martedì 22 dicembre 2020

Auguri!

 


Quelle di quest'anno saranno feste sotto tono.   C'è tanta sofferenza nel mondo: non possiamo abbracciarci, stare accanto agli amici, fare visita agli anziani...Non possiamo nemmeno cantare in coro! Siamo preoccupati per il futuro, per i nostri cari...Ma non possiamo sempre essere tristi e in ansia, dobbiamo sperare e continuare a sorridere!

La mia famiglia ed io, compreso il cagnolino,  auguriamo di cuore a voi tutti tanta salute e serenità, sperando di poter tornare presto a festeggiare come un tempo.

Buon Natale e felice 2021!


domenica 6 dicembre 2020

Passeggiando, giunge la nebbia all'improvviso...


Capita di uscire per una passeggiata in un giorno di sole e di ritrovarsi, poco dopo, avvolti nella nebbia. Tutto diventa sfocato, la temperatura si abbassa e il freddo sembra penetrare nelle ossa. Il sole tramonta svanendo anch’esso, poco a poco, nel grigio manto della nebbia, tra le braccia protese degli alberi spogli.

giovedì 5 novembre 2020

Ultima uscita prima del lockdown

 Ultimo giorno prima della chiusura. Il Piemonte è in zona rossa. Il Covid fa sempre più paura e si avvicina inesorabilmente, colpendo parenti, amici, colleghi, conoscenti … Non è più un virus di cui si sente parlare, ma stavolta lo tocchiamo con mano, chiedendoci quando sarà il nostro turno.

Ma bisogna pur vivere, cercare di essere ottimisti, e allora oggi ci siamo presi un ultimo giorno di vacanza per andare in giro per vigne ad ammirare i colori dell’autunno. 

Siamo stati a Coazzolo, piccolo paese in provincia di Asti adagiato tra il Monferrato e le Langhe, che presenta due curiosità: la chiesetta della Beata Vergine del Carmine e la vigna dei pastelli.

L’artista inglese David Tremlett, in visita nel nostro Paese alla fine degli anni novanta, scoprì le Langhe, dove realizzò tre coloratissime opere. Una di queste è appunto la chiesetta sopracitata, edificio di culto costruito alla fine del diciassettesimo secolo in aperta campagna, che spazia sulle colline del Moscato arrivando fino al Monviso. Tremlett la ristrutturò e ridipinse, con il risultato che si può vedere. Purtroppo era chiusa e non abbiamo potuto visitare l’interno.

Poco più avanti si trova la Vigna dei pastelli, dove pastelli giganti hanno preso il posto dei pali di legno all’estremità dei filari delle viti. Completa il tutto un magico paesaggio. 

Ora non scrivo più nulla, lascio che siano le fotografie a presentarvi i colori autunnali di questo fantastico luogo a pochi chilometri da casa nostra.






domenica 1 novembre 2020

L'arte e il saper vivere di Nerina Peroni

 Vedere Nerina Peroni, una signora di 81 anni, attualmente ospite di una casa di riposo a Savigliano, ( città a pochi chilometri dalla mia) salire sul palco in una trasmissione di Canale 5, raccontare la sua storia e suonare al piano la Marcia alla Turca di Mozart, mi ha commossa profondamente. Una pianista che, per varie vicissitudini, aveva smesso di suonare e venduto il piano oltre venti anni prima. Nella casa di riposo era stata riconosciuta da un’infermiera che le aveva regalato una pianola, e il primo amore di Norina, piano piano, con tanto esercizio, è risorto dalle ceneri regalando, a me e agli altri spettatori, un toccante momento di emozione e tenerezza.

Immagine presa dal web

Questa la sua presentazione:

Vengo da Savigliano, in provincia di Cuneo. Vi stupirà che a una trasmissione come questa venga una che la carriera l’ha finita da 30 anni, però ho una storia”.

Poi è entrata nel dettaglio senza omettere nulla.

