giovedì 29 dicembre 2011

Buon Anno Nuovo!



Quest’anno non riesco a sentire l’atmosfera del Natale e nemmeno quella dell’Anno Nuovo. Non è successo nulla, la mia vita scorre come quella di questi ultimi anni, con i suoi problemi, le preoccupazioni, i momenti  più o meno sereni, ma non è tanto la mia situazione personale quanto quella che si respira intorno a rendermi così poco festosa. Basta leggere un giornale, sentire le notizie alla tv, per accumulare così tanta tristezza da non aver più voglia di festeggiare per almeno dieci anni. 

Prima di Natale, per scacciare questa sensazione opprimente, ho chiesto a mio marito di tirarmi fuori l’albero e le decorazioni, ma lui non aveva voglia neppure di cercarle in garage, così mi sono limitata alla Natività: la capanna, Gesù Bambino, Maria, Giuseppe, il bue e l’asinello sistemati sul pianoforte. Poi ho appeso alcune decorazioni alle finestre, ma dell’aura natalizia neanche l’ombra.  Il giorno di Natale è trascorso in tranquillità, solo noi tre, la mamma e il gatto. 

In questi giorni di vacanza me la sono presa comoda dormendo di più la mattina, leggendo libri e giornali ed incontrandomi con amici e parenti. C’è stato un periodo piuttosto lungo in cui i miei cugini ed io ci eravamo persi, presi dal lavoro, dai figli da crescere e dagli anziani da accudire. Ora che, purtroppo, mio padre e gli zii non ci sono più, riusciamo nuovamente ad avere un po’ di tempo libero per  frequentarci e questo, nonostante tutto, si può ritenere un aspetto positivo. Io sono figlia unica ed ho soltanto una cugina ed un cugino, anch’essi figli unici, pertanto, per anni, loro e le rispettive famiglie sono stati i fratelli che non ho mai avuto: andavamo in vacanza insieme, organizzavamo feste, trascorrevamo dei Capodanni indimenticabili. La vita, con le sue difficoltà,  a volte divide, ma se c’è l’affetto gli anni di separazione non contano  ed i rapporti si possono riprendere come se ci si fosse lasciati solo il giorno prima. 

Mio marito, per contro, in questi giorni non è riuscito a star fermo un attimo. Ha sistemato la rete dietro casa, dipinto delle travi nel garage, aiutato il giardiniere a  tagliare i rami degli alberi in giardino…Insomma, persino  i vicini di casa gli hanno suggerito di fermarsi un attimo, perché solo a guardarlo andare avanti e indietro faceva venire il capogiro.

A questo punto, nonostante le tasse che ci aspettano, l’aumento dei prezzi, la crisi che avanza e chi ne ha più ne metta, non mi resta che augurare a tutti voi che mi leggete un felice Anno Nuovo, che porti almeno tanta salute e serenità.

giovedì 22 dicembre 2011

Buon Natale!


La mia famiglia ed io auguriamo a tutti voi che passate, amici vecchi e nuovi, un felicissimo Natale. Con noi c'è anche Pallino, quella specie di palla di pelo nera col cappello di Babbo Natale che vedete dormire ai piedi del marito-pupazzo. Da parte sua, gli auguri a tutti i vostri amici animali, con la speranza che possano trascorrere tutti quanti ancora molti anni con noi, che tanto siamo loro affezionati. 
Una foto un po' spiritosa, quasi a scacciare i cattivi pensieri che ci fanno presagire un futuro molto difficile e, soprattutto, "costoso"...
Ma, almeno per qualche giorno, non ci pensiamo e cerchiamo di goderci anche questo Natale!

domenica 18 dicembre 2011

Rose e canti di Natale


Sarà un Natale sicuramente sotto tono quello che ci aspetta, per non parlare dell'Anno nuovo, con la recessione, la stangata Monti e tutti i problemi che ne conseguiranno ma, qualche volta, Mamma Natura, forse per consolare questa povera umanità sempre più in crisi, nonostante le pessimistiche previsioni meteo di questi giorni, sta continuando a far fiorire le rose. Non era mai capitato prima che proprio qui al nord, in provincia di Cuneo, mi fiorissero le rose in  prossimità del Natale, così come non era mai capitato a mio marito dover tagliare l'erba del prato il diciotto dicembre.


Finalmente anche il nostro tradizionale saggio scolastico ha avuto luogo. Quest'anno il mio coro è riuscito a prendermi il cuore, l'anima e le forze. La mattina del saggio i ragazzi erano così eccitati che mi hanno quasi fatto venire un infarto. Ho impiegato un'ora intera semplicemente per ricordare che le prove avrebbero avuto luogo alle 16, non a scuola ma direttamente nel luogo dello spettacolo, e per far scrivere la scaletta della serata.
"Alle 16? Perchè non  alle quindici? Come ci dobbiamo vestire? La scaletta? Cos'è la scaletta? Ma se i brani li conosciamo già! ( vai a far capire che l'orchestra avrebbe alternato anche alcuni brani senza il coro...)Io però oggi devo studiare geografia, posso venire più tardi? ... Il microfono? Ce l'abbiamo? Uno per uno?"

