Prosegue a casa mia un periodo di relativa calma seguente al
ferragosto. I lavori di ristrutturazione sono fermi e, finalmente, non devo più
mangiare “pane e polvere” tutti i giorni. La tregua finirà presto. Da un lato
non vedo l’ora che tutto torni al suo posto, dall’altra questo significherebbe
anche che le mie vacanze siano finite ed è ora di tornare a scuola. Stasera, su facebook, alcuni ragazzi che hanno appena finito la terza media mi hanno
scritto chiedendomi di far loro sapere a che ora potranno venire a farmi visita
per salutarmi. Mamma mia, non credo proprio che esista già un orario per il
prossimo anno. Non so nemmeno se siano arrivati tutti gli insegnanti! Il fatto
resta preoccupante: l’atmosfera scolastica è già nell’aria.
Nel frattempo io continuo con le grandi pulizie. Oggi ho
passato in rassegna il cassettone di mia madre, cercando di buttare via ciò che
non serve più per fare un po’ di spazio a ciò che serve ancora. Sono tre anni
che non ho il coraggio di farlo. Mi fa uno strano effetto toccare le cose dei
miei genitori, dolce e amaro contemporaneamente, come se avessi le farfalle
nello stomaco: mi sembra ancora di sentire su di esse il loro profumo e ho
quasi l’impressione di violare i loro segreti, la loro stessa essenza. Ho
trovato la ricevuta dell’acquisto della camera da letto, avvenuto quando io ero
bambina, il libretto di lavoro di mio padre, datato 1936, le lettere che un suo
amico gli scriveva quando era in guerra in Libia, divertentissime, le
fotografie dei cinquant’anni di matrimonio, e tanti altri oggetti e indumenti
che non serviranno mai più. Ogni volta che mi capita tra le mani una lettera
indirizzata a mio padre provo un brivido: quante volte ho letto quel nome sulle
buste che arrivavano con la posta, sulle ricevute, sui documenti, sulle
bollette? Ora ho dovuto strappare tutto, cancellare tutto, eppure quel nome è
scolpito nella mia mente, così come la sua immagine, lo sguardo gentile, il
sorriso … No, decisamente non mi piace toccare quelle cose, vedere quel nome
stampato e pensare che nessuno lo scriverà più.
Mio figlio, più fortunato di me, può permettersi delle belle
vacanze. Alla Scozia visitata in bicicletta, si alternano gite in montagna e ancora lo aspetta un viaggio in
Irlanda per studio. Pensate che possa stare tranquilla? Oltre al fatto che noi
mamme siamo sempre in fibrillazione ogni volta che i figli viaggiano, con tutti i pericoli che si possono correre, si
è aggiunto anche il nuovo hobby: la palestra di roccia. Quando vedo le
fotografie, con lui appeso ad una roccia, non riesco affatto a sentirmi
rilassata. Non per niente, da qualche anno, mi è salita la pressione!
In questo momento sto ascoltando un cd che mi ha regalato l’idraulico,
un mio ex alunno. Non so da voi, ma qui gli idraulici sono tutti artisti. Ne
conosco uno che canta e suona il basso, due che suonano la batteria, un altro la
chitarra elettrica (quella che sto sentendo adesso) e uno che dipinge. L’uomo
che ci ha fatto il controsoffitto nel bagno mi ha parlato del suo recente
viaggio in Turchia perché, “dato il suo lavoro, è utile conoscere l’arte dei
vari Paesi”… mi ha raccontato dei dervisci rotanti, dell’architettura dell’antica
Istambul, già Bisanzio e poi Costantinopoli… Insomma, non ci sono più gli
operai di una volta, un po’ rozzi, semplici e privi di cultura, quelli di oggi
ne sanno più dei professori ed è veramente una piacevole scoperta.
Vi lascio con altre foto di mio figlio e dei suoi amici che
lo ritraggono. Questa volta il tema è la montagna.
Alla prossima!
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Colle Sautron Acceglio |
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Colle Sautron Acceglio Bivacco Sartore |
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Entracque |
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Entracque |
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Falesia di Montestrutto |
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Palestra di roccia |
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Val Chisone |
Ciao Katherine, ma poi cosa ne hai fatto delle cose nel cassettone di tua mamma? Hai stracciato quasi tutto o hai conservato ancora il tempo?
RispondiEliminaBeh, ovviamente, le cose più importanti dal punto di vista emotivo le ho tenute...le lettere a mio padre, le fotografie, alcuni maglioni di mio padre che proprio non mi sentivo di dare via.
RispondiEliminaDevono proprio volerti un gran bene i tuoi ex alunni, per sperare che si riapra la scuola per venirti a salutare...
RispondiEliminaI documenti di famiglia (lettere, diplomi, quaderni, fotografie) non tengono gran che di spazio, perché buttarli? Trovagli un angolino (cassetto, scrigno...) dove riporli e custodirli amorevolmente... Per gli oggetti il discorso è più complesso, purtroppo spesso tocca scegliere... ed è sempre un dispiacere.
