domenica 2 giugno 2013

Concerto al Cottolengo



Ieri è terminata l'ennesima fatica scolastica. I miei tre colleghi di musica ed io abbiamo condotto cento dei nostri ragazzi (quattro classi) al Cottolengo, per eseguire un concerto a favore degli anziani ospiti della casa di riposo, molto debilitati ed ammalati, che tanto hanno bisogno di un momento di allegria e di una ventata di gioventù. Gli alunni hanno cantato e suonato con il flauto dolce, accompagnati da me alla tastiera elettronica e da due compagni con la chitarra acustica e le piccole percussioni, mentre i colleghi hanno diretto l'esecuzione, cercando di tenere tutti a tempo. Abbiamo eseguito dieci brani di un repertorio adeguato agli anziani, perché è quello della loro gioventù: "Ciliegi rosa, Il valzer della fisarmonica, La romanina, Bella ciao, Nel blu dipinto di blu"...e così via.



In effetti il repertorio è piaciuto e ai vecchietti sono scappate diverse lacrime di commozione. Un'anziana ha anche accennato a qualche passo di danza, accompagnata da una suora e da alcuni ragazzi.

 Purtroppo, i più erano sulla sedia a rotelle, incapaci di esprimersi pienamente e non sono nemmeno riusciti a indicare le preferenze per i bis finali, scelti poi dalle suore e da alcune mie colleghe intervenute all'avvenimento.



 Mi ha fatto particolarmente piacere la presenza di suor Ernestina, una pimpante missionaria ora in Italia, ospite di una nipote mia collega, ma che svolge abitualmente la sua opera umanitaria in Tanzania. Sull'onda del nostro concerto, che comprendeva anche un brano in piemontese, mi ha chiesto di trovarle alcune canzoni nel nostro dialetto da portare con sé in Tanzania, cosa che ho fatto ben volentieri mandandole gli mp3 via e.mail.  Anche se la vita la porta lontano, anche se il compito svolto in quel mondo così diverso dal nostro le riempie l'anima di gioia, comprendo che una piccola parte del suo cuore abbia ancora bisogno di sentirsi legato alla sue  radici e possa far piacere sentire ogni tanto una canzone nella lingua della propria Terra natia.


Mi ha colpito anche il signor Franco, un arzillo novantenne, ex sergente maggiore dell'aviazione, che l'anno scorso aveva camminato a passo di marcia col suo bastone dritto in aria e ci aveva cantato con grande enfasi "O sole mio". Quest'anno l'ho ritrovato sulla sedia a rotelle e con l'ossigeno. Poverino, penso che avrebbe pagato qualsiasi cosa per cantare ancora con noi!
Il signor Franco, l'anno scorso, mentre camminava al ritmo di una marcia militare

Anch'io non ho più lo stesso entusiasmo di un tempo  (sono più di vent'anni che suono nelle case di riposo). Fino a qualche anno fa era un evento seguito con grande interesse dai miei genitori, soprattutto da mio padre. Finché è stato in salute, veniva anche lui a sentire il concerto, in seguito, se lo faceva registrare e teneva da parte tutte le cassette, ascoltandole di quando in quando. Partecipava anche alla scelta dei brani. Ogni anno mi chiedeva: "Hai preparato qualche canzone nuova?" Poi mi chiedeva di fargliela sentire, anzi, a volte mi faceva suonare tutto il repertorio in anteprima, sedendosi accanto al pianoforte per ascoltare con attenzione.

Ancora adesso mi viene in mente di prendere la cassetta per la registrazione, dandomi subito dopo della stupida, perché ormai non c'è più nessuno che possa ascoltarla.

Dovrò abituarmi, alla fine. Niente resta uguale, così come al Cottolengo, ogni anno, capita di non ritrovare più questo o quel vecchietto al quale mi ero affezionata.

