Finalmente sono terminati anche gli esami e, da lunedì, sono
ufficialmente in vacanza.
Questo è stato un anno piuttosto faticoso. Ormai la
professione d’insegnante non riguarda più solo l’insegnamento, perchè ogni
docente deve essere anche psicologo, assistente sociale e carabiniere. Tutte le
classi hanno i loro casi problematici e quelle che, un tempo, erano le storie complicate
delle telenovele, oggi sono ordinaria quotidianità: famiglie allargate, mamme
che scappano con giovanotti di vent’anni più giovani, genitori rissosi ed
esauriti che si palleggiano i figli, disoccupati che campano di espedienti più o
meno leciti… Insomma, di tutto e di più. La realtà supera di gran lunga la
fantasia. Non parliamo poi dei tanti extracomunitari che arrivano continuamente
nel corso dell’anno senza capire una parola d’italiano. Una mia collega è
arrivata al punto di registrare vocalmente un piccolo vocabolario
italiano-inglese-cinese, pur di far sentire la pronuncia anche a casa ed
aiutare i suoi cinesini a capire un po’ di più l’italiano. I cinesi sono quelli che faticano
di più, un po’ perché la loro lingua è molto diversa dalla nostra e un po’ perché
sono una comunità molto chiusa che fatica a socializzare con gli Italiani,
tanto che nel loro piccolo mondo continuano a parlare la loro lingua anche dopo
anni di permanenza in Italia.
Ci sono poi i ragazzi abbandonati a loro stessi, che vivono
la maggior parte del tempo sulla strada, facili prede di cattive compagnie che li immergono in un mondo molto lontano da
quello della scuola, senza regole e principi morali.
Sono ragazzi che vengono
visti dai compagni come leader negativi e che portano grande scompiglio in
qualsiasi classe si trovino. Abbiamo
cercato di seguire questi casi in modo individuale, anche aiutati da colleghi
in pensione tornati come volontari, mettendo molte delle nostre ore libere a loro
disposizione per poterli istruire sui contenuti scolastici essenziali a non
perdere l’anno e tentando, nel contempo, di trovare un punto di contatto con loro. E’
stata dura. Durissima!
In ogni caso, tutti i nostri “Pierini” hanno conseguito la
licenza media e il prossimo anno si ricomincerà da capo con i nuovi “Pierini”
che sicuramente arriveranno. E’ una storia che non ha fine…
C’è stato poi l’aggiornamento al sito della scuola. Anche
quest’anno ho pubblicato più di cento argomenti tra articoli giornalistici,
album fotografici, libri sfogliabili, notiziari, filmati e chi ne ha più ne
metta. Non so proprio chi mai riuscirà a visionare tutto quel materiale. Credo
che il prossimo anno dovrò mettere in riga anche i miei colleghi disciplinando
un po’ i loro contenuti. Mi hanno quasi messa ko!
E ora? Non mi sono ancora ripresa del tutto dalle fatiche
finali e mi sono venuti gli incubi. Stanotte ho sognato di essermi persa nei
meandri della scuola e di non riuscire più a trovare la mia classe. Sapevo che
l’intervallo era ormai terminato e i ragazzi mi stavano aspettando. Chissà cosa
stavano combinando! Continuavo a non ricordare dove fosse la classe. Poi un’alunna
è venuta a cercarmi: “Prof, come mai non viene? E’ tardi!” Finalmente un punto
di riferimento, potevo seguire lei. Ma, dopo poco tempo, la ragazzina era
sparita. Avevo perso anche lei! A quel punto, spaventatissima, mi sono
svegliata.
Santo cielo, perché non ho ancora realizzato di essere in
vacanza?
Ciao Katherine...forse "non sei ancora in vacanza" e, di certo, non lo è la tua testa!! Io credo che gli insegnanti siano, insieme con i genitori (quelli veri o almeno che cercano di esserlo) gli eroi del quotidiano...perchè ogni giorno devi combattere solo per ottenere le cose più normali e alla fine sei talmente stanca da non riuscire nemmeno a riposare!!