I ragazzi parlavano, anzi, gridavano tutti insieme, venivano alla cattedra per chiedermi istruzioni personalizzate, nella classe non si capiva più nulla.
"Basta! Zitti!Non posso spiegarvi le cose individualmente, scriverò tutto alla lavagna e voi copierete, così saprete ciò che dovrete fare e non verrete ogni tre secondi alla cattedra per pormi sempre le stesse domande!"   
Era come parlare ai muri. Ad un certo punto mi è scoppiato il mal di testa e l'ho detto: "Mi sa che stasera non verrò perchè starò male, mi avete fatto venire l'emicrania!"
"Non può farci questo!Le mando mia madre! Lei è infermiera!" Mi ha risposto prontamente una fanciulla.

Un incubo. Anche alle prove abbiamo avuto il nostro bel da fare a tenere la ciurma in silenzio sulle pedane. Sembravano dei grilli salterini.
Io ho preso un'Aspirina. Dicono che faccia bene al cuore, oltre che alla testa. Temevo veramente che mi venisse un infarto.
Ho oscurato i volti, poichè si tratta di minori...
 Inutile dire che la sera, al momento dello spettacolo, i miei demonietti si sono trasformati in splendidi angeli. Perfetti, immobili, hanno cantato con una grinta ed una verve da coinvolgere tutto il pubblico in sala. Spettacolari. Non ricordo un altro coro che abbia cantato meglio in tanti anni. Tutti a filmare, a fotografare, a congratularsi. Non parliamo poi della canzone "I will follow him"...Sembrava proprio di essere sul set di Sister act.
Unico neo: i miei colleghi erano preoccupati per la mia salute. Mi hanno trovata "sciupata". Vorrei ben dire!Con tali precedenti!

In ogni caso, anche questa è andata. Ora aspetto le vacanze per rimettermi  dallo "sciupamento". Mi basteranno?Ci vorrebbe almeno un mese di ferie, con un periodo di ricovero nella "clinica del silenzio"...

mercoledì 7 dicembre 2011

Prove d'orchestra


Siamo alle solite. Il Natale si avvicina e il tradizionale saggio scolastico natalizio è alle porte,  con tutti i suoi annessi e connessi : le prove, la stanchezza, i disastri che si trasformano in miracoli all'ultimo momento...
Lunedì abbiamo provato con il coro. Non è andata poi tanto male, considerato che era la prima volta. I nostri coristi sono in  una situazione un po' particolare. Di solito è l'orchestra che sorregge i cantanti e si adegua alle loro capacità vocali, nel nostro caso è il coro che deve adattarsi alle capacità degli orchestrali. Per fare un esempio, se un finale è troppo alto non si può certamente abbassarlo perchè l'orchestra non sarebbe in grado di suonarlo, pertanto il coro può tentare di farcela, arrivando quasi allo strozzamento,  oppure si cambia il finale. La canzone è veloce e l'orchestra non ce la fa a tenere il ritmo? Non si può far altro che cantare più lentamente. Insomma, i nostri professori d'orchestra, pur se bravi davvero, sono pur sempre dei ragazzini e non possono competere con i professionisti adulti. 


 Il povero coro la prima volta si trova disorientato: un taglio qui, un taglio là, questo passaggio non si fa..."Ma prof. ci veniva così bene in classe, perchè adesso cambiamo tutto? "
"Ragazzi, ve l'avevo ben detto che alle prove si sarebbero decisi dei cambiamenti, dovete essere preparati ad ogni evenienza!"
Poi ci sono i conflitti tra la classe preparata da me e quella preparata dalla collega. Ovviamente i miei sono convinti di essere i migliori e, probabilmente, la stessa cosa penseranno gli altri.
"Prof! Noi siamo più bravi, quelli non cantano, fanno solo finta!"_ "Su, su, magari sono solo timidi, vedrete che poi canteranno!" Mi guardano con aria dubbiosa. Non sono affatto convinti. 

Seguono i problemi di quelli che devono andare in bagno. Basta lasciarne andare uno che, improvvisamente, comincia a scappare la pipì a tutti. Il direttore tuona implacabile: "Dove va tutta quella gente? Coristi, al vostro posto! IMMEDIATAMENTE! Qui non si fa pipì fino alla fine delle prove. E' UN ORDINE!"
"Prof! A me scappa!" _Mi sussurra un cantante._ "Dai, passa dietro e non farti vedere, ma fai presto!"