Sono stata accompagnatrice al pianoforte al conservatorio di Torino, dove c’era un giovane che studiava, che poi è diventato mio marito. Le vicissitudini hanno fatto sì che nel 1996 abbia suonato l’ultimo concerto con i nostri cantanti e poi sia stata  male, mi siano venute le vertigini e sia andata in pensione due anni prima. Abbiamo cambiato casa e abbiamo tolto i pianoforti che non ci stavano più.

Piuttosto che dare via il tavolino o gli armadi, ho dato via i pianoforti. Ho smesso di suonare e mi sono convinta che non mi importasse più. Non lo dovevo fare e basta, spirito di adattamento un po’ esagerato, forse. Le mie amiche si sono tutte stupite perché sapevano cos’era stata la musica per me. È stata la mia vita, ma quando non si può più, non si può più. Ho deciso di ritirarmi in casa di riposo. Le mie amiche avevano paura che mi intristissi.

Mi dicevano ‘Nerina, tu vai là e dopo un mese giaci da una parte ad aspettare la fine”.

Ho risposto che tanto la aspetto anche a casa mia la fine.

Devo dire che ho incontrato delle persone meravigliose: la direttrice, le infermiere, gli ospiti sono miei fratelli e sorelle. Ho trovato la vita di cui avevo bisogno. Tra una cosa e l’altra un’infermiera, Cristina, mi ha riconosciuta e mi ha chiesto se suonassi ancora, le ho risposto di no e mi ha fatto portare una pianola. Ho messo le mani sul pianoforte e quella sera ho fatto fatica ad addormentarmi, tanta era l’emozione di essere tornata a suonare. Ho suonato a una manifestazione ed è piaciuto tanto a tutti. Così eccomi qua”.

Al termine della sua esibizione, che ha ottenuto il 100% dei consensi del pubblico e della giuria, Maria de Filippi le ha rivolto queste parole:

Hai il talento di saper vedere il bicchiere mezzo pieno e mai mezzo vuoto ed è raro. È l’arte della vita, il saper vivere. E poi hai l’arte e il talento di saper suonare”.


domenica 11 ottobre 2020

Cagnolino autista

Il mio cagnolino ha intenzione di prendere la patente eheheh...

Eccolo mentre si esercita sulla mia macchina!😊



lunedì 21 settembre 2020

Giornata dedicata ai malati di Alzheimer

 Oggi è la giornata dedicata all'Alzheimer. Spero che, un giorno, si trovi una cura per questa grave malattia che distrugge la vita dei malati e di coloro che li amano. Sono vicina a tutte le famiglie che stanno accudendo un malato di Alzheimer e le comprendo, qualsiasi scelta compiano. Non è facile prendersi cura di queste persone, che richiedono assistenza continua e, spesso, si deve ricorrere a case di riposo e personale specializzato.

Ho scritto tanto a suo tempo e non mi ripeterò.
Mia madre è vissuta più di otto anni con questa malattia ed è mancata nel 2014.

Per chi non avesse letto la nostra storia, rimando ad un post del 2012, che racconta l'evoluzione della malattia.

Nei due anni successivi mia madre smise di parlare del tutto e, negli ultimi mesi, per poterla alimentare dovetti ricorrere al biberon.
Tutto avvenne come se una enorme gomma avesse cominciato a cancellare la vita iniziando dal presente fino ad tornare al momento della nascita. Un lungo e doloroso cammino a ritroso nel tempo che ha lasciato in me cicatrici profonde.

Il dottore la definiva "una scatola vuota" ed era terribile averla così vicina e non poter comunicare in alcun modo, non ricevere nemmeno un sorriso.

Dopo la sua morte ho continuato a sognarla malata per anni. Solo da poco tempo sto ricominciando a vederla com'era prima, quando era lucida e felice e mi amava tantissimo.

Per leggere il post potete cliccare qui.


