mercoledì 26 febbraio 2025

Ventun anni di blog.

 


Nel lontano marzo 2004 iniziava la mia avventura nel mondo blog. Un collega, trovatosi in difficoltà nel creare un blog scolastico, aveva chiesto il mio aiuto ed io, che non ne sapevo assolutamente nulla, non avevo potuto fare altro che "provare sulla mia pelle", dando vita ad un blog personale su ben tre piattaforme diverse, per testarne le possibilità: Excite, Bloggers e Splinder. 

Avevo subito scartato Excite perché conteneva pubblicità ben poco consone a ragazzi minori, mentre mi era piaciuta particolarmente Bloggers, che forniva parecchie pagine "nascoste" sulle quali caricare i files che si potevano poi linkare in prima pagina, proprio come in un sito web.

Cosa scrivere, a quel punto, su tutti quei blog? Io non sono sicuramente una scrittrice o una poetessa, pertanto non potevo fare altro che parlare di ciò che conoscevo meglio: la mia vita, gli incontri con le persone, la scuola, la famiglia...Scrivevo su uno e copiavo sugli altri. La storia di Gino e Pino, storia vera di mio padre e di un suo amico, fu il mio primo post.

Poco alla volta cominciavo ad avere dei lettori, a conoscere nuovi bloggers e, quello che poteva essere un esperimento momentaneo, diventò invece una consuetudine.

Poi Bloggers chiuse, Splinder fece altrettanto ma, nonostante tutto, eccomi ancora qui su Blogspot, anche se sporadicamente. Impiegai ben due giorni e due notti per copiare interamente il blog di Splinder, commenti compresi, utilizzando un software apposito scaricato dal web, di cui non ricordo assolutamente più il nome. Il risultato fu comunque notevole e, ancora oggi, ogni tanto, vado a rileggere i miei scritti e i commenti. Spesso non mi sembra vero esserne stata io l’autrice e scopro di non ricordare affatto gli episodi quotidiani, familiari e scolastici, che vi trovo narrati. Mi commuovo persino rivedendo con la mente, in quegli squarci di vita, tante persone che oggi non ci sono più, come i miei genitori o altri bloggers.

Che dire? Ogni anno l'ho festeggiato con un post e credo di aver ormai detto proprio tutto. È stata un'esperienza positiva, che mi ha permesso di conoscere molte persone. Con alcune il dialogo continua fin da quel lontano giorno, altre le ho addirittura conosciute e frequentate nella vita reale, altre sono apparse, scomparse, riapparse e sparite di nuovo, alcune le ho ritrovate su facebook e, in questi ultimi anni, pur se commentato solo da bloggers, questo blog è letto anche da alcuni amici, colleghi ed ex alunni.

 Credo che, per certi versi, ci siano delle persone del mondo reale che abbiano imparato a conoscermi meglio proprio attraverso ciò che scrivo. A volte, quando si dialoga, si finisce di portare il discorso sui figli, sul lavoro, sui problemi della vita quotidiana, ma raramente si parla di noi stessi, dei nostri sentimenti, sogni o paure, mentre il blog può veramente essere uno specchio che riflette la nostra essenza, il nostro essere.  

 Sono stata sicuramente fortunata in tutti questi anni, perché ho conosciuto tante belle persone che mi hanno insegnato molto. Ho sempre avuto dialoghi pacati, interessanti, cordiali, mai scorretti. 

Ho ricevuto solidarietà, consigli, conforto, amicizia e, a questo punto della mia storia, non avverto quasi più la differenza tra gli amici virtuali e quelli reali che mi conoscono di persona e che mi scrivono su Facebook, tanto per fare un esempio. Io sono sempre la stessa, in entrambi i luoghi, e so che, in certe situazioni, posso contare sugli amici reali e in altre su quelli virtuali. Dipende da ciò di cui ho bisogno.  A volte bastano una parola buona, un consiglio appropriato, una battuta scherzosa, per rendere migliore la giornata e strappare un sorriso.

Mi rendo anche conto, comunque, di quanto possano essere fragili i rapporti in questo strano mondo. Una persona può sparire completamente senza lasciare la minima traccia, come se non fosse mai esistita. Può riapparire all'improvviso, com'è successo in qualche caso, e sparire di nuovo. Quando capita dopo tanti anni, senza alcun motivo, se non la chiusura del blog, si prova un gran senso di vuoto e anche un po' di preoccupazione, mista a nostalgia. Lo stesso quando si scopre che qualche blogger non sia più in vita. Un vero colpo al cuore.

