Navigando sul
web, mi è capitata sott’occhio una poesia di Trilussa chiamata “L’uguaglianza”,
che riporta il dialogo tra un’aquila ed un gallo:
Fissato ne l’idea de l’uguajanza
un Gallo scrisse all’Aquila: – Compagna,
siccome te ne stai su la montagna
bisogna che abbolimo ‘sta distanza:
perché nun è né giusto né civile
ch’io stia fra la monnezza d’un cortile,
ma sarebbe più commodo e più bello
de vive ner medesimo livello.-
L’Aquila je rispose: – Caro mio,
accetto volentieri la proposta:
volemo fa’ amicizzia? So’ disposta:
ma nun pretenne che m’abbassi io.
Se te senti la forza necessaria
spalanca l’ale e viettene per aria:
se nun t’abbasta l’anima de fallo
io seguito a fa’ l’Aquila e tu er Gallo.
Mi è allora tornata in mente la frase
rivoltami, almeno quaranta anni fa, da una mia collega di Arte, Luciana, una
donna di grande fascino, estrosa, fantasiosa e che aveva fama di saperla lunga
su come godersi al massimo i momenti positivi della vita.
Ricordo che stavamo parlando delle
mie vacanze in Grecia, che erano durate una decina di giorni. La collega mi
aveva chiesto perché non mi fossi fermata più a lungo ed io le avevo risposto
che eravamo tutti rientrati perché gli amici venuti con me disponevano solo di
quel determinato periodo di ferie.
Luciana allora mi aveva detto:
“Ricorda Kat! I corvi volano sempre in gruppo, mentre le aquile volano sole!”
Con ciò, anche in più larga scala,
essa intendeva dire che ciascuno di noi dovrebbe compiere le proprie scelte
senza mai farsi influenzare dagli altri, senza preoccuparsi se, per questo, si troverà
solo. Non bisogna aver paura di essere unici in una scelta, se questa è quella
che viene dettata dal cuore ed è ragionevolmente ritenuta la più giusta per
noi. A volte, per paura di sembrare diversi dagli altri, per timore di essere
giudicati, per paura di essere allontanati dal gruppo, si finisce per adattarsi
alle esigenze della massa, esigenze che spesso non sentiamo nostre e che ci allontanano
sempre più dall’unicità della maestosa e libera aquila.
Per fare un esempio, quando ero
ragazzina e studiavo al Conservatorio, molti avevano criticato i miei genitori
che mi avevano permesso di effettuare questa scelta. Una musicista! Che razza
di futuro avrei mai avuto? Quali prospettive di lavoro? Una volta mia madre era
stata addirittura denigrata pesantemente, di fronte a molti altri clienti, da
un salumiere, mentre faceva la spesa. “Mandatela a lavorare! Che ne fate di
mantenere una scansafatiche che suona il piano? È una vergogna!”
Mia madre non mi aveva affatto
mandata a lavorare, ma non era più tornata in quel negozio, perché si era
sentita mortificata.
Eppure io, a vent’anni, anni, ero già
diplomata, avevo subito trovato lavoro nella scuola come insegnante di musica e,
alcuni anni dopo, mi era persino capitato di avere in classe proprio la nipote
di quel salumiere. (Ricordo che a lei quel nonno aveva regalato un pianoforte a
coda! Evidentemente, trattandosi di sua nipote, non c'era più da vergognarsi e
non bisognava mandarla a lavorare!)
Sono passati tanti anni da quel
giorno, ma la frase di Luciana, una collega che non ho mai più visto da allora,
non l’ho dimenticata e l’ho spesso ripetuta sia ai miei alunni che a mio
figlio.
“Ricorda, i corvi volano sempre in
gruppo, le aquile volano sole!”
Leggendoti mi è venuto in mente anche il risvolto negativo dell'intera considerazione: a volte ci sentiamo aquile nel cielo ma siamo appena galli nel pollaio, quando ci poniamo con superiorità e arroganza verso il resto del mondo, credendoci unici portatori di verbo santificato e ignorando bellamente tutto il circondario. Fai bene a ricordare quel detto, ma aggiungerei che la buona aquila deve saper aiutare i corvi in difficoltà, mettere da parte la superbia che a volte può animarci, senza soffocare le nostre peculiarità ma rendendoci parte del mondo. Un abbraccio Kathe!
RispondiEliminaHai perfettamente ragione, se vogliamo considerare questo punto di vista. Io detesto dal profondo del cuore l'arroganza e il menefreghismo e spero sempre che coloro che si comportano così possano avere quel che si meritano. Nel caso dell'aquila però, non penso si tratti di arroganza. E' nella natura dell'aquila vivere sola in alto nel cielo e fa soltanto quello che la natura ha disposto per lei. Il pollaio, così come il famoso gregge di pecoroni, dove tutti seguono la massa senza avere idee proprie, non è un luogo dove un'aquila potrebbe vivere felice. Così la mia collega intendeva dire che, almeno in certe circostanze, non bisogna sentirsi in difetto se si fanno scelte controcorrente rispetto a quelle della massa. Essere diversi non significa essere peggiori.