Ciao mamma!

martedì 1 settembre 2020

Incontri in tempo di Covid

 Alcune sere fa mi sono recata in un ristorante per una cenetta familiare. Al nostro arrivo, tutti con mascherina, siamo stati accolti da una bella ragazza, anche lei con mascherina. 


“Professoressa! Non mi riconosce? 
Io, un po’ imbarazzata ho dovuto ammettere che no, non la riconoscevo, ma poteva dipendere dalla mascherina, che mi permetteva di vedere solo i suoi occhi.
“ Sono Francesca!”
 Accipicchia, nella mia lunga carriera, in cui ho incontrato almeno ottomilacinquecento alunni, quante allieve avrò avuto con quel nome? Le ho chiesto allora il cognome, riuscendo a focalizzare meglio la ragazza, che aveva terminato la scuola media già da parecchi anni.

Molto gentilmente ci ha servito la cena e, al momento del commiato, l’ho salutata dicendole che ero molto felice di averla rivista. 
“Ma se non mi ha nemmeno riconosciuta!” La ragazza era abbattuta. 
“Forse è perché non ero brava con il flauto … Non sono mai riuscita a suonare bene come i miei compagni …”

Accipicchia, la fanciulla era veramente addolorata ed io sempre più mortificata … L’ho rassicurata sul fatto che io non ho mai fatto distinzioni tra chi è bravo e chi no e ho sempre salutato tutti con piacere, dal genio musicale allo stonato cronico, cosa assolutamente vera, tanto più che, dopo molti anni, è piuttosto improbabile che riesca a ricordarmi i voti di tutti.

Comunque il fatto ha addolorato anche a me. Mi è molto dispiaciuto leggere la delusione in quei begli occhi. Accipicchia, che la mia memoria stia cominciando a vacillare?  Sono già rintronata? Proprio io che provo grande gioia quando gli ex alunni mi riconoscono e mi dimostrano il loro affetto?

In seguito siamo andati a fare una passeggiata in centro, dove ho incontrato altre due ex allieve, questa volta ben riconosciute, visto che le ho appena lasciate l’anno scorso e devono ancora finire la Scuola Media. Mi sono letteralmente saltate addosso, mi hanno abbracciata e baciata.

“ Prof.! Quanto ci è mancata!” 
“Anche voi, carissime!”

In quel momento ho realizzato che, in barba a tutte le regole Covid, ero stata strettamente abbracciata e baciata da ben due tredicenni ed io, nella foga, avevo fatto altrettanto.

Mi sa che sarà dura far mantenere le distanze a scuola. I giovani sono così: impulsivi, schietti, affettuosi e, nei loro slanci, non ricordano affatto le regole, facendole dimenticare anche a noi!  

sabato 8 agosto 2020

Entracque e dintorni.

Ieri, marito, cane ed io, abbiamo effettuato un’altra piccola gita.
Questa volta abbiamo visitato Entracque e alcune zone vicine

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Entracque, dal latino "Intra aquas", significa località posta tra le acque,  infatti è bagnata da tre corsi d'acqua: il torrente  Gesso, il rivo Bousset e il rivo Pramalbert, che divide in due il paese.

Entracque ospita anche due bacini artificiali detti della Piastra e del Chiotas, ma noi siamo stati solo al primo.

La diga della Piastra ha un’altezza di 88 metri, è lunga poco meno di 2 km e larga 300 metri, con una capacità di 12 milioni di metri cubi, 9 dei quali utilizzabili per il pompaggio.

Successivamente siamo stati al Lago delle Rovine, che deve la sua origine alla caduta, in tempi lontani, di una rovinosa frana.

Situato ad un’altezza di 1535 metri, il lago si trova all’interno dell’area protetta del Parco Naturale delle Alpi Marittime, ed è raggiungibile in auto da Entracque dalla primavera all’autunno. Il lago è molto carino e possiede un’area attrezzata per pic nic, un piccolo chiosco bar e un’ampia area di parcheggio. C’è anche un’area per campeggiatori e noi abbiamo visto una sola tenda canadese piazzata proprio in riva al lago, con due bei giovanotti barbuti provvisti di tutto il necessario per cucinarsi un buon pranzetto.

