Il mio gatto Pallino mi ha lasciata.
Fino a un mese fa stava bene come sempre poi,
improvvisamente, è diventato cieco e batteva zuccate nel muro, nelle porte,
prima di riuscire a trovare la strada per uscire o entrare in casa. Essendo un
gatto però, bene o male riusciva a cavarsela lo stesso e trovava da solo la
ciotola dell'acqua o il punto del giardino per i suoi bisognini. Poi ha
cominciato a faticare per arrampicarsi sul divano o sulla sedia: a volte
dovevamo dargli una piccola spinta nel sedere, oppure doveva provare diverse
volte da solo prima di riuscirci. Quando scendeva a terra, le gambe posteriori sembravano
cedergli e si allargavano, ma poi riusciva a ricomporsi e a mettersi in
movimento. Eppure faceva ancora le fusa quando lo accarezzavo e si lavava,
anche se non con la stessa accuratezza di prima. Avevo sentito dire che i gatti
malati non si lavano più e pensavo che quindi lui fosse soltanto vecchio, ma
ancora in discreta salute. Io lo pettinavo
spesso e il suo pelo era ancora lucido, ma formava a volte dei nodi che prima
non aveva mai avuto. La notte non stava più fuori, come aveva sempre fatto fino
all'anno scorso, quando trascorreva tutta la bella stagione passeggiando in cortile,fino ad acciambellarsi davanti alla
porta d'ingresso fino al nostro risveglio, quasi fosse stato un cane.
Evidentemente quest'anno non si sentiva più sicuro e preferiva rimanere in casa
sul divano. Beveva moltissimo, probabilmente aveva un'insufficienza renale. Poi
ha cominciato ad avere difficoltà di respiro, sembrava molto raffreddato. Ho
chiesto a mio marito di portarlo dal veterinario affinchè gli somministrasse un
antibiotico, invece il poverino è arrivato là praticamente moribondo e non è
più tornato vivo.
Il veterinario ha detto a mio marito che prendere un cane
con un gatto in queste condizioni poteva aver significato uno shock per il
povero felino. Eppure in questi quindici giorni di convivenza lo avevamo
accudito con tutto il nostro amore e protetto dall'invadenza del cagnolino con il
massimo delle nostre forze. Terry non era in grado di arrampicarsi sulla sedia
o sul divano e Pallino aveva potuto continuare a dormire indisturbato. Quando doveva
mangiare o bere mettevamo sempre il cagnolino fuori affinché non lo disturbasse.
Non credo abbia patito più di tanto la presenza dell'altro animale. Certo,
quando quest'ultimo cercava di salirgli in groppa, gli soffiava contro, ma si
trattava solo di attimi, perché subito lo mettevamo in salvo. Più che altro, è
venuto quasi l'esaurimento a noi.
Resta il fatto che abbiamo sofferto molto la sua dipartita e
mio marito quasi piangeva quando ha dovuto seppellirlo. Mi ha pregata di non
seguirlo e così ho fatto. Non ho visto Pallino morto e potrò sempre ricordarlo
felice e sereno allungato sul divano a fare le fusa, anche se ancora non mi sembra
vero che non sia più tra noi.
L'ultima fotografia durante la nevicata di quest'inverno
Era arrivato a casa nostra circa quattordici anni fa, quando
era già adulto. La nostra amatissima gatta Stellina era morta sotto a una
macchina e noi, soprattutto mio figlio ancora bambino, eravamo letteralmente
disperati, così mio marito era corso a cercare subito un altro micio, ma non
era la stagione giusta e non si trovavano gattini in giro. Una signora, che
aveva un allevamento, gli aveva quindi regalato Pallino, dicendo che nessuno
l'aveva voluto perché era nero e aveva già un anno, ma era molto pulito,
affettuoso e buono. Mio marito era quindi arrivato a casa con quella specie di
pantera nera dagli enormi occhi gialli, che aveva subito rivelato la sua
dolcezza adattandosi facilmente alla nostra famiglia. Fin dal secondo giorno aveva
imparato a fare i bisognini fuori e mai una volta aveva tirato fuori le unghie,
che pur erano enormi e affilate, con qualcuno di noi. Mia madre ultimamente gli
si sedeva pure sopra e lui cercava di liberarsi tossendo e sbuffando, senza mai
tentare di graffiarla. Gli era anche capitato diverse volte di litigare con
altri gatti riportando varie infezioni agli occhi e sempre si lasciava mettere
il collirio senza fiatare, come se capisse che lo stavamo curando per il suo
bene. E' molto più difficile, invece, compiere la stessa operazione con mia madre, perché
bisogna essere almeno in due a tenerla ed è molto facile che a graffiare sia
lei!
