domenica 29 marzo 2015

Inquietudini...



"Mornig sun " di Hopper. Immagine tratta dal web.

 Spesso penso di aggiornare questo blog, ma sento la mente come svuotata. Non mi viene in mente nulla da scrivere.

Sto vivendo in una specie di limbo in cui ho l'impressione di non saper più sognare ed in cui fatico molto a sentirmi serena.
Pensavo che la morte di mia madre potesse essere, almeno per un periodo, l'ultimo anello di una catena di sofferenza, ma poi, nell'estate, è mancato un mio ex alunno di diciotto anni, dopo una lunghissima malattia ed un trapianto che gli ha regalato una vita normale soltanto per un anno.

Ho visto il dolore della madre e l'uscita di senno del padre e mi sono resa conto di quanto possa essere ingiusta e beffarda la vita, soprattutto con un ragazzo innocente costretto a soffrire e a passare da un ospedale all'altro fin dalla nascita, per poi assaporare un anno di vita vera e perderla di nuovo, questa volta per sempre.


Nello stesso tempo, una mia cara collega lottava contro un terribile cancro. Era uno scricciolo di donna, ma forte e combattiva. Appassionata ciclista, che dava del filo da torcere a un sacco di uomini, non potendo più pedalare si è messa a correre. Correva, correva, nonostante le chemio, le operazioni, il dolore... Mandava, a noi colleghe e amiche più affezionate,  regolarmente dei messaggi in cui c'informava sul decorso della malattia.

"Iniziata la chemio, ho un po' di fastidio, ma sopporto... Dopo il terzo ciclo di chemio potranno operarmi, spero riescano a togliermi questa brutta bestia...Ho fatto la tac, la chemio non ha avuto effetto, ma non demordo!... Non possono ancora operarmi, devo aspettare!.. Iniziata una nuova terapia, speriamo sia la volta buona!..."  


A Natale ormai sapeva che non sarebbe sopravvissuta. Il cancro stava vincendo, nonostante tutto.  Non scriveva più. E noi, come potevamo esprimerci nei nostri messaggi? Potevamo mandarle gli auguri per un anno che non avrebbe vissuto? Come può sentirsi una persona, alla vigilia di un nuovo anno, sapendo che lo vivrà solo per alcuni giorni? Le abbiamo mandato baci e abbracci, insieme al nostro affetto e al nostro dolore.


A gennaio se n'è andata, in punta di piedi, lasciando un vuoto immenso e facendoci nuovamente pensare all'ingiustizia della vita, che non ha pietà nemmeno per chi lotta così strenuamente, senza mai un lamento, per rimanevi aggrappata.

A noi restano i messaggi sul cellulare e una pagina di facebook col suo sorriso...


Nella mia famiglia ci sono stati anche alcuni problemi di salute non ancora completamente risolti e anche questo contribuisce a creare una sensazione d'incertezza e preoccupazione.


Poi ci sono i fatti che accadono intorno a noi. Ogni giorno succede qualcosa di terribile che ci fa riflettere su quanto sia imprevedibile il destino e come possa far cambiare, in pochi secondi, tutta la nostra vita. Penso, tanto per fare un esempio, ai genitori di quei ragazzi partiti in aereo per una gita scolastica e ai parenti di tutti gli altri passeggeri che porteranno a casa i loro cari "a pezzettini", dopo il terribile schianto contro la montagna.

Penso alla fragilità della mente umana che, sempre più spesso ed imprevedibilmente, perde il lume della ragione. Di questo passo, dove andremo a finire?


Termino queste mie riflessioni della sera con una poesia di Cardarelli.



"Gabbiani" da POESIE

Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro,
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch'essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.



14 commenti:

  1. Ciao Katherine, comprendo il tuo stato d'animo e anche noi stiamo vivendo un periodo difficile..ma, nonostante tutto, buona Domenica delle Palme!!

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    1. Grazie, spero che tutto si risolva bene anche per voi. Buona Domenica delle Palme!

