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venerdì 3 novembre 2023

Sogni, defunti e lotterie...

 


In questi giorni, dedicati ai Santi e ai defunti, mi è capitato di leggere un articolo su un giornale che parlava del significato dei sogni riguardanti i defunti: provare una sensazione di disagio, dover rispondere ad una loro domanda, sentirci chiamare per nome,  ricevere richieste di cibo o una loro visita. Per tutte le situazioni c'era una risposta. 

Non si parlava però del mio caso. Io sogno molto spesso persone che non ci sono più: i miei genitori ( praticamente almeno una volta a settimana), zie, zii, un cugino mancato da poco, colleghi, vicini di casa e persino qualche conoscente. Ci sono proprio tutti. Però, nei miei sogni, tutto avviene in modo molto naturale. Sono scene di vita come potevano essere quelle di una volta, ci parliamo, ci confrontiamo, ci aiutiamo, o semplicemente li vedo presenti a svolgere le loro quotidiane attività senza neanche interagire troppo con me. Insomma, per me è del tutto naturale che loro ci siano, come non se ne fossero mai andati. 

Soltanto il caso di mia madre mi ha angosciata per alcuni anni. Purtroppo, gli ultimi dieci anni della sua vita l'avevano vista malata gravemente di Alzheimer. Per me era stata veramente una sofferenza grande viverle accanto senza poter comunicare in alcun modo con lei, senza ricevere un sorriso, senza essere riconosciuta. Per lei avrei potuto essere un albero, o una pietra: non faceva alcuna differenza. Era completamente insensibile. Non capiva più il significato delle parole e non potevo raggiungerla in alcun modo. Era come avere una bambina di un anno o poco più, che era in grado di camminare,  afferrare qualsiasi cosa, ma non aveva ancora capacità di ragionamento. Me ne combinava di tutti i colori ed andava seguita a vista 24 ore su 24. Avevo dovuto nuovamente imparare a volere bene a quella sconosciuta che non assomigliava per nulla a mia madre, e diventare io stessa una mamma per lei, cosa del tutto innaturale e faticosissima. 

 Ebbene, per anni, dopo essere mancata, ho continuato a sognarla in quello stato. Una volta la perdevo nella nebbia, un'altra volta cadeva in una buca, un'altra ancora mi metteva a soqquadro la casa. Un'angoscia senza fine. Quanto ho desiderato poterla rivedere piena di vita com'era, sorridente, affaccendata, amorevole! Ebbene, finalmente, dopo sette anni, quindi circa due anni fa, ha ricominciato ad apparirmi così come la conoscevo, proprio com'era prima della malattia. Questo potrebbe essere il segno che, finalmente, ho accettato  e superato quei terribili anni. Adesso è un vero piacere sognarla, quasi sempre con il mio adorato papà. Quando mi sveglio sorrido e mi sento in pace, nuovamente amata e figlia. 

Qualche settimana fa invece ho sognato una collega defunta. In questo momento non ricordo più cosa facesse, ma ne avevo parlato con alcune comuni colleghe. Una aveva consultato Google e mi aveva detto: "prova a giocare questi due numeri al lotto!" Io non lo avevo fatto, perché non ho mai giocato al lotto in vita mia e non so nemmeno dove stia di casa, ma un'altra collega, senza dire niente, era andata invece a giocarli. In seguito mi aveva invitata a bere un caffè al bar e me lo aveva offerto. Mi aveva confessato che lo faceva perché aveva giocato e i miei numeri erano usciti! Aveva vinto solo una piccola somma, ma resta il fatto che i numeri erano buoni. Chi l'avrebbe mai detto?

Forse, considerata la quantità di visite notturne, dovrei proprio farci un pensierino! Ma è difficile interpretare i segnali per tradurli in numeri! Mi sa che dovrò accontentarmi di rivedere i miei cari e godere della loro compagnia notturna senza pormi troppe domande. 

giovedì 1 dicembre 2022

Sogni...o incubi?


