Entro in una classe terza.
Si avvicina alla cattedra un alunno: « Professoressa, mi sono preparato per l'interrogazione, visto che ero assente alla verifica! Non ho più trovato però gli appunti sui quali ci aveva chiesto di studiare e ho preparato l'argomento sul libro, da qui a qui».
Mi fa vedere sul libro. Esclamo: «Ma... sono sei righe! »
Sono esterrefatta, ma tanto passa il convento. Mi accontento di sentirlo su quel poco.
A quel punto, lui riduce ulteriormente la sua esposizione con un'unica frase: « La musica nel cinema esprime un avvenimento...»
Sono esterrefatta, ma tanto passa il convento. Mi accontento di sentirlo su quel poco.
A quel punto, lui riduce ulteriormente la sua esposizione con un'unica frase: « La musica nel cinema esprime un avvenimento...»
«Avvenimento? Sarà magari un'emozione, uno stato d'animo! Come può la musica esprimere un avvenimento? Al massimo potrà sottolinearlo, accentuarlo, attraverso un sottofondo adeguato alla scena»
«Sì, è così, volevo proprio dire questo... »
Già, voleva dirlo, ma intanto l'ho detto io. Lo mando a posto dicendogli di prepararsi almeno per l'interrogazione di flauto, visto che, anche in quel caso, ha un quattro e un cinque. Che poi, per una come me, che cerca sempre di aiutare gli alunni consentendo loro di esprimersi sui brani a loro più congeniali, assegnare un'insufficienza vuol proprio dire che l'alunno deve aver suonato qualcosa d'inascoltabile.
Già, voleva dirlo, ma intanto l'ho detto io. Lo mando a posto dicendogli di prepararsi almeno per l'interrogazione di flauto, visto che, anche in quel caso, ha un quattro e un cinque. Che poi, per una come me, che cerca sempre di aiutare gli alunni consentendo loro di esprimersi sui brani a loro più congeniali, assegnare un'insufficienza vuol proprio dire che l'alunno deve aver suonato qualcosa d'inascoltabile.
Passo a quel punto a dettare alla classe una breve sintesi sull'Impressionismo musicale, per semplificare l'argomento del libro.
« L'impressionismo nasce in Francia...I pittori dipingono all'aria aperta... »
Si alza una mano: « Cosa vuol dire: all'aria aperta? »
Allibita, spiego con alcuni esempi dai quali capisco che i ragazzi, non associando quei termini alla merenda o al gioco, immaginano che per i pittori abbiano un altro significato.
Si alza una mano: « Cosa vuol dire: all'aria aperta? »
Allibita, spiego con alcuni esempi dai quali capisco che i ragazzi, non associando quei termini alla merenda o al gioco, immaginano che per i pittori abbiano un altro significato.
Proseguo dicendo che, per quanto concerne la musica, aderisce al movimento Claude Debussy, utilizzando una scala particolare definita "esatonale", costituita da sei toni consecutivi.
Si alza un'altra mano: «Scusi, ha detto toni, tomi? Che cosa sono? » Si leva una voce: «Dai i tomi no? I tomini, quelli così buoni! »
Mi cade il mondo addosso. «Ragazzi, stiamo facendo una lezione di gastronomia o di musica? Cosa c'entrano i tomini di formaggio con l'Impressionismo? »
Spiego allora, per l'ennesima volta, che il semitono è la più piccola distanza tra due note e che è la metà di un tono. Disegno anche uno schizzo sulla lavagna dove, su un'immaginaria corda di chitarra, scrivo tutti i semitoni, invitando poi i ragazzi a costruire una scala formata da sei toni partendo da DO (quindi spostando tutte le note di due caselle, visto che servono due semitoni per ottenere un tono)
Si alza un'altra mano: «Scusi, ha detto toni, tomi? Che cosa sono? » Si leva una voce: «Dai i tomi no? I tomini, quelli così buoni! »
Mi cade il mondo addosso. «Ragazzi, stiamo facendo una lezione di gastronomia o di musica? Cosa c'entrano i tomini di formaggio con l'Impressionismo? »
Spiego allora, per l'ennesima volta, che il semitono è la più piccola distanza tra due note e che è la metà di un tono. Disegno anche uno schizzo sulla lavagna dove, su un'immaginaria corda di chitarra, scrivo tutti i semitoni, invitando poi i ragazzi a costruire una scala formata da sei toni partendo da DO (quindi spostando tutte le note di due caselle, visto che servono due semitoni per ottenere un tono)
Un'alunna si offre di andare alla lavagna. Le rispondo che non è il caso, perché ci sono solo poche note da scrivere e farebbe meglio a prendere gli appunti sul quaderno, ma lei insiste e la accontento. Farà in fretta a ricopiarsi quella riga di pentagramma. Con la classe discuto ancora di alcune cose, poi mi giro e cosa scopro? Che l'alunna, per ingannare il tempo, (ovviamente l'idea di ascoltare la spiegazione non le passa nemmeno per l'anticamera del cervello e si sta annoiando) ha cancellato tutte le scritte sulla lavagna, compreso lo schizzo sui toni e semitoni che serve per ragionare sulla scala esatonale!
Non intende farmi un dispetto, ne sono sicura. Tutta la classe ride e lei è mortificata.
Devo rifare il disegno.
A questo punto, però, mi chiedo: "Gli alunni ci fanno o ci sono?"
Credo entrambe le cose: un po' ci sono, ma poi ci marciano pure.