Dal lago si può partire per un’escursione verso il rifugio Genova, ma c’è una bella salita al sole e noi ne abbiamo percorsa solo una brevissima parte, perché il nostro cagnolino dava già segni di stanchezza.

Un altro posto che dovrebbe essere interessante   è il Centro Uomini e Lupi, che ospita lupi che non potrebbero più vivere in libertà in quanto nati in cattività o vittime di gravi incidenti. Per via del cane non ci siamo stati.

Poi abbiamo visitato il centro di Entracque, pranzato in una trattoria dai prezzi molto economici e riposato in un giardino fresco e ombroso nei pressi di una piccola cascata.

Non abbiamo sicuramente visto tutto quello che ci sarebbe stato da vedere ma, anche stavolta, è stata una giornata piacevole e di tutto relax. 


giovedì 30 luglio 2020

Vacanze a Chianale

Recentemente, mio marito, il cagnolino ed io, abbiamo effettuato una bella gita fuori porta, aiutati da una giornata splendida di sole. 

Il Comune di Pontechianale è il più alto della Val Varaita, in provincia di Cuneo, e il suo territorio confina con quello francese.

Dal 1942, nel suo territorio sorge una diga con la formazione di un lago che indirizza l’acqua accumulata a valle verso le centrali idroelettriche di Casteldelfino, Sampeyre e Frassino, per produrre energia elettrica.

L’ultimo villaggio della valle è Chianale, che è uno degli undici comuni piemontesi a vantare la prestigiosa menzione di borgo fra i più belli d’Italia.

Più in alto, a 2744 m. si raggiunge il Collo dell’Agnello, un valico alpino che collega l'Italia alla Francia. Inaugurato nel 1973, è il secondo valico automobilistico più alto d'Italia e il terzo d'Europa (preceduto solo dal colle dell'Iseran e dal Passo dello Stelvio), meta di transito di svariate tappe del Giro d'Italia e del Tour de France e appuntamento consueto di astrofili, dato il suo cielo buio, incontaminato e accessibile con vetture normali. 

Eravamo già stati a Pontechianale, ma mai a Chianale, e non immaginavamo che fosse così bello come ci è apparso. C’erano degli angolini veramente stupendi e siamo stati a pranzo in quella che era un’antica stalla del 1600, piena di oggetti antichi. 

Successivamente, vista la giornata stupenda, siamo saliti fino al Colle dell’Agnello, che si trova proprio al confine con la Francia. Fino ad uno spiazzo si è in Italia, scendendo dalla strada opposta si è in Francia. 

Il nostro cagnolino è stato bravissimo e non ha neanche sofferto le curve!

A volte non è necessario andare lontano per scoprire posti meravigliosi!