Non so voi, ma io di notte sogno tantissimo. Ho una fantasia inimmaginabile durante il giorno e, spesso, mi stupisco da sola per quel che riesco a mettere insieme nelle ore notturne. Mi capita anche di sognare, e poi di ricordare, persino tre avventure per volta. Cammino in riva al mare, vedo laghi, campagne, persino il Paradiso, volo su paesaggi fatati dentro ad un cestino da pic-nic e poi ritrovo tante persone che non ci sono più. Ci sono i miei genitori, nella maggior parte dei casi, ma anche zii, cugini, colleghi…Dicono che bisognerebbe giocare al lotto il numero del morto che parla…ma quando ne parlano tre? Non saprei proprio come fare! :D

Questa notte, ad esempio, ho sognato di essermi svegliata e di non riuscire più a dormire. Così ero scesa in cortile e poi ero andata a bighellonare in garage. Poi avevo controllato l’ora: erano le cinque del mattino, cosa ci facevo in garage? Ero tornata quindi in casa e, prima di rientrare nella mia camera, avevo sentito, dietro la porta chiusa, i miei genitori che ridevano di gusto. Avrei voluto bussare e chiedere il motivo di tanta ilarità, ma poi mi ero detta che non dovevo interrompere un momento di così simpatica intimità ed ero tornata nel mio letto. Stamattina sorridevo ancora al pensiero dei miei genitori così allegri.

Da qualche anno però, nei miei sogni c’è un leit-motiv ricorrente ed un po’ inquietante: mi perdo e non riesco più ad orientarmi! Mi capita spesso di trovarmi con mio marito in qualche luogo sconosciuto. Una volta ero nel centro di New York e, ad un certo punto, lui era scomparso. Io realizzavo di non avere con me il cellulare, di non conoscere il suo numero a memoria e di non ricordare nemmeno il nome dell’Hotel in cui eravamo alloggiati. Cosa avrei potuto fare? L’unica cosa possibile era quella di non muovermi da lì e sperare che tornasse a prendermi. Intanto arrivava il buio ed io ero ancora in mezzo alla strada nel pieno centro di Manhattan!

Un’altra volta ero con mia madre, malata di Alzheimer, ed ero scesa dal treno alla stazione sbagliata. Mi ritrovavo così in piena notte in una stazione vuota, immersa nella nebbia, con la responsabilità per mia madre spaventata e incapace di ragionare, senza la possibilità di salire su un altro treno…

Poi, qualche giorno fa, ero in bicicletta con mio marito ed il cane…ad un certo punto mio marito non si vedeva più ed intorno a me erano apparse, come per incanto, pantere e tigri in libertà. Allora agguantavo il piccolo Terry e lo infilavo nel cestino nella speranza di nasconderlo alla loro vista, mentre cominciavo a pedalare come una forsennata, senza una meta precisa, ma con il solo intento di allontanarmi il più possibile! 

Per fortuna, nei momenti clou di maggiore tensione, riesco sempre a svegliarmi, ma impiego spesso qualche istante per capire che, tutto quello che ho vissuto, non sia stato realtà! Inoltre non ho proprio alcun motivo per sentirmi abbandonata da mio marito, è solo nei sogni che lo perdo spesso!

Insomma, forse avrei proprio bisogno di farmi psicoanalizzare! :D 

giovedì 30 agosto 2018

Sogni e parole chiave

Immagine presa dal web

Ho una collega, a scuola, che invita spesso i ragazzi a comporre testi letterari sulla base di alcune parole chiave. Anche qui, nel mondo blog, Perlasmarrita, nel suo “Carbonari della parola” invita i blogger a scrivere post che contengano un certo numero di parole chiave scelte da un partecipante al gioco letterario. Io ho partecipato, qualche volta. Altre volte non mi è proprio venuto in mente nulla che potesse collegarsi alle parole scelte. Insomma, non sono una scrittrice e non ho una grande fantasia. So raccontare fatti del mio vissuto, storie narratemi dai miei genitori ma,  in quanto ad inventare di sana pianta, beh … quello è un altro paio di maniche.

Stranamente succede invece che, mentre dormo, abbia una fantasia veramente spiccata di cui ancora non riesco a capacitarmi. Ogni notte una o più avventure, lunghe, ricche di particolari, colori, incontri. Mi rendo conto che tutto scaturisce da avvenimenti successi durante la giornata, fatti che possono raffrontarsi alle famose “parole chiave”.

