Seconda media. Già a questa età si
pensa al futuro e alla scuola superiore che si dovrà scegliere.
Immagine presa dal web |
Un formatore, intervenuto in classe, stimola i
ragazzi a porsi degli interrogativi sul percorso da scegliere al termine della
Scuola Media. La consegna è quella di scrivere dieci domande in merito all’argomento.
Mi aggiro fra i banchi. I ragazzi
sono perplessi, non riescono a pensare a così tanti quesiti. Curioso tra le
frasi scritte. Qualcuno pensa già al post-superiori: « Anche all’università i docenti ci scriveranno le note sul
diario? » Sorrido al pensiero.
Un gruppetto è rimasto fermo alla
quinta domanda. «Prof! Ci suggerisca cosa scrivere, non ci viene più in mente
nulla! »
Penso, cerco di immedesimarmi nei
loro panni. «Beh, potreste chiedere informazioni sulle scuole che offrono
maggiori sbocchi verso il mondo del lavoro! »
Un alunno mi guarda sgranando tanto d’occhi.
« Sbocchi? Ma prof! Ci vuole far
vomitare sul lavoro? Per noi il termine sboccare significa vomitare! » Il
ragazzo è allibito.
« Con quel termine si intende possibilità, occasioni, non
sicuramente star male di stomaco! Comunque, se non sei convinto, scrivi “possibilità”,
è la stessa cosa »
L’alunno è molto perplesso. Usando
quel termine potrebbe farsi ridere dietro da tutta la classe, ma non usarlo
potrebbe significare dare torto all’insegnante. Sarà conveniente farle questo
sgarbo? Lo vedo dibattuto tra sé e sé e
sono curiosa di sapere come se la caverà.
Il formatore invita un rappresentante
per gruppo a leggere ad alta voce le dieci domande. Arrivato il suo turno il
ragazzo, sbiancando, espone: « Quali scuole offrono … Ehm … Dunque …. Ehm … offrono
maggiori sbocchi verso il mondo del lavoro? »
Si guarda intorno preoccupato.
Nessuno ride. Il colore torna sulle sue guance e respira di sollievo. Il
formatore prende nota della domanda e prosegue con un altro gruppo. Brutta
figura scampata!
Non so se quell’alunno abbia imparato
una parola nuova, sicuramente io ho appreso un nuovo termine gergale giovanile. E poi,
pensare ai professori universitari che appongono le note disciplinari sul
diario degli studenti, è stato troppo divertente!
Non ci si annoia proprio mai con i ragazzi!
grazie per le belle parole che mi hai scritto... un abbraccio Katherine! e buona Primavera ...
RispondiEliminaParole che sento! Abbraccio ricambiato! Buona Primavera anche a te, ma qui fa freddino!
EliminaEcco il punto: quale "sbocchi"?
RispondiEliminaTi abbraccio forte amica mia.
Shera
Che dilemma! In effetti, al giorno d'oggi penso che non si sappia proprio quale strada scegliere...non resta che sperare di essere fortunati!
EliminaQuella parola è purtroppo usata spesso dai ragazzi che quando bevono troppo poi "sboccano". Se in seconda media sei costretta a insegnare parole che una volta erano di uso comuna:
RispondiElimina"Uno sbocco a mare" "la strada sbocca in un campo"...
mi pare che l'insegnamento stia diventando un faccenda da artigiano che insegna all'apprendista i rudimenti del mestiere.
Grazie di esserti ricordata dei chimismi minimi. Ciao.
In effetti sono rimasta proprio stupita dal fatto che il ragazzino avesse un'interpretazione così diversa di quel termine, che si sente molto spesso. Forse però tutto dipenderà da fatto che sto diventando vecchierella e ho perso il contatto con il gergo giovanile!
EliminaIo non ho mai dimenticato i chimismi minimi! :)
Il tuo racconto mi ha fatto sorridere... che tenerezza!
RispondiEliminaStare in mezzo ai giovani aiuta a mantenersi giovani nello spirito!! ;-)
Buon fine settimana.
Eh sì, tenero davvero! Dovevi vedere quanto fosse imbarazzato il ragazzino ad usare quel termine!Ahahahah!
EliminaBuon primo maggio!
Hai descritto l'nsegnante ideale: quello che è disponbile a imparare dai suoi allievi, oltre che insegnale loro :)
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