RispondiEliminaCredo che per loro sia un divertimento fare i tonti :)))
l'altra sera ascoltavo Andreoli in tv, diceva cose che mi trovavano perfettamente d'accordo: i ragazzi di oggi non sono più cretini o più impreparati dei ragazzi delle generazioni precedenti... hanno solo perso la voglia di ribellarsi a tutto quel che vien loro somministrato, diciamo così, dagli adulti... e questa mancanza di voglia di ribellione, che lo psichiatra intendeva come curiosità critica, fa sì che i cervelli diventino d'ammasso....
Perla, i ragazzi non si ribellano perchè non sentono proprio quello che viene loro somministrato! Quante volte ho chiesto di riferirmi l'argomento della discussione e mi sono vista l'alunno sgranare gli occhi pieno di stupore, completamente ignaro di quanto fosse avvenuto poco prima in classe? Ho aperto molti blog per gli alunni e mai sono stati in grado di scriverci qualcosa, se non la domanda: "C'è qlq? C'è nssn?" perchè a loro interessava solo la chat e poterci scrivere con le abbreviazioni! Ho mandato i files con le sintesi degli argomenti direttamente sulle caselle di posta individuali e ancora ci sono alunni, dopo più di un mese, che dimenticano di guardare le mail!
EliminaChissà, forse dovrei imparare a parlare con il linguaggio degli sms....
Perla, i ragazzi non si ribellano perchè non sentono proprio quello che viene loro somministrato!
EliminaAppunto, Kathe! Hai detto la stessa cosa che ha detto forse il miglior psichiatra che abbiamo in Italia. Anzi, togli il forse...:
questa mancanza di voglia di ribellione, che lo psichiatra intendeva come curiosità critica, fa sì che i cervelli diventino d'ammasso....
Ciao Katherine, c'è davvero da mettersi le mani nei capelli! Immagino solo lontanamente quanto deve essere frustrante lavorare in una situazione del genere, credo che tu sia tanto, tanto paziente...per un'insegnante che si impegna tanto e cerca di comunicare agli studenti tutto quello che è in grado di dare deve essere tremendamente deludente constatare questo appiattimento sul nulla.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Antonella
Antonella, devo ammettere che, almeno qualche volta, delle soddisfazioni le ottengo. I ragazzi suonano abbastanza bene e, almeno finchè non cambiano voce, cantano anche decentemente.
RispondiEliminaIo propongo la storia della musica collegata all'ascolto e faccio sentire molti brani che dimostrano quanto affermo nelle mie brevi spiegazioni. Purtroppo, pur scegliendo i brani più piacevoli, non posso cambiare il corso della storia. La musica di Debussy è poco oriecchiabile, così come può essere difficile un coro polifonico cinquecentesco, ma bisogna pur conoscere, per affermare che un certo stile non ci piace.
Tra i tanti alunni, qualcuno che impara ci sarà sicuramente!
I racconti delle tue lezioni sono sempre molto divertenti :-)
RispondiEliminaAnche se mi rendo conto di quanto debbano essere frustranti le (non)reazioni dei tuoi alunni. E' davvero incredibile che nulla riesca a incuriosirli; evidentemente, fra tv internet e smartphone, i pre-adolescenti di oggi sono così abituati a ricevere un tale surplus di stimoli a tempo pieno da risultare anestetizzati di fronte a ogni proposta. Figuriamoci poi se si tratta di una proposta nell'ambito di una lezione scolastica!
Mi conforta però sapere che i tuoi alunni suonino e cantino abbastanza bene; probabilmente la maggior parte di loro non suonerà più alcunché una volta terminate le medie, ma si ricorderanno sempre del piacere che hanno provato nel farlo. Credo di poter dire che sono molti i semi che hai sparso su di loro, e che magari daranno frutto a distanza di anni, anche solo a livello di curiosità culturale, per così dire, spicciola.
Trovo comunque un po' disarmante le loro perplessità riguardo allo stare all'aria aperta. Possibile che si sia perso del tutto lo stimolo a uscire per strada, se non per andare a chiudersi a casa di un amico o in qualche locale? Mi domando quali difficoltà possa incontrare su questo tema anche la tua collega di "disegno", dal momento che l'Impressionismo che hai provato a spiegare loro è programma di educazione artistica di terza media, me lo ricordo bene. Così come ricordo la passione che la professoressa Parodi (chissà che fine ha fatto?) metteva nel raccontarci di Renoir e Pissarro: non è un caso che si tratti del periodo e del tipo di espressione pittorica che amo di più.
Curioso che, più o meno negli stessi giorni, tu e io abbiamo scelto lo stesso quadro di Monet per corredare i rispettivi post, pur su argomenti diversi. Lo considero un segno che la vera arte sopravvive intatta nel tempo, e sa comunicare e creare continue corrispondenze. Un'ulteriore speranza in merito ai semi di cui sopra, e dei germogli che da essi potranno nascere in futuro :-)
Eh sì! Noi prof continuiamo a seminare. Saranno pochi a raccogliere i semi e coltivarli, ma qualcuno lo farà e sarà sempre una soddisfazione. Tanti miei alunni hanno proseguito in campo musicale, chi diplomandosi, chi formando gruppi, chi suonando nei concerti e anche chi emigrando all'estero per perfezionarsi. Tutto sommato posso essere contenta. Poi ci sono le giornate come questa che veramente "fanno cadere le braccia", ma in fondo anche questo è messo in preventivo.
RispondiEliminaNon ho mai più sentito la professoressa Parodi. Sicuramente avrà continuato a viaggiare per il mondo, ma ora avrà anche lei un bel po' di annetti. Chissà come starà.