Ieri, ad esempio, ho incontrato la mia amica Fla per una passeggiata. Abbiamo parlato del mio lavoro come insegnante di musica, di una mail ricevuta a proposito di una gita scolastica da effettuarsi in una cascina, dei controlli medici che entrambe dobbiamo effettuare per le nostre patologie, di mio figlio. Mentre conversavamo abbiamo incontrato due nostri ex bidelli e abbiamo scambiato due parole anche con loro. Dunque: “lezioni di musica, gita in campagna, figlio, controlli medici, bidelli”.

Ieri notte, per prima cosa sono andata in gita scolastica con gli alunni in una fattoria. Abbiamo visto gli animali, colto verdure, studiato le api … ad un certo punto, mentre camminavo, ho sentito qualcosa di strano, morbido e caldo sotto ai piedi. Era un’enorme, puzzolente, appena prodotta, popò di mucca!
Devo aver gridato: “Sono nella cacca, sono nella cacca!”poiché ho svegliato pure mio marito. Che sollievo scoprire che non era successo! Subito dopo ho ripreso a sognare. Stavolta ero a scuola ed era con me un nuovo professore di chitarra, giovane e carino. Non era soltanto un musicista, ma pure un medico, un ginecologo. Io devo essere ringiovanita perché ero …ehm…la sua fidanzata ed ero pure incinta! Ho detto quindi al mio fidanzato che avrei gradito una visita medica dopo le lezioni, perché mi sentivo un po’ strana. Entrambi abbiamo svolto le nostre lezioni, con tanto di alunni che andavano e venivano ( ne ho pure riconosciuti alcuni!) e poi l’ho raggiunto nella sua aula dove, magicamente, è apparso pure il classico lettino- visite dei dottori. Pensavamo di svolgere la visita in santa pace, visto che ormai la scuola si era svuotata, ma no! Ecco aprirsi la porta ed entrare i due bidelli incontrati nel pomeriggio, che riportavano alcune sedie al loro posto. Usciti i bidelli, ci siamo detti che sarebbe stato meglio chiudere la porta a chiave, per evitare altre visite a sorpresa. Macché! I due collaboratori scolastici hanno usato il loro passepartout e sono entrati nuovamente, senza nemmeno bussare. Niente da fare. Bisognava rimandare la visita in un luogo più appropriato, tanto più che i due personaggi avevano pure voglia di “attaccare bottone” e sembrava proprio che non se ne volessero andare!

A quel punto mi sono nuovamente svegliata. Gli ingredienti legati alle parole chiave c’erano tutti, con tanto di sviluppo!Beh … il figlio era ancora un embrione, ma c’era!

Ecco…la prossima volta che Perlasmarrita mi chiederà di scrivere un post sulle parole chiave, vedrò di leggerle prima di andare a dormire e ci penserà Morfeo a darmi le idee giuste!E speriamo che, anche se si dice che porti fortuna, non mi rimandi a mettere i piedi in qualche “ricordino” di mucca eheheheh!

venerdì 26 gennaio 2018

Paure e sogni...

Io sono una persona che ha una fervida fantasia notturna. Ogni notte sogno, anche se non sempre ricordo tutto, ma sono sicura che il mio cervello abbia un’intensa attività mentre dormo.
In genere si tratta di sogni positivi: a volte mi sveglio ridendo, altre volte ripenso ai bellissimi posti che ho visto o alle avventure vissute.
Ultimamente però c’è una sorta di tema ricorrente: mi smarrisco e non riesco più a trovare la strada per raggiungere la meta.

Mi è capitato di trovarmi nel centro di NewYork in compagnia di mio marito. Ad un certo punto lui si è allontanato e ci siamo persi. In quel momento ho realizzato di aver dimenticato il cellulare, di non ricordare a memoria il suo numero di telefono e nemmeno il nome dell’albergo in cui ci eravamo appena stabiliti. Che fare? Non restava che non muovermi da quel luogo e sperare che mio marito mi ritrovasse! Intanto scendeva la notte, la gente per strada diminuiva e mi sentivo veramente sola e sperduta...

