sabato 30 agosto 2025

L'estate sta finendo...

                                                                                                                                                          L’estate sta finendo, cantavano i Righeira e, effettivamente, le piogge di questi giorni e le temperature più basse fanno proprio pensare a questo. Magari possiamo ancora sperare in un bel settembre, ma il più è fatto. Noi siamo stati al mare, in Liguria, per la vacanza più lunga, e poi abbiamo fatto diverse capatine in montagna, del tipo “Mordi e fuggi”, ma sufficienti per ritemprarci e rinfrescarci durante i giorni di grande calura.

Inseparabile è stato il nostro cagnolino, che a casa accetta di buon grado di stare da solo ad aspettarci, ma in giro si rifiuta sistematicamente di staccarsi da noi, nemmeno per un minuto, e dobbiamo contemplare la sua compagnia ventiquattro ore su ventiquattro. Per fortuna, dato il suo comportamento molto corretto e silenzioso, (a casa abbaia tantissimo, ma in giro è praticamente muto, troppo impegnato a guardarsi intorno e ad annusare ovunque) riusciamo sempre a farlo accettare dappertutto: in camera d’albergo, a tavola, in spiaggia…

Nell’insieme è stata un’estate serena, con tanti momenti all’aria aperta, la compagnia degli amici, i concerti nelle piazze, le passeggiate, le buone cene in localini tipici, i balli alle feste di paese e tanta libertà. 

Sono stata poco tempo al pc. Almeno d’estate mi piace dedicarmi ad altre cose, far riposare gli occhi, camminare piuttosto che stare seduta davanti ad un monitor e, per questo motivo, sono stata latitante sul web. Spero mi perdonerete.

Spero che anche la vostra sia stata una buona estate. Vi lascio con un po’ di immagini dei miei ricordi estivi, immortalati in queste foto.

A presto! 

Alassio

Alassio

Alassio

Castelmagno

Castelmagno

Certosa di Pesio

Chianale

Chianale

Relax in Valle Pesio

Usseaux

Usseaux

Cascate del Pis, Valle Pesio

Valle Pesio, nei pressi della Certosa


venerdì 11 luglio 2025

Gita ad Usseaux

 Avevamo visitato Usseaux circa due anni fa e ci era piaciuto tanto, così tanto da volerci tornare alcuni giorni fa.

Usseaux si trova in val Chisone, in provincia di Torino, ad una ventina di chilometri da Sestriere, a circa 1400 m. di altezza ed è incastonato tra il parco naturale Orsiera-Rocciavrè e il parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand.

È caratterizzato da numerosi edifici storici ristrutturati del 1700, come il forno, il lavatoio e il mulino, 40 stupendi murales dipinti su porte, muri e finestre delle case e raffiguranti animali, paesaggi e scene di vita contadina, tipiche case in stile montano, strette viuzze lastricate in pietra, fontane e tantissimi fiori. La chiesa di San Pietro domina il borgo, abitato da circa 180 persone.

La cosa curiosa è, che per entrarvi, bisogna passare nel cortile di un ristorante, dove ci sono parecchie persone a tavola.

Inerpicarsi sulle strette ed acciottolate stradine è un po’ come camminare in un luogo magico e antico e ogni angolo è propizio per scattare una fotografia. Noi siamo stati i soliti esagerati, perché ne abbiamo collezionate un centinaio!

In mezzo ad un boschetto c’è il vecchio mulino, che porta i visitatori indietro nel tempo in un paesaggio da favola.

Poco lontano da Usseaux, nell’omonima frazione, a 1381 m. si trova il piccolo lago del Laux, un minuscolo Paradiso dalle acque limpidissime e riflettenti, pace e aria purissima.

Trattandosi infatti di un giorno feriale, non c’era molta gente e, sia ad Usseaux che al lago, si poteva stare molto tranquilli. A farci socializzare con alcuni turisti ci ha comunque pensato il nostro Terry che, come al solito, ha fatto gli occhi dolci e ha dato tanti bacetti a tutte le cagnoline incontrate, oltre a prendersi tante coccole dai loro padroni.

















mercoledì 2 luglio 2025

Il sorriso contagioso di Lucio

 C’è un video, da cui ho catturato un’immagine, che gira sul web e che mi fa tanto sorridere, così come succede a molte altre persone, considerando ciò che commentano. ( per chi ha Tik tok si può vedere QUI)

Succede che un cantante, Lucio, dopo tanti anni di gavetta in locali piccoli e meno piccoli, dopo aver macinato chilometri e chilometri su e giù per la penisola, dopo illusioni, delusioni e cose andate meglio, supportate da una grandissima passione per la musica ed un immenso amore per gli strumenti (piano, chitarra e armonica) finalmente riesca a realizzare il suo sogno e a suonare e cantare in un ippodromo davanti a quindicimila spettatori paganti. Sicuramente un’emozione fortissima! La gratificazione dopo quattro LP, tanto studio e sacrifici. Un’emozione che è molto più bella se condivisa con la band, conosciuta ai tempi del liceo, con cui suona da almeno quindici anni e con i suoi amici più cari, Francis, un fotografo di Volpiano e Tommaso, l’amico fraterno, coautore della maggior parte dei suoi brani e creatore dei video delle sue canzoni, compagno di tanti momenti importanti, per l’occasione ospite d’onore.