 Ora scrivo poco, come sapete. Sono in pensione e raramente accadono fatti nella mia vita che siano degni di essere raccontati. Non ho buffi episodi scolastici, preoccupazioni per il figlio adolescente e per i genitori malati da relazionare. Inoltre, a dire la verità, non ho neanche più tanta voglia di stare al computer, ma preferisco passeggiate all’aria aperta, incontri con gli amici o studiare pezzi nuovi al pianoforte. Però non voglio chiudere il blog, sarebbe come cancellare parte della mia vita, così come continuerò a leggere i vostri post, anche se, qualche volta, potrò perdermene qualcuno, perché sono veramente molto interessanti.

 Che dire, non mi resta che ringraziare e abbracciare tutti voi che, ancora oggi, mi leggete e commentate. Un abbraccio virtuale e a presto!

sabato 8 febbraio 2025

Amore canino

Il nostro Terry ha compiuto ieri 13 anni, che corrispondono a circa 68 umani. In pratica è un cane pensionato, ma il cuore è giovane e non è esente dai colpi di fulmine. Quando gli capitano, così come è successo con questa bella pelosetta bianca, la abbraccia e insieme cominciano a girare in tondo, come se ballassero il valzer. Insomma: incontrarsi, piacersi e baciarsi è un attimo!






domenica 2 febbraio 2025

Aquile, galli e corvi

 


Navigando sul web, mi è capitata sott’occhio una poesia di Trilussa chiamata “L’uguaglianza”, che riporta il dialogo tra un’aquila ed un gallo:

Fissato ne l’idea de l’uguajanza
un Gallo scrisse all’Aquila: – Compagna,
siccome te ne stai su la montagna
bisogna che abbolimo ‘sta distanza:
perché nun è né giusto né civile
ch’io stia fra la monnezza d’un cortile,
ma sarebbe più commodo e più bello
de vive ner medesimo livello.-
L’Aquila je rispose: – Caro mio,
accetto volentieri la proposta:
volemo fa’ amicizzia? So’ disposta:
ma nun pretenne che m’abbassi io.
Se te senti la forza necessaria
spalanca l’ale e viettene per aria:
se nun t’abbasta l’anima de fallo
io seguito a fa’ l’Aquila e tu er Gallo.

Mi è allora tornata in mente la frase rivoltami, almeno quaranta anni fa, da una mia collega di Arte, Luciana, una donna di grande fascino, estrosa, fantasiosa e che aveva fama di saperla lunga su come godersi al massimo i momenti positivi della vita.

Ricordo che stavamo parlando delle mie vacanze in Grecia, che erano durate una decina di giorni. La collega mi aveva chiesto perché non mi fossi fermata più a lungo ed io le avevo risposto che eravamo tutti rientrati perché gli amici venuti con me disponevano solo di quel determinato periodo di ferie.

Luciana allora mi aveva detto: “Ricorda Kat! I corvi volano sempre in gruppo, mentre le aquile volano sole!”

Con ciò, anche in più larga scala, essa intendeva dire che ciascuno di noi dovrebbe compiere le proprie scelte senza mai farsi influenzare dagli altri, senza preoccuparsi se, per questo, si troverà solo. Non bisogna aver paura di essere unici in una scelta, se questa è quella che viene dettata dal cuore ed è ragionevolmente ritenuta la più giusta per noi. A volte, per paura di sembrare diversi dagli altri, per timore di essere giudicati, per paura di essere allontanati dal gruppo, si finisce per adattarsi alle esigenze della massa, esigenze che spesso non sentiamo nostre e che ci allontanano sempre più dall’unicità della maestosa e libera aquila.

Per fare un esempio, quando ero ragazzina e studiavo al Conservatorio, molti avevano criticato i miei genitori che mi avevano permesso di effettuare questa scelta. Una musicista! Che razza di futuro avrei mai avuto? Quali prospettive di lavoro? Una volta mia madre era stata addirittura denigrata pesantemente, di fronte a molti altri clienti, da un salumiere, mentre faceva la spesa. “Mandatela a lavorare! Che ne fate di mantenere una scansafatiche che suona il piano? È una vergogna!”

Mia madre non mi aveva affatto mandata a lavorare, ma non era più tornata in quel negozio, perché si era sentita mortificata.

Eppure io, a vent’anni, anni, ero già diplomata, avevo subito trovato lavoro nella scuola come insegnante di musica e, alcuni anni dopo, mi era persino capitato di avere in classe proprio la nipote di quel salumiere. (Ricordo che a lei quel nonno aveva regalato un pianoforte a coda! Evidentemente, trattandosi di sua nipote, non c'era più da vergognarsi e non bisognava mandarla a lavorare!)

Sono passati tanti anni da quel giorno, ma la frase di Luciana, una collega che non ho mai più visto da allora, non l’ho dimenticata e l’ho spesso ripetuta sia ai miei alunni che a mio figlio.

“Ricorda, i corvi volano sempre in gruppo, le aquile volano sole!”