Immagine prelevata dal web

Un’altra volta stavo nuotando in compagnia di amici dirigendomi verso la riva. Gli amici però erano più veloci e mi sono ritrovata sola, senza alcun senso di orientamento. Sono salita allora su una roccia che sporgeva dall’acqua per riuscire ad individuare la direzione verso la spiaggia. Ecco che intorno alla roccia cominciavano a nuotare degli squali! Mi sono ritrovata così in mezzo al mare, in costume da bagno e infreddolita, senza riuscire ad individuare una direzione e con gli squali che mi giravano intorno!

Eccomi poi in una stazione deserta, sotto una pensilina in mezzo ai binari, in una notte piena di nebbia. Ero in compagnia di mia madre ed avevamo sbagliato treno, che aveva finito la sua corsa in quella stazione buia. Mia madre piagnucolava e non voleva essere lasciata sola, io non avevo la più pallida idea sulla possibilità di salire su un altro treno e la biglietteria era ormai chiusa. La nebbia ci avvolgeva e un terribile senso di desolazione mi assaliva, unitamente alla preoccupazione di riuscire a proteggere mia madre, che già soffriva di Alzheimer e si comportava come una bambina.

Immagine tratta dal web

E’ inutile dire che, in tutte le occasioni, mi sono svegliata di colpo, impiegando un bel po’ di tempo per capire che si trattava solo di un sogno e che mi trovavo al sicuro nel mio letto!

L’altra notte stavo pedalando sulla mia bicicletta in direzione di Torino. Per un ciclista allenato cinquanta chilometri non sono nemmeno troppi, ma per me, ciclista occasionale della domenica, si tratta di un viaggio veramente lungo al quale non penserei mai. Nel sogno, invece, sembrava un fatto del tutto naturale. Davanti al manubrio della bicicletta si trovava una cesta dalla quale sporgeva la testa del mio cane. Eh sì, stavolta non si trattava di mio marito, dei miei amici o di mia madre, ma della compagnia del mio fido cagnolino. Ogni tanto mi fermavo per farlo scendere e sgranchire le gambe, ma l’ultima volta, manco a dirlo, dovevo aver sbagliato strada, perché non mi sembrava affatto di essere nella direzione giusta per Torino. A quel punto mi sono trovata al centro di una città e, sul marciapiede accanto, c’era un artista di strada che svolgeva il suo spettacolo. Ho chiesto quindi a lui, a performance terminata, se il mio percorso fosse corretto. Lui ha risposto di no e mi ha accompagnata verso un’altra strada. Nel frattempo, il mio cane ha visto una bella cagnolina, è balzato giù dalla bicicletta e si è messo a corteggiarla. Volevo approfittare della pausa per chiedere all’artista in quale città ci trovassimo, ma in quel momento mio marito mi ha chiamata e non saprò mai dove fossi finita.

Immagine tratta dal web. Ovviamente non posso fotografare i miei sogni!

Insomma, questa mia continua difficoltà nel raggiungere una meta, questo senso di smarrimento e di abbandono provato nei sogni, sta cominciando a preoccuparmi.


Dovrei forse farmi vedere da uno psicologo?

mercoledì 13 settembre 2017

I sogni della Kat



Questa notte ho fatto un sogno in cui, oltre a me, erano presenti i miei genitori, mio marito ed anche i miei alunni. Stamattina lo ricordavo, ma poi è scomparso completamente dalla mente e, per quanto mi sia scervellata, non sono più riuscita a ricordarne la trama. So solo che mia madre si comportava in modo normale, non ancora affetta dall’Alzheimer che aveva caratterizzato i suoi ultimi otto anni di vita. 

Come abbia potuto coinvolgere gli alunni con i miei familiari immagino che non mi sarà più dato sapere ma, in fondo, dopo tanti anni d’insegnamento, si può proprio dire che la scuola sia la mia seconda famiglia e, probabilmente, convivono entrambe nel mio cuore.

