sabato 26 novembre 2016

Le catene di Facebook



Oggi è stata la giornata contro il femminicidio e su Facebook c’è stato grande fermento. Tantissime donne hanno pubblicato la loro foto in una sorta di cornice dove stanno le parole: “ No alla violenza sulle donne!”
Foto modificata per motivi di privacy

Io penso: è ovvio che tutte le donne dicano NO, piuttosto, non dovrebbero essere i signori uomini a dichiararsi contro la violenza sulle donne? A farci sapere che stanno dalla nostra parte? Su tutta la mia home page, ne ho visto uno solo fare una simile dichiarazione. Possibile che i miei amici maschi siano tutti insensibili verso un problema così importante? Eppure io non ne conosco nemmeno uno che abbia mai alzato un dito su una donna. Probabilmente è solo perché i maschietti sono meno attenti a tutte le proposte di facebook…

Poi, sempre su Facebook,  c’è, in forma ricorrente, il momento in cui si rende necessario “sensibilizzare verso il cancro al seno” e allora scatta il giochino-catena in cui bisogna scegliere una frase tra quelle proposte e pubblicarla sulla propria home. Non le ricordo tutte, ma le due che mi hanno colpita di più sono: “Oggi non mi sono messa le mutande” e “Vado a vivere in Australia”. Ovviamente, chi legge una frase del genere, subito manda un messaggio privato all’amica chiedendo come mai un fatto così intimo sia stato messo in pubblico, oppure, chiede cosa mai sia successo per decidere di mollare tutto per andare in Australia e, a quel punto, viene rivelato l’arcano: “La frase è stata scritta per sensibilizzare verso il cancro al seno e bisogna continuare la catena, scegliendo una frase simile da pubblicare in bacheca”.

Mi chiedo: “Cosa significa sensibilizzare verso il cancro?” Si può sensibilizzare le donne invitandole a fare prevenzione, suggerendo loro di seguire le cure mediche, incoraggiandole a non deprimersi perché si può guarire…. Sensibilizzare in modo generico, quale significato può avere?
Forse si pensa che le persone siano all’oscuro dell’esistenza di questo brutto male e abbiano bisogno che glielo si dica? O si crede che, sapendo che centinaia di donne sono uscite di casa senza mutande, subito si colleghi il fatto al cancro al seno e alle cure per guarirne?

L’ultima  proposta, più bella, invita le donne a pubblicare una foto senza reggiseno, con la scritta sottostante: “Fatele vedere!”  A quel punto, i commenti al post diventano tutti maschili: “Complimenti! Ma sono vere o rifatte?” E la donzella in questione spiega che quella è una foto di tipo “umanitario”, per sensibilizzare verso il cancro.

Sto cominciando a preoccuparmi. Ho sempre apprezzato Internet, per la possibilità di informarmi e di comunicare con il mondo, ma credo e spero di aver mantenuto ancora una certa propensione al buonsenso. Tutto questo aderire a qualsiasi proposta venga offerta su Facebook, senza rifletterci nemmeno un attimo sopra, mi sembra che ci stia  portando ad una regressione della nostra capacità di discernere, trasformandoci in un gruppo di pecoroni.
Pecoroni adulti, grandi, grossi e vaccinati.
Cosa ci sta succedendo?

3 commenti:

  1. Il problema credo nasca dal fatto che siamo veramente un branco di pecoroni, e certe filosofie (chiamiamole così) di marketing, anche ove utilizzate per un buon fine, l'hanno capito benissimo e sanno come prenderci. Per curiosità. O per slogan a cui viene spontaneo rispondere di sì, senza starci troppo a pensare.
    Mi viene in mente di un'associazione che si occupa di tossicodipendenza, di cui si possono incontrare i banchetti per la "raccolta firme" nelle vie delle più importanti metropoli italiane. Io li ho incontrati spesso sia a Roma che a Milano. Non mi ricordo il nome dell'associazione, ma di solito usano tovaglie verde scuro con scritte a caratteri gotici bianchi. I loro incaricati fermano la gente per strada domandando loro se vogliano mettere una firma contro la droga. Al che la prima volta ci caschi, chi è che non firmerebbe contro la droga? Poi, dopo aver raccolto la tua firma e i tuoi dati, ti dicono che "di solito" a chi lascia la propria firma chiedono un piccolo contributo in denaro. Che a quel punto pochi si trattengono dal lasciare. Poi a posteriori ci pensi su: che significa "una firma contro la droga"? Una firma de che? Una firma per far sapere a qualcuno che tu tizio caio sei contro le droghe? Dunque una firma per un manifesto sociale? In calce a una petizione? No. E' solo un modo per agganciare i polli e spennare loro un po' di soldi senza prima chiederglielo direttamente. Con l'inganno, insomma. Che poi siano soldi destinati a una buona causa, il modo in cui ti vengono in pratica estorti fa passare l'intento di fondo in secondo piano. Nelle occasioni successive in cui ho incontrato questi tipi che mi hanno fermato per strada, mi sono limitato a domandare loro cosa significasse "una firma contro la droga", e loro invece di rispondermi si sono allontanati muovendosi verso altri passanti. In un paio di circostanze, già che avevo qualche minuto da perdere, ho affrontato l'argomento svelando il loro trucco, che ormai avevo capito, e mi hanno confessato che sì, è vero, è un modo per agganciare l'attenzione, altrimenti a chiedere direttamente una donazione non si ferma nessuno. Ma secondo me, viste le campagne che hai descritto, non tarderanno ad aggiornarsi mettendo in prima fila una ragazza che dica hai passanti di non avere le mutande, e chiedendo loro se vogliano mettere una firma per permetterle di comprarsele ;-)

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  2. Quando ero ragazza mi ricordo che a scuola tutti vestivamo uguali per sentirsi accettati dal gruppo e se non si avevano i soldi si mettevano in croce i genitori... quindi il meccanismo è lo stesso. Giusto o sbagliato... ma non so dirti. Sono sopravvissuta.

    Invece per la violenza sulle donne è un'altro discorso.
    In questo contesto sociale è fondamentale che le donne agiscano in modo da non essere vittime. O meglio adottare tutta una serie di comportamenti che non danno adito a eventuali violenze.
    Per esempio mai incontrare un ex per un colloquio chiarificatore... solo skype e sparire per almeno 6 mesi e appuntamenti solo in posti conosciuti dove ci sono molte persone quindi mai in macchina o a casa.
    Mai litigare in cucina dove ci sono i coltelli.
    Se aggredite per un furto gettare la borsa nel lato opposto alla nostra via di fuga ma non così lontano da farci trascinare dall'aggressore...
    o se costrette a tornare in una via buia per riprendere l'auto cercare le chiavi prima e non sostare davanti la macchina... e così via.
    Questo si dovrebbe insegnare a scuola.
    Difenderci è l'unica arma perchè purtroppo gli uomini non sono in grado di accettare i meccanismi sociali che ci hanno svincolato dalle loro prepotenze...

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  3. Oltre a vederle come iniziative inutili, personalmente trovo tutte queste catene delle vere e proprie pubblicità per quel che si sostiene di non volere.
    Perché così tanti aderiscono a questo genere di cose? Perché dà la falsa sensazione di fare qualcosa di buono, utile e giusto senza arrecarsi troppo disturbo.
    Paradossalmente invece non sempre è vero che è bene parlare di certe cose. Perché spesso è proprio questo genere di pubblicità a buttare il seme delle violenza nelle menti più instabili. Ma questo, ovviamente, è solo il mio parere.
    Buon fine settimana.

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