Oggi è la giornata dedicata all'Alzheimer. Spero che, un giorno, si trovi una cura per questa grave malattia che distrugge la vita dei malati e di coloro che li amano. Sono vicina a tutte le famiglie che stanno accudendo un malato di Alzheimer e le comprendo, qualsiasi scelta compiano. Non è facile prendersi cura di queste persone, che richiedono assistenza continua e, spesso, si deve ricorrere a case di riposo e personale specializzato.
Ho scritto tanto a suo tempo e non mi ripeterò.
Mia madre è vissuta più di otto anni con questa malattia ed è mancata nel 2014.
Per chi non avesse letto la nostra storia, rimando ad un post del 2012, che racconta l'evoluzione della malattia.
Nei due anni successivi mia madre smise di parlare del tutto e, negli ultimi mesi, per poterla alimentare dovetti ricorrere al biberon.
Tutto avvenne come se una enorme gomma avesse cominciato a cancellare la vita iniziando dal presente fino ad tornare al momento della nascita. Un lungo e doloroso cammino a ritroso nel tempo che ha lasciato in me cicatrici profonde.
Il dottore la definiva "una scatola vuota" ed era terribile averla così vicina e non poter comunicare in alcun modo, non ricevere nemmeno un sorriso.
Dopo la sua morte ho continuato a sognarla malata per anni. Solo da poco tempo sto ricominciando a vederla com'era prima, quando era lucida e felice e mi amava tantissimo.
Per leggere il post potete cliccare qui.
Ciao mamma!
Ciao Katherine, sono contenta che hai cominciato a sognare la tua mamma quando era ancora lucida e felice... ricordo i post in cui parlavi di lei, di com'era un tempo e di come si stava spegnendo lentamente...le hai dedicato anni della tua vita ma ora cerca di essere serena come lei certamente ti vorrebbe, ti abbraccio con tanto affetto!
RispondiEliminaHo faticato molto ad accettare la sua malattia...forse lo sto facendo soltanto adesso, a sei anni dalla sua scomparsa.
EliminaAbbraccio ricambiato!
Ricordo bene la storia della tua mamma, e ti abbraccio forte. ❤
RispondiEliminaGrazie cara Claudia. Ricambio di cuore il tuo abbraccio!
EliminaPurtroppo quello che mi racconti è molto simile a quello che succedeva, agli inizi, a mia madre. Ti auguro che per tuo padre non sia così. Fammi sapere gli esiti degli esami!
RispondiEliminaTi auguro di cuore che non sia nulla di grave, magari normali dimenticanze dovute all'età. Il fatto che sia andato di sua spontanea volontà dal medico è un buon segno. Mia madre non ci voleva andare perché negava la malattia.
RispondiEliminaRicordo quel periodo, i tuoi post mi addoloravano per la situazione della tua mamma ma mi trasmettevano tutta la tua forza, quella forza che può scaturire solo dall'amore.
RispondiEliminaUn abbraccio e l'augurio di un lieto fine settimana.
Grazie Mr.Loto! Anche a me davano forza i vostri commenti e il blog mi teneva compagnia in quei momenti difficili.
EliminaAbbraccio ricambiato e l'augurio di una buona domenica!
Mia cara dolce Caterina ho vissuto posso dire con te il lungo Travagliato vivere di tua mamma e la sua decadenza che corrispondeva al tuo disorientamento e dolore nel non rivedere e lei tua mamma.
RispondiEliminaUna malattia degenerativa orribile che tu hai affrontato con grande forza e abnegazione.
Ti abbraccio fortissimo.
Shera
Ps. Mio figlio ricomincerà a lavorare dal primo di ottobre!
Grazie Shera per la tua continua vicinanza in quegli anni difficili!
EliminaRicambio il fortissimo abbraccio e nuovamente ti sono grata per la tua amicizia e costante presenza.
Sono contenta che tuo figlio possa riprendere a lavorare tra pochi giorni. Il mio ha quasi sempre lavorato, ma i tempi sono duri e non so, di questo passo, dove andremo a finire!
Ho vissuto il tuo stesso dramma, mia mamma ha convissuto dieci lunghi estenuanti anni con questa terribile malattia, l'ho vista spegnersi giorno dopo giorno, impotente. In questi dieci anni i ruoli si sono capovolti, io sono diventata la madre e lei la mia bambina, l'ho accudita e amata fino all'ultimo giorno prendendo come il più prezioso dei regali quei rari momenti in cui ritornava ad essere mia madre.
RispondiEliminaBuon pomeriggio e grazie per questa condivisione.
Joanna
Come ti capisco Joanna! Io ho parlato di otto anni dal momento grave della malattia in cui già mia madre non mi riconosceva, ma nei due anni precedenti si erano già manifestati i segni della malattia in modo altalenante, quindi si può dire che anche per me siano stati dieci lunghissimi anni. E' dura diventare madre della propria madre, io ho fatto molta fatica ad accettarlo, anzi, non l'ho mai accettato fino in fondo. I bambini ti sorridono, ti abbracciano...mia madre no. Per lei non esistevo affatto. Eppure mi aveva tanto amata, come poteva essere cambiata così?
EliminaGrazie a te per avermi parlato della tua esperienza.
All'inizio ho fatto molta fatica anch'io, era straziante quando mi chiedeva chi fossi e mi urlava di essere una bugiarda quando le rispondevo che ero sua figlia, ma poi c'erano quei piccoli momenti di luce, dove la sua mente riusciva a tornare al presente e allora mi accarezzava il volto, mi diceva che mi voleva bene e mi ringraziava. Per trovare la forza di andare avanti e non mollare mi sono aggrappata a quei rari momenti di luce.
EliminaBuona domenica.
Ti amava anche dopo solo che non se lo ricordava.
RispondiEliminaHai ragione...se fosse riuscita a ricordarsi di me, mi avrebbe amata. Ma, alla fine, si era innamorata di mio marito, non aveva occhi che per lui. Forse credeva fosse il suo fidanzato, o suo figlio. E' strana la mente. Comunque ho superato il trauma. Mi spiace solo che in quegli otto anni non mi sia stato possibile raggiungere la sua mente in alcun modo...eravamo vicinissime, ma lontanissime.
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