mercoledì 18 marzo 2020

Clausura da Coronavirus!

Si pensa sempre che certe situazioni capitino solo agli altri, poi ci si rende dolorosamente conto che il momento cruciale sia arrivato anche per noi. Di fatto, siamo tutti ad una sorta di arresti domiciliari e ciascuno reagisce alla situazione come meglio può.
A dire il vero, per me non è una grossa novità. Mi sono già trovata nella situazione di dover stare a casa uscendo solo per fare la spesa, andare a lavorare o fare una piccola passeggiata domenicale. Non è successo per un breve periodo, ma per ben otto anni, dal 2006 al 2014. Mia madre infatti, come la maggior parte di voi sa, si era ammalata di Alzheimer e non poteva essere lasciata mai sola. Godeva di ottima salute, andava dappertutto, ma la sua capacità mentale era simile a quella di un bambino di un anno. Non la si poteva ragionare in nessun modo, ne’ spiegarle cosa poteva fare e cosa no. Nell'ultimo anno non era nemmeno più capace di regalare un sorriso, ne’ di pronunciare una qualsiasi parola, tranne qualche: Mmmmm… In quegli anni avevo anche dovuto rinunciare alle ferie, tranne una volta, nel 2009, quando era morto mio padre. Eravamo così disperati che mio figlio e la signora che mi aiutava ad accudirla quando ero a scuola si erano organizzati per sorvegliarla 24 ore su 24 e permettere a mio marito ed io di trascorrere alcuni giorni al mare.
In ogni caso, erano già trascorsi tre anni di segregazione! C’è da dire, però, che a quei tempi andare al lavoro era una vera medicina! C’erano l’affetto dei colleghi, le pause caffè, i ragazzi che mi tenevano allegra con le loro suonatine e non sussistevano pericoli. Oggi, andare al lavoro è pericoloso. Non andare lo è altrettanto per il problema economico. Il Coronavirus e questa forzata clausura qualcosa di buono, forse, riusciranno pure a farlo, se proprio vogliamo analizzare la situazione fino in fondo. Si aprirà finalmente il nuovo ospedale di Verduno, dopo venti anni di attesa; si riscoprirà il piacere di stare in famiglia e condividere i piccoli lavori quotidiani; ci sarà una maggiore unione tra gli abitanti delle regioni italiane, uniti nel combattere lo stesso nemico; si imparerà ad usare la tecnologia in modo utile, per mantenere contatti costruttivi con amici, parenti e colleghi e per studiare; si troverà di nuovo il tempo per coltivare il piacere di leggere, scrivere, suonare, dipingere; aria e acqua saranno più pulite … e, forse, quando tutto questo finirà, (speriamo!)si apprezzerà di più la vita in tutte le sue sfaccettature e non si criticheranno più le persone che lavorano nella sanità e che, è proprio il caso di dirlo, come veri eroi stanno rischiando la vita per assistere i malati. Il prezzo però, per tutto questo, sarà dolorosamente troppo alto! Dal canto mio non posso proprio dire di annoiarmi. Curo la casa, cucino, stendo, stiro, leggo, suono, ascolto, scrivo su Whatsapp per amici, parenti e colleghi (ieri abbiamo superato i 400 messaggi! Credevo di schiantare e sono arrivata a chiedere pietà! ) discuto con il marito, parlo con il cane, ( voi non lo fate mai?;) ) dialogo al telefono con mio figlio e altre persone, passeggio in cortile, controllo la crescita dell’erba nel prato, leggo e rispondo su Facebook e Instagram … Non riesco mai a fare tutto quello che vorrei! Forza, facciamoci coraggio, cerchiamo di non lamentarci, di stare in casa e alla larga dal virus, prima o poi la medicina vincerà e torneremo liberi!

6 commenti:

  1. Abitualmente esco poco, ma questi arresti domiciliari mi stanno stressando moltissimo.
    Con un figlio di 4 anni che fa tante domande, poi, non è semplice.
    Spero che questa situazione abbia presto un epilogo, ovviamente felice.
    Buonanotte.

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    1. Posso immaginare la tua difficoltà. I bambini hanno bisogno di uscire e di giocare con gli altri bambini. E' un momento veramente difficile. Da parte mia, comincio ad essere stanca di vedermi in tuta e pantofole. Speriamo veramente che questo flagello finisca presto e, soprattutto, non faccia troppi danni.

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  2. In effetti mi chiedevo come TurboKathe (ricordi quando ti chiamavo- affettuosamente -
    così? :) ) impiegasse il suo tempo! Neanche io riesco a fare tutto quello che vorrei, anche se io devo andare (ahimè) ancora a lavorare.

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    1. Eh TurboKathe continua a darsi da fare, ma è anche preoccupata per la situazione e per questo nemico invisibile che sta mietendo così tante vittime. Anche mio figlio andava a lavorare, ma ora la sua azienda lo ha messo in ferie, immagino succederà anche a te, Conte ha disposto la chiusura della maggior parte delle attività.

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  3. Ciao Kat
    eccomi a trovarti, una volta ancora, per non lasciarti senza un amico milnese.

    Della mia città certamente hai letto. Ciò che ancora funziona lo fa lentamente ed i milanesi, in genere, stranamente lo accettano con tranquillità. E' una città strana, bella, ma non è la milano che sono abituato a percorrere. Quando tutto finirà (e finirà certamente!) Milano sarà una città diversa poi pian piano tornerà quella di sempre: frenetica, insonne, tumultuosa ed io, come tutti, riavrò la mia Milano di sempre.
    Ciao Kat, in bocca al lupo a Te ed alla Tua famiglia tutta. Restate tutti i salute e vogliatevi bene. Un abbraccio meneghino.
    banzai43

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    1. Io abito in periferia e non mi accorgo della differenza. In centro sono due settimane che non ci vado e mi sembra di vivere in un tempo sospeso. Immagino che, per chi vive in città, soprattutto una vivace e bella come Milano, sia molto triste e strano vederla improvvisamente deserta. Auguro anche a te e alla tua famiglia di stare in salute e superare indenni questo brutto momento. Abbraccio gianduia ricambiato!

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