A volte non è necessario andare lontano per trovare un piacevole luogo da visitare. E’ ciò che abbiamo sperimentato mio marito ed io domenica scorsa, andando a vedere, con tanto di visita guidata (una simpatica signorina, con un cesto in mano pieno di prodotti agricoli locali), il castello di Sanfrè, in provincia di Cuneo, a pochi chilometri dalla nostra città.
La visita, durata un’ora, iniziata con un giro dello splendido giardino, da cui si gode di un ampio panorama sulla pianura cuneese e sull’arco alpino, è proseguita all’interno ed è terminata con la degustazione di un calice di vino e l’assaggio del tipico dolce pasquale “Fuaset”, una sorta di pane, addolcito con zucchero e succo di limone.
La nostra competente guida ci ha raccontato la storia del castello, che cercherò di riepilogarvi qui, sperando di ricordarla in modo esatto.
Originario dell’XI secolo, venne acquistato alla fine del 1200 dalla famiglia Isnardi, costituita da nobili e banchieri astigiani che realizzarono il feudo di Sanfrè, con tanto di case intorno al castello e mura di cinta. Nel XVI secolo un Isnardi, tramite matrimonio, s’imparentò con un ramo di Casa Savoia, unendo così la potenza economica a quella politica. A quel punto, non si trattava più di un feudo, ma di un centro agricolo e, alcune stanze, vennero adibite proprio all’approvvigionamento dei prodotti tipici della zona. Il maniero venne chiamato: “Il castello della terra”
Alla fine del XVIII secolo, estinta la famiglia Isnardi, il castello passò in eredità alla famiglia portoghese De Souza, che lo tenne fino al 1912.
Durante la prima guerra mondiale fu poi adibito a convalescenziario e, in seguito, fino al 1964, diventò luogo di noviziato delle suore missionarie, che fecero eseguire vari lavori di ristrutturazione e ammodernamento. C’erano però molti soffitti dipinti con immagini di donne...ehm...diciamo poco vestite, pertanto le suore fecero ridipingere i soffitti coprendo tutto con il colore. Soltanto uno si salvò, dato che venne nascosto da un controsoffitto. Si trattava di quello cinquecentesco nella camera ducale, realizzata per ospitare una coppia di Casa Savoia, che ancora oggi si può ammirare in tutta la sua magnificenza.
Attualmente il castello appartiene alla famiglia Sobrero.