C'era un'unica cosa che Pallino non faceva: venire in
braccio. Lui si accoccolava vicino a noi sul divano e lo si poteva accarezzare
a lungo, ma era impossibile farlo stare sulle ginocchia. Qualche volta era
anche venuto a dormire nel letto, ma sempre accanto, mai addosso, come invece
fa la maggior parte dei gatti.
Insomma, aveva un che di aristocratico perchè non si
abbassava mai a mendicare il nostro affetto, ma era buono come il pane,
pulitissimo e molto educato.
Povero Pallino, vedere il suo decadimento fisico mi ha
ricordato molto quello di mio padre. Entrambi mi hanno lasciata a maggio,
quando la primavera è nel suo pieno fulgore e la natura tutt'intorno è gioia e
rinascita. Ma vita e morte camminano sempre di pari passo...e ora c'è Terry,
con la sua gioia di vivere, i dentini che crescono e mordono dappertutto, la vitalità
propria dei cuccioli.
Accanto a lui mia madre, in piena discesa psicologica e
fisica. Non sa più riconoscere, amare,
gioire, soffrire, sorridere, parlare...ma permane in lei lo spirito di
sopravvivenza e, quando Terry le mordicchia le mani, gli prende la testa e
gliela schiaccia contro il divano immobilizzandolo. Stasera ho temuto lo
strozzasse. Noi, esseri appartenenti all'"età di mezzo" dobbiamo
difendere lei affinché non inciampi nel
cane e il cane affinché non venga soffocato dall'istinto di conservazione di
mia madre.
Chi preserverà noi
dall'esaurimento nervoso? :(
Addio Pallino, dolce compagno di tanti sereni anni! Riposa
in pace.
Mi dispiace cara Katherine, povero Pallino. Ho fatto appena in tempo a conoscerlo. È andato al di là del Ponte dell'Arcobaleno, a giocare con gli altri che lo hanno preceduto. Certamente il cucciolotto vi aiuterà a sentire meno la sua mancanza.ma nel nostro cuore, questi dolci amici a quattro zampe, ci restano per sempre... E niente e nessuno può sostituirli. Un abbraccio
RispondiEliminaE' vero. Quattordici anni sono tanti e alla fine si viene a considerare un animale come parte della famiglia. Mi sento proprio come se vivessi un lutto.
EliminaPiccolo Pallino... sono sicura che lo avete reso tanto felice, sicuramente tanto quanto lui ha reso felice voi e questo è quel che conta: che vi siate amati repicrocamente...
RispondiEliminaUn grattino a lui, ovunque sia e un bacio grande a te.
Sì, l'abbiamo amato molto e credo che anche lui, a suo modo, ci volesse bene. Sicuramente ci rispettavamo a vicenda. Mi manca molto.
EliminaMi dispiace per il tuo gatto.
RispondiEliminaLeggendo rivedo il mio gatto, che è cieco. Esce di casa, sbatte di qua e di là.
Una mattina tornando da messa l'ho trovato arrampicato sulla rete, che non riusciva a scendere. Dall'altra parte c'erano i cani. Pioveva. Ma non si perde d'animo.
ciao
Sì, anche Pallino non sembrava prendersela troppo per la sua cecità...Ma, alla fine, non si reggeva proprio più in piedi e faticava a respirare, proprio come un anziano. Povero Pallino, è invecchiato tutto d'un colpo.Chissà come mai!
Eliminascusami cara ma ho un groppo in gola e credo di non riuscire a trattenermi, piangere mi viene spontaneo... anche se non lo conoscevo se non tramite le foto, capisco benissimo il vostro dolore, quando seppellisci un gatto ne seppellisci 100. E ogni volta il dolore ritorna come una grande ondata a ricordarti la sofferenza di quel momento e di quei giorni.
RispondiEliminaHai ragione. Sei stata fortunata a non vederlo nel rigor-mortis. E' straziante, giuro.
Un abbraccio e tanti auguri per il nuovo simpatico cagnetto. Sembra ovvio e brutto dirlo, ma la vita va avanti e ci teniamo stretti i ricordi. Ciao cara
Il cagnolino ci aiuterà a non sentire troppo la mancanza di Pallino, anche se, con tutte le marachelle che combina, ci sta stressando parecchio. Proprio ieri mio figlio ha detto: "Stavamo così bene con Pallino! Questo cane invece è un terremoto!"
EliminaPovero gatto...però è stato un gatto fortunato ad avere trovato una famiglia accogliente ed affettuosa come la tua...Mi dispiace, l'unico gatto che ho avuto è morto abbastanza giovane di malattia ma mi ci ero affezionata tanto e l'ho seppellito sotto un albero in aperta campagna piangendo per 2 gg, beh ero giovane anch'io...