Successivamente ho sognato di nuovo e, questa volta, ricordo tutto perfettamente. Ero in cucina, era mattina e stavo consumando la colazione. Mio padre era seduto a tavola con me, ma non mangiava, probabilmente perché si era alzato già da un po’. Dialogavamo, come tante volte avevamo fatto. Intanto lo guardavo e notavo che aveva un aspetto migliore del solito. La pelle era molto più liscia, il fisico forte  e dimostrava almeno venti o trent’anni in meno rispetto a come ricordavo ( mio padre è scomparso a novant’anni). Che meraviglia poterlo rivedere così!
Poi un pensiero mi aveva assalita: come potevo vederlo, parlargli, se era mancato otto anni fa? Allora mi trovavo in un sogno! Eppure mi sentivo perfettamente sveglia e stavo pure consumando la colazione! Tutto ciò era inspiegabile ma, sogno o no, lui era lì, con la sua dolcezza, l’amorevolezza, l’ironia, ed era bellissimo! Mi beavo nell’osservarlo, nell’ascoltarlo …


Poi mi sono svegliata, rendendomi finalmente conto che si trattava realmente di un sogno. Ma sorridevo, perché ancora una volta i miei genitori non erano mancati all’appuntamento con il mio inconscio e avevo potuto rivederli sani e sereni come quasi non ricordavo più.

 A volte, anche un sogno può rendere migliore una giornata!

sabato 29 ottobre 2016

SOGNO O SON DESTA?

Le mie giornate sono sempre state caotiche. In famiglia raccolgo sfoghi, problemi e lamentazioni di marito e figlio, cercando di mediare le situazioni e suggerire soluzioni; a scuola mi ritrovo ad essere non soltanto insegnante, ma anche psicologa, intrattenitrice, consolatrice,  carabiniere e tecnico informatico; poi ci sono le situazioni di emergenza, come il mese trascorso con operai, elettricista, idraulico, trasportatori e una grossa gru in cortile, per il rifacimento del tetto. Ci si è messo pure il dentista, che dapprima mi ha diagnosticato una fortissima parodontite, che avrebbe potuto richiedere persino un intervento chirurgico per essere risolta, infine mi ha dichiarata “miracolata”, guarita in modo del tutto imprevedibile e quindi candidata ad alcuni impianti per rimettere denti che ormai non ci sono più. Povere le mie tasche! E le mie gengive!Problemi su problemi…

Mio padre, che a causa della fragile salute era vissuto per un po’ strettamente a contatto con noi, condividendo tutti i nostri traffici, ( a quel tempo ci prendevamo anche cura di mia madre con l’Alzheimer, che ne combinava di tutti i colori) diceva sempre: “ Se non sono ancora diventato matto, è proprio perché non è destino che lo diventi!”
 Ora ho fatto mia quella sua affermazione perché, a volte, anch'io ho il timore di poter perdere la ragione.

Di notte però, quando la mente si libera dal peso delle preoccupazioni e si abbandona alla fantasia, cosa di cui sono sempre stata piuttosto provvista, ecco che accadono fatti meravigliosi  che mi fanno risvegliare la mattina con una deliziosa sensazione di pace e di bellezza.
Vi racconto uno dei miei ultimi sogni.

Mi trovo a passeggiare lungo una strada quando vedo un cestino di vimini, tondo, con un bel coperchio. Lo prendo in mano e mi si avvicina una coppia di persone mai viste nella vita reale. La signora m’interpella: “Ah, l’hai trovato tu? Ora è tuo! E’ un cestino magico, che permette di viaggiare volando.” Io sono molto stupita e la signora continua: “Se vuoi, ti faccio vedere come funziona. Mio marito ed io dobbiamo andare al cimitero a portare dei fiori e potresti venire con noi.”

