Prendo
spunto da un articolo su Avvenire.it Il
garante: “Ragazzi, ogni post va pensato” per dire la mia sull’argomento.
Immagine tratta da Avvenire |
Scrivo
sul blog da ben 12 anni, sono su Facebook, ( sarei anche su twitter, ma non ricordo mai di guardarlo…)però, in tanti anni, ho quasi sempre parlato di me
stessa, delle esperienze, di momenti di vita vissuta...quando ho nominato
altri, persone che ho incontrato, che mi hanno fatta emozionare, o mi hanno
interessata in positivo, ne ho cambiato il nome e non ho mai pubblicato
fotografie o qualsiasi altro dato che potesse renderle riconoscibili. Ho sempre saputo che esiste un'etica, sul web
come nella vita reale, che impone di non raccontare fatti di altri che non
siano personaggi pubblici o che non ci abbiano autorizzato a farlo, anche
quando se ne parla bene. ( Nel post precedente ho pubblicato una fotografia che
già esisteva su un giornale online). Ciò
che invece sta succedendo ultimamente in rete è un fatto gravissimo, che
richiede interventi urgenti di sensibilizzazione e di educazione, non solo per
i ragazzi, ma anche per gli adulti.
La
smania di filmare con i telefonini e pubblicare ogni cosa in rete sta
diventando una vera e propria ossessione, tanto da raggiungere il paradosso.
Una ragazzina viene violentata in bagno e le sue amiche, invece di chiedere
aiuto, la filmano e pubblicano la violenza su Facebook. In una scuola un
ragazzo disabile viene tiranneggiato al fine di ottenere un filmato per il web.
Una giovane donna si fa riprendere in atteggiamenti hard per ingelosire il fidanzato e serve i filmati “su
un piatto d’argento” a persone che li pubblicano subito sul web. Questi
sono solo alcuni fatti di cui si parla recentemente. Sappiamo quali siano stati
i risultati.
La
possibilità di pubblicare qualsiasi cosa in rete ha messo in evidenza la parte
peggiore insita nell’animo umano: l’esibizionismo senza freni, il gusto di
tiranneggiare le persone più deboli, la facile vendetta attraverso la gogna mediatica.
C’è veramente da vergognarsi di appartenere alla razza umana. Per di più,
sembra che nessuno dei protagonisti di questi atti infami si renda conto della
loro gravità. Tutto appare come un gioco, un
modo alternativo per divertirsi.
Ci
stupiamo dei ragazzi, che mancano soprattutto di quei principi educativi e di
quei valori che i grandi non hanno loro trasmesso, ma dovremmo allarmarci ancor
più dell’ingenuità e della cattiveria degli adulti. Insomma, io condivido lo
sdegno per quanto successo alla povera trentunenne che si è suicidata per la
vergogna dopo la pubblicazione dei suo video hard, ma mi stupisce altresì la
sua ingenuità: farsi filmare per ingelosire il fidanzato e spedire sei video ad
altrettanti sedicenti amici, con i tempi che corrono! Una leggerezza che ha pagato ad un prezzo
altissimo.
Nonostante si viva negli anni duemila, una signora che si mostri con
immagini “bollenti” continuerà ad essere considerata un oggetto sessuale, da
condividere, usare e poi condannare. Se fosse successo anni fa, comunque, sarebbero nate voci,
pettegolezzi, ma il tutto si sarebbe fermato nell’ambito di una città. Oggi,
con l’avvento del web, le notizie circolano subito in tutto il mondo, alla
velocità della luce.
Che
dire, si può solo sperare che i fatti gravi di questi ultimi tempi servano da
monito per il futuro.
Il
blocco, la rimozione dei contenuti, possono
limitare i danni ma, nel frattempo, un numero infinito di persone potrebbe già aver
salvato e rilanciato quei dati che dovrebbero restare segreti. La repressione
da sola non basta, servono educazione ed intelligenza.
Ancora
una volta, nonostante Internet sia una delle più interessanti invenzioni dei
tempi moderni, l’uomo è riuscito a trovare il sistema per distruggersi con le
proprie mani.