sabato 30 gennaio 2016

Kat super-ginnica!



Ieri, giornata piena e in solitaria. Il marito era in felicemente in montagna a sciare, il figlio a Torino ad un corso di Marketing, io presa tra lezioni scolastiche antimeridiane e scrutini pomeridiani. 

Sono arrivata a casa verso l’una e ho cercato di aprire il cancello con l’apri-porta automatico, come faccio sempre. Prova una volta, due, tre..niente!Ho pensato che si fosse scaricata la batteria, ho lasciato la macchina in moto con la borsa sopra, mi sono tolta il cappotto e mi sono accinta a scavalcare il muretto di recinzione per andare a prendere un altro apri-porta. Ho provato con uno, due, tre…niente, il cancello non si apriva.
A quel punto ho pensato che potesse essere un problema elettrico e sono andata a vedere il contatore. Il salvavita era scattato. Ho provato a rialzare la levetta ma non c’era verso. Si abbassava immediatamente.
Mi rendevo conto, quindi, che l’intera casa era senza elettricità: niente riscaldamento, niente illuminazione, frigo spento, con i miei bei pesci surgelati che rischiavano di finire nella spazzatura.
Nel frattempo mi ricordavo di avere ancora la macchina in moto, aperta e con la borsa sopra. Ho provato a chiamare i vicini: telefono muto, perché elettrico! Si rendeva quindi necessario un altro scavalcamento per andare a spegnere l’auto e prendere la borsa ( con dentro il cellulare) e un nuovo scavalcamento per tornare in cortile.
A quel punto, i miei vicini, vedendo i miei continui equilibrismi sul muretto di recinzione, sono usciti per vedere cosa mai stessi combinando. Mi hanno trovata cavalcioni, mentre cercavo di far passare la seconda gamba dall’altra parte. “Capperi, sei ancora ginnica alla tua età! Guarda di non romperti una gamba!”
E’ venuto da me il figlio, più sportivo del padre,  e insieme abbiamo visionato un po’ di prese, controllato la caldaia, la lavatrice, il frigorifero. Tutto regolare, ma il salvavita non stava su.
 
Il muretto di recinzione, in una foto di questa estate
Io dovevo assolutamente recarmi agli scrutini, e già pensavo a tornare la sera in una casa buia e fredda, illuminata da una candela.
Il vicino si è offerto di chiamare l’elettricista e di assisterlo alla ricerca del guasto, purché gli lasciassi le chiavi.
Già li immaginavo, lui e l’elettricista, a passare al vaglio tutte le mie stanze alla ricerca delle prese di corrente ed eventuali corti circuiti, seguiti a ruota dal mio cane abbaiante, mentre ero agli scrutini!
Poi, come per illuminazione divina, mi è venuto in mente che all’esterno, dietro ad una porticina, si trova un interruttore per regolare cancello, campanello e illuminazione in giardino. Ho provato a spegnerlo e … miracolo! Il salvavita non è più scattato! 

Così, quando è arrivato l’elettricista, ha sbloccato manualmente il cancello, in modo da non costringermi a saltare, e ha poi trascorso il resto del pomeriggio in cortile, per cercare di risolvere il guasto dove gli avevo indicato, mentre il mio povero cagnolino, chiuso in casa, credo abbia abbaiato  forsennatamente per ore, vedendo quel signore che si aggirava in cortile. Quando sono tornata, comunque,  ho potuto appurare che la voce ce l’aveva ancora, per fortuna. E’ un duro il mio Terry!

Il guasto sarà risolvibile creando un nuovo impianto. Ho messo un lucchetto al cancello e un biglietto sul campanello: “Non funziona!” L’impianto interno però è indenne e non ho avuto bisogno di tirare fuori le candele. 

Però, insomma, perché questi inconvenienti succedono sempre a me e proprio quando i miei uomini sono fuori casa? 

Quando l’ho raccontato alla mia amica Fla, mi ha detto: “Ci voleva un selfie! Avresti dovuto fotografarti mentre scavalcavi! Sai che scoop, la Kat arrampicatrice di muretti!”

Ehm…veramente ho avuto il mio bel da fare a tenermi in equilibrio per non cadere, altro che selfie! Mi sa che per vedere in azione Wonder-kat, dovrete ancora aspettare, eheheheh!

sabato 2 gennaio 2016

Capodanno 2016 e non solo...



E' arrivato un nuovo anno. Come sempre, si spera  sia migliore del precedente ma, alla fine, per le persone come me cambia ben poco e, difficilmente, in meglio. Il fatto è che, ormai, la parte più importante della nostra vita è già alle spalle. Abbiamo un lavoro, la famiglia, gli amici, la casa...Non restano più molti sogni da realizzare, ma ci sono quelli dei nostri figli. Per noi, la cosa migliore da fare sarebbe poter fermare il tempo e goderci il presente, ma non si può e non si deve, perché si fermerebbe anche il progresso per i giovani, che ancora devono trovare la loro strada. "La vita è una ruota che gira" diceva sempre mia madre.


