mercoledì 9 aprile 2025

Visita al castello di Sanfrè.

 A volte non è necessario andare lontano per trovare un piacevole luogo da visitare. E’ ciò che abbiamo sperimentato mio marito ed io domenica scorsa, andando a vedere, con tanto di visita guidata (una simpatica signorina, con un cesto in mano pieno di prodotti agricoli locali), il castello di Sanfrè, in provincia di Cuneo, a pochi chilometri dalla nostra città.

La visita, durata un’ora, iniziata con un giro dello splendido giardino, da cui si gode di un ampio panorama sulla pianura cuneese e sull’arco alpino, è proseguita all’interno ed è terminata con la degustazione di un calice di vino e l’assaggio del tipico dolce pasquale “Fuaset”, una sorta di pane, addolcito con zucchero e succo di limone.
La nostra competente guida ci ha raccontato la storia del castello, che cercherò di riepilogarvi qui, sperando di ricordarla in modo esatto.
Originario dell’XI secolo, venne acquistato alla fine del 1200 dalla famiglia Isnardi, costituita da nobili e banchieri astigiani che realizzarono il feudo di Sanfrè, con tanto di case intorno al castello e mura di cinta. Nel XVI secolo un Isnardi, tramite matrimonio, s’imparentò con un ramo di Casa Savoia, unendo così la potenza economica a quella politica. A quel punto, non si trattava più di un feudo, ma di un centro agricolo e, alcune stanze, vennero adibite proprio all’approvvigionamento dei prodotti tipici della zona. Il maniero venne chiamato: “Il castello della terra”
Alla fine del XVIII secolo, estinta la famiglia Isnardi, il castello passò in eredità alla famiglia portoghese De Souza, che lo tenne fino al 1912.
Durante la prima guerra mondiale fu poi adibito a convalescenziario e, in seguito, fino al 1964, diventò luogo di noviziato delle suore missionarie, che fecero eseguire vari lavori di ristrutturazione e ammodernamento. C’erano però molti soffitti dipinti con immagini di donne...ehm...diciamo poco vestite, pertanto le suore fecero ridipingere i soffitti coprendo tutto con il colore. Soltanto uno si salvò, dato che venne nascosto da un controsoffitto. Si trattava di quello cinquecentesco nella camera ducale, realizzata per ospitare una coppia di Casa Savoia, che ancora oggi si può ammirare in tutta la sua magnificenza.
Attualmente il castello appartiene alla famiglia Sobrero.

E, dopo la storia, qualche fotografia!















martedì 1 aprile 2025

Pesce d'aprile! Storia di una mia vecchia gaffe.

 


Oggi è il giorno del “pesce d’aprile”.

Mi fa venire in mente un ricordo divertente del mio passato…
Un po’ di anni fa, appena affacciata alla soglia del mondo informatico e con maggiore entusiasmo rispetto ad oggi, avevo l’abitudine di mandare mail ai miei amici con tante gif simpatiche e colorate, comprese quelle con il pesce d’aprile.
Successe che, una volta, una mia collega riuscisse a precedermi mandandomi un pesciolone gif, di notevoli dimensioni, che sguazzava felice ed ammiccante nella sua acqua virtuale.
“ Ma guarda!”_ Avevo pensato_ “Quest’anno non dovrò nemmeno fare la fatica di cercare un pesce per i miei amici, mi basterà inoltrare questo!”
Di fatto, gli avevo appena dato una distratta occhiata e non mi era nemmeno sembrato un bel pesce, ma “ A caval donato non si guarda in bocca” e l’avevo rispedito velocemente a tutti i miei amici e colleghi, sia maschi che femmine.
Dopo pochi minuti avevo ricevuto una mail di risposta da un amico virtuale che mi scriveva così:
“Wow! Non avrei mai immaginato che fossi capace di tanto! Sei proprio una sorpresa, ogni giorno che passa!”
“Capace di tanto? Una persona sorprendente? E tutto per un pesce finto, nemmeno troppo bello?”
La cosa però cominciava a sembrarmi strana e così ero tornata a rivedere il pesciolone. Ad un esame più attento, quel che mi era sembrato una delle tante pinne era invece un “pisellone umano” nel pieno del suo vigore, che si dimenava insieme al pesce.
“Oh santo cielo, cosa avevo fatto! Per di più l’avevo pure mandato ad un sacco di uomini che, certamente, avrebbero di gran lunga preferito una bella pesciolina femmina, altro che quel maschietto voglioso! Cosa avrebbero pensato di una donna che mandava loro un pesce maschio assatanato?
Che fare, ormai la frittata era fatta. Avevo cercato di rimediare rispedendo a tutto il gruppo una nuova mail in cui spiegavo di aver ricevuto il pesce senza averlo osservato bene e senza rendermi conto che si trattasse di un pesce “riservato alle signore”.
I colleghi maschi si erano fatti un sacco di risate e mi avevano presa in giro per tre mesi. Le colleghe donne, invece, non erano riuscite a capire il motivo della mia seconda mail perché non avevano notato nulla di strano nel pesce, tanto che avevo dovuto scrivere loro, una terza volta, “indicando precisamente quello che non avevano visto”.
Insomma, quell’anno il pesce d’aprile fu proprio “ un autogoal". CHE FIGURAl!”
( però...anche le mie colleghe...insomma, non ero l'unica distratta! )