In ogni caso, questa è un' esperienza che colpisce sempre profondamente i ragazzi, perchè trasmettere allegria e calore a coloro che soffrono e che vivono in solitudine fa bene non soltanto a chi riceve, ma soprattutto a chi dona.


nb.  le fotografie si riferiscono all'anno scorso, perchè quelle nuove non mi sono ancora arrivate

14 commenti:

  1. Ciao, finalmente sono riuscita a trovare un attimo per passare a salutarti, dopo aver letto le tue ultime "avventure". La vaccinazione a tuo marito avrà senz'altro fatto bene! Io invece ho sempre meno voglia di raccontarmi e di scrivere. Ma ci proverò... il tuo appuntamento con questo concerto è sempre un sano momento di riflessione sicuramente importante per i tuoi ragazzi. E' bello vedere come stai loro vicina in ogni occasione. La morte della loro compagna... un caro abbraccio!

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    1. E proprio oggi ho letto sul giornale la notizia della morte del signor Franco, il vecchietto che ballava con il bastone e cantava "o sole mio". Decisamente è un periodo poco allegro anche se, devo ammetterlo, il sig. Franco è vissuto fino alla veneranda età di novantaquattro anni.

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  2. una bellissima gratificante iniziativa utile per tutti, una tradizione che va continuata nel tempo perchè unisce ed insegna rispetto gentilezza senso della tradizione
    bravissimi tutti!

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    1. Immagino che la tradizione continuerà, almeno finchè mi resteranno le forze per farlo. Devo dire che sta diventando sempre più pesante per me. Non sono più una giovincella, e quei cento ragazzi pieni di vita toglierebbero le forze anche a un cavallo!

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  3. una lacrimuccia l'ho versata... confesso.
    Questo post mi ha messo tanta tristezza e mi ha fatto ricordare il mio natale alla casa di riposo dove tanti erano in carrozzina e quasi assenti al tutto.
    Lo sò che è la vita e che dirò sicuramente cose banali, ma vorrei che così non ci arrivasse mai nessuno. Dignità della vita significa non diventare fantasmi di se stessi e di quello che siamo stati.
    Meglio morire.
    Scusami, sono lapidaria e crudele.
    Ma credo sia giusto così.

    20 anni sono tanti a ti ammiro per il tuo coraggio. Io faccio volontariato da pochi anni e ogni anno è peggio. La gioia del dare è sempre malinconica di fronte a tanto dolore e ai pallidi gusci di quello che siamo stati...
    Gli animali stessi quando sentono di morire, con dignità si eclissano da noi e si addormentano. Nessuno li attacca a macchine o prolunga le sofferenze.
    Abbiamo da imparare ancora e sempre dal loro esempio... e io l'accanimento terapeutico non lo sopporto.

    Però penso anche alla gioia della tua/vostra musica nei cuori nostalgici che sono anche i nostri e si commuovono in ogni momento della nostra vita per quello o qualcosa che ci ricorda con piacere un affetto o un pensiero nella memoria

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    1. Queste case di riposo sono veramente tristi. Belle, linde, tirate a lucido, ma gli anziani sono quasi tutti sulle sedie a rotelle ed hanno la medesima espressione negli occhi: solitudine, disorientamento, scarsa voglia di lottare per sopravvivere.Anch'io mi chiedo spesso perchè muoiano tanti giovani, mentre ci sono anziani che non riescono a morire. Ricordo una signora di 103 anni, arzilla come una giovincella, alla quale era morto un figlio, pur vecchierello anche lui, data l'età della madre. Lei stessa aveva detto che non era normale, che non è giusto che una madre debba seppellire un figlio, e aveva smesso di mangiare lasciandosi morire.

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  4. sono arrivata da te per caso: grazie, perchè hai risvegliato ricordi lontanissimi, di quando a questi concerti (non proprio i tuoi, suppongo) partecipavo anch'io... grazie.

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    1. Benvenuta nel mio blog, layoginisottospirito! Non mi dire che sei una mia ex alunna! Ne ho avuti così tanti che non sarebbe affatto strano. Anche i miei ex alunni mi dicono sempre che ricordano con piacere i momenti trascorsi nelle case di riposo.