RispondiEliminaBeh...cerca di farlo, rilassati un po'..un abbraccio, buona giornata!!
Carmen
Hai proprio ragione: ogni giorno è una battaglia e solo per ottenere la normalità. Sto appena cominciando adesso a riprendermi!
EliminaCondivido il pensiero di Bilibina, forse non sei ancora in vacanza, con la testa sei ancora con i tuoi ragazzi, è finito l'anno ma non si è rotto quel filo sottile che lega un vero insegnante ai suoi alunni.
RispondiEliminaCi vuole sempre un po' di tempo per riuscire a rilassarsi completamente...vedrai che con il passare dei giorni riuscirai a farlo. Buone vacanze!.
Un abbraccio.
Antonella
Già...poi ci riesco così bene che, arrivati a settembre, mi sembra di non sapere più niente e comincio a chiedermi: " Cosa insegno adesso a queste ventotto facce che mi guardano?" Insomma, ci vuole tempo anche per rientrare nei ranghi!
Eliminamalgrado tutte le cose che racconti e di cui siamo consapevoli anche stando all'esterno della situazione scolastica, rimango dell'idea che sia il lavoro più impegnativo e nello stesso tempo gratificante del mondo... non per i soldi, almeno non nel nostro paese, ma solo per la sua vivacità intellettuale. E' vero che siete diventati per una questione sociale, più psicologi che insegnanti, ma forse il bello stà proprio in questo. Avete un ruolo più che attivo perchè ormai c'è l'assenza delle famiglie e la tragedia arriva a scuola proprio quando l'insegnante non si sente coinvolto in questo ruolo sociale che per comodità gli è stato assegnato negli anni.
RispondiEliminaPerò adesso goditi le vacanze, cara... e stacca la testa
Diciamo che, quando arriva un piccolo successo, ci sentiamo ripagati per tutte le fatiche fatte. A volte, vedendo la situazione delle famiglie, ci rendiamo conto che i ragazzi son venuti su persino troppo bene, ma resta comunque una gran faticaccia!
EliminaConcordo :) devi mandare in vacanza la tua mente, Kathe:)
RispondiElimina... sei ancora tra quei banchi, tra quelle voci che ti hanno accompagnata per un anno.
(Bel post, si colgono appieno la tua vivacità mentale e il tuo impegno professionale, anche se son cose che conoscevo già ) :))
Seguirò il suggerimento collettivo, stai tranquilla! E poi, dopo essere finalmente riuscita a staccare, a settembre farò una gran fatica a ricominciare, lo so già!
EliminaUei cerca di riposarti, metti nell'armadio la divisa da carabiniere per qualche mese..... OPS!! Ho sbagliato, la divisa da insegnante!!! Dopo un anno di servizio ti meriti un po' di riposo. RRIIPOSO!!!
RispondiEliminaNo, no, non ti sei sbagliato...è proprio la divisa da carabiniere! Comunque mi sto impegnando a fondo per cercare di riposarmi e alla fine ce la farò, anzi, a settembre mi chiederò, come sempre, da quale parte cominciare perchè mi sembrerà di non essere più in grado di svolgere il mio mestiere!
EliminaNon hai mica sbagliato tanto, caro Riccardo! La divisa è proprio quella della carabiniera. Comunque l'ho riposta, e spero di riuscire a trascorrere un'estate serena, o non so proprio come farò a ricominciare!
RispondiEliminaun pugno nello stomaco, per certi aspetti, questo tuo post. Immagino e comprendo tutte le difficoltà di cui parli e provo ammirazione per te, per quelli come te, ma tanta pena per certa nostra gioventù.
RispondiEliminaOra riposati, cara, a presto.
Sì, come anche traspare dai temi, la nostra gioventù non è felice. Cercherò di riposarmi, vedrai che m'impegnerò al massimo!
RispondiEliminaUn abbraccio!
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