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  2. Prima la tua vita era concentrata su tua madre, bisognosa di tutto il vostro aiuto e la vostra attenzione, non c'era spazio per altro che lo stretto necessario: tutto il resto veniva dopo. Ora che tua madre non c'è, è tutto il resto che entra prorompente nella tua mente, nel tuo quotidiano e prende il posto del vuoto lasciato da tua madre.

    Quando siamo così vulnerabili (nel lutto) ci meravigliamo allora di quanti siano i problemi, le disgrazie ed i disagi che abbiamo attorno. I problemi ci sono stati e sempre saranno... se ritorni indietro con la mente ricorderai che c'erano anche in passato, ma la tua mente aveva "sforzi" tali su cui concentrare la tua mente che sono passati in secondo piano e li hai dimenticati.

    Il tempo ci fa dimenticare la profonda sensazione dolorosa di tutte le sofferenze che ci toccano, sia di famiglia che delle persone intorno a noi... il tempo è un galantuomo... altrimenti vivremmo in una costante disperazione.

    E procediamo, per questo ricordo sempre anche ai miei figli che è importante apprezzare tutti i momenti in cui si può dare un po' di quiete alla nostra anima e ringraziare, ringraziare sempre per tutto, senza dare le cose per scontate.

    un abbraccio, Renata

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    1. Probabilmente hai ragione, ma mi sembra che, una volta,. fatti così terrificanti come quelli che succedono negli ultimi tempi non fossero così numerosi. Ogni giorno è una catastrofe e verrebbe proprio voglia di non leggere più i giornali, né guardare la tv. Poi, passando gli anni, si comincia a notare che le persone che non ci sono più sono più numerose di quelle che oggi vivono intorno a noi e la nostalgia comincia a prendere il sopravvento. In ogni caso si va avanti, cercando tutti di fare del nostro meglio. Soprattutto vorremmo vedere i nostri giovani felici, ma anche loro sono insoddisfatti e alla ricerca di una strada che appare ancora sempre in salita.
      Abbraccio ricambiato!

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  3. la morte è sempre esistita ma è la nostra percezione a farci vivere male l'unica certezza della nostra vita. Nessuno di noi ha un futuro ma solo un presente che deve vivere sapendo che potrebbe non esserci un domani... e accettando questa fatalità e non immortalità come l'essenza della vita stessa

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    1. Hai ragione, ma è difficile vivere il presente senza pensare al futuro, perchè è proprio dal presente che si costruisce il futuro. Purtroppo, un po' per l'età che avanza e un po' per tutto quello che succede intorno a noi, è sempre più difficile avere delle buone speranze e il futuro comincia a fare paura.

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  4. Le tue sono riflessioni toccanti .
    Proprio perchè su questa terra la vita è cosi incerta e passaggera dovremmo imparare a vivere cogliendo ed assaporando ogni attimo con gioia ed amore. Invece sprechiamo tanto tempo ad essere arrabbiati, infelici .... per come la vedo io la vera vita inizia dopo la morte e quelli che ci appaiono da questo loato del "fiume" così sfortunati, in realtà sulla riva opposta godono di grazia, giustizia ed eternità.
    Ti abbraccio e ti auguro sinceramente una Pasqua serena.

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    1. Vedi, io per natura sono una persona positiva, sono contenta di ciò che ho e riesco ad essere felice per questo. Sono anche abbastanza calma e mi arrabbio difficilmente, perlomeno, se succede, mi passa presto. Purtroppo è tutto ciò che sta intorno a me che mi rende triste, è vedere l'infelicità delle altre persone e non poter fare nulla per aiutarle. In quanto alla vita dopo la morte...beh, in ogni caso si sa chi non esiste più ha cessato di soffrire, ma magari ha sofferto prima ed io non ho fatto nulla per alleviare quella sofferenza. Questo m'intristisce.