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  5. Molto, molto carino Kat, come sempre d'altra parte. Mi ha colpito molto la frase in cui dici "incapaci di esprimersi pienamente e non sono nemmeno riusciti a indicare le preferenze", perché le emozioni ci sono, ci sono ancora, ma come se fossero imprigionate in un corpo crudele. Sta alla sensibilità nostra capire e rispettarle. (Anzi, a te, che hai un animo così sensibile e aperto alla sofferenza dei nostri anziani, consiglio di leggere il romanzo di Licalzi "Che cosa ti aspetti da me?", divertentissimo e caustico racconto sulla condizioni di anziani in strutture protette; sono sicura che apprezzerai molto).

    Bravi tutti. Un abbraccio.

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  6. Cara Linda, hai proprio ragione. Le emozioni sono imprigionate in quei corpi e non riescono più a venire fuori.
    Oggi mia madre mi ha sorriso. Non lo faceva dal primo maggio. Quel giorno mi aveva sorriso e poi aveva fatto una fatica immensa per tirare fuori due parole: "Io so....io so....io so-no contenta!"Sembrava contenta davvero. Da quel giorno non ha più tirato fuori una parola, ma oggi ha sorriso di nuovo. Se penso che era una persona che chiacchierava volentieri con tutti ed era sempre sorridente mi vengono i brividi. Com'è possibile che non sia più capace di farlo? Eppure è così e tutti quei vecchietti hanno lo stesso problema.
    Grazie per il suggerimento del libro, lo cercherò senz'altro in libreria!

    Abbraccio ricambiato!

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  7. Come sempre i tuoi racconti di vita vissuta sono un'emozione che riesci a trasmettere con grande serenità anche in casi come questo che ci accomuna (accomunerà) tutti e ci porta a ricordi ed esperienze passate.
    Sei brava tu, tutti i tuoi colleghi e colleghe, i ragazzi che sapranno ricordare questi momenti.
    Insomma mi viene da dire un'Italia 'sana' che c'è e che nell'immaginario collettivo è offuscata ma di cui avremmo tutti un gran bisogno di credere.
    Insomma per dirla con il mio ultimo post "Mi piace" ma mi piace per davvero questo tuo angolo di verità.

    sherabuonadomenicasignoraMaestra

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    1. Mi fa piacere che questo post ti "piaccia davvero". E' stato un anno molto faticoso, che ci ha visti raccogliere alcune soddisfazioni come queste, ma che ci ha preso tantissime energie. Spero di recuperarle con le vacanze che si avvicinano, perchè so che ormai ogni anno sarà sempre più duro ed io divento sempre più vecchierella. Ce la farò?

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  8. Beh, mi son commossa, Kathe. Confesso anche un velo di tristezza per quel aspetta l'uomo in età avanzata.
    Voi avete portato una ventata di allegria, di gioventù, specie con la presenza dei ragazzi (che è ottima cosa che i giovani si confrontino con quelli di un'altra generazione, solo così si impedisce "il distacco".. da cui derivano intolleranze ed indifferenza).
    Dicevo della tristezza mia... io son terrorizzata di finire in questo modo... per questo ho firmato per il referendum sull'eutanasia e il testamento biologico. Mi fa paura, Kathe, una situazione dove io (che non ho figli, quindi potenzialmente sola) non sono in grado di capire, di agire...

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  9. Fa paura a tutti Perla, che ci siano figli o no. D'altra parte, per mio padre il dolore più grande era quello di poter diventare un peso per me, unito a quello di non potermi aiutare in nulla, mentre lui diventava sempre più debole e mamma si allontanava sempre più. Confesso che fatico, spesso, a guardare mia madre negli occhi. Non riesco più a riconoscerla, è una persona nuova, che non sa più dare nulla, nemmeno un sorriso.Li conto: mi ha sorriso il primo maggio e poi qualche giorno fa, dopo più di un mese.
    Mi fanno paura le case di riposo quando la persona non è in grado di raccontare a nessuno quel che le succede. E' totalmente in balia di estranei e capisco come sia difficile, per le infermiere e le badanti, affezionarsi a quei poveri corpi che non sono più legati alla mente.
    Che dire? Speriamo che a noi non succeda. Sarebbe troppo triste sia per noi che per le persone che ci staranno vicine.

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