Tommaso suona la chitarra elettrica ed esegue la seconda voce. Nel caso di un particolare brano, si siede al pianoforte vicino al cantante, con l’intenzione di utilizzare lo stesso microfono per le parti a due voci. Qualcosa però non quadra. Sembra che non riesca ad aprire bocca. In un momento solo strumentale, il cantante si scosta dal microfono e gli chiede sommessamente: “Non te la ricordi, vero?” Al segno affermativo, Lucio scoppia a ridere di gusto, proprio lì, nel mezzo della canzone, quasi si piega sul pianoforte, poi riprende a cantare, perché lo spettacolo deve sempre andare avanti, ma sul suo viso, per tutto il pezzo, aleggia un sorriso che arriva fino alle orecchie e si estende agli occhi. In quello sguardo c’è tutto: amicizia, comprensione, riconoscenza, condivisione… È come un ringraziamento implicito: “Hai visto, con il tuo aiuto, dove siamo arrivati? E che importa delle parole dimenticate? Chissà quante altre ne scriveremo ancora insieme! Quante storie fantastiche, poetiche, divertenti, ci aspettano! Quanti concerti!”

Anche gli spettatori delle prime file, che hanno compreso la scena, sorridono emozionati.

Un piccolo episodio che continua a commuovere sul web. È il segno che si abbia necessità di buoni sentimenti come amicizia, gentilezza, comprensione, rispetto, gratitudine…In un mondo che ci mostra ogni giorno immagini terribili di violenza, prevaricazioni, falsità, inganno, sfruttamento, distruzione, emergono improvvisamente queste storie di amicizia. Amicizia che non è scontata. Perché, se è pur vero che trovare un amico sia come trovare un tesoro ed è fortunato chi lo incontra (e, in questo caso, i tesori sono parecchi!), mantenere quell’amicizia non dipende dalla fortuna, ma dall’impegno nel volerla coltivare, un po’ come fece il Piccolo Principe con la sua rosa.

E a noi non resta che sorridere, perché il sorriso è contagioso e ne abbiamo tutti tanto bisogno.



martedì 24 giugno 2025

Gita a Chianale (CN)

 Dato il caldo di questi giorni, qualche puntatina al fresco della montagna è d’obbligo.

La settimana scorsa siamo stati perciò a Chianale, situato in val Varaita (Cuneo) a 1800 metri d’altezza e considerato uno dei borghi più belli d’Italia.

Il suo nome, in lingua occitana, significa “canale” indicando la canalizzazione del torrente Varaita tra le case. Le due parti sono collegate tra loro da un ponte di pietra, simbolo del paese. Le case sono caratteristiche e antiche costruzioni in ardesia e legno, con bellissimi tetti in pietra e tanti fiori ai balconi.

Vicino al ponte si può ammirare la chiesa di S. Antonio, affacciata ad una piazzetta con fontana. Tanto silenzio intorno, ancora pochi turisti, e un ottimo cibo da gustare (specialissime le ravioles!) a scelta in uno dei tre ristorantini caratteristici. Un fresco venticello spira tutto l’anno, a detta dei residenti. Una temperatura ideale per fuggire dalla calura della città. Anche il cagnolino Terry, col suo pelo svolazzante all’aria, ha molto gradito!








Le ravioles! Sorta di gnocchi di patate e formaggio, condite con burro fuso.



martedì 17 giugno 2025

I GIOVANI E GLI APERITIVI IN CONSOLLE

Nella mia città, nei mesi di maggio e giugno, c’è l’usanza degli “Aperitivi in consolle”. In pratica, il venerdì sera, ogni bar del centro, in un largo quadrilatero di strade, ha la sua consolle musicale con un deejay che propone musica a manetta, e molti tavoli vengono aggiunti nelle vie per ospitare chi voglia fermarsi per gustare buoni cibi, bere bevande, aperitivi ecc..

Di per sé si potrebbe obiettare che la proposta non abbia nulla di speciale, ma evidentemente c’è qualcosa che mi sfugge perché, di fatto, anche dalle città vicine arriva una marea di ragazzi che si aggiungono ai residenti, e l’effetto visivo è quello di un formicaio di persone, di una totale mancanza di spazi liberi e di una grande sfilata di moda, perlomeno da parte femminile. Infatti, mentre i maschietti sono abbigliati, in buona parte, con jeans o pantaloni corti e magliette, le ragazze mettono in mostra tutta l’eleganza, la provocazione e l’originalità possibili dettate dalla loro giovane età: scollature vertiginose, spacchi audaci, minigonne mozzafiato, tacchi dodici, pettinature fresche di parrucchiere, e chi ne ha più ne metta. Tutta questa bella gioventù è veramente tanta, una marea, ed è impossibile che riesca a trovare posto ai tavoli, così, la maggior parte, si limita a camminare, per quanto sia possibile farlo, perché ad ogni passo deve letteralmente sgomitare per andare avanti di qualche centimetro. Avanti e indietro, magari con una bottiglietta di birra in mano, fermandosi con gli amici incontrati e urlando per riuscire ad avere un minimo di dialogo, avanti e indietro per almeno tre o quattro ore.