martedì 25 marzo 2025

Un'altra amica di blog ci ha lasciati!

 


Conobbi Maria Antonietta virtualmente, nel mondo blog di Splinder, circa vent’anni fa. Non ricordo chi fu la prima a leggere il blog dell’altra, né il nome del suo, ma rammento che fosse molto interessante. Trattava problemi di attualità, riportava articoli di giornale e parlava di scuola.

Già...quando mi lascio andare al mio istinto e trovo una persona che sento affine, finisco con lo scoprire che questa persona sia un’insegnante. Mi succede da un sacco di tempo ormai, persino in vacanza. La scorsa estate mi capitò di scambiare quattro chiacchiere proprio in mare, mentre passeggiavo con le gambe immerse nell’acqua. Indovinate la professione delle signore coinvolte? Insegnanti, naturalmente! E in crociera, mentre mi crogiolavo al sole, mi capitò di conversare addirittura con due dirigenti scolastici, entrambi marito e moglie!
Tornando al soggetto del mio discorso, si trattava di una docente di lettere della Scuola superiore e abitava solo a pochi chilometri dalla mia città! E’ proprio piccolo il mondo!
Capii subito che si trattasse di un’insegnante con la I maiuscola, severa quanto basta, comprensiva il giusto, molto competente, che non si limitava a spiegare le materie letterarie, ma che, con passione, insegnava ai suoi alunni a stare al mondo, a far propri sani valori e principi, a rispettare il prossimo, ad impegnarsi a fondo per raggiungere le proprie mete.
Chiuso Splinder, ci ritrovammo su Facebook e sono ormai molti anni che ci leggiamo e commentiamo quasi ogni giorno.
Pacata e misurata, ha continuato a pubblicare, anche su Facebook, interessanti articoli di attualità coinvolgendo noi commentatori in piacevoli dibattiti. Ultimamente, ha preso anche l’abitudine di salutarci tutti con un augurio di buona giornata e buona notte, a cui ho sempre cercato di non mancare.
Stamattina la tremenda notizia sulla sua pagina Facebook, giunta come un fulmine a ciel sereno. Maria Antonietta non c’è più ( la settima blogger che viene a mancare!)e noi non sapevamo neppure che fosse malata. Riservata e delicata, non aveva voluto rattristarci con i suoi problemi.
Già sento che mi mancheranno i suoi saluti giornalieri, i suoi saggi consigli, i suoi post. Sento che mi mancherà moltissimo Maria Antonietta, anche se, di fatto, non ci siamo mai incontrate di persona.
Che la terra ti sia lieve, gentile amica, quasi collega! Grazie per questi vent’anni tra noi! Sentite Condoglianze alla Famiglia ed un commosso abbraccio!