Infine ci sono i problemi con i biglietti d'invito. Io ho l'incarico di progettarli, ma devo sempre scontrarmi con le due opposte fazioni, quella del "La scuola è povera, non si può sprecare danaro in cartucce, le immagini devono essere stilizzate e colorate dai ragazzi" e quella del "In fondo i saggi non si fanno tutti i giorni e possiamo anche spendere qualcosa per stampare bei biglietti colorati". Ah! Metterle d'accordo non è affatto facile! Due anni fa vinse la fazione favorevole al colore, l'anno scorso quella contraria. Quest'anno ho finito per accontentarle tutte e due: biglietto artistico e colorato per le personalità, biglietto colorato a mano dai ragazzi per le maestre e le classi delle elementari. 



E ora che sono tutti contenti, lasciamo che continui a parlare la musica...

mercoledì 30 novembre 2011

SIAMO SOLO TRE...

La mattina dormono tutti a casa mia: mia madre, che spesso si alza anche alle 11 e il gatto, che se la dorme della grossa sul divano, da quando esco di casa per recarmi a scuola fino al mio ritorno.
Mamma e Pallino
Quando rientro a casa, verso le 13, desiderosa di un po' di riposo e tranquillità dopo una mattinata di canti e suoni che mi hanno letteralmente rintronata, ecco che entrambi si svegliano. Mia madre si alza subito dal divano per cominciare a girovagare in giardino e il gatto inizia a miagolare a gran voce reclamando il pranzo. Non dimentichiamo poi che mia madre, quasi sempre, sceglie quell'ora, o subito dopo il mio pasto, per essere accompagnata in bagno. Il mio pranzo non è quindi mai tranquillo. 

Più tardi cominciano le passeggiate in cortile. Qualche volta lascio mia madre girovagare da sola, mentre cerco velocemente di sbrigare le faccende di casa ma, più spesso, la accompagno e, a quel punto, anche il micio Pallino si unisce alla compagnia, tenendo lentamente il passo di fianco a noi, mentre sculetta e tiene la coda bella dritta. In realtà non credo tenga particolarmente a starci accanto, se non fosse che spera gli venga aperto il garage, dove sa che si trova il sacchetto delle crocchette. Insomma, la sua è una compagnia interessata. Spesso provo a guardare questo strano trio come se mi trovassi all'esterno e mi viene sempre in mente una vecchia canzone di Modugno, tratta dal musical "Rinaldo in campo", che mio padre cantava quand'ero bambina: " Siamo solo tre, tre somari e tre briganti, solo tre!" Mio padre ironizzava sul fatto che la nostra fosse una piccola famiglia di tre persone, a cui non mancava il necessario, ma che non viveva certo nell'agio. Beh, anche adesso ci mancano i somari, ma siamo sempre tre...Forse il somaro sono io, l'unica dei tre a lavorare e a darsi da fare per mandare avanti la baracca. 

 
(Spegnere l'audio della canzone in sottofondo per sentire quella del video) 
 
Pallino poi, con l'età, (ha circa quattordici anni) è decisamente peggiorato diventando piuttosto noioso. Non si può aprire un pacchetto o toccare della carta senza che lui intervenga miagolando, convinto che si stia aprendo un pacco di bistecche. Quand'era più giovane non notava certi particolari, adesso ha sempre le orecchie dritte ed un appetito insaziabile.

Mia madre invece diventa noiosa verso le 18 di sera, quando viene colta dal raptus dell'uscita e comincia ad aprire e chiudere decine di volte la porta per provare ad andare fuori, rientrando subito dopo perché scopre che è buio. Purtroppo se ne dimentica immediatamente e ci riprova in continuazione facendomi entrare in casa un sacco di aria fredda, cosa che mi innervosisce parecchio. Per fortuna, tra un miagolio ed una passeggiata, ci sono i momenti di relax, quando ci sediamo tutti e tre sul divano, io in mezzo e loro due ai lati. Con una mano accarezzo il morbido pelo di Pallino, mentre ondate di alito puzzolente mi assalgono e quasi mi stordiscono ( non ho mai avuto, in tutta la vita, un gatto con un alito così pesante...forse dovrei portarlo dal dentista o fargli fare un po' di gargarismi...), con l'altra mano accarezzo quelle di mia madre, sperando che si rilassi e si goda la mia compagnia, dopodiché, quasi regolarmente, mi addormento e, quando mi sveglio, Pallino è ancora lì che russa, lungo e disteso, ma mia madre è scomparsa. Insomma, diciamolo francamente, lei è sempre stata uno spirito libero ed indipendente e della mia compagnia e carezze se ne fa un baffo. Esco a recuperarla, le do merenda, tiro fuori il computer portatile e comincio a lottare per salvare il filo della corrente, perché mia madre proprio non sopporta quel cavo che si trova per terra e cerca sempre di tirarlo su, con il rischio di portarsi dietro il pc e farlo cadere in terra. Non posso abbassare la guardia un attimo! In un momento arriva l'ora di preparare la cena.

