dice Pirandello gli altri non ci percepiranno mai come noi siamo (o come ci percepiamo di essere :-D ). In sintesi è bello che ognuno si esprima come ritiene, lungamente o sinteticamente, questo è il bello della varietà dell'umano sentire. ciao.

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    1. Lo penso anch'io. Comunque, quando rileggo, se trovo qualcosa che può essere considerato superfluo lo tolgo. Sempre meglio non esagerare. Comunque, credo che la via giusta stia sempre nel mezzo: post non troppo lunghi ma nemmeno troppo corti!

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    2. eheh il mio commento tradisce il fatto che tendenzialmente non ho le mezze misure :-D

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  12. Tutto relativo, penso. In linea generale sono d'accordo con cuoredimatita e anche con Mimma, trovo poca capacità di ascolto anche nella comunicazione orale pure nei rapporti di amicizia. E' diventato veramente difficile modulare la quantità di cose da dire senza essere noiosi. Personalmente tendo a tagliare e sintetizzare proprio per questo. A volte se non mi chiedono neppure racconto.

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  13. Ho notato che vanno forte i post in cui si chiede al lettore di raccontare una sua esperienza in merito a questo o a quell'argomento. Alla fine, credo che esista un maggiore interesse nell'interagire piuttosto che nella lettura passiva.

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    1. secondo me invece è proprio la richiesta di commentare che fa scaturire il commento, ci vuole sforzo da parte di entrambi, altrimenti l'incontro non diventa conoscenza.

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