Scrivo un blog da ben 11 anni e, per undici volte, ho parlato del mio Capodanno. Stasera, presa da un moto di nostalgia, mi sono messa a rileggere i miei racconti, dal 2004 in poi. 



Ho sorriso, o mi sono commossa, rivedendo le mie parole di allora.

Per esempio, il post del Capodanno 2006, quando i nostri amici di sempre ci avevano proposto una serata alternativa in piazza a Torino, rimasta unica:


" Ed ecco pinguino- kat alla fantozziana partenza: calze di lana da montagna, doposci, fuseaux da indossare sotto ai pantaloni, pantaloni da sci del figlio quando era più piccolo, tre maglie, piumino, sciarpa di lana, fascia copriorecchie, berretto di riserva da sciatore con ciuffi finti sulla testa, guanti … in pratica non riuscivo quasi a muovermi dato il peso dei vari strati e anche gli altri partecipanti all’avventura non erano da meno…la mia amica Fla, alla quale ho parlato della cosa, mi ha mandato un messaggio sul cellulare informandosi  premurosamente: _Messi i mutandoni di lana?”...

Tutto è filato liscio fino a mezzanotte, tra canti e spettacoli vari, quando, dopo il saluto del sindaco,  è iniziata  “la sparatoria”. Ovviamente sto parlando dello scoppio dei mortaretti e del lancio delle bottiglie, che ci hanno anche abbastanza spaventati, tanto da farci rifugiare in un bar, ( avete idea di come stiano gli esquimesi al bar? Che caldo, ragazzi!) non senza aver provato un po’ di tremarella per riuscire a raggiungerlo.Anche sotto ai portici c’era infatti una ressa incredibile, si procedeva veramente a fatica e la cosa faceva un certo effetto, devo ammetterlo( si camminava sui vetri e bisognava continuamente guardarsi le spalle per sfuggire ai colpi del nemico)"...


C'è stato poi il Capodanno 2009, l'ultimo con mio padre, mancato a maggio di quell'anno, e con mia madre, già fortemente malata di Alzheimer:


" Penso a mia madre, che si dispera ogni giorno perché i suoi genitori “l’hanno dimenticata” e, quando cerchiamo di convincerla che non l’hanno abbandonata, ma non ci sono più da almeno trent’anni, ne piange la morte, riscoprendola con disperazione ogni giorno. Cosa può essere meno doloroso? Credere nell’abbandono dei nostri cari o prendere atto della loro dipartita?

Penso a mio padre, sempre più fragile e a mio figlio, che ancora studia e deve trovare la sua strada, cosa che, con i tempi che corrono, non sarà sicuramente facile

Sarò abbastanza in salute, in forze, nello stato d’animo migliore, per aiutare chi ha bisogno di me? Saprò trovare le parole, i consigli giusti, per incoraggiare e indirizzare mio figlio, qualora me lo richiedesse,  verso un sereno futuro?

Saprò essere ancora una buona compagna, allegra, disponibile, non troppo stressata, per la persona che condivide la mia vita e che meriterebbe, a sua volta, qualcosa di più di una moglie part-time?"...


Nel 2010, invece, il mio consorte  aveva pensato, proprio il primo dell'anno, di smaltire l'abbuffata del cenone con un'attività un po' particolare:


" Mio marito, per tentare di smaltire gli eccessi e fare un po’ di movimento, ha deciso di dedicarsi alla pulizia del camino. Si è arrampicato sul tetto per far passare lo spazzolone e ha fatto cadere fuliggine ovunque, tanto che abbiamo lavorato per ore per pulire tutto, senza contare che, ogni volta che lavavo il pavimento, mia madre ci faceva una passeggiata sopra, lasciando impronte dappertutto. E’ stata un’impresa titanica! Non so se iniziare l’anno neri di fuliggine possa portare fortuna, sicuramente è un modo decisamente anticonvenzionale! " ...


Quest'anno, tanto per non farci mancare nulla, un tubo dell'acqua del bagno al piano di sopra ha deciso di bucarsi proprio il 31 dicembre. Dopo aver visto piovere in cucina al piano di sotto, abbiamo dovuto cercare un muratore in fretta e furia per spaccare il pavimento e cercare la falla, che l'idraulico ha cercato di rattoppare come ha potuto, in attesa di rifare praticamente il bagno dopo le feste I colpi per levare le piastrelle sono stati i nostri botti di Capodanno. :(


Termino quindi con una citazione di Charles Augustin de Sainte-Beuve che, nel lontano 1800, scriveva parole sempre attuali:


"In generale noi uomini ci lamentiamo troppo.
Accusiamo la sorte o la natura, o la società, come se tutta la nostra vita trascorresse nel subire disgrazie. Eppure quanti momenti lieti, inconsapevolmente felici, dovuti alla primavera, al sole mattutino, ad un sorriso ricevuto…
Quante ore belle, quante belle giornate di cui godiamo senza parlarne!
Si soffre rumorosamente. E si gioisce in silenzio.”
(Sainte-Beuve)"


Buon anno e buona vita, amici miei!