lunedì 21 settembre 2020

Giornata dedicata ai malati di Alzheimer

 Oggi è la giornata dedicata all'Alzheimer. Spero che, un giorno, si trovi una cura per questa grave malattia che distrugge la vita dei malati e di coloro che li amano. Sono vicina a tutte le famiglie che stanno accudendo un malato di Alzheimer e le comprendo, qualsiasi scelta compiano. Non è facile prendersi cura di queste persone, che richiedono assistenza continua e, spesso, si deve ricorrere a case di riposo e personale specializzato.

Ho scritto tanto a suo tempo e non mi ripeterò.
Mia madre è vissuta più di otto anni con questa malattia ed è mancata nel 2014.

Per chi non avesse letto la nostra storia, rimando ad un post del 2012, che racconta l'evoluzione della malattia.

Nei due anni successivi mia madre smise di parlare del tutto e, negli ultimi mesi, per poterla alimentare dovetti ricorrere al biberon.
Tutto avvenne come se una enorme gomma avesse cominciato a cancellare la vita iniziando dal presente fino ad tornare al momento della nascita. Un lungo e doloroso cammino a ritroso nel tempo che ha lasciato in me cicatrici profonde.

Il dottore la definiva "una scatola vuota" ed era terribile averla così vicina e non poter comunicare in alcun modo, non ricevere nemmeno un sorriso.

Dopo la sua morte ho continuato a sognarla malata per anni. Solo da poco tempo sto ricominciando a vederla com'era prima, quando era lucida e felice e mi amava tantissimo.

Per leggere il post potete cliccare qui.


Ciao mamma!

martedì 1 settembre 2020

Incontri in tempo di Covid

 Alcune sere fa mi sono recata in un ristorante per una cenetta familiare. Al nostro arrivo, tutti con mascherina, siamo stati accolti da una bella ragazza, anche lei con mascherina. 


“Professoressa! Non mi riconosce? 
Io, un po’ imbarazzata ho dovuto ammettere che no, non la riconoscevo, ma poteva dipendere dalla mascherina, che mi permetteva di vedere solo i suoi occhi.
“ Sono Francesca!”
 Accipicchia, nella mia lunga carriera, in cui ho incontrato almeno ottomilacinquecento alunni, quante allieve avrò avuto con quel nome? Le ho chiesto allora il cognome, riuscendo a focalizzare meglio la ragazza, che aveva terminato la scuola media già da parecchi anni.

Molto gentilmente ci ha servito la cena e, al momento del commiato, l’ho salutata dicendole che ero molto felice di averla rivista. 
“Ma se non mi ha nemmeno riconosciuta!” La ragazza era abbattuta. 
“Forse è perché non ero brava con il flauto … Non sono mai riuscita a suonare bene come i miei compagni …”

Accipicchia, la fanciulla era veramente addolorata ed io sempre più mortificata … L’ho rassicurata sul fatto che io non ho mai fatto distinzioni tra chi è bravo e chi no e ho sempre salutato tutti con piacere, dal genio musicale allo stonato cronico, cosa assolutamente vera, tanto più che, dopo molti anni, è piuttosto improbabile che riesca a ricordarmi i voti di tutti.

Comunque il fatto ha addolorato anche a me. Mi è molto dispiaciuto leggere la delusione in quei begli occhi. Accipicchia, che la mia memoria stia cominciando a vacillare?  Sono già rintronata? Proprio io che provo grande gioia quando gli ex alunni mi riconoscono e mi dimostrano il loro affetto?

In seguito siamo andati a fare una passeggiata in centro, dove ho incontrato altre due ex allieve, questa volta ben riconosciute, visto che le ho appena lasciate l’anno scorso e devono ancora finire la Scuola Media. Mi sono letteralmente saltate addosso, mi hanno abbracciata e baciata.

“ Prof.! Quanto ci è mancata!” 
“Anche voi, carissime!”

In quel momento ho realizzato che, in barba a tutte le regole Covid, ero stata strettamente abbracciata e baciata da ben due tredicenni ed io, nella foga, avevo fatto altrettanto.

Mi sa che sarà dura far mantenere le distanze a scuola. I giovani sono così: impulsivi, schietti, affettuosi e, nei loro slanci, non ricordano affatto le regole, facendole dimenticare anche a noi!