Ammetto di essermela presa un po’
comoda ultimamente, un po’ perché l’estate così calda non invitava a stare in
casa la sera davanti al pc (di giorno sono sempre indaffarata ed è difficile
che scriva, al massimo leggo!), un po’ perché ero a corto di ispirazioni. Dopo
la mia vacanza al mare mi è anche successo un piccolo guaio.
Dovete sapere che il mio cagnolino,
nonostante l’età non più verde, sia ancora un giocherellone. Capita che mi
tocchi il braccio con la sua zampetta per attirare la mia attenzione, oppure
che, mentre mi vede seduta, mi dia dei colpetti sui piedi cercando di togliermi
le scarpe. Fatto sta che un giorno, nell’intento di sfilarmi una ciabatta, mi
abbia dato un colpo sulla caviglia. Non mi aveva procurato alcuna ferita, né un
graffio, ma magari la sua unghietta non troppo igienizzata mi aveva punta più
in profondità del solito…fatto sta che, il mattino dopo, mi ero svegliata con
un piede gonfio e dolorante, da non riuscire assolutamente a camminare.
Mi ero trascinata dal medico,
zampettando su un piede solo, dove mi era stata diagnosticata una brutta infezione.
Dopo una cura con antibiotici il collo del piede era sgonfiato, ma la parte
posteriore no, ed io non potevo fare altro che zoppicare. Gli amici, quando erano
venuti a conoscenza della mia situazione, avevano cominciato ad invitarmi a
cena, sostenendo che, visto che non riuscivo a camminare, potevo almeno
mangiare. Ah! erano stati veramente gentili! Mi avevano offerto pure sgabelli e
cuscini per farmi stare più comoda e favorire la circolazione.
Intanto io proseguivo con svariate cure,
ma la situazione non cambiava. Ad un certo punto, non potendone più, avevo cominciato
ad uscire per piccole passeggiate ma, ad ogni passo incontravo qualche
conoscente che, vedendomi zoppicare, si informava sulla situazione e, ogni
volta, dovevo ricominciare a raccontare la storia dall’inizio. Tutti avevano da
dire la loro. C’era chi sosteneva che fosse impossibile che tutto dipendesse
dalla zampata del cane, chi supponeva potessi avere problemi cardiaci, chi prospettava
la puntura di un ragno velenoso, chi mi suggeriva un fisioterapista ( ma non
avevo subito alcun trauma da caduta o distorsione!), chi proponeva massaggi con
l’arnica che si usa per i cavalli, chi semplicemente esclamava: “Fai qualcosa!
Non puoi andare avanti così! “ Insomma, la
faccenda stava diventando anche imbarazzante, per non dire che anch’io non ne
potessi più di sentirmi “diversamente abile”. Ah! come invidiavo tutti coloro
che mi passavano accanto a passo svelto! Come avrei voluto riavere il mio passo
veloce e deciso!
Ero tornata per la terza volta dal
medico palesandogli tutta la mia preoccupazione. Erano ormai quaranta giorni che
zoppicavo e cominciavo veramente a disperare di poter tornare a camminare come
prima. Come se non bastasse, visto che non potevo più andare da nessuna parte, anche
mio marito si sentiva moralmente costretto
a stare a casa con me ( uniti nella
buona e nella cattiva sorte, come si suol dire!), ma cominciava a mordere il
freno, perché gli sarebbe piaciuto fare ancora qualche gita fuori porta. “Finirà
col chiedere il divorzio!” mi ero lamentata con il medico. Egli mi aveva
dimostrato tutto il suo interesse e la sua comprensione ed era passato all’ennesima
terapia.
Da due giorni non zoppico più, la
caviglia è meno gonfia e ho ricominciato ad uscire per qualche passeggiata. Se
cammino per troppo tempo sento ancora un po’ di dolore, ma riesco a
sopportarlo. Forse siamo sulla strada giusta, ma non voglio ancora dirlo troppo
forte. Mi rendo sempre più conto di quale bene prezioso sia la salute. Quando c’è
la salute, qualsiasi altro problema diventa più leggero e sopportabile.
Questo è quanto è successo dopo il
mio ultimo post. Spero che voi stiate bene ed abbiate trascorso una buona
estate.
A presto!