martedì 14 luglio 2020

Gazze crudeli

Vi avevo raccontato, tempo fa, la storia dei merli che vivevano nel nostro giardino.
Avevano nidificato nel pino e passeggiavano tutto il giorno nel prato, senza dimenticarsi di fare un bagno quotidiano nelle ciotole del nostro cane. Avevano un figliolo, che ancora volava poco e che stava nascosto nel pino, uscendo ogni tanto a curiosare. Poi aveva cominciato a volare sempre più in alto ed infine se n’era andato. I merli avrebbero voluto nidificare di nuovo, ma erano arrivate le gazze. Una si era intrufolata nel pino e loro avevano capito che, ormai, quello non era più un posto sicuro. Si erano spostati in una siepe poco lontano e, per molto tempo, ho continuato a vedere il maschietto sui tetti delle case circostanti intento a gorgheggiare le sue splendide melodie. Qualche giorno fa, a sorpresa, sono riapparsi entrambi e sono tornati a farsi un bel bagno. Li riconoscerei tra mille, perché la femmina ha una piuma bianca sulla coda e un’altra su un’ala e non credo esista un’altra merla così. Si direbbe proprio che volessero salutarci, perché, da quel giorno, sono letteralmente scomparsi e non ho più sentito il loro canto.
A noi sono rimaste le gazze, che hanno nidificato sulla magnolia. Uccelli antipatici, prepotenti, con una voce gracchiante e sgradevole, ma non si può comandare alle libere creature dell’aria e impedire loro di costruire il nido dove vogliono. Tutto è andato bene finché, circa quindici giorni fa, un piccolo è caduto dal nido. Apriva il becco per chiedere il cibo, non stava in piedi. Ho pensato di metterlo in un sottovaso, in modo che potesse appoggiarsi senza cadere, e di sistemarlo sull'albero, sperando che la madre lo nutrisse lo stesso. Invece no. L’ho ritrovato morto, con il capino ciondoloni dal sottovaso e le mosche che gli giravano intorno. Un’immagine tristissima, che mi ha molto addolorata. Ieri eccone un altro. Molto più grande del primo, con tutte le sue penne bianche e nere, saltellava. La madre lo chiamava dall'alto, come se lui, che appena camminava, fosse in grado di raggiungerla. Questa volta non l’ho toccato, avendo letto che la madre potrebbe ripudiarlo sentendogli addosso odore umano. Ho sperato che stavolta la madre lo nutrisse, invece no, di nuovo, stamattina l’ho trovato morto nel prato.
Ma poco dopo eccone un altro, ancora più grosso, che saltellava e svolazzava nel prato. Questo riusciva a volare fino ad un’altezza di cinquanta centimetri e correva dappertutto, chiamando i genitori. La madre gracchiava sulla cima dell’albero più alto invitandolo a raggiungerla e lui, poverino, correva, saltellava, compiva piccoli voli. Ce la metteva veramente tutta! Ora dico: perché la gazza è salita sull'albero più alto e più lontano per chiamare il suo piccolo? Non poteva stargli più vicino e chiamarlo da un’altezza ragionevole? Perché fargli fare tutta quella fatica e poi lasciarlo digiuno? Immagino la sua disperazione nel vedere la madre così irraggiungibile. Alla fine è andato a nascondersi nel pino e non lo abbiamo più visto. Domani mattina dovrò seppellire anche lui?
Mi si dice che questa è la selezione naturale della specie, che solo i più forti sopravvivono e che le madri si liberano dei figli più deboli. Io però ho sempre visto quei poveri pulcini ben pasciuti e in forze. Ovviamente, senza mangiare e bere, si sono poi indeboliti fino alla morte.
Mi si dice che le gazze siano degli uccelli antipatici, prepotenti, cattivi. Il comportamento crudele di quella madre lo conferma. Però i cuccioli sono sempre cuccioli. Sono indifesi e fanno tenerezza. Io, come essere umano, mi comporterei esattamente al contrario, cercando di difendere e proteggere proprio chi è più debole e bisognoso di cure. E poi, la morte di un cucciolo mi stringe sempre il cuore, perché alla morte non c’è rimedio ed è la fine di tutto ancora prima che la vera vita, fatta di esperienze, gioie e dolori, sia iniziata. Tutti abbiamo il diritto di vivere, anche le piccole e antipatiche gazze.

