lunedì 18 novembre 2024

Amore immenso



Ricordo i tempi del Conservatorio, dai quattordici ai ventuno anni e la mia inseparabile compagna di banco Patrizia, (nome di fantasia) prima ai corsi di teoria e solfeggio, poi a quelli di Storia della musica e Armonia.  Ripassavamo insieme il solfeggio e le regole musicali, controllavamo gli accordi di armonia, scherzavamo, facevamo “le vasche”, cioè le passeggiate sotto ai portici di Cuneo in attesa che arrivasse il mio treno per tornare a casa. Erano anni spensierati, pur con i problemi dell’adolescenza, e avevamo tanti sogni.

Come spesso succede, terminati gli studi finimmo con non incontrarci più. Io iniziai a lavorare nella mia città, lontana circa cinquanta chilometri, lei continuò il suo percorso di studi e di vita a Cuneo. Sono pochi cinquanta chilometri ma, a volte, bastano per perdersi di vista, anche se nel cuore il ricordo è rimasto.

Si parla spesso male dei social network ma, in fondo, se usati nel modo giusto, possono essere utili e, qualche anno fa, dopo un periodo lunghissimo, proprio attraverso Facebook ho ritrovato Patrizia. Sono stata io a cercarla, perché in questi anni l’avevo pensata spesso, non avendo mai dimenticato la mia compagna di banco!

La ragazzina spensierata, la promettente pianista vincitrice di tanti concorsi nazionali e internazionali, si era trasformata in una donna segnata da tante sofferenze: la malattia e la morte dei genitori, per esempio e, soprattutto, la presenza nella sua vita di un figlio cerebroleso. Per quel figlio Patrizia ha fatto il possibile e l’impossibile, lottando come una leonessa  e forse di più per rendergli la vita meno difficile e più simile a quella di ogni ragazzo della sua età. Il giovane, che ora ha più di trent'anni, non parla e vive sulla sedia a rotelle ma, attraverso marchingegni vari che lo sostengono e sorreggono, o tramite l’aiuto di volontari, riesce a camminare, a pedalare su un apposito triciclo- bicicletta, a scivolare sulla neve con il bob, a nuotare in piscina nel ciambellone, a cavalcare,  ad esprimersi attraverso un particolare programma informatico e, con le mani e i colori, ha pure dipinto un sacco di bellissimi e coloratissimi quadri che ha esposto in una mostra!
Ogni anno vola a Philadelphia per seguire un programma sperimentale ed è un  ragazzo che esprime felicità da tutti i pori. Come ride di gusto, attorniato da tante belle ragazze, o mentre pratica sport, o quando è vicino alla sua mamma! Oltretutto, ha un viso bellissimo.

Quanta fatica, quanto dolore, quanto impegno, quanto coraggio ha però impiegato questa meravigliosa, stupenda mamma, per ottenere così tanti, sudatissimi progressi!

Una volta aveva scritto un post che mi aveva veramente toccata nel profondo:



"F. dorme in camera sua da quando aveva 2 mesi, ed è abituato a dormire sul pavimento. Ma, quando siamo in giro, dorme nel lettone tra me ed il muro, per non rischiare di cadere. Io ho l'abitudine di leggere fino a tardi, ma quando mi addormento, gli prendo la mano. Mi piace come lui, nel sonno, la apre ed afferra la mia con molta delicatezza, contrariamente alla spasticita' che lo attanaglia da sveglio. A volte ci svegliamo ancora così, e questa immagine null'altro rappresenta se non..la nostra vita. .."

Mi aveva fatto venire in mente mia madre, negli ultimi tempi della malattia. Anche lei aveva movimenti spastici, che sparivano nel sonno, e anche lei mi prendeva la mano, soprattutto quando la imboccavo per mangiare. In quei momenti, vedendola così tranquilla e affettuosa, anche se non se ne rendeva conto, cercavo di illudermi che tutto fosse a posto e lei fosse la stessa di sempre. Quel tocco mi trasmetteva pace e calore, ed era una sensazione dolcissima.

Ecco, le mani di Patrizia e suo figlio, teneramente allacciate, sono l’immagine di tutti i sentimenti più profondi dell’animo umano: Tenerezza, Orgoglio, Coraggio, Speranza, Determinazione ma, soprattutto, AMORE.  


Se volete conoscere il vero emblema dell’Amore, non avete che da guardare le loro mani. Parlano da sole!

domenica 27 ottobre 2024

Concerto della Special Orchestra, con inclusione di disabili.

 


Ieri, mio marito ed io abbiamo trascorso un interessante, piacevole e commovente pomeriggio, ascoltando, presso il teatro Politeama della mia città, un concerto della Rotary Special Orchestra, con il patrocinio di due Rotary club e la sponsorizzazione di una nota azienda locale, la Rolfo S.P.A.