La giornata è quasi finita ed io ho combinato ben poco, come al solito. 
Siamo solo tre...

sabato 26 novembre 2011

Perdite, crisi e preghiere...


Di questi tempi noi bloggers ci preoccupiamo della perdita della nostra casetta su Splinder, ma basta guardarci intorno per vedere che c'è chi ha perso molto di più: la vita stessa, le persone amate, la propria casa, a causa delle recenti alluvioni, il lavoro, soprattutto per persone che, data l'età, molto difficilmente ne troveranno un altro...Non parliamo del nostro Paese, che sta perdendo prestigio, credibilità e potere economico. Insomma, si direbbe che parola "perdita" sia ormai all'ordine del giorno ed il motto dei nostri tempi.

Quando la situazione va male, ho notato che aumentano le persone che si dedicano al gioco e quelle che si avvicinano alla Chiesa. Se l'uomo da solo non può più fare nulla per salvare una situazione ormai catastrofica, non resta che affidarsi alla fortuna o all'aiuto divino.

C'è comunque qualcuno molto poco conosciuto che, in sordina, con grande fiducia e fede assoluta,  prega anche per chi non sa più farlo. Sono le monache di clausura, che il mio dirigente definisce: "I parafulmini del mondo".
Nella mia città esiste un monastero delle Clarisse, ordine fondato da S. Chiara d'Assisi nel 1253.
La collega di religione vi accompagna tutti gli anni le nostre classi per parlare con una monaca, al fine di porle tutte le domande e le curiosità che, comprensibilmente, i  ragazzi della Scuola Media possono avere nei riguardi di una persona di questo genere. A volte mi aggrego anch'io, come è successo l'altro ieri, quando ero anche particolarmente emozionata perché sapevo che avrei rivisto, dopo circa quindici anni, una mia ex alunna. La monaca mi ha subito riconosciuta ed è stata molto felice di trovarmi là, ci siamo abbracciate e baciate, pur restando divise da una cancellata di ferro. La simbolica cancellata che divide le monache dal mondo circostante. Pensare che una ragazza di vent'anni, con tutta la vita davanti, abbia scelto di relegarsi in quel luogo, dal quale si può uscire solo per il funerale di un parente, un ricovero in ospedale o per andare a votare, fa veramente credere al fatto che sia stata "chiamata" dal Signore.
 (Nella foto ho coperto i visi dei minori e della monaca per ovvi motivi di privacy...)
In  effetti, in questi anni, le monache che abbiamo incontrato ci hanno raccontato sempre una storia simile: arrivate intorno ai vent'anni si erano accorte di non essere affatto felici. Una strana inquietudine le aveva spinte a cercare ovunque la felicità, fino ad approdare nel monastero dove avevano sentito di essere arrivate finalmente "a casa". Non il lavoro, la macchina, i viaggi, la famiglia, il fidanzato, la famiglia, ma il silenzio, la preghiera  e la povertà del monastero; qui erano subentrate finalmente nell'anima la serenità e la pace, la consapevolezza di non volersene mai più andare. La ricerca era finita e il cuore era pieno di gioia, la gioia di essere le "spose del Signore"

In effetti, le suore trasmettono sempre a noi visitatori una grande sensazione di  tranquillità ed armonia. Persino i più incalliti "Pierini", che non stanno mai un attimo fermi o zitti, con un vocabolario degno del peggior scaricatore di porto, rimangono immobili ed attoniti, con lo sguardo fisso sulla monaca e l'aria estasiata. Sembrano ipnotizzati.
Al ritorno, ho chiesto ai ragazzi le impressioni ricevute e mi hanno risposto: "Ci sentiamo pieni di Spirito Santo!".

Così, con l'arrivo della recessione e di tutto ciò che comporta,tra i disastri provocati dalle alluvioni, le rapine e gli omicidi in aumento, non ci resta che affidarci alla prossima stangata del professor Monti e alla preghiera dei  "parafulmini del mondo". 
Mettiamocela tutta e... "Che il Signore ci aiuti"!

venerdì 25 novembre 2011

VI RACCONTO...

Eccomi qui, in fuga da Splinder, come tanti altri. Dopo due anni di blog su blogger.it e sette su Splinder è nuovamente il momento di cambiare casa, visto che la piattaforma di Splinder chiuderà a gennaio. Sto continuando una copia del mio vecchio blog su iobloggo, ma voglio provare anche questo posto. Insomma, devo decidere dove sistemare la mia nuova casa.
Vediamo un po' come va...