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  5. Giusto, cara Katherine: il nostro destino è vivere balenando in burrasca,
    Capisco benissimo tutto quello che così nudamente ci racconti e anche a me, talora, riesce molto difficile preservare un sogno, sia pure piccolo. Dalla prospettiva raggiunta vedo che ho concluso poco o nulla, mi rattristano tante cose brutte che ci pressano intorno e ogni tanto lascio chiusi i telegiornali perché proprio mi disturbano certe facce lampantemente fasulle, solo che così perdo il filo (io non ho grandi abilità politiche) e sono costretta pure agli arretrati se voglio capirci qualcosa. Forse la gente è stata così anche quand'era bambina e ragazza, ma allora mi sembravano più dignitosi, avevano una parola, una qualche forse parvenza di onore, che a me sembrava autentico, adesso sono diffidente. Che tristezza. Penso a quelle povere famiglie, ma come si fa a consentire di pilotare un aereo carico a uno spostato con manie suicide? E dire che mio nipote il maschio piglia l'aereo come se fosse il tram, ogni volta schiatto di paura. Soltanto la fede ci può dare pace. Coraggio, piccola, sta arrivando una meravigliosa primavera. E tra molti anni, quando sarai canuta e tremolante, ci incontreremo dall'altra parte e ci faremo quattro belle risate, io gorgheggerò in libertà e tu farai come vorrai: lì non servono strumenti, basta l'amore.

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    1. Come ho detto prima,io potrei anche sentirmi soddisfatta della mia vita.In fondo ho raggiunto molti, se non tutti, gli obiettivi prefissati. Ho avuto dei genitori che mi hanno dato tanto amore, ho studiato ciò che mi piaceva, ho trovato subito lavoro, ho una famiglia, una casa e persino un cane. Ho anche un bel po' di acciacchi di cui farei volentieri a meno, ma non si può avere tutto. La mia tristezza non è personale, ma per tutto quanto succede intorno a me.In ogni caso, verrò sicuramente a cercarti quando saremo entrambe dall'altra parte e riderò ben volentieri con te!

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  6. Questa è la vita Caterina. O ci mettiamo la benda sugli occhi o siamo insensibili agli altri oppure ogni giorno c'è un motivo per crucciarsi. Però ogni giorno non fosse che guardando o accarezzando il tuo Willy c'è una ragione per sorridere.
    A volte, e a me capita sempre più spesso in questi tempi 'grami', dire che sto bene mi pesa quasi fosse una colpa.

    Su abbracciamoci e per un momento ricordiamo il grande done che il blog ci ha regalato e cioè la nostra amicizia, sincera, ultra decennale.

    sherabbraccifortissimi

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    1. Ecco, è proprio così. Con tutto quello che accade intorno a noi, c'è quasi da sentirsi in colpa a provare un po' di felicità. D'altra parte, bisognerebbe proprio mettersi la benda sugli occhi e diventare egoisti, perchè a preoccuparsi di tutte le cose terribili che si vedono e si sentono, c'è veramente da ammalarsi di disperazione.Una volta ammalati, come potremmo ancora essere utili a qualcuno?
      Oggi sono stata a Torino. Ad ogni angolo di strada c'era un poveretto che chiedeva l'elemosina. C'era anche un uomo sui trent'anni, grande e grosso come Bud Spencer, che mostrava un cartello con la scritta: "Ho fame" ( sicuramente non era da tanto che non mangiava, perchè io sono molto più deperita di lui, se vogliamo dirla tutta...) Ce n'era un altro, sui 25 anni, alto e muscoloso, anche lui con il piattino davanti, e c'era una ragazza, giovane, ben vestita e curata, seduta per terra accanto ad un enorme cane nero che quasi ha aggredito Terry mentre passava. Lei l'ha trattenuto. Anche lei chiedeva l'elemosina. Non so più cosa pensare...Anche i clochard non sono più quelli di una volta. O era una candid camera?

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  7. Ciao, passo velocemente ( è un periodo che ho davvero pochissimo tempo ) per lasciarti i miei auguri per una felice Pasqua.
    Antonella

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