mercoledì 11 ottobre 2017

Giacomo, un nuovo angelo.

Questa sera ho dato il mio ultimo saluto all’ennesimo ex alunno, Giacomo, di soli ventisei anni. Prima di lui ci sono stati: Simone, ventiquattro anni; Luca, diciotto; Alessia, tredici; Anna Maria, sedici; Gianni, ventiquattro; Fabio, ventitré e, in passato, almeno altri cinque, tra cui qualcuno scomparso all’estero, di cui non ricordo esattamente l’età.
Tanti, troppi, che se ne sono andati per motivi di salute o per incidenti stradali, lasciando nelle loro famiglie un vuoto incolmabile e un dolore straziante.



Giacomo era un ragazzo speciale. Non aveva mai camminato, né parlato. Lui si esprimeva con lo sguardo e con il sorriso. Amava la musica, e le insegnanti di sostegno lo accompagnavano spesso alle mie lezioni. Gli altri ragazzi ed io riuscivamo sempre a capire il suo grado di gradimento nei riguardi dei brani musicali che suonavamo o ascoltavamo. Alcuni lo rilassavano, altri lo facevano sorridere.

Aveva due fratelli fantastici e un papà e una mamma meravigliosi, che l’hanno accudito, amato, coccolato, fino all’ultimo istante della sua vita, modificando le proprie abitudini per adattarle alle sue esigenze. Uno dei fratelli suonava per lui, l’altro gli tagliava la barba… e l’avevano anche portato a vedere il mare.

Sicuramente Giacomo ha sentito tutto l’amore che gli stava intorno e, a sua volta, ha ricambiato come ha potuto, stimolando i suoi fratelli a maturare più in fretta, a donarsi agli altri, a capire le difficoltà del prossimo e ad affrontare a pieno petto le difficoltà della vita senza mai scoraggiarsi.

In quanto a me, ogni alunno perso è una nuova spina nel cuore, un grande rimpianto, un ricordo indelebile. Li rammento tutti e mi vengono le lacrime agli occhi quando penso a loro, che erano così giovani e che avrebbero avuto ancora tanto da aspettarsi dalla vita.

Ora Giacomo è libero da quel corpo che lo teneva prigioniero. Chissà, forse la sua anima è da qualche parte che corre finalmente incontro al sole e la sua voce si sta levando forte e chiara per dire: “Grazie per avermi tanto amato e per aver fatto il possibile per rendermi felice! Vi voglio bene!”


Riposa in pace, Giacomo, e prega per noi, come solo può fare un Angelo del Signore.

10 commenti:

  1. Ciao Katherine, sono commossa...ti lascio solo un saluto con un abbraccio.

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  2. Ciao Katerine, che storia bella e trista questa che ci hai raccontato, bella perchè piena di amore, triste perchè tante giovani vite ci lasciano troppo presto...
    Un abbraccio.
    Antonella

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    1. Sì, sto pensando che stiano diventando veramente troppi questi ex alunni che se ne vanno. Vite spezzate troppo giovani e famiglie che non saranno mai più le stesse.
      Abbraccio ricambiato!

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  3. Credo non esista un dolore più grande di dover sopravvivere ai propri figli. Un dolore che posso a malapena immaginare. Mi sembra di capire che purtroppo il destino di questo ragazzo fosse già segnato da tempo, e preferisco pensare, come hai fatto tu, ai momenti sereni che grazie alla propria famiglia, ai compagni di scuola e agli insegnanti, ciascuno facendosi carico di un piccolo pezzo delle sue sofferenza, ha potuto comunque vivere.
    Per tutti gli altri, i tanti, troppi altri, ho imparato da tempo a rapportarmi a certe notizie con distacco, a meno che non riguardino persone a me vicine, per non dover fare i conti con la presa di consapevolezza delle loro giovani vite spezzate. Ma capisco che per te, che li hai avuti come alunni e li hai visti crescere, pensare a loro con distacco non possa essere possibile. Un abbraccio.

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    1. Non so quanto Giacomo capisse, o soffrisse. So che mi sorrideva quando mi vedeva e quando ascoltava la musica. E' rimasto con noi fino ai diciotto anni, poi non l'ho più visto. Ho visto un grande dolore alla sua morte e ho sentito la mamma chiedere: " Come farò, adesso, senza di lui?" La vita di quella famiglia era molto legata a lui e alle sue esigenze e sicuramente il vuoto sarà grande anche se, francamente, penso che per lui sia stata una liberazione, dopo tanti anni di prigionia nella carrozzina e, successivamente, nel letto.

      Per quanto riguarda gli altri, mancati per tumore, per incidenti e, in un caso, persino per omicidio, non posso non provare tristezza e dolore, perchè tutti i miei alunni sono e sono stati anche un po' i miei figli.

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  4. Un grande abbraccio silenzioso a questi ragazzi i tuoi ragazzi ea te che devi essere e sei per tutti una seconda mamma con la sofferenza e le gioie che questo comporta.
    sherabbraccicari

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    1. Abbracci ricambiati, cara Reny! Essere una seconda mamma è faticoso, i figli stanno cominciando ad essere davvero troppi. Mi sento stanca, dopo tanti anni.Però si va avanti, e chissà quante emozioni mi riserveranno ancora i miei alunni!

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