 Capita anche, come l’ultima volta, che in qualche piazza si tenga un concerto dal vivo. Noi vi abbiamo appunto partecipato, ascoltando un coro accompagnato dall’orchestra, e poi abbiamo tentato di “passare per giovani” intrufolandoci in quella marea di ragazzi, sgomitando anche noi e fermandoci a salutare certi miei ex alunni che si sono dimostrati ben felici d’incontrarmi, cosa puntualmente ricambiata. A me fa sempre piacere rivederli e, soprattutto, scoprire come si siano trasformati negli anni e raggiunto i loro obiettivi. Per fortuna, mio marito ed io non soffriamo di panico da folla, perché altrimenti sarebbe tragico, così schiacciati in cotanta gioventù! Riusciamo a percorrere il quadrilatero, ma impiegando un tempo lunghissimo! Certo l’effetto è un po’ strano. È come nuotare in un acquario pieno zeppo di pesciolini giovani, mentre noi siamo gli unici, vecchi, merluzzi!

Ovviamente, gli abitanti della zona immagino non siano affatto contenti di tutta questa baraonda sotto le loro finestre e vadano ad accendere un cero alla Madonna ogni volta in cui gli aperitivi in consolle finiscono! Ma anche loro si sono ormai rassegnati, dopo tanti anni.

Mi viene spontanea una riflessione. Questi giovani hanno una grande fortuna: la libertà! Libertà di uscire di casa quando vogliono, di vestirsi come vogliono, di incontrare chi vogliono, di mangiare e bere cosa vogliono, di non temere che una bomba cada sulle loro teste, mentre molti loro coetanei, che vivono nei Paesi in guerra o con dittature, possono solo sognare di essere liberi e vivono costantemente la paura per la loro stessa vita!

Il pensiero mi stringe il cuore e provo un brivido mentre, frettolosamente, lasciata la baraonda, ci incamminiamo (a piedi perché in queste sere non si trova parcheggio) verso casa. La notte è ancora giovane, ma per noi finisce prima di mezzanotte.

Allego alcune fotografie tratte da Facebook (quindi pubbliche) e scattate dal nostro amico Franco Celano, fotografo ufficiale della manifestazione. Ci siamo anche noi!







mercoledì 9 aprile 2025

Visita al castello di Sanfrè.

 A volte non è necessario andare lontano per trovare un piacevole luogo da visitare. E’ ciò che abbiamo sperimentato mio marito ed io domenica scorsa, andando a vedere, con tanto di visita guidata (una simpatica signorina, con un cesto in mano pieno di prodotti agricoli locali), il castello di Sanfrè, in provincia di Cuneo, a pochi chilometri dalla nostra città.

La visita, durata un’ora, iniziata con un giro dello splendido giardino, da cui si gode di un ampio panorama sulla pianura cuneese e sull’arco alpino, è proseguita all’interno ed è terminata con la degustazione di un calice di vino e l’assaggio del tipico dolce pasquale “Fuaset”, una sorta di pane, addolcito con zucchero e succo di limone.
La nostra competente guida ci ha raccontato la storia del castello, che cercherò di riepilogarvi qui, sperando di ricordarla in modo esatto.
Originario dell’XI secolo, venne acquistato alla fine del 1200 dalla famiglia Isnardi, costituita da nobili e banchieri astigiani che realizzarono il feudo di Sanfrè, con tanto di case intorno al castello e mura di cinta. Nel XVI secolo un Isnardi, tramite matrimonio, s’imparentò con un ramo di Casa Savoia, unendo così la potenza economica a quella politica. A quel punto, non si trattava più di un feudo, ma di un centro agricolo e, alcune stanze, vennero adibite proprio all’approvvigionamento dei prodotti tipici della zona. Il maniero venne chiamato: “Il castello della terra”
Alla fine del XVIII secolo, estinta la famiglia Isnardi, il castello passò in eredità alla famiglia portoghese De Souza, che lo tenne fino al 1912.
Durante la prima guerra mondiale fu poi adibito a convalescenziario e, in seguito, fino al 1964, diventò luogo di noviziato delle suore missionarie, che fecero eseguire vari lavori di ristrutturazione e ammodernamento. C’erano però molti soffitti dipinti con immagini di donne...ehm...diciamo poco vestite, pertanto le suore fecero ridipingere i soffitti coprendo tutto con il colore. Soltanto uno si salvò, dato che venne nascosto da un controsoffitto. Si trattava di quello cinquecentesco nella camera ducale, realizzata per ospitare una coppia di Casa Savoia, che ancora oggi si può ammirare in tutta la sua magnificenza.
Attualmente il castello appartiene alla famiglia Sobrero.

E, dopo la storia, qualche fotografia!