Eliminaeheh, Cathe, tu dai un colpo al cerchio e uno alla botte, da una parte inviti a essere aquile, dall’altro citando Trilussa, metti in guardia da non avere l’ambizione del gallo! Scherzo naturalmente, e brava tu e i tuoi che non hanno tarpato le ali ( cade a fagiolo!) ai tuoi desideri di fare musica.
RispondiEliminamassimolegnani
Così come ho risposto a Franco, galli e galline rappresentano la massa, l'aquila la diversità. Omologarsi alla massa può tarpare le ali, a volte. Noi siamo esseri umani, abbiamo bisogno gli uni degli altri, ma dobbiamo anche ragionare con la nostra testa, non come pecoroni che fanno tutto quello che fanno gli altri. Ci uniformiamo quando è giusto anche per noi, ma possiamo anche stare soli come le aquile quando è necessario per vivere meglio.
EliminaLuciana aveva ragione.
RispondiEliminaIo mi sono sempre sentita un po' aquila, anche se non ho ancora mai fatto un viaggio completamente da sola.
Prima o poi lo farò.
Quella volta, mio marito ed io avremmo potuto fermarci molto di più in Grecia, ma gli amici che erano con noi avevano le ferie brevi. Luciana giustamente considerò che, per adattarci alla compagnia, ci eravamo preclusi una vacanza più rispondente alle nostre possibilità. Insomma, ci eravamo comportati come i corvi! Così può succedere spesso nella vita. Ci si limita per adeguarci alle esigenze degli altri e questo potrebbe non essere un bene. A volte, per volare più in alto, è necessario staccarci dalla massa.
EliminaDevo dirti, cara Katherine, che io non mi sento nè un' aquila e tantomeno un gallo: non sono abituato alle altezze delle montagne, né alle bassezze di un pollaio. Diciamo che mi piace stare sui pendii, un pò in disparte, che mi permettono di volare con la fantasia e di osservare il mondo. E da lì mi accorgo che questo mondo sta sempre di più diventando un pollaio senza galli, o meglio ancora un gregge allo sbando senza pastori e senza cani di guardia che possano guidarlo. Ti saluto con un sorriso.
RispondiEliminaBenvenuto, Pino! Anch'io mi sento in una via di mezzo, ma quella volta, quando scelsi un tipo di studi differente da quello di qualsiasi altro cittadino, seguii veramente il modello dell'aquila solitaria. Poi le cose cambiarono molto, vennero istituite scuole di musica, licei musicali e parecchi giovani frequentarono il Conservatorio, ma quando ero ragazzina io, in questa mia piccola cittadina di provincia esisteva soltanto una suora che impartiva lezioni alle ragazze di buona famiglia per farne un vanto nelle feste familiari, non sicuramente per farne una professione. Nessuno pensava che il pianoforte potesse essere considerato qualcosa di più di un semplice hobby. Insomma, quando servono decisioni importanti, non sempre è utile conformarsi al pollaio.
RispondiEliminaLeggendo questo tuo post mi è venuto in mente una canzone di Battiato: "Le aquile non volano a stormi" tratto dall'album "Dieci Stratagemmi". Non so se hai avuto la possibilità di ascoltarla o se già la conosci.
RispondiEliminaNon conoscevo la canzone di Battiato e ti ringrazio per avermi dato la possibilità di ascoltarla. Tu hai compreso quello che volevo dire nel post, ribadito da Battiato. Alcuni hanno visto l'aquila come un essere superbo, che non ha empatia verso gli altri. In realtà lei è semplicemente un essere libero, come vuole la sua natura. Noi uomini non aspiriamo ad una vita solitaria come la sua, siamo fatti per stare insieme ai nostri simili, ma, qualche volta, non è un male discostarsi dalla massa per prendere decisioni che riguardano unicamente la nostra vita e non devono essere influenzate da quel che pensano altre persone. A volte, comportarci in modo diverso dalla massa, dal pollaio, non ci rende strani o superbi, ma semplicemente ci avvicina alla libertà dell'aquila, che vola in alto e non si preoccupa di ciò che possono pensare di lei gli altri animali.
RispondiEliminaCiao Kat, diciamo che ci vuole sempre un po' di (difficile) equilibrio tra seguire la propria strada anche se solitaria e cercare gli altri, il loro confronto e la loro compagnia. E te lo dico io che sono stato spesso "quello strano"... 😅
RispondiEliminaPerò è vero: abbiamo bisogno di noi stessi e abbiamo bisogno anche degli altri.
Un abbraccione
P.S. chissà perché Blogspot non mi ha avvisato dei tuoi ultimi post.. mannaggia!