Detto fatto, la signora apre il cestino e ci accomodiamo dentro, seduti sul fondo. Stranamente si è ingrandito per permettere la nostra presenza e sui lati sono apparsi degli oblò che permettono di vedere fuori. Il cestino è completamente vuoto, ci siamo solo noi. Non c’è motore, ne’ una qualsiasi attrezzatura per pilotarlo. Si alza da terra senza alcun rumore e comincia a volare, stando però abbastanza basso da permettere la visione di paesaggi meravigliosi. Città, campi, laghi, fiumi, foreste…
“Ma … dov’è il cimitero in cui dovete andare? “ Chiedo sorpresa alla signora. Lei mi risponde che si trova in Scozia. Intanto continuano a scorrere bellissimi paesaggi. Ci sono persino la Tour Eiffel, l’Arco di Trionfo, Montmartre, la basilica del Sacro Cuore … Parigi! E’ uno spettacolo stupendo.
Finalmente atterriamo, dolcemente, senza alcun rumore. Usciamo dal cestino e lo vediamo subito rimpicciolire, tanto da poterlo tenere sottobraccio.  La coppia si allontana per portare i fiori al cimitero ed io rimango sola ad osservare quanto mi sta intorno. E’ un luogo bucolico, in aperta campagna, con piccole strade sterrate e nessun veicolo in circolazione, a parte qualche trattore.
Le case sono i tipici cottage dipinti da Thomas Kinkade, il “pittore della luce”, così come gli ambienti, pieni di alberi, fiori, colori.

Con il mio cestino sottobraccio mi addentro in quel paesino da fiaba, guardo con meraviglia tutto ciò che mi circonda, saluto le persone che passano affaccendate, tutte rigorosamente a piedi, ascolto il canto degli uccelli, il fruscio del vento tra le fronde, il rumore di un ruscello che scorre e i miei sensi ne traggono un piacere immenso: c’è bellezza, c’è pace, c’è armonia e, soprattutto, una grande serenità!





 

Improvvisamente però … Drinnnnn! La sveglia! Il magico mondo scompare insieme al cestino e la vita quotidiana irrompe, con la sua realtà stressante. Però il sorriso sulle labbra c’è ancora, così come la dolcezza delle sensazioni provate.

Meno male che esistono i sogni!   


lunedì 22 febbraio 2016

Gli strani sogni della Kat

Sempre mi stupisco per la fervente fantasia che si manifesta quando dormo.


Questa notte sono riuscita a tornare in una casa che non esiste più, in quanto è stata demolita e ricostruita in tutt’altro modo, e a rivedere alcuni dei suoi abitanti, che sono scomparsi rispettivamente trenta, quindici e tre anni fa. Una bella botta di ricordi!

Si tratta dei miei ex vicini di casa, una donna e i suoi due fratelli, di cui uno cieco. Nel sogno la donna chiedeva il mio aiuto per verniciare la ringhiera del balcone ed io desideravo accontentarla. Uno dei fratelli non era d’accordo con gli altri e si era messo a letto a guardare la televisione. Mi aveva salutata a malapena. La camera era piena di mazzi di fiori e, addirittura, c’erano alcuni vasi di rose. Ero veramente stupita nel vedere la sua stanza così addobbata. Non  avrei mai immaginato che quell’uomo tutto d’un pezzo, piuttosto rude,  amasse circondarsi di fiori!

 Nel frattempo, gli altri due avevano cominciato 
a dipingere ed io mi chiedevo come potesse riuscire nell’intento il fratello cieco. D’altra parte, era sempre stato così abituato ad aggirarsi per casa con sicurezza, senza far capire a nessuno che non ci vedeva, che avrei dovuto aspettarmelo!

Intanto io ero stata mandata al pianterreno a cercare dei guanti per non sporcarmi le mani.  Tutti quelli che  trovavo erano però già usati e non riuscivo nemmeno ad infilarli. Mi sentivo colpevole … Ero lì a gingillarmi e a misurare un guanto dopo l’altro senza produrre nulla, mentre gli altri due erano già all’opera da un po’. Il senso di colpa deve avermi riportata alla realtà, o forse è stata la sveglia…

Casa rimessa in piedi e tre morti che parlano! Non so proprio come sia riuscita a mettere insieme questa storia. Di sicuro i miei pensieri da tempo non si rivolgevano a queste persone, né alla loro casa e tantomeno alle piante di rose in camera da letto!
 Eppure non sono una che alla sera mangia pesante….


lunedì 3 agosto 2015

Sogni: imprevedibili, fantasiosi, preoccupanti, frutto dell'inconscio e della fantasia umana...

