sabato 17 settembre 2016

Prima di scrivere sul web accendere il cervello



Prendo spunto da un articolo su Avvenire.it  Il garante: “Ragazzi, ogni post va pensato” per dire la mia sull’argomento.

Immagine tratta da Avvenire
  Scrivo sul blog da ben 12 anni, sono su Facebook, ( sarei anche su twitter, ma non ricordo mai di guardarlo…)però, in tanti anni, ho quasi sempre parlato di me stessa, delle esperienze, di momenti di vita vissuta...quando ho nominato altri, persone che ho incontrato, che mi hanno fatta emozionare, o mi hanno interessata in positivo, ne ho cambiato il nome e non ho mai pubblicato fotografie o qualsiasi altro dato che potesse renderle riconoscibili.  Ho sempre saputo che esiste un'etica, sul web come nella vita reale, che impone di non raccontare fatti di altri che non siano personaggi pubblici o che non ci abbiano autorizzato a farlo, anche quando se ne parla bene. ( Nel post precedente ho pubblicato una fotografia che già esisteva su un giornale online).  Ciò che invece sta succedendo ultimamente in rete è un fatto gravissimo, che richiede interventi urgenti di sensibilizzazione e di educazione, non solo per i ragazzi, ma anche per gli adulti.

La smania di filmare con i telefonini e pubblicare ogni cosa in rete sta diventando una vera e propria ossessione, tanto da raggiungere il paradosso. Una ragazzina viene violentata in bagno e le sue amiche, invece di chiedere aiuto, la filmano e pubblicano la violenza su Facebook. In una scuola un ragazzo disabile viene tiranneggiato al fine di ottenere un filmato per il web. Una giovane donna si fa riprendere in atteggiamenti hard per  ingelosire il fidanzato e serve i filmati “su un piatto d’argento” a persone che li pubblicano subito sul web.   Questi sono solo alcuni fatti di cui si parla recentemente. Sappiamo quali siano stati i risultati.

La possibilità di pubblicare qualsiasi cosa in rete ha messo in evidenza la parte peggiore insita nell’animo umano: l’esibizionismo senza freni, il gusto di tiranneggiare le persone più deboli, la facile vendetta attraverso la gogna mediatica. C’è veramente da vergognarsi di appartenere alla razza umana. Per di più, sembra che nessuno dei protagonisti di questi atti infami si renda conto della loro gravità. Tutto appare come un gioco, un  modo alternativo per divertirsi.
Ci stupiamo dei ragazzi, che mancano soprattutto di quei principi educativi e di quei valori che i grandi non hanno loro trasmesso, ma dovremmo allarmarci ancor più dell’ingenuità e della cattiveria degli adulti. Insomma, io condivido lo sdegno per quanto successo alla povera trentunenne che si è suicidata per la vergogna dopo la pubblicazione dei suo video hard, ma mi stupisce altresì la sua ingenuità: farsi filmare per ingelosire il fidanzato e spedire sei video ad altrettanti sedicenti amici, con i tempi che corrono!  Una leggerezza che ha pagato ad un prezzo altissimo. 
Nonostante si viva negli anni duemila, una signora che si mostri con immagini “bollenti” continuerà ad essere considerata un oggetto sessuale, da condividere, usare e poi condannare. Se fosse successo anni fa, comunque, sarebbero nate voci, pettegolezzi, ma il tutto si sarebbe fermato nell’ambito di una città. Oggi, con l’avvento del web, le notizie circolano subito in tutto il mondo, alla velocità della luce.

Che dire, si può solo sperare che i fatti gravi di questi ultimi tempi servano da monito per il futuro.
Il blocco,  la rimozione dei contenuti, possono limitare i danni ma, nel frattempo, un numero infinito di persone potrebbe già aver salvato e rilanciato quei dati che dovrebbero restare segreti. La repressione da sola non basta, servono educazione ed intelligenza.

Ancora una volta, nonostante Internet sia una delle più interessanti invenzioni dei tempi moderni, l’uomo è riuscito a trovare il sistema per distruggersi con le proprie mani.