Un abbraccio, tuo
Cosimo
I miei alunni, e anche gli ex alunni, mi scrivono spesso su facebook, anche solo per salutarmi o chiedermi come sto.Non per niente sono arrivata a 751 amici...sono quasi tutti alunni o ex alunni eheheheh!
RispondiEliminaOvviamente non mi sognerei mai di buttare qualsiasi documento che possa ricordare la mia famiglia, infatti li ho tenuti. Ho buttato degli indumenti che erano venuti brutti, ma che mi hanno fatto venire in mente le volte che erano stati indossati, poi tanti fogli con l'estratto conto della banca, un conto che ormai non esiste più, l'assicurazione sull'incendio, che ormai non può più essere a nome di mio padre e così via, ma ogni foglio, ogni oggetto, ogni indumento che mettevo via era un piccolo colpo al cuore.
Bellissime le foto e bello pure tuo figlio.
RispondiEliminaPer la tua pagina, capisco che dev'essere triste rovistare nei cassetti dei propri genitori,ma ti fa sicuramente tornare bambina quando per tutto e in tutto dipendevi da loro.
1 Bacio Kate e buon Fine Agosto goditi questo periodo prescolastico che poi non torna.Non pensare.
Ciao ♥ vany
Ciao Viola, mi fa piacere ritrovarti. Farò il possibile per godermi questi ultimi giorni di vacanza, ma so che passeranno in un lampo!
EliminaBacio ricambiato!
Anche ame fa sempre un grande effetto toccare le cose che erano dei miei genitori. Io non ho avuto il coraggio di buttare nulla, non vado mai a toccare tra quelle cose però mi piace pensare che ci sono. Invece ho citato e pubblicato le fotografie dei quaderni di scuola del mio papà in un post. Bellissime le fotografie di tuo figlio, a presto.
RispondiEliminaAntonella
Io ho creato un filmato con tutte le fotografie più significative della mia famiglia, a partire dai nonni, i genitori giovani, gli zii, fino ad arrivare a mio figlio. Ogni tanto lo guardo ed è sempre un'emozione grande.
RispondiEliminaGrande, sai che l'ho fatto anch'io? L'ho intitolato Memorie, sono partita dai bis nonni per il momento sono agli anni 90 è un lavoro lungo perchè ho messo insieme tutti i rami della famiglia e ho cercato tutte le musiche originali delle varie epoche, però è diventato un ricordo bellissimo. Mi piace pensare che abbiamo avuto la stessa idea per ricordare la famiglia. Ciao. un abbraccio.
EliminaAntonella
S', io ne ho anche fatte alcune copie per i cugini, che si sono commossi. Invece mia zia, l'ultima sorella di mia madre rimasta in vita e arzilla come un fringuello a 92 anni, pare abbia riso come una matta nel rivedere tutti quanti e lei stessa da giovane. Abbraccio ricambiato!
EliminaPensa che io non riesco ancora a buttare i giochi di mio figlio! Purtroppo è quasi una malattia non riuscire a staccarsi e sicuramente l'ho ereditata da mia madre, anche se non è una giustificazione. E' una fatica enorme quando mi costringo a dar via i vestiti che non gli vanno più, alcuni anni fa tenevo tutto da parte per eventuali nipoti che sarebbero potuti arrivare da mia sorella, ma ormai quel tempo è passato ed è meglio che mi decida a far pulizie. Si dovrebbe essere più distaccati, non lasciarsi coinvolgere emotivamente, ma sembra inevitabile. Un caro abbraccio e complimenti per le belle foto di tuo figlio.
RispondiEliminae pensa che io ho aspettato 24 anni per disfarmi del suo vecchio cavallo a dondolo, che continuavo a tenere nascosto dietro a una tenda! L'ho regalato a una signora che ha due nipoti piccoli, almeno so chi giocherà ancora con il cavallino e che non andrà subito a finire nell'immondizia. Non parliamo dei vestiti dei miei...io ho tenuto persino alcune mutande...mi dispiaceva l'idea di buttarle tutte!
RispondiEliminaAbbraccio ricambiato!
:-D ne sanno più dei professori, forse un effetto di questa crisi è quello di far emergere chi più sa e si impegna, forse.
RispondiEliminaIl mio papà, per un periodo, ha scritto i suoi ricordi di famiglia nelle agende che noi figlie gli regalavamo a capodanno, quelle belle grandi. Non ho buttato niente, ogni tanto le sfoglio e mi si strizza l'anima, ma è un dolore buono, fatto d'amore.
RispondiEliminaPosso capire le tue ansie per il figlio che spicca il volo verso nuovi paesaggi bellissimi. Le mamme sono l'attesa e i papà il coraggio, quando i figli crescono papà e mamma rinnovano il proprio amore. Coraggio, dunque.