venerdì 3 luglio 2020

Visita al lago d'Orta

Attracco all'Isola di San Giulio.
Giovedì di mio marito, il cagnolino ed io abbiamo fatto una gita che ci ha portati al Lago d’Orta.
Esso è quello più ad occidente fra i laghi prealpini del Nord-Italia ed è situato interamente in Piemonte.
Da Omegna abbiamo seguito le sponde del lago fino a quando sono apparse ville neoclassiche con giardini pieni di camelie e azalee, la cui vista ci ha accompagnati fino ad Orta San Giulio.
Dalla piazza centrale, chiamata Piazza Motta, ogni quarto d’ora, partono pittoreschi motoscafi pubblici che, in cinque minuti, conducono all’Isola di San Giulio.
Quest’ultima, detta anche “l’isola del silenzio” è un luogo pieno di pace, con piccole vie strette e molto ombreggiate, dove non si sente affatto il caldo.
Giovedì, forse perché era un giorno feriale, non c’era molta gente e si stava proprio bene.
Come sempre, possiamo dire che il mondo sia veramente piccolo perché le prime persone incontrate sull’isola sono state una coppia di nostri concittadini ( lei pure insegnante!). Il nostro Terry, poi, ha conquistato una signora che gli si è prodigata in complimenti e carezze mentre noi scattavamo le foto. Abbiamo quindi fatto conoscenza e conversato un bel po’ scoprendo che è un’insegnante palermitana in pensione innamorata del Piemonte. ( ovunque andiamo, manco a farlo apposta, le nuove conoscenze finiscono sempre per riguardare insegnanti. Deve esserci una sorta di empatia che ci fa avvicinare istintivamente a questa categoria di persone, come se, tra insegnanti, ci si riconoscesse “a pelle”).
Abbiamo anche gustato un ottimo pranzetto in un ristorante in riva al lago e il nostro Terry è stato veramente bravissimo. Non un “bau” è mai uscito dalla sua bocca e sempre ci ha aspettati immobile, anche senza tenerlo al guinzaglio, schiacciando un pisolino tra una foto e l’altra.
Ora non ci restano che un meritato riposo e tante belle fotografie.
Scorcio all'isola di San Giulio

Piazza Motta - Orta

Giardini di villa Bossi, ora sede del Municipio.

Scorcio -Orta San Giulio
Palazzo Bossi

Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta - Orta san Giulio
Vicoletto all'isola di San Giulio
Marito e cagnolino

martedì 9 giugno 2020

Ultimo giorno di scuola




Domani, 10 giugno,  sarà l’ultimo giorno di scuola. Sarà una chiusura d’anno scolastico molto particolare, perché non ci saranno gli abbracci, i pianti, le dediche, le foto ricordo tipici degli altri anni … sarà un giorno come gli altri da febbraio in poi, con i saluti online. Nessuno si sarebbe mai immaginato che questo sarebbe stato un anno scolastico per metà virtuale e con una fine altrettanto virtuale!

Io penso che i ragazzi troveranno sicuramente il modo di incontrarsi e di recuperare questa festa mancata, magari all’aria aperta in un grande prato, ma non sarà proprio la stessa cosa.

Un anno fa, proprio nello stesso giorno, io festeggiavo il termine della mia carriera scolastica. Mi ero messa in posa con le classi per le foto ricordo, avevo raccolto un sacco di letterine con bellissime dediche e dichiarazioni d’affetto e stima, registrato le ultime esecuzioni strumentali dei miei ragazzi di terza, in modo da averne ricordo per gli anni a venire. Poi c’era stata la festa con i colleghi, il rinfresco, il regalo, i fiori e i discorsi di commiato del Dirigente e di altre persone e, più tardi, il saggio orchestrale. Una giornata pienissima e memorabile. Sembra successo ieri ed invece è già passato un anno, e che anno!

Sicuramente tutto quanto è successo da febbraio in poi avrà lasciato un segno. Forse i ragazzi avranno capito quanto sia bella la scuola “dal vivo”, pur con le ansie  per le interrogazioni e le verifiche, ma con  la possibilità di interagire, confrontarsi, litigare e poi fare pace, passare i bigliettini, discutere con gli insegnanti, porre domande e fare proposte, suonare, cantare, fare sport insieme … Forse le famiglie avranno capito quanto grande sia la pazienza degli insegnanti, che incoraggiano, ripetono, spiegano, correggono … non è proprio come dicono certi alunni che alla domanda: “Cosa avete fatto a scuola?” rispondono: “Niente!”  