RispondiEliminaAnch'io ho pianto per Pallino...e non sono nemmeno tanto giovane...:(
Eliminache tenerezza piccolo Pallino... vi mancherà tanto, ma pensa quanto è stato bello averlo e amarvi..
RispondiEliminaE' stato il gatto che è vissuto più a lungo con noi rispetto a qualsiasi altro gatto della mia vita. Ricordo ancora bene tutti quelli che l'hanno preceduto e so che ricorderò ancora di più lui, che mi è stato accanto per così tanto tempo.
EliminaMi dispiace cara Cate per il tuo Pallino: non sarà più protagonista dei tuoi post e ti mancherà, almeno per un po'. Per fortuna hai il cane ora e continuerai a farci sorridere raccontandoci le sue prodezze. Farà amicizia con tua madre?
RispondiEliminaPaola
Il cane tenterà di fare amicizia con mia madre, ma lei continuerà a negargli qualsiasi forma di considerazione, purtroppo. A lei non importa più nulla di nulla, purtroppo!
EliminaHo appena letto e ti scrivo ancora con i lacrimoni agli occhi... mi dispiace veramente tanto, come se fosse stato un po' anche un mio gatto e poi è nero come il mio cane ed io non riesco a trattenermi in questi casi. Certo è che ha vissuto tanti anni con voi, io non credo di essere mai riuscita con i gatti a farli arrivare a 14 anni. La mia attuale ne ha circa otto e credo sia la più longeva. Ora avete un canino nel pieno della sua vitalità e non vi annoierete di sicuro. E' incredibile osservare il rapporto tra lui e tua madre talmente diversi! Un caro abbraccio e un saluto affettuoso al tuo Pallino.
RispondiEliminaPallino è stato il gatto che è vissuto più a lungo con noi. Nessun altro gatto è rimasto in vita così tanto. Ricordo ancora bene tutti gli altri e ricorderò ancora di più lui.
RispondiEliminaIl cagnolino è un'altra cosa. Forse tra qualche tempo ci darà molte più soddisfazioni e affetto di quanto non abbia mai fatto Pallino, ma per ora è abbastanza stressante perchè combina un sacco di marachelle e va guardato a vista per impedirgli di combinare guai. Pallino invece si lasciava accarezzare anche per un'ora senza battere ciglio e passare le mani sulla sua morbida pelliccia era molto rilassante. Anche Terry ha una pelliccia folta e morbidissima, ma dopo poche carezze comincia a mordicchiare e bisgogna subito metterlo a terra e calmarlo, altrimenti perde la bussola, a forza di giocare!
Mi dispiace molto, veder andarsene un compagno della propria vita fa sempre male: bene ha fatto tuo marito a tenerti lontana, un gesto di umana pietas che gli rende onore. E ne rende al buon Pallino: possa ora correre nelle praterie del cielo.
RispondiEliminaSì, quattordici anni sono tanti e la scomparsa improvvisa di un essere che ha condiviso per così tanto tempo la nostra vita è comunque un dolore forte, anche se non si tratta di un essere umano.Mio marito era sconvolto nel doverlo seppellire e credo che non avrebbe ancora potuto sopportare la mia faccia, ugualmente sconvolta, mentre compiva l'ultimo gesto della sepoltura. Pallino riposa nel nostro giardino, all'ombra di una siepe. Ha avuto una vita serena, è stato amato e ci ha dato il suo affetto. Ora inizia l'impresa con il cagnolino. E' molto più difficile da educare rispetto a un gatto, ma spero sia un'esperienza ricca e gratificante per tutti.
EliminaAnche il mio gattino nero (ma Kalòs aveva gli occhi verdi) è morto di vecchiaia, da un giorno all'altro, ed è stato bello (Kalòs, in greco, vuol dire bello) fino all'ultimo e pieno di fusa e pulitissimo. Non ci posso pensare, mi affogo col groppo in gola, la vita è crudele.
RispondiEliminaDomenica Luise, sarà perchè non ho mai avuto un gatto che sia invecchiato così tanto, ma non avevo mai visto un micio invecchiare in così poco tempo. Nel giro di un mese è passato dall'immagine di un gatto forte e vigoroso a quella di un vecchietto pieno di acciacchi. Incredibile...Purtroppo i nostri amici animali vivono meno di noi e ci tocca, prima o poi, provare l'esperienza di seppellirli.
RispondiEliminaE' un dolore da elaborare, perché ogni essere vivente è un'anima amata da altre anime.
RispondiEliminaIOVIRACCONTO:
RispondiEliminaIn effetti vedo ancora Pallino ovunque e anche il cane, alcune volte, lo chiamiamo Pallino!
Lui adesso è felice e sta abbracciato con Gesù e sta benissimo :)
RispondiEliminaSicuramente! E riposa in pace vicino alla siepe del nostro giardino. E' ancora a casa!
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