I miei sogni mi stupiscono sempre. Mentre sono sveglia, non riuscirei mai ad immaginare quel che invece riesco a mettere insieme mentre dormo. Forse mi sarebbero utili degli incontri con uno psicologo, chissà...

Di fondo credo che riflettano i miei pensieri, i fatti che mi accadono, le preoccupazioni, i momenti belli e brutti, ma i collages che ne vengono fuori sono proprio strani.

Questa notte, tanto per fare un esempio, ho sognato che l'armadio con i miei vestiti non si trovava più in camera mia, bensì in fondo all'orto, proprio dietro le piante di pomodori. Per di più non era l'armadio attuale, ma quello che avevo da ragazza.
Io non ero più una fanciulla però,  perché mio marito c'era e non riuscivo a comprendere perché mai avesse collocato l'armadio con tutti i miei vestiti proprio in fondo all'orto.
"Posso capire d'estate"_gli avevo detto_ "ma cosa succederà d'inverno, quando pioverà e farà freddo? L'armadio è di legno e si riempirà d'acqua, inoltre, come posso cambiarmi qui nell'orto, nelle intemperie? "
Mio marito però faceva spallucce...

Decidevo così di prendere comunque un abito dall'armadio, tanto eravamo in estate, ma a quel punto vedevo, appesi a due giacche, due grossi nidi di vespe, con tanti pungenti insetti che vi svolazzavano intorno!


Al mio urlo ecco arrivare di corsa mio padre con un potente insetticida.
"Scansati che le uccido!" Subito si era messo a spruzzare il veleno sui nidi, ma molte vespe si erano staccate cominciando a volare verso di noi. "Scappa papà, corri!" E avevamo cominciato a fuggire entrambi, con le vespe che ci inseguivano arrabbiatissime.( che bello veder correre mio padre, erano così tanti anni che non aveva più la forza di farlo!)

A quel punto mi sono svegliata.



Ora dico: capisco sognare mio padre nei momenti di difficoltà. Proprio pochi giorni prima di morire mi aveva detto, con tutta l'autorevolezza che ancora riusciva a trarre dalle ultime forze che gli restavano: " Io vi proteggerò sempre, tu e tua madre, finché avrò un alito di vita! Nessuno vi mancherà mai di rispetto finché sarò presente io!"
 Sono sicura che lo avrebbe fatto, fino all'ultimo respiro e in questi sei anni è sempre venuto a salvarmi nei miei incubi notturni.


Capisco quindi la sua presenza protettrice...ma l'armadio in fondo all'orto e i nidi di vespe sui miei abiti, dove mai sarò andata a pescarli?

lunedì 16 marzo 2015

Addormentarsi in un sogno...



E' possibile addormentarsi nel bel bezzo di un sogno? Evidentemente sì, perché a me è successo.

 

Ho sognato di essere in pizzeria con mio marito e alcuni amici. Ricordo che uno di loro si era lamentato perché non gli piaceva l'ambiente,  ma mio marito aveva ribattuto dicendo che, al di là di ogni aspetto esteriore, la pizza era ottima. Dopodiché mi ero ritrovata sulla spiaggia in riva al mare, dove avevo fatto una bella passeggiata. 

Ad un tratto ero di nuovo a tavola in pizzeria: tutti avevano finito di mangiare e avevano gli avanzi nel piatto, il mio era integro. Come mai non avevo mangiato? 

Mio marito, caritatevolmente, mi spiegava che avevo detto di non avere fame, pertanto non era stata fatta la mia ordinazione. Qualcosa non quadrava. Non ricordavo affatto quel particolare e poi era ancora troppo recente il ricordo del mare. Mi rivolgevo quindi al commensale più vicino, che scoprivo essere uno zio mancato una trentina d'anni fa. ( nel sogno però non lo sapevo e mi pareva del tutto naturale vederlo lì...)
Lo zio mi aveva quindi rivelato quel che già temevo, cioè che mi ero addormentata.

Che figura! Mentre tutti mangiavano e conversavano amabilmente,  io dormivo, magari con la testa nel piatto! 

Mi sono svegliata di botto. 

Sogno dentro al sogno e morto che parla. Dovrò giocare qualche numero al lotto?