Auguro a tutti i ragazzi che dovranno sostenere gli esami di poterlo fare al meglio e con i risultati attesi e, a chi andrà in vacanza, di trascorrere l’estate serenamente e in compagnia degli amici, che tanto sono mancati quest’anno.

Auguro ai docenti il meritato riposo dopo un anno scolastico che li ha messi a dura prova, costringendo tutti a diventare dei veri esperti d’informatica e a rivoluzionare completamente il proprio modo d’insegnare.

Auguro  di poter tornare fisicamente a scuola a settembre, in sicurezza, ma finalmente insieme, riallacciando quei rapporti di umanità, collaborazione ed empatia che la scuola virtuale non potrà mai dare.

Infine auguro ai genitori di potersi finalmente riposare dopo aver aiutato i figli con computer, connessioni, compiti da spedire via mail ed intrattenimenti vari dovuti alla quarantena.

Buoni esami e buone vacanze!

domenica 7 giugno 2020

L'aspetto della felicità


Quando a casa nostra si pensa ad una passeggiata, si finisce spesso per organizzarla a misura "di cane".
Dove andare? In un posto dove ci sia tanta ombra, perché Terry soffre il caldo e non ama stare al sole.
Detto fatto! Qualche giorno fa avevamo un intero "Bosco dei pensieri" tutto per noi. Non c'era nessun altro. Via il guinzaglio e libertà di girare, annusare, lasciare tracce, correre!
Per chi si domandasse come possa essere l'aspetto della felicità... Eccolo!





giovedì 21 maggio 2020

Ricordo del maestro Ezio Bosso

Immagine dal web


Il quindici maggio 2020 si è spento il maestro Ezio Bosso, causando una grande perdita al mondo della musica e a tutti coloro che lo amavano e lo apprezzavano. Un esempio di coraggio, costanza e passione. Troppo breve è stata la sua vita, immenso resterà il suo ricordo. Oltre alla sua musica, al suo ottimismo nonostante la malattia, alla sua grande umanità, ci ha lasciato alcune frasi sulle quali riflettere:

"Sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con disabilità che non si vedono.
La musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare.
La musica è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme.
La musica è una vera magia. Non a caso i direttori d’orchestra hanno la bacchetta come i maghi.
Ho smesso di domandarmi perché. Ogni problema è un’opportunità."

Quante sono le persone che sembrano normali ma, in realtà, sono ottuse, piene di pregiudizi, egoiste, incapaci di apprezzare la vita e la bellezza? Queste sono le vere disabilità!
Quante persone non sanno ascoltare, non solo la musica ma anche il loro prossimo? Quanto tutti noi avremmo bisogno soltanto di essere ascoltati invece di essere giudicati, criticati e mal consigliati?
L’uomo non può vivere solo, ha un bisogno innato di socializzare, condividere, costruire insieme agli altri.
La musica non ha forse la capacità di emozionarci, rallegrarci, commuoverci, farci ricordare momenti importanti e persone legate a quei momenti? Non è questa una magia?
E’ inutile chiedersi il perché delle difficoltà della vita. Succedono. Bisogna però rimboccarsi le maniche e trovare il modo di superarle, imparando a convivere anche con i problemi.

Grandissimo Ezio Bosso, mi addolora profondamente la sua prematura scomparsa. Voglio pensarlo di nuovo in salute, forte, senza alcun dolore, intento a dirigere l’orchestra degli Angeli e a bearsi ancora di quella musica che tanto aveva amato.


domenica 10 maggio 2020

Buona festa della mamma!