Si tratta di un’orchestra nata due anni fa per iniziativa del maestro Sergio Pochettino, Presidente del Rotary club di Ciriè ed ex musicista del Teatro Regio di Torino, con l’intento di un pregevole progetto di inclusione e crescita psicofisica, per integrare musicisti professionisti con giovani persone diversamente abili, opportunamente formate e seguite passo passo nel loro percorso di avvicinamento e apprendimento musicale.
Abbiamo visto pertanto un’orchestra formata da otto professionisti ( chitarra, basso, due tastiere, batteria e tre maestre di canto) e circa dodici ragazzi, con disabilità fisiche e psichiche, impegnati a cantare, suonare piccole percussioni e una chitarra.

Dire che abbiamo assistito a veri e propri miracoli è dire poco, perché tutto si è svolto senza intoppi e stonature e devo proprio ammettere che i cantanti, molto più intonati di certi personaggi che vediamo in tv, riuscivano a trasmettere gioia e a commuovere il pubblico, cui sfuggivano spesso i lacrimoni. La mia vicina di poltrona ha addirittura pianto ad ogni esibizione e chissà quanti altri lo avranno fatto.
Le canzoni poi erano anche molto difficili, tratte dal repertorio di Celentano, Giorgia, Fiorella Mannoia, Gianni Togni, Lucio Battisti e molti altri, mica canzoncine elementari! Le tre maestre di canto, bravissime, elegantissime e bellissime, Jessica, Sara e Valentina, si facevano veramente in quattro per guidare i loro allievi. Gesti, movimenti labiali per ricordare le parole, canto nell’ orecchio di una ragazza audiolesa…

Quella che mi ha commosso di più è stata Jessica, che si inginocchiava ogni volta sul palco, ai piedi del suo cantante in sedia a rotelle, per stare al suo livello. Inutile dire che il ragazzo in questione, avesse uno sguardo adorante per lei. Dedico a voi il filmato relativo a “La prima cosa bella” in cui, esplicitamente, si è detto che la prima cosa bella per lui sia proprio la sua maestra di canto! Le immagini, meglio di qualsiasi parola, potranno farvi capire la perfetta simbiosi tra allievo ed insegnante. (peccato che mio marito, filmando, abbia tagliato il finale!)
Un’altra cantante che mi ha commossa particolarmente è una ragazza diciottenne che arrivava sul palco abbracciata a due peluche, che consegnava poi al direttore, Sergio Pochettino, affinché li tenesse in braccio e bene in vista durante tutta la sua esibizione, eseguita con voce limpida e senza stonature. Prima di iniziare comunicava alla platea la sua gioia: “Sono pronta e spacco tutto!” Al termine ci regalava un grosso inchino e poi correva gioiosa a riprendersi i peluche.
Splendide sono state inoltre le esibizioni delle tre coriste docenti, che ci hanno regalato due momenti magici di vera professionalità e arte.

Ah! Quante cose avrei ancora da raccontarvi! E quali emozioni ci hanno regalato anche le altre cantanti! Senza contare il pensiero dell’enorme impegno, fisico, professionale ed emotivo, utilizzato dai docenti per arrivare a questi risultati! Io, che sono stata insegnante per più di quarant’anni con i ragazzi ve lo posso garantire. Ma voi sicuramente avrete già capito e mi fermo qui. Ho visto che si possono trovare video ed interviste relativi alla Special Orchestra, se volete potrete approfondire l’argomento.
Ora vi lascio al video. Buon ascolto!

venerdì 18 ottobre 2024

Cantanti di oggi...

 Ieri, in una nota trasmissione pomeridiana trasmessa su RAI1, vista per caso per una decina di minuti, un certo giovane cantante di nome Gianmaria ha affermato: “Oggi, per un cantante non è necessario saper cantare, tutti usano l’autotune” ( noto software che corregge automaticamente l’intonazione vocale).

Gianmaria Volpato -immagine presa dal web

 Subito dopo è intervenuta Jasmine Carrisi, figlia di Al Bano e Loredana Lecciso, che ha sentenziato: “Infatti, oggi la musica è morta!” Nello studio è calato il gelo.

Jasmine Carrisi e Al Bano - immagine presa dal web

Non ho potuto seguire il resto di questa interessante conversazione, presa da attività più importanti da svolgere, ma tutto questo la dice lunga sulla situazione della musica leggera attuale.

Io posso affermare di conoscere tanti cantanti locali che la musica la conoscono eccome e sanno usare sapientemente corde vocali ed espressività, ma so già che non li vedrò mai in televisione o su un palcoscenico importante!

La musica non è morta, ma sicuramente è morta la meritocrazia!

Ricordo quando cercavo di spiegare ai miei alunni la necessità di impegnarsi, di studiare sodo, di seguire gli insegnamenti degli insegnanti…Mi rispondevano che oggi basta creare dei bei video e pubblicarli su youtube!

Decisamente sono troppo vecchia per capire! :(