Auguri a tutte le mamme, soprattutto a quelle che hanno i figli più fragili e bisognosi di cure e che, a causa della pandemia e del conseguente isolamento, hanno perso tutti i supporti: scuola, insegnante di sostegno, fisioterapia, aiuto dei volontari, socialità, sport … Auguri alle mamme preoccupate per i figli che hanno problemi di salute o di lavoro. Auguri alle mamme che hanno perso un figlio e, con lui/lei un pezzo del proprio cuore e della propria anima. E auguri a tutte noi, che gioiamo, piangiamo, ci inteneriamo, esultiamo per i nostri figli e il loro percorso di vita. Io ho perso la mia mamma sei anni fa, ma è come se fossero quattordici, perché l’Alzheimer me l’aveva portata via molto prima, pur lasciandomela accanto. L’ho sognata tanto in questi anni, sempre malata, che non mi riconosceva e mi combinava un sacco di guai, ma ultimamente non succede quasi più. Finalmente la rivedo di nuovo com'era, indaffarata e discreta aggirarsi per casa, mai protagonista del sogno, ma presente e premurosa. Anche stanotte l’ho sognata. A modo suo, mi ha lasciato un segno per la festa della mamma. Auguri a tutte e buona domenica!

sabato 25 aprile 2020

La famiglia Merli nel giardino

Nel pino del nostro giardino una coppia di merli ha costruito il suo nido. Ah non si può dire che abbia scelto male! Al’interno del pino ci sono tanti rami e rametti e non c’è che l’imbarazzo della scelta, il fogliame ripara dal vento, dalla pioggia e dagli sguardi indiscreti e immagino che, per loro, sia come vivere in un grande castello.
Sbirciando dalle poche aperture si riesce ad intravvedere un piccolo merlo, o merla, chissà! E’ già grandicello, tipo un adolescente e, qualche volta, inizia ad uscire nel prato, ma non riesce ad alzarsi in volo per più di mezzo metro. Si mantiene nelle vicinanze del pino e, al primo rumore, si rifugia tra i suoi protettivi rami.
I genitori invece passeggiano liberamente nel prato, vanno a bere nella ciotola del cagnolino e la signora merla si permette anche di farsi più bagni al giorno, lavandosi bene le piume e scuotendosi tutta nella tinozza improvvisata.

Il nostro Terry detesta gli uccelli e, quando vede un colombo su un ramo, abbaia a gran voce e fa di tutto per farlo volare via. Non parliamo poi dei gatti! Li fa scappare tutti. Non sopporta nessun altro animale nel suo giardino! Però ha un occhio di riguardo per la famigliola dei merli, chissà come mai. Si accoccola nel prato e li osserva, zitto.

Anche a me piace osservare la simpatica famigliola. Il maschio, come è tipico dei merli, è tutto nero, con il becco giallo, mentre la femmina è un po’ più chiara, anche nel becco, e ha la coda bianca. Il piccolo assomiglia alla mamma, ma non ha la coda bianca. Sono così carini quando zampettano nel prato e vanno a farsi il bagno! In questi giorni di “arresti domiciliari” è un diversivo piacevole e mi diverto a filmarli e fotografarli, solo che non posso avvicinarmi troppo e le fotografie e i filmati con lo zoom sgranano un po’. In fondo non è così importante, il bello è proprio appostarsi per cogliere i momenti più significativi!

Ho parlato della famigliola ai miei amici e, dopo un rapido sondaggio, sono stati trovati anche i nomi. Si chiameranno Fred, Wilma e Wil.
Il pino che nasconde il nido

Fred, il papà.

Wilma, la mamma.

Terry vicino al pino.

sabato 11 aprile 2020

Buona Pasqua!


Sarà una Pasqua diversa quest’anno. Tanto sole e tanto isolamento. Fortunati noi se possiamo scambiarci gli Auguri qui sul blog, stando al sicuro nelle nostre case!

Non voglio rattristarvi ricordando la difficile situazione in cui stiamo vivendo. E’ Pasqua. Cogliamo l’attimo. Auguri di cuore a voi e alle vostre famiglie per tanta salute e serenità.
Buona Pasqua!